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Clytus triangulimacula Costa, 1847 Dettagli della specie

ITALIA - Puglia - FG, Foresta Umbra, Gargano


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MessaggioInviato: 15/10/2009, 13:00 
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Nome: Gianfranco Sama
Propongo come argomento di discussione alcune foto di un Clytino apparentemente endemico italiano.
Clytus triangulimacula A. Costa, 1847 Fu descritto originariamente da A. Costa (Regno di Napoli: montagne del Matese; Calabrie) come varietà di Xylotrechus antilope (Schönherr, 1817) e successivamente ritenuto dallo stesso autore un sinonimo di Clytus arietis var. bourdilloni Mulsant, 1839 a causa della fasce elitrali congiunte; bourdilloni, descritto di Francia) è realmente una varietà di C. arietis che si può trovare (quasi) ovunque con la forma tipica, ma C. triangulimacula, di cui ho allevato una piccola serie di esemplari, è da ritenere specie distinta (più vicina a C. clavicornis Reiche, 1860 di Sicilia e a C. ambigenus Chevrolat, 1882 di Algeria e Tunisia che a C. arietis (Linnaeus,.1758) per la colorazione di fondo delle elitre nera, la linea basale ridotta e spesso assente, la fascia elitrale mediana normalmente allargata all’indietro e spesso congiunta con quella postmediana, le antenne più robuste, le tibie sempre annerite.
C. triangulimacula, sebbene già separato da C. arietis nella Checklist della Fauna d’Italia (edizione on line) verrà “ufficialmente”proposto come specie distinta nel Catalogo della Fauna Paleartica di prossima pubblicazione.
Gli esemplari qui illustrati sono stati allevati da rami e paletti di varie essenze (Quercus, Carpinus, Juglans, Acer, ecc.) raccolti ai limiti della Foresta Umbra nel Gargano. La specie è nota di alcune località dell’Italia centro-meridionale dall’Abruzzo alla “Calabria”. Può essere confusa con esemplari “aberranti” di C. arietis.
Clytus triangulimacula (3).jpg

Clytus triangulimacula (2).jpg

Clytus triangulimacula (1).jpg


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Gianfranco Sama

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MessaggioInviato: 15/10/2009, 13:39 
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Località: Capaci (Pa)
Nome: Marcello Romano
Bella specie :)
Da quello che ho capito, caro Gianfranco, l'unico carattere morfologico (o almeno l'unico da te evidenziato qui) che distingue C. triangulimacula da C. arietis, si trova nelle antenne, più robuste nel primo rispetto al secondo.
Gli altri sono tutti caratteri ben visibili, ma legati unicamente al diverso disegno elitrale e alla diversa colorazione del fondo elitrale e delle zampe.
Qui allora mi piacerebbe capire quanto contino i soli caratteri cromatici nella differenziazione a livello specifico di due taxa e se possono essere individuati dei criteri oggettivi, validi anche per altre famiglie di coleotteri.
Mi vengono in mente, per esempio, molte specie di coccinellidi, che presentano al loro interno una variabilità cromatica tale da fare apparire totalmente diverse fra loro le varie forme, riconducibili poi alla stessa specie solo per la comune morfologia.

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MessaggioInviato: 15/10/2009, 14:18 
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Iscritto il: 21/05/2009, 14:59
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Nome: Riccardo Poloni
non vorrei dire delle eresie, ma mi hanno detto, primo fra tutti Mauro, che deve iscriversi al forum a breve :gh: , che appunto in famiglie come i coccinelidi, le variazioni cromatiche sono anche decine per una sola specie, o per restare nell'ambito dei Cerambycidi i purpuricenini o i Callicromatini, hanno ampia variabilità mentre per esempio i Cerambycinini o i Clytini quasi nessuna, quindi con le specie poco variabili ci si può fidare anche di caratteri come punti, striscie o colorazioni, mentre in altre solo della morfologia, proprio perchè questi caratteri non sono stabili, e quindi non sono affidabili per un''identificazione sicura :D :)

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MessaggioInviato: 16/10/2009, 10:20 
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Iscritto il: 05/09/2009, 7:56
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Località: Cesena
Nome: Gianfranco Sama
Marcello, avevo parlato anche di colorazione dei tegumenti (colore di fondo delle elitre). Ad ogni modo, se escludi il disegno elitrale (o anche del pronoto), determinato da una diversa colorazione di una parte della pubescenza o dalla mancanza di questa in determinate parti, rischi di non poter determinare la maggior parte, per esempio, dei Clytini, compreso il siculo C. clavicornis, in definitiva.
Pensa alle centinaia di specie di Chlorophorus, Clytus, Rhaphuma, Demonax, ecc. Per restare nella regione mediterranea (vi comprendo anche l’Iran) le specie del gruppo C. figuratus o quelle del gruppo C. trifasciatus.
E i Dorcadionini (o Dorcadiini) ? La maggioranza delle specie non è identificabile se prive del tomento elitrale.

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