Nel maggio del 2011 mi sono imbattuto in un pioppo nero schiantato al suolo, nella Pineta di San Vitale.
L'attacco larvale presente non lasciava dubbi e infatti dai grossi pezzi di tronco (circa 20 cm. di diametro) che mi sono portato a casa (sfidando attacchi massicci di zanzare lungo il sentiero...) sono sfarfallati 24 esemplari di Rusticoclytus rusticus.
Ho tentato pertanto l'allevamento in laboratorio di una nuova generazione.
Dopo gli accoppiamenti le femmine hanno deposto numerose uova, depositate in grappolini sulle asperità della corteccia di tronchetti di pioppo tremolo che avevo preparato per loro tagliando alcuni grossi rami (circa 10 cm. di diametro) in un parco pubblico vicino a casa mia:
Questa è una larva appena schiusa (luglio 2011) , che inizia a farsi strada nella corteccia per penetrare all'interno del legno, un'immagine davvero bellissima agli occhi del sottoscritto, da cui emerge la forza vitale di questi animali:
Questa è invece la foto di come si presenta adesso l'allevamento artificiale, notate come i due tronchetti siano stati oggetto di un intensa attività trofica da parte delle numerose larve:
Un primo piano di una galleria subcorticicola (questi insetti infatti inizialmente mangiano sotto la corteccia, successivamente penetrano all'interno del legno, dove scavano gallerie parallele agli anelli di accrescimento della pianta):
Come molti clytiini (se non tutti), le larve sono use preparare in anticipo il foro di sfarfallamento, da cui emergerà l'adulto mesi dopo, in questo caso lo possiamo notare perchè la corteccia è stata rimossa da me, altrimenti esso sarebbe rimasto nascosto:
Ed ecco finalmente un foro di uscita, segno della nascita precoce di un individuo:
E infine...successo! Questo esemplare è il primo nato di una generazione completamente allevata in cattività, partendo dalle uova deposte l'anno precedente.
A quanto mi risulta, tra l'altro, la specie ha un ciclo biennale di sviluppo in natura, pertanto è evidente che i tempi sono stati accelerati in maniera innaturale dal fatto di conservare la legna in una stanza in cui la temperatura non scende mai sotto i 13 gradi.
Oltre a questo adulto peraltro sto osservando ancora attività trofica, con fuoriuscite di rosura fresca da alcune crepe nella corteccia, segno che altri esemplari matureranno solo più avanti, se non addirittura l'anno prossimo:
Sono molto contento del risultato ottenuto, considerando che rusticoclytus è una specie piuttosto esigente.
Ho dovuto monitorare molto spesso l'allevamento, mantenendo la legna umida con frequenti nebulizzazioni di acqua e allo stesso tempo drenando l'umidità in eccesso per evitare lo sviluppo di muffe.