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Carabus (Eucarabus) italicus italicus Dejean, 1826 Dettagli della specie

12.VI.2016 - ITALIA - Emilia-Romagna - RA, Bassura del Bardello (sud), zona San Vitale, Ravenna


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MessaggioInviato: 02/09/2016, 15:14 
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Nome: Augusto Franzini
" tappezzare un terreno di trappole" = soluzione finale :no1: :no1: :no1: :no1: :no1: :no1: per la fauna del terreno...E' già successo a carabari troppo avidi.
:hi:

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Augusto (aug)
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MessaggioInviato: 02/09/2016, 15:37 
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Nome: Marco Villani
L'area, secondo le mie misurazioni, misura circa 76 ettari, quindi non è proprio piccola. Tuttavia non mi viene in mente un solo luogo della pianura romagnola, oltre a questo, dove la specie potrebbe ancora abitare. Al massimo potrebbe trovarsi ancora nella Pineta San Vitale (con cui confina l'area), ma in tempi recenti ho notato grandi infestazioni di gamberi e l'odore di marcio dell'acqua mi fa pensare male.
Concordo sul fatto che i trappolamenti debbano essere limitati. Infatti per un mese buono ho deciso di lasciare inattiva la mia trappola al Bardello per evitare inutili stragi di Platysma niger e Carabus granulatus, che ci cadevano a decine e decine. Anche per questo motivo preferisco evitare di avere trappole attive in estate, limitandomi a ricaricarle in primavera e in autunno. Anzi, in genere lascio lì le bottiglie vuote sul posto, piuttosto che portarmele a casa, e le riempio di terra e sterpaglie in modo che non mantengano la loro funzione originale quando non dovrebbero. Poi dopo qualche mese le ritrovo intatte e mi basta svuotarle e riempirle di liquido. In caso contrario dovrei scavare da capo il buco dove infilare la bottiglia.
Per tornare al discorso di prima, possono andare bene un paio di trappole. Poi però bisogna fare basta perché trappolamenti prolungati nel tempo su uno stesso ambiente danneggiano davvero la fauna.
Non vorrei si ripetesse la storia dei Carabus olympiae, che a causa delle eccessive ricerche da parte degli entomologi non sono più stati trovati per un sacco di anni.


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MessaggioInviato: 02/09/2016, 15:45 
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Nome: Riccardo Poloni
Maurizio, è vero. Ma ti assicuro che anche se in misura minore vale anche per i Carabidi. Io ho trovato qualche anno fa una stazione di Carabus germari in pieno paese, quando molti entomologi mi avevano detto che in pianura era assente. Stesso vale per i Dorcadion, che si muovono pochissimo, eppure in pieno centro città c'è una popolazione relitta di Pedestredorcadion arenarium marsicanum, la forma che veniva chiamata aemilianum, e so di altri due posti soltanto.

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Riccardo Poloni
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MessaggioInviato: 03/09/2016, 19:18 
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Iscritto il: 05/02/2009, 17:28
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Nome: Marco Uliana
Plagionotus ha scritto:
Io ho trovato qualche anno fa una stazione di Carabus germari in pieno paese, quando molti entomologi mi avevano detto che in pianura era assente.


Strano. Sono curioso di sapere se questa valutazione è stata fatta in modo speculativo sulla già citata ipotesi che "in pianura ormai non c'è più nulla" o se deriva da effettiva assenza di riscontro in seguito a ricerche. Dove abito (Codevigo, bassa pianura padovana inprossimità della Laguna di Venezia) la specie c'è, così come nei dintorni, anche se non posso certo dire che sia abbondante.
A occhio non mi aspetto una significativa differenza di condizioni ecologiche rispetto alla pianura romagnola.

E cosa mi dici del C. coriaceus? Quello qui da me pare molto più raro, l'ho trovato una volta soltanto (senza mai fare ricerche mirate però).

Altra cosa è il Carabus italicus... quello è una chicca. Abbiatene cura.


