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Raubmilbe
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Inviato: 25/09/2011, 0:21 |
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Iscritto il: 10/03/2011, 22:48 Messaggi: 529 Località: Bollate (Milano)
Nome: Massimo Plumari
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aug ha scritto: Ho controllato in collezione...Franzini. Per me trattasi di laevigatus, la forma punteggiata della Laguna Veneta, piuttosto diversa dal laevigatus della Sardegna o del Lazio che di punti ne ha pochissimi. Ne inserisco una (bruttella) foto di un esemplare etichettato "Laguna veneta - Ca' Roman" degli anni 70 Su questo penso che non ci siano dubbi che si tratta del laevigatus telonensis, raccolto poi negli anni 70......quando se la passava bene.... Penso che basti considerare la proporzione tra lunghezza delle elitre e del pronoto. gomphus ha scritto: il qualcuno di vostra/nostra conoscenza in questi giorni è stato occupatissimo  a dare gli ultimi ritocchi a questo appena ho finito, dò un'occhiata in collezione... nel frattempo, però... Che bello Maurizio, peccato non possa venire  ! Non è che per caso ti replichi da qualche altra parte, magari al museo di Milano  ? gomphus ha scritto: mi sbaglierò  ... ma le interstrie in questione mi sembrano praticamente uguali nella quarta foto, gomphus ha scritto: e invece decisamente disuguali nella prima, ho l'impressione  che ci siano tutti e due... ma questo carattere non andrebbe considerato alla base dell'elitra....che non mi sembra tanto visibile... Mi sono permesso di ritagliare, rapportare alle stesse dimensioni (considerando il pronoto) e avvicinare la prima (a sinistra) e la quarta foto, al fine di comparare nei due esemplari le proporzioni tra lunghezza del pronoto e lunghezza delle elitre, ma soprattutto tra lunghezza e larghezza delle elitre. A me sembrano due esemplari della stessa specie..., ma giudicate voi. 
_________________ Massimo Plumari ________________________________________
Rerum natura nusquam magis quam in minimis tota est - Plinio il vecchio (Hist. Nat., XI, 1)
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gomphus
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Inviato: 25/09/2011, 0:47 |
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Iscritto il: 05/02/2009, 17:31 Messaggi: 9527 Località: milano
Nome: maurizio pavesi
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il tratto visibile delle interstrie nel primo mi sembra di larghezza diversa  ... ma come ho detto, voglio verificarlo dal vivo  ... o meglio, dal morto  ...
_________________ ***************** maurizio
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ghebo
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Inviato: 25/09/2011, 7:53 |
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Iscritto il: 05/09/2011, 17:28 Messaggi: 2641
Nome: Leonida GRAZIOLI
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La discussione si sta accendendo di toni molto interessanti, ragion per cui voglio aggiungere un altro tassello a favore del laevigatus. La zona, dove osservo questo carabide (Lido di Venezia Alberoni) è monitorata da anni da specialisti incaricati di stabilire quali siano gli effetti sulla fauna coleotterologica prodotti dalla costruzione delle famose paratie mobili alle bocche di porto per la salvaguardia della città di Venezia e della sua laguna. L’ultimo rapporto di recente realizzazione risale al 2 luglio 2010 Come potete vedere alle pagg. 69 e 70 il terricola è citato solo per la località di Punta Sabbioni, zona intimamente legata alla terraferma, mentre per le altre due insulari, Alberoni e Ca’ Roman, non se ne fa assolutamente cenno, mentre si evidenzia la presenza e la consistenza numerica del laevigatus. L’ultima parola, comunque, spetta a chi ha la possibilità di confrontare con metodi scientifici le due specie. Nel web il rapporto su accennato è il seguente: http://pub.corila.it/DocumentiPubblici/ ... ale_B5.pdfBuona lettura Leonida
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Raubmilbe
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Inviato: 25/09/2011, 9:41 |
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Iscritto il: 10/03/2011, 22:48 Messaggi: 529 Località: Bollate (Milano)
Nome: Massimo Plumari
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Ciao Leonida, grazie per il pdf, e per quello segnalato più sopra, sono molto interessanti. Mi fa piacere che si facciano degli studi seri per monitorare la fauna delle nostre coste. Io naturalmente faccio il tifo per il laevigatus, nel senso che spero che su qualche spiaggia dell'Adriatico si riproduca ancora, e perchè no anche al lido di Venezia. Ma la situazione che ho visto ai lidi ferraresi non mi fa ben sperare.... 
