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Giuseppe Gené (1800-1847): "De quibusdam insectis Sardiniae"



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MessaggioInviato: 19/04/2009, 20:07 
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Giuseppe Gené (1800 – 1847) nacque a Turbigo (MI) e studiò nell'università di Pavia dove si laureò in filosofia. A Pavia fu assistente alla cattedra di Storia naturale. Nel 1831 ebbe la cattedra di zoologia all'Università di Torino e la direzione del Museo, succedendo a Franco Andrea Bonelli. Durante questo periodo potenziò notevolmente le collezioni del Museo.
Morì a Torino il 14.7.1847.
Gené si occupò anche di insetti e particolarmente di quelli nocivi all'agricoltura, pubblicando numerose memorie.
In particolare compì, fra il 1833 ed il 1838, quattro importanti viaggi di raccolta in Sardegna, studiando la fauna dell’isola e descrivendo, tra il resto, una nuova specie di rapace, il falco della regina (Falco eleonorae Gené, 1839).
Il frutto di queste ricerche nell'isola fu la sua opera entomologica più importante:
De quibusdam insectis Sardiniae novis aut minus cognitis”, scritta in latino e pubblicata in due parti, nel 1836 e nel 1839.


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I due contributi sono accompagnati da tre tavole, la prima nei toni del grigio, le altre due a colori.
In questo lavoro descrisse decine di nuove specie di coleotteri, diverse endemiche, alcune molto note e in gran parte riconosciute valide tutt’oggi.
Fra tanti coleotteri nuovi c'era anche una nuova specie di lepidottero ropalocero: una sola, ma tanto basta!
Si tratta infatti del celeberrimo Papilio hospiton, endemismo sardo-corso.
La terza tavola contiene proprio l'immagine della nuova Papilio e del suo bruco.


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Papilio hospiton Gené, 1839 (disegno contentuto nella Tav. II che accompagna la descrizione originale)


Genè spiega così la "derivatio nominis" della sua nuova specie:
"...Haud absonum visum est insignem hanc speciem Hospitonis nomine indigitare, utpote quae montanas Sardiniae regiones inhabitat, quibus seculo VI praefuit Hospiton, Barbaricinorum Dux...."

La collezione Gené è oggi conservata presso il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino.

Qui appresso riporto le tre tavole che accompagnano il lavoro entomologico sulla Sardegna.
Sotto a ciascuna tavola ho indicato alcuni dei nomi assegnati dal Gené alle nuove specie descritte.
Cliccando su questi nomi potrete confrontarli con la combinazione attuale, così come risulta dalle pagine di faunaeur.org.



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Chi è interessato a leggere il lavoro originale, può scaricarne la prima parte dalla "Biodiversity Heritage Library":
De quibusdam insectis Sardiniae : novus aut minus cognitis. Fasciculus I (1836)

La seconda parte è pure presente, all'interno del Volume delle Memorie della Accademia delle Scienze di Torino (1839) dove fu pubblicata (pp. 43-84, Tav. I-II).
Per comodità, l'ho però estratta dal volume per renderla direttamente disponibile qui:




Tre delle più importanti biografie, con relativa bibliografia, scritte per ricordare la figura di Giuseppe Genè, sono disponibili nella "Biodiversity Heritage Library" e su "Google Libri", in quanto pubblicate su riviste che sono state già digitalizzate.
Per comodità e considerato che non violo nessun copyright, le ho "estratte" dai periodici nei quali sono apparse, per riunirle qui ;)
Eccovele:


pubblicato su: Annales Soc. ent. France, Paris, série II, 6, pp. 5-22.

pubblicato su: Antologia Italiana, Giornale di Scienze, Lettere ed Arti, Anno II, Tomo IV, pp. 291-315.

pubblicato su: Memorie Accad. Sci. Torino, serie seconda, Tomo XI, pp. 1-19

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:hi: Marcello Romano


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MessaggioInviato: 19/04/2009, 22:03 
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Nome: Roberto A. Pantaleoni
Il bellissimo post di Marcello ci fornisce il destro per affrontare un argomento sfiorato in passato, ma mai sviscerato completamente.
Nel secondo fascicolo del suo Insectis Sardiniae Gené inserisce 4 specie dedicate a lui stesso:
III Carabus genei Dej. (pag. 45)
IV Nebria genei Dej. (pag. 46)
XIII Cantharis genei Dejean in litt. (pag. 55)
XXXIV Helops genei Dej. in litt. (pag. 74)

A mio parere, come chiaramente indicato dal Gené stesso, la paternità del nome è da attribuirsi a Dejean e le specie andrebbero indicate come Xus yus Dejean in Gené, 1839 (art. 50.1.1 del Codice Internazionale di Nomenclatura Zoologica*).