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MessaggioInviato: 03/09/2016, 19:56 
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Iscritto il: 09/11/2010, 19:52
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Nome: Luca Bodei
Glaphyrus ha scritto:
Plagionotus ha scritto:
Io ho trovato qualche anno fa una stazione di Carabus germari in pieno paese, quando molti entomologi mi avevano detto che in pianura era assente.


Strano. Sono curioso di sapere se questa valutazione è stata fatta in modo speculativo sulla già citata ipotesi che "in pianura ormai non c'è più nulla" o se deriva da effettiva assenza di riscontro in seguito a ricerche. Dove abito (Codevigo, bassa pianura padovana inprossimità della Laguna di Venezia) la specie c'è, così come nei dintorni, anche se non posso certo dire che sia abbondante.
A occhio non mi aspetto una significativa differenza di condizioni ecologiche rispetto alla pianura romagnola.

E cosa mi dici del C. coriaceus? Quello qui da me pare molto più raro, l'ho trovato una volta soltanto (senza mai fare ricerche mirate però).

Altra cosa è il Carabus italicus... quello è una chicca. Abbiatene cura.



Infatti facendo ricerche mirate forse potrebbe saltar fuori che è più diffuso di quel che si pensi,è una specie tardiva,li ho trovati vaganti a qualche km dal Garda lake,cosi come a 900mt di altitudine,anche ad inizio Ottobre,quando le temperature son più fresche ,dovrebbe essere più legata a territori collinari/montani,(ma non è detto),che paludosi/lagunari dove si posson trovare invece altre specie.


Interessante la 'piega' che sta prendendo questa discussione,mi piace,bisognerebbe aprire una thread apposito,dove ognuno di noi possa dire le proprie esperienze di raccolta ''live'',intendo senza l'uso di trapp. e cosi da capire,grazie all'ausilio di chi interverrà,dove,come e perchè con le ricerche molte volte si sbaglia...dite di no... :roll: :hi:

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MessaggioInviato: 03/09/2016, 21:02 
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Io il germari l'ho sempre preso in collina, all'interno di boschi non particolarmente ombrosi. In due occasioni mi è pure arrivato al telo in piena notte. Lo stesso vale per il violaceus, che però mi capita più spesso in ambiente di faggeta o cerreta.
Il coriaceus è la specie che ho più rappresentata in collezione, anche se pochi sono gli esemplari presi proprio dal sottoscritto. Una ventina vengono da un trappolaggio fatto sul Carso Triestino con Giorgio Pezzi, quando lo accompagnai al ritiro. Nelle trappole, lasciate da ottobre a gennaio, c'erano almeno 50 esemplari. Per il resto le mie esperienze dirette riguardano incontri di esemplari singoli lungo i sentieri, spesso schiacciati dai passanti o dai cavalli e dalle macchine. Penso sia più termofilo degli altri, avendolo incontrato quasi sempre in prati aridi o macchie di querce, solo una volta in un bosco piuttosto umido, che però era in contatto con una porzione più arida (in Friuli). Il fatto che sia più tardivo potrebbe essere legato alla siccità che persiste più avanti nella stagione negli ambienti che abita.
Il granulatus è quello che ho incontrato più di frequente, ma sempre in zone umide, sia che si tratti di acque ferme (Lago di Doberdò, Bardello, Pineta San Vitale) che di acque correnti (bosco di Porporana). Ma del resto il fatto che sia igrofilo non è un segreto. Solo non mi è chiaro dove si sviluppa di preciso la larva. Vive comunque nel terreno intriso di umidità, o addirittura può stare sott'acqua?
L'italicus l'ho preso solo al Bardello, quindi suppongo abbia esigenze più severe rispetto al granulatus. Il fatto che abiti dove non ci sono gamberi i fa pensare che la larva possa abitare anche molto vicino all'acqua, se non dentro ad essa. E' noto anche del Po (Golena Bianca mi pare) e del Bosco della Mesola.


