FABRE ha scritto:
Viene diciamo prodotta in case delle farfalle che hanno 3 scopi:
1) far conoscere al pubblico il mondo dei lepidotteri
2) farle procreare in serre in modo di salvaguardiare le specie, vengono poi immesse in natura,
questo soprattutto per quelle rare
3) prelevarle in ambiente artificiale e venderle, come nel mio caso, così si salvaguardia le
specie nel proprio habitat.
Caro amico,
tutto vero quel che dici circa Hebomoia glaucippe, ma vorrei fare qualche precisazione circa ciò che definisci "case delle farfalle", e che vengono in genere chiamate "butterfly farms".
Faccio subito un distinguo: esistono le "butterfly farms" e le "butterfly house".
Le butterfly farms sono dei veri e propri allevamenti intensivi di farfalle autoctone a scopo commerciale che, solo occasionalmente, possono anche rivestire un ruolo didattico, visto che talora alla "linea produttiva" si affianca una serra, in cui i turisti possono vedere le farfalle volare in un ambiente ricostruito. Gli esemplari vengono prelevati in natura allo stadio di uovo, larva, o più raramente di adulto, e immessi in grandi voliere in cui vengono coltivate le piante alimentari, con l'unico scopo di essere commercializzate. La commercializzazione avviene o sotto forma di pupe, che vengono spedite alle "butterfly houses", o sotto forma di adulti secchi per collezionisti.
Quasi mai, infine, tali allevamenti intensivi partono da riproduzione di esemplari nati in "cattività", in quanto per i locali (non dimentichiamo che chi gestisce tali butterfly farms vive ai limiti di una foresta e spesso sono coltivatori convertiti all'entomologia commerciale) è molto più semplice prelevare uova e larve in natura, che far accoppiare e deporre adulti confinati in serra.
Le butterfly house (ne esistono anche in Italia, ed una, a Montegrotto Terme, viene gestita da un mio caro amico) sono delle serre in cui le pupe ricevute dalle butterfly farms vengono fatte schiudere e gli esemplari liberati in un ambiente ricostruito, in modo che i turisti possano avere l'illusione di fare una passeggiata in una foresta tropicale. Spesso le visite sono guidate, rivestendo quindi anche un carattere didattico e divulgativo.
L'unica cosa su cui voglio togliere ogni illusione è che le butterfly farms e/o le butterfly house abbiano come fine quello del ripopolamento. Le prime sono aziende a scopo di lucro basate sulla vendita di farfalle (pupe o adulti secchi, poco importa), per cui le specie più rare non verranno mai rimesse in libertà perchè, anzi, sono quelle che producono il maggior guadagno, mentre liberare esemplari di specie comuni non cambierebbe lo status di "comune" alla specie.
Le butterfly house, invece, non possono liberare esemplari perchè sono ubicate in ambienti, Nazioni e quasi sempre anche continenti differenti da quelli d'origine degli esemplari stessi, e gli esemplari liberati, proveniendo esclusivamente da Paesi a clima tropicale, non sopravviverebbero.
Tutto questo per dire che c'è ben poca salvaguardia diretta delle specie minacciate in questo tipo di attività. Forse, e ribadisco FORSE, l'unica salvaguardia in prospettiva sta nel fatto che chi gestisce gli allevamenti ha poco interesse a deforestare, perchè il taglio della foresta (con conseguente scomparsa del pool di insetti in natura) porterebbe al tracollo della loro attività commerciale.