_________________ Massimo Plumari ________________________________________
Rerum natura nusquam magis quam in minimis tota est - Plinio il vecchio (Hist. Nat., XI, 1)
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ghebo
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Inviato: 25/09/2011, 15:39 |
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Iscritto il: 05/09/2011, 17:28 Messaggi: 2641
Nome: Leonida GRAZIOLI
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Raubmilbe ha scritto: Ciao Leonida, grazie per il pdf, e per quello segnalato più sopra, sono molto interessanti. Mi fa piacere che si facciano degli studi seri per monitorare la fauna delle nostre coste. Io naturalmente faccio il tifo per il laevigatus, nel senso che spero che su qualche spiaggia dell'Adriatico si riproduca ancora, e perchè no anche al lido di Venezia. Ma la situazione che ho visto ai lidi ferraresi non mi fa ben sperare....  Caro Massimo, per quanto so e constatato di persona, dalle mie parti questa affascinante bestiolina si riprodune, non come un tempo, ma si riproduce malgrado il disturbo antropico cui è sottoposta. Come ho già detto, il merito di tutto questo va soprattutto al WWF al Lido di Venezia e alla LIPU a Ca’ Roman, cui sono affidati i rispettivi siti, che fanno asportare dalla battigia i soli rifiuti non degradabili, lasciando tutto il resto sulla battigia a completa disposizione del carabide e di numerosi altri artropodi. Ti saluto Leonida.
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Julodis
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Inviato: 25/09/2011, 16:09 |
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20 Messaggi: 31564 Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
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gomphus ha scritto: il tratto visibile delle interstrie nel primo mi sembra di larghezza diversa  ... ma come ho detto, voglio verificarlo dal vivo  ... o meglio, dal morto  ... Maurizio, dalle due foto comparate sembrano identici. Le uniche lievi differenze apparenti mi sembra che siano solo un effetto del diverso angolo di illuminazione. Poi, come al solito, da foto non si può mai essere del tutto sicuri.
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Glaphyrus
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Inviato: 25/09/2011, 16:36 |
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Iscritto il: 05/02/2009, 17:28 Messaggi: 3223
Nome: Marco Uliana
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Ciao a tutti. Le popolazioni in questione sono di laevigatus, che nelle spiagge dei lidi veneti ha sempre questo aspetto "da terricola". La distinzione fra i fue taxa può essere critica su base morfologica, dove i principali caratteri diagnostici sono costituiti dal maggiore allungamento del terricola e dalla (modesta) differenza nella granulazione ala base delle elitre, tuttavia è stata confermata dall'osservazione dei genitali (diversi carabidologi hanno avuto materiale in esame) ed è immediatamente raggiungibile su base ecologica: il laevigatus vive nelle spiagge, dalla zona intertidale, a pochi metri dall'acqua, fino alle prime dune, mentre il terricola è legato a zone fanogse interne di barena, margini di canali, fragmiteti e simili. Insomma, stanno in due ambienti ben distinti e non vicini.
Non mi sento di escludere che occasionali esemplari di terricola finiscano per trasporto passivo sulle spiagge dove possono essere confusi col laevigatus, ma tenderei a escludere che succeda durante la buona stagione: la presenza in spiaggia di carabidi fluitati e estranei all'ambiente di spiaggia (comprese specie dei fragmiteti e ambienti affini) è abituale a partire dalle prime intense precipitazioni autunnali, ma questo non succede durante i mesi estivi.