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MessaggioInviato: 03/09/2016, 21:52 
 

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Nome: Paolo Maltzeff
Può essere interessante confrontare la fenologia di questo taxon con quella di Carabus (Eucarabus) italicus rostagnoi Luigioni, 1904, come riportata in: Bollettino dell'Associazione Romana di Entomologia, Vol. LVI (2001) pag. 124- 127. Nella campagna romana gli adulti compaiono all'inizio della primavera, ovidepongono tra aprile e maggio, la metamorfosi completa (fino allo sfarfallamento) richiede da 30 a 35 giorni, come da allevamenti da me completati nel 1998. Nella località da me frequentata gli adulti sfarfallati in giugno non sono stati rilevati attivi alla superficie del suolo fino alla primavera successiva.


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MessaggioInviato: 03/09/2016, 22:04 
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Nome: Marco Villani
Davvero interessante la biologia dell'italicus! Negli altri Carabus, se non vado errato, la riproduzione avviene intorno alla tarda primavera e si ha lo stadio larvale in estate, con successivo impupamento nel terreno e sfarfallamento della nuova generazione a fine estate-inizio autunno.


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MessaggioInviato: 03/09/2016, 23:19 
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Nome: Riccardo Poloni
aesalus37 ha scritto:
Può essere interessante confrontare la fenologia di questo taxon con quella di Carabus (Eucarabus) italicus rostagnoi Luigioni, 1904, come riportata in: Bollettino dell'Associazione Romana di Entomologia, Vol. LVI (2001) pag. 124- 127. Nella campagna romana gli adulti compaiono all'inizio della primavera, ovidepongono tra aprile e maggio, la metamorfosi completa (fino allo sfarfallamento) richiede da 30 a 35 giorni, come da allevamenti da me completati nel 1998. Nella località da me frequentata gli adulti sfarfallati in giugno non sono stati rilevati attivi alla superficie del suolo fino alla primavera successiva.


L'italicus qui da noi fa esattamente così.
Per Marco Uliana: forse l'affermazione era dovuta alla credenza che non ci sia più nulla in pianura, non penso che sia dovuta a ricerche ripetute.
Per quanto riguarda il coriaceus in pianura presso il fiume Secchia l'ho trovato non abbondantissimo ma ben presente in pioppeti igrofili (su dieci trappole ne avrò trovati 7-8, ma era un periodo in cui le sapevo proprio mettere ancora meno di adesso), ma l'habitat dove è in assoluto più abbondante è la collina, dove nei calanchi e nelle colline aride è molto frequente trovarlo deambulante, spesso mi è capitato di trovarlo cercando Vesperus.

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MessaggioInviato: 04/09/2016, 11:23 
 

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Località: Bagnacavallo (RA)
Nome: Giorgio Pezzi
Cita:
quindi credo che bisognerebbe tappezzare tutto il Bardello di trappole e se qualcuno che è in zona si aggregasse a noi non credo che ci dispiacerebbe


Forse sarebbe il caso di rammentare a Nicola (e ad altri) :no1: :no1: che il bardello e le Pinete storiche sono di proprietà del Comune di Ravenna, inserite nel Parco del Delta del Po (come aree a preparco) e se non basta nella rete Natura 2000 della CEE. Quindi simili ricerche devono essere autorizzate debitamente dal Comune, dal Parco (che potrebbe avere suoi regolamenti specifici) e sicuramente bisogna osservare le disposizioni previste nei siti Natura 2000 che tra l'altro prevedono valutazioni di impatto di ogni attività umana ma anche di ricerche specifiche in ambito naturalistico. E le pene sono severe!!
Altro che tappezzare il Bardello di trappole!! Se vi cuccano le guardie...
Giorgio. :hi:


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MessaggioInviato: 04/09/2016, 12:35 
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Località: Vicenza
Nome: Silvano Biondi
Nicola ha scritto:
quindi credo che bisognerebbe tappezzare tutto il Bardello di trappole :mrgreen:
:hi: Nicola

