Ci sono vari metodi per ucciderle. Il più rapido è l'iniezione di sostanze chimiche come il già citato acetato d'etile, o meglio ancora l'ammoniaca (ho visto usare anche l'acool, ma gli esemplari si irrigidiscono talmente da diventare quasi impreparabili). ATTENZIONE: non usare l'ammoniaca con gli esemplari con colori verdi!!! La morte è istantanea e l'esemplare si ripone poi in bustine come le diurne.
Il sistema di ucciderle (indipendentemente dal metodo) e poi spillarle è valido, ma a condizione che non si debba viaggiare in aereo, perchè consegnare al check-in una o più scatole piene di esemplari spillati significa correre grossi rischi sulla loro integrità durante il volo (avete visto come vengono spesso trattati i nostri bagagli all'imbarco e allo sbarco
).
Gli entomologi di scuola anglosassone usavano invece molto, per l'uccisione, il barattolo al cianuro (valido per esemplari di tutte le dimensioni), che a me non è mai piaciuto perchè gli esemplari, se lasciati troppo al suo interno, diventavano troppo rigidi.
Per certi gruppi, come le Zygaena si usava, e credo qualcuno usi ancora, il sistema dello spillo intinto in nicotina. Io l'ho utilizzato in passato durante i miei viaggi in Turchia: portanegativi riempito per un terzo di ovatta ben pressata e intrisa di nicotina, in cui infiggevo un certo numero di spilli. Man mano che catturavo Zygaena, le uccidevo trapassandole con gli spilli prelevati dal portanegativi, e queste morivano pressochè subito. Le posizionavo poi singolarmente in bustine rettangolari di pergamino, e arrivavano in Italia perfettamente conservate.
Ulteriore metodo per il trasporto, molto utilizzato tuttora dai colleghi di scuola est-europea, è quello di riporle ad ali chiuse su sottili cuscini di ovatta, alternati con fogli di carta come separatori, il tutto chiuso in buste rettangolari. Questo metodo è molto utilizzato anche per i coleotteri.