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ghebo
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Inviato: 25/09/2011, 18:21 |
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Iscritto il: 05/09/2011, 17:28 Messaggi: 2641
Nome: Leonida GRAZIOLI
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Caro Marco, con le tue convincenti precisazioni ora posso mettermi il cuore in pace e passare ad altro argomento. Ciao Leonida
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Hemerobius
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Inviato: 25/09/2011, 19:17 |
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Iscritto il: 02/02/2009, 23:32 Messaggi: 5642 Località: da Ferrara ad Alghero
Nome: Roberto A. Pantaleoni
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Scusate se scopro questa interessantissima discussione solo ora. Come forse saprete io ho vissuto dai 5 ai 35 anni di età in quel del litorale comacchiese e ne ho visto la totale distruzione  . A parte che proporrò, appena trovo il tempo, una discussione sull'Alto Adriatico, volevo solo aggiungere (a completamento di quanto scritto da Raubmilbe e considerando quando scrive Glaphyrus) che la spiaggia di Lido di Volano (soprattutto se esplorata nella parte nord verso il Taglio della Falce) è assai più simile ad una barena che ad un litorale marino. Bellocchio invece era stato soggetto una ventina di anni fa ad interventi di ripascimento con la messa in opera di "nonsocomesichiamano" (tubi di stoffa ripieni di sabbia) che hanno causato l'alterazione totale dell'ambiente litorale. Su tutti i 23 chilometri di costa comacchiese non esiste più un solo metro di litorale integro  ! Credo quindi che il Parallelomorphus laevigatus vi sia lì estinto. Roberto 
_________________ verum stabile cetera fumus
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Raubmilbe
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Inviato: 25/09/2011, 22:52 |
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Iscritto il: 10/03/2011, 22:48 Messaggi: 529 Località: Bollate (Milano)
Nome: Massimo Plumari
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Glaphyrus ha scritto: La distinzione fra i fue taxa può essere critica su base morfologica, dove i principali caratteri diagnostici sono costituiti dal maggiore allungamento del terricola e dalla (modesta) differenza nella granulazione ala base delle elitre Il carattere che ho citato diverse volte più sopra, ovvero la larghezza relativa della seconda e terza interstria elitrale alla base delle elitre, l'ho scoperto per la prima volta sull'ultima guida di Carlo Pesarini della rivista Natura, dedicata ai Carabidi. Insieme a gomphus, ho controllato l'attendibilità di questo carattere esaminando gli esemplari di laevigatus custoditi presso il museo di Milano. In tutti quelli che ho esaminato, appartenenti sia a popolazioni non dell'alto Adriatico (non ricordo di dove), con striatura elitrale poco evidente (appunto da laevigatus), sia a popolazioni dell'alto Adriatico, con striatura marcata (come nel terricola), la seconda interstria elitrale alla base dell'elitra era nettamente più stretta della terza. Negli esemplari esaminati di terricola, sempre al museo di Milano, e ai lidi ferraresi (circa un centinaio, tutti controllati ad uno ad uno con lentino), le due interstrie alla base dell'elitra, erano di larghezza comparabile. Ora aspettiamo altre conferme da Maurizio sulla base di un riesame della collezione museale. Glaphyrus ha scritto: Non mi sento di escludere che occasionali esemplari di terricola finiscano per trasporto passivo sulle spiagge dove possono essere confusi col laevigatus, ma tenderei a escludere che succeda durante la buona stagione: la presenza in spiaggia di carabidi fluitati e estranei all'ambiente di spiaggia (comprese specie dei fragmiteti e ambienti affini) è abituale a partire dalle prime intense precipitazioni autunnali, ma questo non succede durante i mesi estivi. Quella sotto è una foto del tratto di costa in prossimità delle vene di Bellochio; dove si intravede la fascia alberata in fondo c'è la foce del Reno. E' proprio lungo questa spiaggia, fino alla foce del Reno, che ho raccolto nelle ultime due settimane di giugno i