Non capisco perché, soprattutto i carabidologi :gh: , si intestardiscano ad attribuire queste specie allo stesso Gené, facendo credere che se le è autodedicate.

Roberto :to:

* 50.1.1. However, if it is clear from the contents that some person other than an author of the work is alone responsible both for the name or act and for satisfying the criteria of availability other than actual publication, then that other person is the author of the name or act. If the identity of that other person is not explicit in the work itself, then the author is deemed to be the person who publishes the work.

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MessaggioInviato: 26/04/2009, 17:06 
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ciao ragazzi

ho finalmente trovato un po' di tempo per dare un'occhiata alla questione... e non sono molto convinto della tesi di roberto :oops:

mi spiego: il codice si riferisce al caso in cui, in un lavoro di un autore, il testo di una descrizione originale (ossia fino a quel momento non pubblicata) venga espressamente attribuito a un autore differente

ma nel nostro caso, sembra di capire che Gené fornisca una sua descrizione di specie di cui attribuiva la paternità a Dejean, in quanto, sulla base delle comunicazioni di quest'ultimo, riteneva che Dejean le avesse già descritte con il nome genei

ad esempio, a proposito di Carabus genei: "confesso di aver dato spazio in questo fascicolo non senza una certa riluttanza, anzi assolutamente controvoglia, a specie a me dedicate: ma era necessario per me farlo, infatti al momento in cui l'illustre Dejean offriva questa manifestazione di onore, l'incisore aveva già terminato le figure [traduzione a spanne, n.d.a.]"

e a proposito della Nebria genei dice: "avevo indicato questa specie al museo di torino e in litteris con il nome di Nebria pectoralis: avendone però inviati alcuni esemplari al collega Dejean, l'illustrissimo rispose avvisandomi che già esisteva una Nebria uguale denominata dal nome dello scopritore"

quindi in entrambi i casi, Gené non attribuiva la sua descrizione a Dejean, ma semplicemente riteneva che l'una e l'altra specie fossero già state validamente descritte dallo stesso Dejean... solo che così non era

e quindi sembrerebbe che in effetti, contro il desiderio di Gené, la prima descrizione di entrambe le specie sia la sua, e sua sia quindi la loro paternità

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Nome: Roberto A. Pantaleoni
:D Potrei rispondere: ma sei mai stato componente in un seggio elettorale? Io da giovane feci il segretario parecchie volte, e la prima cosa che si impara è rispettare la volontà dell'elettore.
Quindi Gené dice Carabus Genei, Dej. e Carabus genei Dejean in Gené dev'essere!
Ma esaminiamo il fatto:
Gené dice che "primum mihi persueserat" (fu in un primo momento persuaso) che il carabo che lui aveva sottomano fosse il Carabus Ramburii descritto di Corsica da Dejean. Poi, preso dai dubbi (de hac synonymia serius dubitavi) lo spedì a Dejean che lo indentificò come specie nuova a cui voleva dare il nome "Genei".
Dejean identificò il materiale come appartenente a specie nuova, comunicò a Gené i caratteri differenziali e dette un nome alla specie stessa. Gené infatti scrive: "species enim celeberrimo Parisiensi Entomologo communicata a Carabo corsico diversa, thorace in primis suquadrato (i), habita fuit mihique benevolenter dicata." Ed in nota (1): "Thorax Carabi Ramburii valde cordiformis. Dej. in litt."
Insomma Gené non identifica la specie come nuova, la attribuisce a C. ramburii, poi preso dai dubbi la spedisce a Dejean che gli fornisce sia i caratteri differenziali che il nome. A questo punto Gené avrà detto a Dejean "guarda che ho già tutto in stampa pubblico io col tuo nome".
Come si faccia ad attribuire la specie a Gené, o peggio toglierla a Dejean, non lo so.

Faccio presente che il codice non dice che "il testo" (cito Maurizio) di una descrizione originale deve essere di un altro autore ma bensì: "some person other than an author of the work is alone responsible both for the name or act and for satisfying the criteria of availability other than actual publication, then that other person is the author of the name or act." [te lo metto anche in francese: "que ce n'est pas son auteur qui est responsable à la fois du nom ou de l'acte et des facteurs de sa disponibilité autres que ceux concernant sa pubblication, mais une autre personne, celle-ci constitue l'auteur du nom ou de l'acte."]
Ora Dejean è sicuramente il responsabile del nome ed anche dei criteri di disponiilità fornendo una descrizione sia pur scarna utile per l'identificazione "simile a C. Ramburii ma con protorace suquadrato anzichè cordiforme", ed è quindi l'autore della specie.

