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Anastrangalia sanguinolenta (Linnaeus, 1761) - Cerambycidae

 


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Autore Messaggio
MessaggioInviato: 20/08/2010, 10:39 
 

Iscritto il: 28/02/2010, 0:57
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Nome: Carlo Galliani
ciao a tutti
devo averli già fotografti ma non trovo le foto e non ho manuali sotto mano
ma oltre alla specie mi interessava capire qualcosa sull'accoppiamento
Mi sembra che in questa foto si veda tutto. Ma sono organi sessuali quelli chiari uniti ?
ciao e grazie


DSC_9633ab.jpg


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Carlo Galliani
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MessaggioInviato: 20/08/2010, 12:21 
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Nome: Piero Leo
:) Ciao Carlo.
Sai già cosa penso della bellezza delle tue foto, quindi non starò a ripetermi.
carlos ha scritto:
mi interessava capire qualcosa sull'accoppiamento
Mi sembra che in questa foto si veda tutto. Ma sono organi sessuali quelli chiari uniti?
Poco o nulla so di Cerambicidi, comunque credo che il tubulo biancastro che si vede sia uno spermatoforo: si tratta appunto di un tubicino sottile (cieco all'estremità distale) che (in alcuni gruppi di insetti) il maschio immette nella vagina durante la copula, dopodiché vi pompa all'interno gli spermi; in seguito, al momento opportuno, le pareti dello spermatoforo si elideranno e gli spermi potranno fecondare le uova.
Nella tua foto sembrerebbe che la copula sia stata interrotta (disturbo?) e che il maschio stia comunque cercando di pompare gli spermatozoi nello spermatoforo.

Ora attendo che mi correggano e mi puniscano per aver scritto sciocchezze con termini impropri... :no1:

:) Ciao
Piero


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MessaggioInviato: 20/08/2010, 12:42 
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Nome: Marcello Romano
Si tratta di una coppia di Anastrangalia sanguinolenta (Linnaeus, 1761).
Anch'io ho avuto occasione di fissare un'immagine quasi identica alla tua, nel 2006, in Trentino, nella Val Brenta.


Anastrangalia sanguinolenta_Val Brenta_10 VII 2006.jpg


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MessaggioInviato: 20/08/2010, 16:16 
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Nome: Maurizio Gigli
Queste due immagini credo che illustrino perfettamente una particolarità dell'accoppiamento dei Cerambycidae spiegata da Gianfranco "Isotomus" tempo fa in questo messaggio, di cui riporto parte del testo:

"Nei Cerambycidae, infatti, non avviene l'introduzione del pene, ma è il sacco interno (endophallus) che viene introdotto nella vagina."

Quindi quello che si vede dovrebbe essere proprio l'endofallo e l'accoppiamento non è stato interrotto ma in fase di esecuzione.

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MessaggioInviato: 20/08/2010, 17:13 
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Nome: Piero Leo
Julodis ha scritto:
Queste due immagini credo che illustrino perfettamente una particolarità dell'accoppiamento dei Cerambycidae spiegata da Gianfranco "Isotomus" tempo fa in questo messaggio, di cui riporto parte del testo:

"Nei Cerambycidae, infatti, non avviene l'introduzione del pene, ma è il sacco interno (endophallus) che viene introdotto nella vagina."

Quindi quello che si vede dovrebbe essere proprio l'endofallo e l'accoppiamento non è stato interrotto ma in fase di esecuzione.
:no1: Quindi ho proprio scritto delle sciocchezze, credendo di vedere delle analogie con quanto riscontrato con vari Tenebrionidi (Pimelia, Asida, Tentyria), nei quali, in effetti, avviene una trasmissione dello sperma mediante spermatofori tubiformi.
Comunque interessante questa particolarità dei Cerambicidi; ma quindi la parte sclerificata dell'organo copulatore non fuoriesce neanche dall'addome del maschio e non entra mai in gioco?

:) Ciao
Piero


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MessaggioInviato: 20/08/2010, 17:47 
 

Iscritto il: 28/02/2010, 0:57
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Nome: Carlo Galliani
ciao e grazie a tutti per le risposte e le spiegazioni
molto bella la tua foto Marcello
la butto lì : non si potrebbe aprire un topic o una piccola sezione dove partendo dalle foto
si arriva alla spiegazione degli accoppiamenti nei vari ordini e all'interno di essi , in modo che si possa anche compararli e
vedere le differenze ?????

:hi: :hi:

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MessaggioInviato: 20/08/2010, 23:25 
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Nome: Maurizio Gigli
carlos ha scritto:
ciao e grazie a tutti per le risposte e le spiegazioni
molto bella la tua foto Marcello
la butto lì : non si potrebbe aprire un topic o una piccola sezione dove partendo dalle foto
si arriva alla spiegazione degli accoppiamenti nei vari ordini e all'interno di essi , in modo che si possa anche compararli e
vedere le differenze ?????

:hi: :hi:

Mi sembra il tipico argomento da ospitare nella sezione "Entomologia generale".

Tenebrio ha scritto:
Comunque interessante questa particolarità dei Cerambicidi; ma quindi la parte sclerificata dell'organo copulatore non fuoriesce neanche dall'addome del maschio e non entra mai in gioco?

Non ci ho mai fatto caso. Così sembrerebbe, ma forse è meglio attendere una spiegazione da Gianfranco.

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MessaggioInviato: 21/08/2010, 10:35 
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Tenebrio ha scritto:
Comunque interessante questa particolarità dei Cerambicidi; ma quindi la parte sclerificata dell'organo copulatore non fuoriesce neanche dall'addome del maschio e non entra mai in gioco?