Vedo dal suo profilo che il giovane Nicola ha 13 anni. Non mi pare opportuno porre la questione (che sicuramente esiste) sul piano etico. Almeno, non lo farò io, visto che sto scrivendo dal mio pc, avendo di fronte l'armadio che contiene diverse decine di migliaia (non so quante) di esemplari sacrificati sull'altare della scienza (va pronunciata come Crozza quando imita il professor Zichichi).
Cercherò quindi di fargli capire (se gli interessa) la mia posizione con un breve racconto.
Anni fa mi capitò di leggere, in una piccola rivista che non nominerò, l'articolo di un sedicente entomologo, di cui non farò il nome nemmeno sotto tortura. Era relativo ad una specie di Carabus e a una ridotta popolazione che l'Autore aveva scoperto in una zona impervia. Per un lungo periodo aveva piazzato delle trappole a caduta, sempre nella stessa località e raccolto gli esemplari di quella specie. Aiutandosi con una serie di grafici e considerazioni ispirate allo studio della dinamica delle popolazioni, il novello Fabre arrivava a porsi un profondo interrogativo. Perchè mai di anno in anno il numero degli esemplari catturati inesorabilmente calava, fino (ahimè) ad annullarsi del tutto? Cambiamenti climatici? Rapido declino genetico? Migrazioni di massa? Mai, nemmeno per un attimo, passava per la testa a costui che forse la popolazione si era estinta ad opera di un irresponsabile che, con metodo e determinazione, l'aveva sterminata.

Meditiamo, gente, meditiamo.

:hi:

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Silvano


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MessaggioInviato: 04/09/2016, 13:02 
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Iscritto il: 10/05/2010, 22:31
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Nome: marco bastianini
Apoderus ha scritto:
Vedo dal suo profilo che il giovane Nicola ha 13 anni. Non mi pare opportuno porre la questione (che sicuramente esiste) sul piano etico. Almeno, non lo farò io, visto che sto scrivendo dal mio pc, avendo di fronte l'armadio che contiene diverse decine di migliaia (non so quante) di esemplari sacrificati sull'altare della scienza (va pronunciata come Crozza quando imita il professor Zichichi).
Cercherò quindi di fargli capire (se gli interessa) la mia posizione con un breve racconto.
Anni fa mi capitò di leggere, in una piccola rivista che non nominerò, l'articolo di un sedicente entomologo, di cui non farò il nome nemmeno sotto tortura. Era relativo ad una specie di Carabus e a una ridotta popolazione che l'Autore aveva scoperto in una zona impervia. Per un lungo periodo aveva piazzato delle trappole a caduta, sempre nella stessa località e raccolto gli esemplari di quella specie. Aiutandosi con una serie di grafici e considerazioni ispirate allo studio della dinamica delle popolazioni, il novello Fabre arrivava a porsi un profondo interrogativo. Perchè mai di anno in anno il numero degli esemplari catturati inesorabilmente calava, fino (ahimè) ad annullarsi del tutto? Cambiamenti climatici? Rapido declino genetico? Migrazioni di massa? Mai, nemmeno per un attimo, passava per la testa a costui che forse la popolazione si era estinta ad opera di un irresponsabile che, con metodo e determinazione, l'aveva sterminata.

Meditiamo, gente, meditiamo.

