Riprendo una vecchia discussione (2007) al riguardo di Ergates faber e alla ssp. opifex per rettificare alcune conclusioni.
Tutta la discussione verteva sulle differenze fra E. faber faber e E. faber opifex. Nonostante nessuno degli intervenuti avesse letto la descrizione originale di opifex si è discusso soprattutto sulla presenza o meno di una spina all'apice elitrale, carattere di nessuna importanza evidenziato da Villiers (1946), trascurando, invece, il vero carattere distintivo rispetto agli individui dell’Europa centrale, vale a dire la presenza di una larga placca lucida solitamente presente nel pronoto delle femmine, carattere indicato nella descrizione originale di Mulsant e a cui avevo fatto riferimento in un lavoro del 1981, propedeutico alla Fauna d’Italia (Annali del Museo Civico di Storia Naturale di Genova, 83: 475) sfuggito all’attenzione degli intervenuti. Vedi foto.
“ La sinonimia proposta da Sama, oltre a essere dubbia (sinonimizzare una forma del Nord Africa con una di Sicilia non mi pare appropriato), non ha molto senso”). Il significato di questa frase non mi è chiaro; come se specie siciliane e specie del Nord Africa debbano essere necessariamente diverse almeno come sottospecie. Tant’è vero che appena dopo: “Il motivo sta nel fatto che siamo di fronte (secondo Sama) ad una sottospecie. Si presume perciò che ci sia una vicinanza o una continuità di areali, cosa che non mi pare evidente. Questo fatto avrebbe dovuto suggerire un po' di prudenza”.
In realtà, specie rappresentate in Sicilia e in Nord Africa da sottospecie diverse non sono un’eccezione senza che, necessariamente, ci sia una vicinanza o una continuità di areali. Conosco un Carabus morbillosus che ha sottospecie in Nord Africa, Sicilia e, perfino, in Sardegna; un C. famini, idem, Stictoleptura scutellata melas (presente in Algeria, Tunisia, Sicilia e Calabria), in pratica lo stesso areale di Ergates faber opifex. E’ vero anche il caso di generi che presentano specie affini (evidentemente vicarianti) nelle due rive del Canale di Sicilia (come Neopiciella sicula e Neopiciella kabyliana). Ricordo anche Stictoleptura oblongomaculata presente sia in Nord Africa che in Sicilia e in Sardegna.
Quanto poi al numero di esemplari esaminati “Peró a questo punto preferisco considerare piú autorevole Villiers che, oltre ad aver (probabilmente) visto il tipo, aveva certamente a disposizione un buon numero di esemplari nordafricani dell'Empire Française.... In ogni caso mi pare che si possa escludere questa forma dalle specie italiane”. Sono stato in Algeria nel 1980 e ne ho riportato una lunga serie di esemplari di Ergates faber, tutti con la caratteristica propria di opifex, forse più di quanti ne possa aver visto Villiers.
Per quanto riguarda la costanza dei caratteri distintivi di una sottospecie, le opinioni a proposito sono diverse (ne è stato discusso lungamente anche in un topic del FNM. Dobbiamo innanzitutto considerare che stiamo parlando di sottospecie e non di specie. Facciamo il caso di Aromia moschata: la forma tipica (Aromia moschata moschata (Linnaeus, 1758) è presente in tutto l’areale settentrionale della specie, inclusa l’Italia continentale, tutta la Penisola Balcanica (salvo miei errori ed omissioni), parte settentrionale di quella Iberica e Turchia settentrionale. Nelle regioni meridionali (Turchia meridionale, Medio Oriente, Africa settentrionale) è presente unicamente la sottospecie ambrosiaca (Steven, 1809). Nelle zone di transizione (Italia meridionale dalla Campania alla Basilicata, e regione Pirenaica) le due “forme” sono simpatriche (presenti nella stessa regione, ma non conviventi) e talora sintopiche (conviventi) come in Basilicata e nella regione Cantabrica in Spagna. Da notare che la specie non mi è nota della Puglia. Il fatto che singoli esemplari (uno o due) di una delle due forme siano presenti nell’areale dell’altra (A. moschata moschata in Sicilia o Aromia moschata ambrosiaca in Veneto e in Liguria, Pirenei) non pregiudica, a mio avviso, lo status di sottospecie.
Questo è vero anche nel caso del citato Ergates faber opifex, Rutpela maculata nigricornis (di cui si è parlato altrove in questo forum) e Grammoptera ruficornis flavipes.
Il noto specialista russo Mikhail Danilevsky concede addirittura la possibilità (il che mi sembra, francamente, eccessivo) che una varietà di colore, più o meno diffusa nell’areale di una specie e convivente con la “forma tipica”, possa essere considerata sottospecie in una determinata area, se qui è l’unica forma presente.
Questo è quanto mi risulta. Sarò riconoscente a chi mi comunicherà dati diversi o aggiuntivi di cui fosse a conoscenza.
G.Sama
Femmina di Ergates faber faber di Liguria
Femmina di Ergates faber faber di Turchia
Femmina di Ergates faber ssp. opifex di Algeria