terricola. Si trovavano sotto i tronchi che vedete spiaggiati, laddove lo strato di sabbia è ancora soffice, perfino in prossimità della battigia. I cartelli che vedete sulla destra delimitano la riserva naturale. Quando mi avvicinavo alle zone dove la sabbia diventava più compatta per la presenza degli stagni salmastri, il terricola non si trovava. Quindi la specie vive proprio in riva al mare per un lungo tratto di costa e risulta abbondante nei mesi estivi. Non escludo però che questa cospicua colonizzazione sia dovuta alla presenza del fiume Reno nelle vicinanze. Hemerobius ha scritto: A parte che proporrò, appena trovo il tempo, una discussione sull'Alto Adriatico, Mi farà molto piacere partecipare visto che sono alcuni anni che conducono ricerche ai lidi ferraresi, soprattutto per l'acarofauna. Hemerobius ha scritto: volevo solo aggiungere (a completamento di quanto scritto da Raubmilbe e considerando quando scrive Glaphyrus) che la spiaggia di Lido di Volano (soprattutto se esplorata nella parte nord verso il Taglio della Falce) è assai più simile ad una barena che ad un litorale marino. Bellocchio invece era stato soggetto una ventina di anni fa ad interventi di ripascimento con la messa in opera di "nonsocomesichiamano" (tubi di stoffa ripieni di sabbia) che hanno causato l'alterazione totale dell'ambiente litorale. Su tutti i 23 chilometri di costa comacchiese non esiste più un solo metro di litorale integro  ! Credo quindi che il Parallelomorphus laevigatus vi sia lì estinto. Sicuramente i tubi spara-sabbia hanno contribuito pesantemente al degrado degli habitat, così come tutti gli interventi per combattere la naturale erosione della costa (a proposito ne sono iniziati alcuni al lido di Volano  ). Nonostante ciò esistono ancora alcuni tratti di spiaggia, non proprio integri, ma con dune embrionali, stagni retrodunali ecc., davvero interessanti. E proprio le specie di Carabidi (per fare un esempio) che vi si trovano lo dimostrano. Quello che mi premeva sottolineare, e più che altro chiedere, se la rarefazione o l'estinzione completa (speriamo di no) del laevigatus, sia in parte imputabile ad altri fattori ecologici, come ad esempio la forte competizione con il terricola. 
_________________ Massimo Plumari ________________________________________
Rerum natura nusquam magis quam in minimis tota est - Plinio il vecchio (Hist. Nat., XI, 1)
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gomphus
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Inviato: 25/09/2011, 23:48 |
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Iscritto il: 05/02/2009, 17:31 Messaggi: 9527 Località: milano
Nome: maurizio pavesi
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Raubmilbe ha scritto: Il carattere che ho citato diverse volte più sopra, ovvero la larghezza relativa della seconda e terza interstria elitrale alla base delle elitre, l'ho scoperto per la prima volta sull'ultima guida di Carlo Pesarini della rivista Natura, dedicata ai Carabidi. Insieme a gomphus, ho controllato l'attendibilità di questo carattere esaminando gli esemplari di laevigatus custoditi presso il museo di Milano... altolà Glaphyrus ha scritto: ... La distinzione fra i due taxa può essere critica su base morfologica, dove i principali caratteri diagnostici sono costituiti dal maggiore allungamento del terricola e dalla (modesta) differenza nella granulazione ala base delle elitre, tuttavia è stata confermata dall'osservazione dei genitali ... gli exx del museo sono stati divisi sulla base della larghezza alla base di seconda e terza interstria, ma senza che ciò sia stato poi confermato dall'esame dei genitali... e se le foto iniziali si riferiscono alla stessa specie, ho il dubbio (in attesa della verifica) che il carattere non sia poi così costante faccio presente che in un altro caso ( Abax parallelepipedus e fiorii) il riesame del materiale di collezione determinato in base ai caratteri precedentemente utilizzati, sulla base di un nuovo carattere verificato su alcune decine di exx estratti dell'uno e dell'altro, ha mostrato più di un errore di determinazione p.s. Cita: ... (diversi carabidologi hanno avuto materiale in esame)... ah sì  ? e non è che si potrebbe unirsi al gruppo  ?