Grazie Silvano.
Probabilmente molti di noi hanno qualcosa da dire, aneddoti da riferire, il problema è.......saperli raccontare con poche, semplici e chiare parole. :ok: :ok:

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:to: Marco
"Le foreste a precedere le civiltà, i deserti a seguire."
François-René de Chateaubriand


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Nome: Luca Bodei
Chalybion ha scritto:
Cita:
quindi credo che bisognerebbe tappezzare tutto il Bardello di trappole e se qualcuno che è in zona si aggregasse a noi non credo che ci dispiacerebbe


Forse sarebbe il caso di rammentare a Nicola (e ad altri) :no1: :no1: che il bardello e le Pinete storiche sono di proprietà del Comune di Ravenna, inserite nel Parco del Delta del Po (come aree a preparco) e se non basta nella rete Natura 2000 della CEE. Quindi simili ricerche devono essere autorizzate debitamente dal Comune, dal Parco (che potrebbe avere suoi regolamenti specifici) e sicuramente bisogna osservare le disposizioni previste nei siti Natura 2000 che tra l'altro prevedono valutazioni di impatto di ogni attività umana ma anche di ricerche specifiche in ambito naturalistico. E le pene sono severe!!
Altro che tappezzare il Bardello di trappole!! Se vi cuccano le guardie...
Giorgio. :hi:



Conviene anche ricordare,che credo praticamente su tutto il territorio nazionale sia vietata la raccolta di fauna minore,anche fuori dai parchi,e forse anche nel resto d'Europa...in Italia ogni regione ha la sua legge,che comunque vieta a prescindere,e anche qui si potrebbero aprire molteplici discussioni in ogni direzione e son cose che noi entomologi 'dilettanti' o semplici appassionati,dovremmo tener conto... :hi:

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MessaggioInviato: 04/09/2016, 14:43 
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Nome: Nicola Cuffiani
Io comunque credo che se il C. italicus è legato alle zone umide come l'Antonellii potrebbe sopravvivere ancora nel Bardello e Punte Alberete.
E comunque se la zona in cui vive l'Italicus è di 76 ettari sarebbe molto difficile estinguere la suddetta specie (e se per caso succedesse non me lo perdonerei mai neanche se io non centrassi niente). Se non sbaglio è comune nel Parco delle Duchesse alla foce del Bevano.
Silvano ma che Carabus era quello della storia??
Piuttosto mi dispiace un po' per quelli morti nella trappola.
:hi:

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Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita... (Inferno canto I)


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MessaggioInviato: 04/09/2016, 18:37 
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Località: Alfonsine (RA)
Nome: Marco Villani
Come ha giustamente detto Giorgio, mettere trappole senza autorizzazione non si potrebbe. Però dovete ammettere di non essere tutti santi. Penso che almeno metà delle specie che ognuno di voi ha in collezione sia stata raccolta all'interno di un'area soggetta a qualche tipo di tutela, e magari neanche lo sapevate. Ma del resto se bisogna "conoscere per proteggere", almeno in fatto di buonsenso, non c'è nulla di sbagliato. Poi legalmente è un'altro discorso.
Diciamo la verità. Se un'area è protetta o meno, agli entomologi importa poco. Se non è recintata o pattugliata in modo severo da delle guardie, ci entrano lo stesso, o al massimo ci vanno in "punta di piedi". Anzi, un'area protetta attira decisamente di più gli entomologi rispetto ad una priva di tutela.
Tornando ai Carabus e alle trappole, come dicevo, "tappezzare di trappole il Bardello" non va assolutamente fatto. E le motivazioni legali sono le ultime della lista.
Dunque, la mia trappola penso possa bastare. Al massimo, se Nicola vuole, può metterne una o due a dovuta distanza.

Per quanto riguarda la superficie dell'area ed il numero di trappole che andrebbero usate, non posso esprimermi. Mi servirebbero informazioni sulla dispersione dei Carabus e sulla diffusione dell'aroma delle trappole che non ho.
Comunque non capisco questa fretta di riempire la collezione di C. italicus. Quest'anno io ne ho già presi 5, e mi bastano. Se ne prendiamo 5 ogni anno per 10 anni abbiamo già una discreta serietta (tra cui esemplari da dare agli amici), e la popolazione non è in pericolo. Se invece ne prendiamo 300 in un anno, quello dopo potrebbero capitarcene 40, quello dopo 4 e quello dopo ancora potremmo non prenderne più, e per un bel po'.


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