Sulla Nebria ho qualche dubbio, debbo farmi tradurre ESATTAMENTE il testo latino. Non mi esprimo.

Su Cantharis ed Helops invece non c'è nulla da dire. O si crede a Gené e si attribuisce la specie a Dejean (non c'è alcun motivo per non farlo) o non gli si crede (ed allora bisogna portare le prove del contrario).

Insomma su quattro specie credo che potrebbero esserci forse dubbi per una sola di questa (Nebria), ma le altre vanno chiaramente attribuite a Dejean. E visto il contesto, la Nebria dovrebbe più finire nel mazzo che fuori.

Confesso che trovo incredibile come l'interpretazione "Gené autore" abbia un seguito così massiccio (ipse dixit?).

Ciao Roberto :to:

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MessaggioInviato: 26/04/2009, 20:05 
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ciao roberto

ammetto che non avevo neanche guardato le descrizioni di Cantharis e Helops, dato che non sono carabidi :oops:
e su questi due direi che hai sicuramente ragione tu :D

ma questo mi convince ancor più della mia idea, dato che per questi due Gené precisa espressamente "Dej. in litt.", cosa che non fa affatto per il Carabus; la frase che tu riporti, e che io non avevo trascritto, "... a Carabo corsico diversa... habita fuit mihique benevolenter dicata" ossia (forse qualcuno dei nostri amici ha più difficoltà di noi con il latino :D ) "fu considerata diversa dal Carabus corso e a me gentilmente dedicata"... beh, io la posso interpretare ritenendo che Gené fosse convinto che Dejean gliel'avesse dedicata in una sua pubblicazione, altrimenti secondo me avrebbe indicato "in litt." anche qui

quanto alla Nebria, se la mia traduzione è corretta (appena ti sei fatto tradurre esattamente il testo, aspetto conferma o smentita), Gené dice chiaramente che Dejean lo aveva avvertito che quella Nebria esisteva già con il nome di genei... direi che qui non si scappa

in conclusione, secondo me

due sì :ok: Cantharis e Helops

e due no :no: Carabus e Nebria

vado a cercare del cibo :D , a più tardi

p.s. è vero che alle elezioni il principio è (sarebbe) rispettare la volontà dell'elettore, ma se la scheda è stata annullata perché l'elettore involontariamente ha fatto un segno che non doveva, è nulla; allo stesso modo, se un autore intendeva descrivere una specie, ma non ha pubblicato nulla di ciò che il codice considera una descrizione (ad es. se ha semplicemente istituito un "nomen nudum"), la specie non è descritta e il nome relativo non è disponibile

e poi, scusa... alla tua età, mica crederai ancora che le disposizioni del codice abbiano qualcosa a che fare con il buonsenso, vero :gh: ?

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MessaggioInviato: 26/04/2009, 20:24 
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Caro Maurizio,
sempre tralasciando la Nebria, mi pare che tu stia spaccando il cappello in quattro per NON SEGUIRE le indicazioni di Gené.
Allora Gené scrive che aveva determinato male la specie, che l'aveva mandata per conferma a Dejean e che questo gli aveva scritto (che gli avesse scritto non ci sono dubbi, vedi nota 1 nel testo) trattarsi di specie nuova (diversa) cioé di Carabus genei.
Mi spieghi cosa cambia che Gené credesse la specie già pubblicata o la credesse nuova? A chi attribuisce (e di chi è effettivamente) la responsabilità del nome? A chi attribuisce (e di chi è effettivamente) la descrizione (in questo caso i caratteri differenziali)? Secondo me la risposta alla prima risposta è "nulla", non c'entra nulla cosa credesse Gené ma di chi fosse la responsailità di nome e descrizione. E la responsabilità di nome e descrizione è di Dejean (a detta di Gené e, ripeto, per affermare il contrario bisogna dimostrarlo).

Non sto polemizzando, veramente non capisco chi abbia dato la patrinomia a Gené andando contro le sua volontà e contro le norme del codice.

Ciao Roberto :to:

PS: però tu mi modifichi i messaggi in itinere, mentre io scrivo i miei :D , così non vale chiamo a babbo :cry: !