Non sono un fisiologo (come ebbe a rimarcare qualcuno non sono neppure laureato) e le mie osservazioni sono puramente empiriche; tuttavia non mi sembra (probabilmente è solo una mia lacuna) che questa particolarità dei Cerambycidae sia mai stata illustrata convenientemente. Inoltre, la terminologia afferente varia da autore ad autore, a seconda delle diverse scuole di pensiero, e questo non facilita le cose.

L’edeago dei Cerambycidae, come quello di altri fitofagi (Curculionoidea e Chrysomelidae) è del tipo cosiddetto “a cavaliere”, con il lobo mediano connesso al tegmen e più o meno strettamente fissato ad esso tramite una membrana connettiva che ne permette un limitato scorrimento e ne impedisce la fuoriuscita. Per questo, nei Cerambycidae (tutti ?), l'edeago non entra in gioco in fase di accoppiamento se non tramite il sacco interno che fuoriesce attraverso un orifizio esistente fra le due lamelle (dorsale e ventrale) che costituiscono il pene (o lobo mediano). Quest'ultimo e i lobi laterali (tegmen o parameri) restano nell'addome del maschio, trattenuti , tramite robuste membrane, dal segmento genitale costituito dal IX segmento costituito dal tergite e dallo sternite. Villiers (1978: 23) parla (un lapsus, se l’ho interpretato correttamente) di segmento genitale X, ma poi raffigura unicamente i tergiti e sterniti VIII e il IX (Fig. 74,75). Come ho detto, è il sacco interno che viene estroflesso, fissato alle parete vaginali tramite le sclerificazioni interne (esterne quando è estroflesso) costituite da spine, setole, e, talora (come in qualche Leptura, qualche Vesperus, ecc.) da un lungo flagello che (Tuxen, 1970) costituisce il prolungamento del dotto eiaculatorio.
Questo sembra confermato da osservazioni di Hubweber & Schmitt, 2006, 2010:
"Differences in genitalia structure and function between subfamilies of longhorn beetles (Coleoptera: Cerambycidae" - rispettivamente in Bonner Zoologische Beitraege (2005), 54, 4: 253-259 e Genetica (2010), 138(1): 37-43.
Tuttavia, Kobayashi, Yamane & Iwata (Japanese Journal of applied entomology, 2003, vol. 38, no1, pp. 141-148) di cui conosco solo il riassunto, scrivono “Copulation consisted of three phases: First, while bending at the abdomen, the male inserted his penis into the female's genitalia, second, the male is motionless with the females genitalia being pulled out from her abdomen by the males penis, outside of both body cavities, finally, the male tries to pull out his penis from the female genitalia” Dunque ?
Personalmente ho qualche dubbio sulla veridicità di queste osservazioni anche perché la conformazione dell’apparato genitale dei Monochamus è del tutto analoga a quella di tutti gli altri Cerambycidae.

Se qualcuno ha accesso a questa rivista, sarebbe utile averne una copia PDF.

Attendo correzioni e precisazioni dagli entomologi professionisti.

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Nome: Roberto A. Pantaleoni
Isotomus ha scritto:
...Se qualcuno ha accesso a questa rivista, sarebbe utile averne una copia PDF.
Basta scaricarlo da qui: http://www.jstage.jst.go.jp/article/aez/38/1/141/_pdf .

Ciao Roberto :to:

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Nome: Gianfranco Sama
Grazie Roberto, non c'ero arrivato; sembrava a pagamento :birra:

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Nome: Maurizio Gigli
Isotomus ha scritto:
Non sono un fisiologo (come ebbe a rimarcare qualcuno non sono neppure laureato) e le mie osservazioni sono puramente empiriche; tuttavia non mi sembra (probabilmente è solo una mia lacuna) che questa particolarità dei Cerambycidae sia mai stata illustrata convenientemente. Inoltre, la terminologia afferente varia da autore ad autore, a seconda delle diverse scuole di pensiero, e questo non facilita le cose.

L’edeago dei Cerambycidae, come quello di altri fitofagi (Curculionoidea e Chrysomelidae) è del tipo cosiddetto “a cavaliere”, con il lobo mediano connesso al tegmen e più o meno strettamente fissato ad esso tramite una membrana connettiva che ne permette un limitato scorrimento e ne impedisce la fuoriuscita. Per questo, nei Cerambycidae (tutti ?), l'edeago non entra in gioco in fase di accoppiamento se non tramite il sacco interno che fuoriesce attraverso un orifizio esistente fra le due lamelle (dorsale e ventrale) che costituiscono il pene (o lobo mediano). Quest'ultimo e i lobi laterali (tegmen o parameri) restano nell'addome del maschio, trattenuti , tramite robuste membrane, dal segmento genitale costituito dal IX segmento costituito dal tergite e dallo sternite. Villiers (1978: 23) parla (un lapsus, se l’ho interpretato correttamente) di segmento genitale X, ma poi raffigura unicamente i tergiti e sterniti VIII e il IX (Fig. 74,75). Come ho detto, è il sacco interno che viene estroflesso, fissato alle parete vaginali tramite le sclerificazioni interne (esterne quando è estroflesso) costituite da spine, setole, e, talora (come in qualche Leptura, qualche Vesperus, ecc.) da un lungo flagello che (Tuxen, 1970) costituisce il prolungamento del dotto eiaculatorio.

A questo punto una laurea honoris causa in scienze biologiche ci starebbe tutta!

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Maurizio Gigli
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