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Calosoma (Caminara) olivieri Dejean, 1831 Dettagli della specie

V.2009 - ITALIA - Sicilia - TP, isola di Pantelleria


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MessaggioInviato: 24/07/2010, 18:28 
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Ho ricevuto di recente diverso materiale raccolto dall'amico Andrea Corso, che qui ringrazio.
Vi propongo stasera un interessante reperto, da lui effettuato sull'isola di Pantelleria nel maggio del 2009.
Si tratta di una Calosoma del sottogenere Campalita e questo costituisce, che io sappia, il primo rinvenimento di un rappresentante di questo genere sull'isola.
Nella vicina Lampedusa sono note tre specie: Calosoma (Campalita) algiricum Géhin, 1885 (raccolta anche a Linosa); Calosoma (Campalita) maderae (Fabricius, 1775) e Calosoma (Campalita) olivieri Dejean, 1831.
Quest'ultima fu raccolta da me in un unico esemplare, rinvenuto morto ma in buone condizioni e verosimilmente rigurgitato da un uccello. La passai allora all'amico A. Casale e il dato fu in seguito pubblicato da A. Vigna Taglianti sul supplemento del Naturalista Siciliano dedicato all'Artropodofauna di Lampedusa, Linosa e Pantelleria (1995).
Esaminando ora questo esemplare, di sesso femminile, raccolto da Andrea a Pantelleria, ho forti dubbi sulla sua identità.
Mi sentirei di escludere la C. maderae per la mancanza di qualunque riflesso verde-dorato intorno alle fossette.
Restano C. algiricum e C. olivieri, ma nessuna delle due mi convince pienamente, almeno dal confronto con le immagini qui richiamate, anche se, ma forse mi sbaglio, mi parrebbe proprio la C. olivieri.
Mi aiutate a capire di quale specie si tratta? ;)


Campalita_Pantelleria_01.jpg



Immagine

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:hi: Marcello Romano


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Campalita Pantelleria.jpg


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ciao marcello

il tuo esemplare è sicuramente un Calosoma (Caminara) olivieri Dejean, 1831, specie che ho raccolto personalmente in serie in turchia sudorientale

e i due esemplari maschio e femmina che hai linkato, indicati come olivieri, sono evidentemente altra cosa, ma così su due piedi non sono in grado di dirti che cosa

p.s. il (sotto)genere Caminara da alcuni autori recentissimi è ritenuto sinonimo di Campalita (non so come è trattato sul lobl & smetana, perché ce l'ho in museo), mentre su fauna eur è ancora ritenuto distinto; non sono in grado di esprimere una valutazione, dato che non conosco tutte le specie... ma se i due sottogeneri sono distinti, il Calosoma olivieri appartiene al (sub)gen. Caminara

a questo punto però, prima di modificare il titolo, aspetto il tuo parere ;)

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Immagine maurizio


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MessaggioInviato: 24/07/2010, 23:51 
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Nome: Maurizio Gigli
gomphus ha scritto:
i due esemplari maschio e femmina che hai linkato, indicati come olivieri, sono evidentemente altra cosa, ma così su due piedi non sono in grado di dirti che cosa

Se riesci ad identificare la specie, e me lo comunichi, posso avvisare l'amico Jean-Claude Ringenbach (l'autore del sito) di cambiare il nome.

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 25/07/2010, 1:42 
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Nome: Marcello Romano
Ciao Maurizio :)
Ho già modificato il titolo e ti ringrazio per la conferma dei miei sospetti.
In effetti la foto della presunta C. olivieri da me indicata mi aveva un po' confuso le idee, mentre quella proposta da Honza non lascia dubbi :ok:
Credo che questo reperto meriterebbe una breve nota sul Naturalista Siciliano, in quanto conferma, nelle isole del Canale di Sicilia, una presenza fino ad ora ritenuta del tutto accidentale.
Riporto quanto scrisse allora Vigna Taglianti, in base alle indicazioni da me ricevute sulle modalità di cattura, a Lampedusa, dell'unico esemplare italiano noto.
Mi piacerebbe avere un tuo parere in proposito, alla luce di questo ulteriore ritrovamento in un'altra isola.

Campalita olivieri.jpg



Estratto da:
VIGNA TAGLIANTI, A. 1995. Coleoptera Carabidae. In: Arthropoda di Lampedusa, Linosa e Pantelleria (Canale di Sicilia, Mar Mediterraneo). Massa B. (Ed.) Il Naturalista siciliano, (n.s.) 19 (Suppl.): 357-421

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:hi: Marcello Romano


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MessaggioInviato: 25/07/2010, 7:24 
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Marcello, fermo restando che su un solo esemplare non si esce dalla sindrome del trasporto accidentale, si tratta comunque di un ritrovamento :o che merita certamente una Nota scritta. L'esemplare, salvo una zampa, appare in ottimo stato quindi un rigurgito da rapace mi sembra da escludere completamente. E' stato preso da vivo (sempre che il tuo amico se lo ricordi)?

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MessaggioInviato: 25/07/2010, 7:39 
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Concordo sul fatto che il ritrovamento meriti almeno una breve segnalazione scritta.