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MessaggioInviato: 26/04/2009, 22:21 
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ciao roberto

beh, a quanto pare quello della sovrapposizione dei messaggi è un problema che ci siamo portati dietro da FNM :gh:

bisognerebbe (anzi dovresti, visto che sei uno degli admin) studiare un sistema, per cui chi sta scrivendo o modificando un messaggio vede se qualcuno nella stessa discussione sta facendo altrettanto

a parte gli scherzi, in effetti il "primo" testo non spiegava adeguatamente che le mie considerazioni non partivano dal buonsenso o da una logica elementare, quanto da ciò che il codice considera un "atto nomenclatoriale" valido

per dare un idea del rapporto fra buonsenso e codice: sei d'accordo, vero, che un nome scientifico ha "diritto di cittadinanza" solo se all'atto della sua istituzione è stato accompagnato da una descrizione? bene, allora che ne pensi del fatto che una "descrizione" come

"Oblongus, niger, nitidus, 6 mm. Patria: Senegal"

possa fare la differenza tra un "nomen nudum", ossia istituito senza essere accompagnato da una descrizione, e uno accompagnato da tale descrizione, e quindi valido come nome non di una "specie" come la intendiamo noi (almeno con un tentativo di serietà), ma di un "taxon nominale del livello specie", come recita il codice?

p.s. la "descrizione" sopra riportata non è quella di alcuna specie "reale" (a quanto ne so), ma è fatta sulla falsariga di tante "descrizioni" di cui i nostri amici che si occupano di coleotteri, come augusto-notoxus, non avranno problemi a riconoscere la paternità... descrizioni, ripeto, prive di senso compiuto ma valide dal punto di vista nomenclatoriale

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MessaggioInviato: 26/04/2009, 22:47 
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Rispondo più estesamente domani, ormai il sonno predomina. Comunque mi stai dando "tecnicamente" ragione.

Roberto :to:

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MessaggioInviato: 26/04/2009, 22:58 
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Hemerobius ha scritto:
Rispondo più estesamente domani, ormai il sonno predomina...

concordo :ok:

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MessaggioInviato: 27/04/2009, 8:55 
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Nome: Roberto A. Pantaleoni
Allora voglio capire una cosa, seguiamo il tuo ragionamento, ma per spiegarmi meglio faccio un esempio inventato!
Io trovo un bel Carabus sul Monte Linas e credo sia il Carabus genei. Poi mi dico: "Ma? Forse sarà meglio farlo vedere ad uno specialista anche se sono quasi sicuro!" Spedisco il Carabus a te che mi rispondi: "Guarda che non è il "genei" perchè ha il pronoto con angoli sinuati (o altro carattere a tua preferenza), io l'ho chiamato Carabus hemerobii e l'ho già inserito nel mio catalago pubblicato su Nigrizia (o altra cosa a stampa a tuo piacimento)." Io ti rispondo: "Oh, grazie per le informazioni, allora è una specie nuova! Ma io ho già il lavoro in stampa, quindi non faccio altro che citarti." Poi si scopre che tu non hai mai pubblicato il lavoro (o quel che era) sul Carabus hemerobii.

Domanda 1: di chi è la responsabilità del nome?
Domanda 2: di chi è la responsailità for satisfying the criteria of availability / des facteurs de sa disponibilité?

Mi sembra che alla domanda 1 non ci siano dubbi: sei tu.
Sulla domanda 2 si potrebbe anche sottilizzare, ma se io scrivo nella descrizione (che è poi quella originale) "come mi dice Gomphus ha gli angoli sinuati a differenza del C. genei" e attribuisco a te la descrizione stessa mettendo nel titolo Carabus hemerobii Gomph. mi sembra che la risposta più logica sia: sei ancora tu.

E se alle due domande si risponde "sei tu", secondo il Codice, art. 50.1.1, l'autore sei tu e quindi: Carabus hemerobii Gomphus in Hemerobius.

Ripeto che poi tutto questo è un voler sottilizzare, perché per non rispettare la volontà del Gené (che l'ha espressa in modo chiaro indicando in Dejean l'autore delle 4 specie) ci vorrebbe la prova che Gené stesso ha "imbrogliato", oppure che è stato "imbrogliato" da Dejean. Prova che mai nessuno ha portato.

Ciao Roberto :to:


PS: sulle specie descritte sinteticamente devo dire che a volte tre parole bastano per identificare un taxon a volte non ne bastano tremila. Io per esempio mi sono battuto perché Creolen corsicus venisse considerato nome disponibile e non nome nudo anche se la descrizione era questa (liberamente tradotta): "specie vicina a Creoleon plumbeus con le ali macchiate".