_________________ ***************** maurizio
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Raubmilbe
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Inviato: 26/09/2011, 0:44 |
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Iscritto il: 10/03/2011, 22:48 Messaggi: 529 Località: Bollate (Milano)
Nome: Massimo Plumari
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gomphus ha scritto: gli exx del museo sono stati divisi sulla base della larghezza alla base di seconda e terza interstria, ma senza che ciò sia stato poi confermato dall'esame dei genitali... e se le foto iniziali si riferiscono alla stessa specie, ho il dubbio (in attesa della verifica) che il carattere non sia poi così costante Beh come tu ben sai io non sono uno specialista di Carabidi, ma so che ogni tanto anche gli specialisti, giustamente e umanamente, possono sbagliarsi....e questo vale anche per questa specie.... Non so neanche chi li abbia divisi gli exx del museo e in base a che cosa. Quello che so è che messi uno a fianco all'altro, quando li hai entrambi (come al museo), il laevigatus e il terricola li distingui bene, per le proporzioni tra lunghezza e larghezza delle elitre (come diceva giustamente anche Glaphyrus) e per la convessità del margine laterale. Almeno per questi caratteri, ma corregimi se sbaglio, non penso che si possa ipotizzare una variabilità così spinta da correre il rischio di confondere le due specie. E quindi, data la validità di questi due caratteri, quando hai a disposizione del materiale di confronto non mi sembra necessario l'esame dei genitali (mi sto riferendo solo ed unicamente a queste due specie), a meno che non si sospetti una certa ibridazione.... Detto questo, per quello che mi ricordo la suddivisione degli esemplari della collezione rispettava pienamente l'attribuzione in base a questi due caratteri, e altrettanto bene (si tratta quindi di una combinazione piuttosto forte) anche il carattere della larghezza alla base delle interstrie 2 e 3. Non escludo però, come giustamente hai detto tu, che quest'ultimo carattere presenti una certa variabilità. Aspettiamo presto tue notizie  . Buonanotte 
_________________ Massimo Plumari ________________________________________
Rerum natura nusquam magis quam in minimis tota est - Plinio il vecchio (Hist. Nat., XI, 1)
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vittorino monzini
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Inviato: 26/09/2011, 11:15 |
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Iscritto il: 30/07/2010, 8:40 Messaggi: 596
Nome: vittorino.monzini
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scusate se ritorno sull'argomento, io ho solo un paio di esemplari di antica data provenienti dalla laguna veneta, più precisamente da Alberoni, ma sono inconfondibili rispetto a P. terricola, sono dei puri e semplici laevigatus con strie leggermente più marcate
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Raubmilbe
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Inviato: 26/09/2011, 13:51 |
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Iscritto il: 10/03/2011, 22:48 Messaggi: 529 Località: Bollate (Milano)
Nome: Massimo Plumari
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vittorio monzini ha scritto: scusate se ritorno sull'argomento, io ho solo un paio di esemplari di antica data provenienti dalla laguna veneta, più precisamente da Alberoni, ciao Vittorio, potresti dirci quando sono stati raccolti precisamente e controllare la storia della larghezza delle interstrie alla base delle elitre (visto che sei coautore insieme a Pesarini della guida sui Carabidi)? vittorio monzini ha scritto: ma sono inconfondibili rispetto a P. terricola, sono dei puri e semplici laevigatus con strie leggermente più marcate certamente, la striatura elitrale nei telonensis non è così marcata come nel terricola. Un altro carattere che mi sono dimenticato di ricordare sono ovviamente le più piccole dimensioni del laevigatus. 
_________________ Massimo Plumari ________________________________________
Rerum natura nusquam magis quam in minimis tota est - Plinio il vecchio (Hist. Nat., XI, 1)
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vittorino monzini
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Inviato: 27/09/2011, 9:42 |
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Iscritto il: 30/07/2010, 8:40 Messaggi: 596
Nome: vittorino.monzini
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Ciao Massimo, indubbiamente i caratteri che tu hai citato sono tutti presenti, va comunque evidenziato che il laevigatus si distingue agevolmente già a un primo esame per le elitre molto più corte e appiattite, per i lati non paralleli ecc., ciò vale anche per la ssp. telonensis sebbene abbia le striature un pò più marcate, e gli esemplari delle foto sono chiaramente dei terricola
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