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Carabus (Pachystus) cavernosus variolatus O.G. Costa, 1839 Dettagli della specie

3.VIII.1983 - ITALIA - Abruzzo - AQ, Campo Imperatore e dintorni, 1800-2000 m


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MessaggioInviato: 04/03/2010, 0:34 
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Nome: Maurizio Bollino
Julodis ha scritto:
30 secondi è il termpo medio che impiego io a preparare un'Anthaxia, anzi se sono una bella serie ci metto anche meno (ovviamente, la preparazione non è molto accurata! Infatti poi devo sorbirmi l'espressione disgustata di Daniele, che invece ha una pazienza certosina, e non è contento finchè ogni pelo non è perfettamente simmetrico al corrispondente dell'altro lato).

Tu non dipendi da Daniele per le identificazioni, IO SI!! Quindi mi tocca preparare come dice lui (MA NON COME LUI, sia chiaro), altrimenti neanche le guarda le bestie mie :cry: :cry: :cry:

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Maurizio Bollino


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MessaggioInviato: 04/03/2010, 1:14 
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Nome: Maurizio Gigli
Maurizio Bollino ha scritto:

Tu non dipendi da Daniele per le identificazioni, IO SI!! Quindi mi tocca preparare come dice lui (MA NON COME LUI, sia chiaro), altrimenti neanche le guarda le bestie mie :cry: :cry: :cry:[/quote]
Comunque devo ammettere che tutti i suoi gioiellini in fila fanno una bella impressione! Se solo avessi la pazienza di farlo anche io. Ma in realtà la mia idea di entomologia è più imperniata sulla figura dell'entomologo di campagna.

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 04/03/2010, 1:27 
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Nome: Maurizio Gigli
Maurizio Bollino ha scritto:
Maurizio, la colla è la insects glue, art. IGP-030. Paradox è presente a Modena: se non vieni, te la prendo e la consegno a Daniele. Ho preso anche un barattolino di Isinglass semitrasparente, ma mi sembra troppo fluida per i miei gusti, e non l'ho ancora provata.
Anche io mi facevo la colla con il polistirolo, ma sciolto in acetone. Bei tempi andati........

Grazie Maurizio.
Ho dato un'occhiata al sito della Paradox, che non conoscevo. C'è un sacco di roba interessante, e probabilmente farò un ordine, colla compresa. Nel caso non lo facessi, possiamo fare come dicevi. Vorrei andare anch'io a Modena, ma se mi fosse impossibile, c'è sempre Daniele.
Ciao

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MessaggioInviato: 04/03/2010, 12:21 
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Nome: Ivan Rapuzzi
Ritorno un attimo a discutere del C. (Pachystus) cavernosus interrompendo l'interessante "deviazione" sulle tecniche e tempi di preparazione degli insetti.
Voglio invece collegarmi all'infinita discussione su "sottospecie sì/sottospecie no" anche perchè, da carabaro incallito, ne sono assolutamente parte in causa!
In effetti non è un segreto per nessuno che all'interno del Genere di cui mi occupo, con passione e risultati, esista una vera e propria giungla di sottospecie. Molto probabilmente, anche se non ho mai verificato, sono di più le specie politipiche di quelle monotipiche. Questa situazione a mio modesto avviso è dovuta più alla constatazione reale delle differenze che sussistono tra varie popolazioni di Carabus che ad un semplice edonismo e smania di un Autore a creare un nuovo nome. Tanto più da quel che mi risulta le indagini sul DNA effettuate su rappresentanti di questo Genere ha spesso verificato la distanza genetica tra diverse sottospecie. Adirittura nel caso di Carabus (Neoplesius) wagae Fairmaire, 1882 sono state descritte da Imura, Su e Owada due sottospecie assolutamente identiche alla forma tipica sulla sola base di differenze evidenziate dall'analisi del DNA.
Un caso interessante è anche quello del Carabus (Pachystus) cavernosus Frivaldsky, 1837 e la sua sottospecie variolatus Costa, 1939. Le differenze tra la forma tipica dei Balcani e la sottospecie variolatus degli Appennini sono note a tutti come è altrettanto chiara l'affinità tra le due forme. Possibilità di contatto tra le popolazioni Balcaniche ed Italiche non possono esserci, differenze morfologiche sono modeste ma costanti: avrebbe senso considerarle due specie distinte? A mio avviso assolutamente no, come altrettanto evidente è che non si tratta della stessa forma. In questo caso (come in moltissimi altri che posso riportare) l'istituzione di una sottospecie è il modo più equilibrato di interpretare l'osservazione della natura.
Ivan


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MessaggioInviato: 04/03/2010, 15:10 
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Nome: Riccardo Poloni
Julodis ha scritto:
Maurizio Bollino ha scritto:

Tu non dipendi da Daniele per le identificazioni, IO SI!! Quindi mi tocca preparare come dice lui (MA NON COME LUI, sia chiaro), altrimenti neanche le guarda le bestie mie :cry: :cry: :cry:

Comunque devo ammettere che tutti i suoi gioiellini in fila fanno una bella impressione! Se solo avessi la pazienza di farlo anche io. Ma in realtà la mia idea di entomologia è più imperniata sulla figura dell'entomologo di campagna.[/quote]