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MessaggioInviato: 28/04/2009, 13:34 
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Trovo sul volume XVIII della Fauna d'Italia (Carabidae I) di Casale, Sturani, Vigna Taglianti (tre pezzi da novanta, ed anche amici) un'altra interpretazione:
Cita:
Accenniamo ancora al curioso fatto dell'autodedica di Gené a se stesso, del tutto involontaria; in realtà la diagnosi della specie (scoperta da Rambur in Corsica, e che era "in litteris" come Carabus ramburii Dej.), fu fatta dal Dejean stesso, che non si avvide della identità degli esemplari sardi del Gené. Così Gené (1839), pur scrivendo "Carabus Genéi Dej.", pubblicò una accurata descrizione preliminare della specie, che precedette quella del Dejean ed acquistò ogni validità; "ramburii" rimase un semplice "nomen nudum". pagina 141

Si tratta di un'interpretazione non chiara (sfido chiunque non abbia seguito direttamente la questione a capire) e che considera influente il fatto che C. ramburii sia un nomen nudum, cosa invece assolutamente irrilevante.

Comunque a questo punto mi faccio tradurre tutto.

Poi pubblichiamo una nota vero :bln: ?

Roberto :to:

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ciao roberto

non mi sono dimenticato il tutto... sto semplicemente, nel tempo disponibile, studiando le sfumature del codice di nomenclatura riguardanti la nostra questione ;) , a presto :hi:

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Quello di cui puoi stare certo tu Maurizio, e tutti gli amici del forum, è che per me questa discussione deve portare ad un risultato condiviso (o con differenze di giudizio ben delineate). Anche se mi sono affezionato alla mia idea sono dispostissimo a rinunciarci di fronte ad argomentazioni convincenti. Non vorrei dare l'impressione di uno scontro tra fazioni (esempio certamente esagerato)!
L'amica umanista mi ha promesso la traduzione dei brani incriminati. Purtroppo dopo avermi scritto "Se non hai fretta, lo tradurrò quando avrò superato l'attuale emergenza" si è corretta qualche ora dopo con un "volevo dire: SE supererò l'attuale emergenza" ( :sick: ).
Posso dire di essermi offerto di aiutarla :no1: anche se non so bene per che cosa ... speriamo che non siano faccende domestiche :D !

Ciao Roberto :to:

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Nome: maurizio pavesi
caro roberto

non ne ho dubitato nemmeno per un attimo :lov2: ... semplicemente sto cercando di capire come va interpretato il tutto in base al codice

e siccome in questi casi anche le virgole possono essere importanti, resto in attesa della traduzione della tua amica, perché le mie (per ora preliminari) considerazioni partono dall'idea che la mia traduzione sia corretta... cosa tutta da verificare :oops:

intanto...

"... Accenniamo ancora al curioso fatto dell'autodedica di Gené a se stesso, del tutto involontaria; in realtà la diagnosi della specie (scoperta da Rambur in Corsica, e che era "in litteris" come Carabus ramburii Dej.), fu fatta dal Dejean stesso, che non si avvide della identità degli esemplari sardi del Gené. Così Gené (1839), pur scrivendo "Carabus Genéi Dej.", pubblicò una accurata descrizione preliminare della specie, che precedette quella del Dejean ed acquistò ogni validità; "ramburii" rimase un semplice "nomen nudum"..."

non so se lo hai notato... ma Carabus ramburii Dejean non è affatto un nomen nudum; la diagnosi di Dejean "Thorax Carabi Ramburii valde cordiformis. Dej. in litt." e le supposte differenze con la "nuova" specie C. genei vengono riportate testualmente da Gené... e quindi questo sì che è a pieno titolo Carabus ramburii Dejean in Gené!

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MessaggioInviato: 12/05/2009, 22:22 
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Nome: Roberto A. Pantaleoni
:hp: Cum magno gaudio (o gaudium ???) ( :oops: ) vi annuncio che ho mezza traduzione: quella relativa al Carabus genei. Domani, dopo un ultimo controllo, la posto. Naturalmente ci sono "due parole 2" "interpretabili". Una di queste è determinante (quasi). La seconda parte della traduzione di Nebria genei è invece ancora in alto mare. La mia amica umanista sta cominciando a ... perdere l'amicizia (cosa non si fa per la scienza).

Ciao Roberto :to:

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