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Carabus (Chrysocarabus) solieri Dejean, 1826 - Carabidae

VII.1990 - FRANCIA - EE, Les Dourbes env.


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Autore Messaggio
MessaggioInviato: 04/12/2022, 21:37 
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Iscritto il: 19/09/2009, 22:25
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Nome: Vinicio Salami
Tc70 ha scritto:
Ah ok, quidi stando cosi le cose, mi vien da chiedere, se mai un giorno dovesse uscire questo benedetto lavoro su i Pachypus, come ci si dovrebbe porre nei suo confronti, ho come il timore si possan creare fazioni pro o contro e alla fine non venirne a capo di nulla... :|

Per ora il lavoro è in alto mare...se ne riparlerà quando e se ne verranno a capo.
A meno che non si decida qualcuno dei ns stimati entomologi a procedere alla descrizione delle specie indicate solo con numeri; cosa assolutamente fattibile visto che attualmente c'è materiale in abbondanza per effettuare la revisione.


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MessaggioInviato: 05/12/2022, 9:56 
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Nome: Ferdinando Giovine
Tc70 ha scritto:
eurinomio ha scritto:
Tc70 ha scritto:
Ho omesso di dire che la mia ipotetica proposta di uno studio sul DNA dovrebbe esser presa con attenzione, non essendo afferato in tal senso, resta solo appunto un ipotesi, da valutare, perchè potrebbe anche che saltino fuori talmente tante n.sp. da incasinare ancor più quello che già c è. :hi:

sicuramente lo studio del dna di queste bestiole potrebbe offrirci delle sorprese; sicuramente creerebbe però la solita incresciosa situazione di ritrovarci come per i Pachypus (che sono nel limbo dal 2018 e che li resteranno ancora per molto tempo) con solieri sp.1/2/3/4/5/6, etc...in attesa che qualcuno si prenda l'onere di fare una revisione generale della specie.


Ciao Vinicio,
capisci che se questo onere lo si facesse con tutte le specie fin ora descritte, si creerebbe un pandemonio allucinante, e quindi c è da chiedersi se ne vale realmente la pena...verrebbe meno tutto!
Si dovrebbe riscrivere la storia dell' entomologia!
D' altronde se ogni specie vivente ha un suo codice genetico diverso per esemplare, non si può secondo me, profano ed ignorante in materia, definire milioni di specie nuove, altrimenti anche quella umana dovrebbe essere riscritta.
Noi umani abbiamo molteplici varianti, frutto di evoluzione e di adattamento ai vari habit della terra, ma tutti siamo appartenenti ad un unica specie, nonostante catatteristiche morfologiche diverse, ma sopratutto tutti con un DNA diverso dall" altro.
Non so se il rapporto/confronto possa essere sovrapposto, ripeto non è il mio campo, però mi incuriosisce molto... ;)

Io posso portare l'esperienza della malacologia. Appunto per superare le variazioni individuali del dna hanno stabiliti per convenzione che la differenza tra due specie deve essere vera con un errore del 5%. Ma così non solo spariscono molto sottospecie ben distinguibili a livello morfologico e relegate in aree (mari) differenti e che quindi da questo punto di vista risponderebbero in pieno ai dogmi della sottospecie ovvero di due popolazioni separate geograficamente, ma è sorto il problema che se si applicasse lo stesso parametro alla specie Homo scimpanzè e uomo sarebbero la stessa specie!
D'altra parte andrebbe chiario meglio il concetto di specie. Cos'è realmente una specie, quali requisiti deve avere alla luce delle attuali conoscenze? sappiamo che, ad esempio, in alcuni casi, pochissimi, ma conosciuti, due specie sicuramente differenti, possono dare prole fertile. Ed allora cos'è realmente una specie? A mio avviso se prima non si chiarisce questo punto il discorso sul dna è prematuro (opinione strettamente personale)

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MessaggioInviato: 05/12/2022, 12:24 
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Nome: Augusto Franzini
"Ed allora cos'è realmente una specie"
Ecco, quella è LA DOMANDA importante. Siccome non siamo ancora riusciti a dare quella prima risposta, e per ogni presunta specie non sappiamo (ancora? magari anche in futuro?) istituire un corrispondenza almeno univoca fra caratteri morfologici evidenti e altrettanti diversi caratteri del DNA o viceversa, figuriamoci le categorie infra-specifiche...
:hi:

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Augusto (aug)
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MessaggioInviato: 05/12/2022, 12:57 
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Iscritto il: 19/09/2009, 22:25
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Località: Brescia
Nome: Vinicio Salami
Acquarius ha scritto:
...Io posso portare l'esperienza della malacologia. Appunto per superare le variazioni individuali del dna hanno stabiliti per convenzione che la differenza tra due specie deve essere vera con un errore del 5%. Ma così non solo spariscono molto sottospecie ben distinguibili a livello morfologico e relegate in aree (mari) differenti e che quindi da questo punto di vista risponderebbero in pieno ai dogmi della sottospecie ovvero di due popolazioni separate geograficamente, ma è sorto il problema che se si applicasse lo stesso parametro alla specie Homo scimpanzè e uomo sarebbero la stessa specie!
D'altra parte andrebbe chiario meglio il concetto di specie. Cos'è realmente una specie, quali requisiti deve avere alla luce delle attuali conoscenze? sappiamo che, ad esempio, in alcuni casi, pochissimi, ma conosciuti, due specie sicuramente differenti, possono dare prole fertile. Ed allora cos'è realmente una specie? A mio avviso se prima non si chiarisce questo punto il discorso sul dna è prematuro (opinione strettamente personale)


sono pienamente d'accordo con quello che hai scritto; alcune situazioni insolite le ho riscontrate anche io in Malacologia, relativamente ad uno studio del Genere Theba:

Radiating on Oceanic Islands: Patterns and Processes of Speciation in the Land Snail Genus Theba (Risso 1826)
Carola Greve, France Gimnich, Rainer Hutterer, Bernhard Misof, Martin Haase.


Questo lavoro è del 2012 e mi sembra che siamo fermi ancora in questa situazione, a dir poco strana:

Screenshot 2022-12-05 alle 11.40.30.png



Mi scuso per l'OT, ma mi sembrava utile aggiungere informazioni sui reali vantaggi di eseguire studi sul dna per stabilire specie e sottospecie e sulle problematiche che poi i sistematici devono risolvere.

:birra: :birra:


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