Io preparo come Sandel, le Anthaxia, per i Carabus assolutamente no. Fino ad oggi ho sempre usato il vinavil, ma non quello normale, il pattex per legno, che quando si indurisce non molla se non con l'acqua, non come il vinavil normale, una volta ho provato ad usarlo, che resta di consistenza gommosa, semplicemente perchè ho visto che lo usano in molti, ma è da tempo che voglio provare delle altre colle, soprattutto per diluirla per arti e antenne, trasparente e che indurisce velocemente per l'insetto :) . Per Maurizio, ti ho preso sul serio perchè non sei il primo :mrgreen:

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MessaggioInviato: 04/03/2010, 15:52 
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Nome: Maurizio Gigli
Ivan ha scritto:
Un caso interessante è anche quello del Carabus (Pachystus) cavernosus Frivaldsky, 1837 e la sua sottospecie variolatus Costa, 1939. Le differenze tra la forma tipica dei Balcani e la sottospecie variolatus degli Appennini sono note a tutti come è altrettanto chiara l'affinità tra le due forme. Possibilità di contatto tra le popolazioni Balcaniche ed Italiche non possono esserci, differenze morfologiche sono modeste ma costanti: avrebbe senso considerarle due specie distinte? A mio avviso assolutamente no, come altrettanto evidente è che non si tratta della stessa forma. In questo caso (come in moltissimi altri che posso riportare) l'istituzione di una sottospecie è il modo più equilibrato di interpretare l'osservazione della natura.
Ivan

In questo caso anche io penso che l'istituzione di una sottospecie sia la soluzione migliore, ma ci sono chiare ragioni biogeografiche a sostenerla. Anche se poi le popolazioni italiane e quelle balcaniche si comportano come specie di fatto, non potendo incrociarsi vista la totale separazione degli areali. Prima o poi lo diventeranno. Sono le classiche specie incipienti (così comuni anche nel genere Julodis).
Altre volte le sottospecie mi sembrano molto forzate.

Ivan ha scritto:
Adirittura nel caso di Carabus (Neoplesius) wagae Fairmaire, 1882 sono state descritte da Imura, Su e Owada due sottospecie assolutamente identiche alla forma tipica sulla sola base di differenze evidenziate dall'analisi del DNA.

A mio parere descrivere sottospecie sulla sola base genetica, senza il conforto di differenze biogeografiche, etologiche, ecologiche, ecc, non ha senso. Sarebbe come descrivere l'Homo sapiens sardiniensis perché nella popolazione originaria sarda c'è una diversa frequenza dei gruppi sanguigni! Comunque, la mia è solo un'opinione da profano.

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MessaggioInviato: 04/03/2010, 19:55 
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Ivan ha scritto:
...Un caso interessante è anche quello del Carabus (Pachystus) cavernosus Frivaldsky, 1837 e la sua sottospecie variolatus Costa, 1939. Le differenze tra la forma tipica dei Balcani e la sottospecie variolatus degli Appennini sono note a tutti come è altrettanto chiara l'affinità tra le due forme. Possibilità di contatto tra le popolazioni Balcaniche ed Italiche non possono esserci, differenze morfologiche sono modeste ma costanti: avrebbe senso considerarle due specie distinte? A mio avviso assolutamente no, come altrettanto evidente è che non si tratta della stessa forma. In questo caso (come in moltissimi altri che posso riportare) l'istituzione di una sottospecie è il modo più equilibrato di interpretare l'osservazione della natura.

Stabilire se due taxa sono specie o sottospecie sulla base dell'entità delle differenze morfologiche è un non senso biologico. Nel caso specifico solo l'amore per i trinomi tiene le due popolazioni sotto la stessa denominazione specifica. Con questo non voglio significare che l'amore per i trinomi sia peggiore dell'orrore per i trinomi. Poco cambia nella sostanza ed entrambe le posizioni sono formalmente corrette, anzi le posizioni potrebbero essere tre se, come permette il codice, qualche entomologo cominciasse ad utilizzare le superspecie:
    Carabus (Pachystus) variolatus -> specie autonoma
    Carabus (Pachystus) (cavernosus) variolatus -> specie della superspecie cavernosus
    Carabus (Pachystus) cavernosus variolatus -> sottospecie della specie cavernosus
In quanto ad istituire sottospecie identiche solo sulla base di differenze genetiche non mi esprimo, ma dissento.

Ciao Roberto :to:

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Ho sentito che degli archeologi usano, per restaurare i vasi antichi l'UHU, che, hanno detto è perfetto, in quanto reversibile (basta mettere un phon davnti al vaso e si scioglie la colla) e trasparente, non sarebbe il caso di provare? :oops: , tralaltro secca subito :D

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:!: :!: bene bene , molto utile , io di solito uso la vinavil per attaccare l'insetto al cartellino , poi per sistemare le zampe e le antenne uso la colla da parati diluita fino a diventare acqua , quando asciuga non lascia nessuna traccia ed è solubilissima in acqua, però voglio provare la colla che usa Maurizio perchè la vinavil da proprio i problemi su esposti .
Pimpi , Vinicio è un PARANOICO :gh: se io dovessi preparare i miei nel modo che usa Vinicio avrei già smesso da un pezzo , io sono perfettamente daccordo con Maurizio , discreti, ma non maniacali , poi io ammiro le preparazioni stupende come quelle di Franco , sono delle opere d'arte , ma io ho forse 1 ora o 2 ogni tanto e in questo tempo devo rendere molto , un poco di bestioline le riesco a preparare , e chi mi conosce lo sa :no1: :no1: :no1: :no1:

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merlino


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Lo penso anch'io, infatti bisogna fare delle scelte, uno deve decidere se stare lì delle ore solo a preparare una diecina di esemplari, o se andare anche a caccia e prepararne di più :D :)

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