Io continuo a pensare che sottovalutiamo non solo le capacità "naturali" di espansione di molti insetti (e non solo insetti), ma anche quelle di sopravvivere a cambiamenti climatici ed ambientali, magari in piccoli nuclei isolati che casualmente si ritrovano in condizioni più favorevoli.

Mi pare che di fronte ad una specie che "non ci dovrebbe essere" si ricorra troppo spesso alla spiegazione di questa presenza con l'introduzione da parte dell'uomo o all'arrivo accidentale di uno o pochi individui, magari portati dal vento. Ritengo che ciò che normalmente riusciamo a trovare, almeno per quanto riguarda gli insetti, sia solo una frazione di quanto realmente esiste in un determinato luogo, e che le possibilità di trovare proprio un unico esemplare portato dal vento o predato da un falco in Tunisia e rigurgitato a Lampedusa siano infinitesimali. Ritengo molto più probabile che si tratti di un individuo parte di una popolazione residente sull'isola. Che poi questa abbia avuto origine in tempi recenti da esemplari arrivati col vento, o in tempi più antichi con lo stesso sistema, o sia una popolazione residuale di un periodo in cui la specie aveva una distribuzione più ampia, penso sia più difficile da stabilire. Forse giusto ricorrendo anche all'analisi genetica. Il presente ritrovamento a Pantelleria secondo me aumenta la probabilità che si tratti di un popolamento non recente. Del resto, non è certo il primo caso di specie nordafricane che vivono anche in queste isole (basta pensare a Julodis onopordi lampedusanus, anche se ora sinonimizzato, secondo me a torto, con Julodis splichali).

Mi sembra analogo il caso della Chrysobothris dorsata di Sicilia, segnalata da Ignazio Sparacio in questo lavoro.
Chissà perché viene considerata una specie introdotta, senza neanche lasciare spazio alla possibilità che sia invece autoctona in Sicilia, residuo di una fauna più simile a quella nordafricana di quella attuale. Eppure lo stesso Sparacio aveva giustamente evitato di formulare una ipotesi in un senso o nell'altro anzi, la citazione della pianta ospite su cui vive in Spagna, come probabile anche per la Sicilia (carrubo), e diversa da quella su cui vive in Africa (varie specie di acacia), farebbe pensare ad una origine autoctona, o almeno ad un arrivo non recente.
Eppure se fate una ricerca sul web per la C. dorsata in Italia, vi viene subito fuori elencata tra le specie introdotte, come qui.
A questo punto, anche Buprestis douei in Sardegna porebbe essere considerato alla stessa stregua!

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 25/07/2010, 7:57 
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Nome: Augusto Franzini
Concordo con Maurizio: la probabilità "combinata" di certi eventi accidentali è talmente bassa che forse pensare ad una popolazione esistente sul posto è più logico...E poi, alla fine, tutte le specie si sono diffuse e spostate da un luogo originario a tutt'intorno: si tratta solo di capire quando.

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Nome: Piero Leo
:) Buongiorno e buona domenica a tutti.
Il ritrovamento è sicuramente interessante ed è necessario pubblicarlo in una nota.
Concordo pienamente sul fatto che le probabilità che Andrea Corso sia andato a trovare l'unico esemplare arrivato per caso (o per motivi antropici) a Pantelleria, siano da considerarsi assolutamente minime.
Mi sembra però poco probabile anche l'ipotesi di una popolazione autoctona insediata da epoche lontane. La fauna di Pantelleria mi sembra sufficientemente nota, e una Campalita (o Caminara che sia) non è un insetto che può passare inosservato per 130 anni (tanto più che presentano tutte uno spiccatissimo fototropismo positivo). Più verosimile che si tratti di piccole popolazioni avventizie, migrate logicamente dal Nordafrica (sono ottime volatrici), che periodicamente riescono a riprodursi, magari per periodi più o meno lunghi, fuori dal loro normale areale. Praticamente dei tentativi di ampliamento dell'areale di una specie verso nord (fenomeno ben noto e documentato, soprattutto negli ultimi anni, per esempio con varie specie di libellule). Alcune di queste specie riescono a formare popolazioni stabili ampliando l'areale originario; altre sopravvivono solo per alcuni anni (o anche decenni), poi scompaiono, per ricomparire magari dopo molto tempo. Emblematico e ben noto il caso del lepidottero Danaus chrysippus (Linnaeus, 1758), del quale si ha notizia di una colonia a Torre del Greco (Napoli) negli anni 1806-07 (e sicuramente in quegli stessi anni altre colonie avventizie dovevano esistere nel sud dell'Italia, in Sicilia e forse in Sardegna) e che è ricomparso nelle regioni italiane circa 20 anni fa (a proposito, è qualche anno che non ne vedo...).


:) Ciao
Piero


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Nome: Calogero Muscarella
Discussione oltremodo stimolante.
Ricordo solo che la Campalita olivieri è stata già segnalata in Sicilia, a Palermo, qualche anno fa da Ignazio Sparacio il quale propendeva per l'ipotesi che fosse di comparsa accidentale.
Ora che questa specie sia autoctona di Lampedusa mi sorprende poco visto che l'isola è di fatto un pezzo d'Africa che si è staccata dalla Placca Africana circa 2 milioni di anni fa portandosi dietro un bel pò di fauna compresa, probabilmente, la Campalita.
Pantelleria invece è un'isola vulcanica di formazione relativamente recente (circa 300 mila anni) è quindi tutta la sua fauna è frutto di colonizzazioni successive.
Non conosco la capacita di dispersione di questa specie, ma è così improbabile pensare che a seguito di giornate ventose o semplicemente attirate dalle fonti di luce di Pantelleria (visibili in Tunisia) diversi individui siano giunti sull'isola senza tuttavia formare una colonia stabile che in in più di un secolo di esplorazione naturalistica sarebbe stata individuata?

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Tenebrio ha scritto:
Concordo pienamente sul fatto che le probabilità che Andrea Corso sia andato a trovare l'unico esemplare arrivato per caso (o per motivi antropici) a Pantelleria, siano da considerarsi assolutamente minime.


Posso dire una cosa che non c'entra nulla ? E' vero che la probabilità di un evento che è combinazione di altri eventi è il prodotto delle singole probabilità, ma in statistica la probabilità si calcola solo su eventi ripetuti. Quindi in questo caso secondo me non ha senso...

Ciò detto, bisognerebbe sapere anche dove è stato preso a Pantelleria, anche per ragionare su ritrovamento accidentale / colonia autoctona (non lo dico per me, io non raccolgo carabidi :mrgreen: ).

A presto, Pippo

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Eopteryx ha scritto:
Tenebrio ha scritto:
Concordo pienamente sul fatto che le probabilità che Andrea Corso sia andato a trovare l'unico esemplare arrivato per caso (o per motivi antropici) a Pantelleria, siano da considerarsi assolutamente minime.

Posso dire una cosa che non c'entra nulla ? E' vero che la probabilità di un evento che è combinazione di altri eventi è il prodotto delle singole probabilità, ma in statistica la probabilità si calcola solo su eventi ripetuti. Quindi in questo caso secondo me non ha senso...
Ciò detto, bisognerebbe sapere anche dove è stato preso a Pantelleria, anche per ragionare su ritrovamento accidentale / colonia autoctona (non lo dico per me, io non raccolgo carabidi :mrgreen:
:) Ciao Pippo. Io non ho calcolato quante siano le probabilità che Andrea Corso abbia raccolto l'unico esemplare di Calosoma olivieri presente a Pantelleria, ho solo detto che queste sono minime (come sono minime le probabilità che tu, aprendo il portone d'ingresso, trovi un anello con brillanti sullo zerbino).
Sapere dove è stato raccolto l'esemplare, per ragionare sull'accidentalità del reperto, potrebbe servire a poco: Calosoma (Campalita) maderae l'ho trovata spesso in pieno centro a Cagliari.

:) Ciao
Piero


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Nome: Marcello Romano
Ringrazio tutti per gli interessanti e stimolanti interventi.
In particolare grazie a Calogero, che mi ha ricordato la nota di Ignazio, completamente cancellata dalla mia memoria, malgrado avessi passato allora i miei dati all'amico Sparacio :oops:
L'esemplare è stato raccolto in contrada Bugeber.

Caminara olivieri_Bugeber.jpg

cliccare sulla mappa per ingrandirla

Mi metterò ora in contatto con Andrea Corso, per sollecitarlo ad intervenire nella discussione, indicando le modalità precise del ritrovamento.
Comunque, dallo stato di ottima conservazione e freschezza dei legamenti (dopo passaggio in camera umida) dell'esemplare, sono quasi certo che esso sia stato raccolto da vivo.

P.S. - Aggiungo che comunque l'entomofauna di Pantelleria è stata assai meno indagata rispetto a quella di Lampedusa e sono personalmente convinto che riservi ancora molte sorprese :)

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:hi: Marcello Romano


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Nome: Augusto Franzini
Sempre a proposito di probabilità di un evento, e della generale reperibilità a sorpresa dei Calosoma s.l., questo fatto è capitato a me: sulla soglia della porta di strada della casa dei suoceri di mio fratello (che come noto si occupa piuttosto attivamente di carabidi, ed era in ferie in quel momento) in pieno centro di Milano, alcuni anni fa, ho trovato :shock: (morto, ma in buono stato e riconoscibilissimo) un esemplare di Calosoma inquisitor: l'unico che abbia mai visto "di persona" e per quanto ne so mai trovato in città. Una probabilità su un miliardo?

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Augusto (aug)
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Nome: Filippo Di Giovanni
Tenebrio ha scritto:
(come sono minime le probabilità che tu, aprendo il portone d'ingresso, trovi un anello con brillanti sullo zerbino).


Quale anello ? Dici quello vicino al Calosoma ? :lol:
Per carità Piero, io non ci capisco nulla. So solo che Bugeber è una bella zona, e concordo con Marcello sullo stato di conoscenze dell'isola.

a presto, Pippo

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