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Purpuricenus (Purpuricenus) globulicollis Dejean, 1839 Dettagli della specie

13.VII.2013 - SLOVENIA - EE, Monte Nanos


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MessaggioInviato: 16/07/2013, 20:44 
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Nome: Marcello Benelli
Questo bellissimo insetto l'ho preso all'interno di una trappola appesa ad una quercia sul Monte Nanos.
Nonostante questo non sia l'anno migliore per quanto concerne i trappolamenti visto l'andamento climatico ballonzolante e la primavera stentata, non posso lamentarmi del risultato intermedio che ha fruttato una bella serie di questi purpuricenus oltre ad altri insetti piuttosto interessanti che non mancherò di postare prossimamente!

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Marci
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MessaggioInviato: 16/07/2013, 21:16 
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Nome: Marco Villani
Sicuramente una specie interessante. I caratteri che distinguono la specie da P. kaehleri dovrebbero risiedere ai margini del pronoto e alle estremità delle elitre, giusto? :?


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MessaggioInviato: 16/07/2013, 21:38 
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Nome: Marcello Benelli
Beh...un bel pò interessante, io ci ho messo 17 entomoanni a prenderlo! prima che avesse inizio l'epoca dei trappolamenti era considerato un insetto molto raro!
Ora, i caratteri che hai indicato sono giusti, ma in generale ha proprio una conformazione diversa, molto piú longilineo.
Molto molto simile allo schurmannii di Creta....

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MessaggioInviato: 16/07/2013, 21:50 
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Nome: Marco Villani
Grazie delle informazioni, dato che forse sosterò in Trentino Alto Adige per circa una settimana vedo di prenderne qualcuno, speriamo bene!
Sai le piante attaccate?


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MessaggioInviato: 17/07/2013, 6:55 
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Nome: Maurizio Gigli
marco villa ha scritto:

Sai le piante attaccate?

Se fa come gli altri Purpuricenus attacca un po' tutto.
Ma tanto, se resti una settimana, ti conviene cercare di prenderlo in trappola. I Purpuricenus in generale sono tra i Cerambycidae che ci finiscono più facilmente.

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MessaggioInviato: 17/07/2013, 8:08 
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Nome: Marcello Benelli
Attacca un pò di tutto, però predilige prunus e crataegus, infatti è specie tipica di zone carsiche, xerotermiche. In Slovenia è diffuso alle pendici del Monte Nanos, che comunque è una zona molto calda.
In effetti le trappole sul Nanos si sono riempite abbastanza se le confronto con quelle che ho messo sul Nerone nelle Marche, dove il clima fresco di quest'anno ha compromesso i risultati.
Ricordo che in Slovenia alcune trappole traboccavano letteralmente di cetonini, al punto che gli ultimi camminavano sui cadaveri...potosia, cetonia, cetonischema e gnorimus.
Sul Nerone 3 cetonia aurata in 20 trappole che ho controllato, ma sulle ombrelle ne ho viste parecchie, segno che non c'è stata una calura tale da provocare una disidratazione degli insetti e la conseguente ricerca di succhi per reidratarsi. Ad ulteriore conferma la totale assenza di purpuricenus kaehleri, che pure è una specie banale e stracomune e che nel trappolamento dell'anno scorso trovai a decine...
Riguardo al trappolamento in Trentino sono sempre un pò scettico, sicuramente è una tecnica che non darà molti frutti se praticata nei luoghi dove normalmente la gente va (sopra i 1000 metri, tra boschi di conifere molto freschi), è chiaro che ci saranno anche lì zone pedemontane, magari boscate a latifoglie, con forti insolazioni diurne dove le trappole potrebbero lavorare bene, ma ripeto...chi è che andrebbe in Trentino per cercare questi posti "inospitali"? Solo un entomologo dedito a tale scopo masochistico...

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MessaggioInviato: 19/07/2013, 13:10 
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Scusa Marcello, ma l'esemplare in foto stava seduto ad aspettare l'autobus o semplicemente era stanco di scappare dagli entomologi :lol1:
:hi: michele


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MessaggioInviato: 19/07/2013, 18:07 
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Bravo Marcello, vedo che è andata bene, allora, meno male :birra: :birra: . L'esemplare era in una trappola, Michele, ma ancora vivo. Per Marco: se vai in Trentino puoi sperare di incontrare il kaehleri, ma non certo il globulicollis, inoltre per mia esperienza personale ti posso dire che sulle alpi le trappole funzionano bene solo sotto i 700m e nei primissimi rilievi, se vai in una valle a 500m magari, ma dentro nella catena montuosa, non trovi niente, o comunque poco. Ti consiglio di cercare a vista sui fiori e sulle cataste, e magari dare un'occhiata di notte ai lampioni e alle cataste stesse, se vuoi trovare qualcosa di interessante.

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MessaggioInviato: 19/07/2013, 20:17 
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Nome: Marcello Benelli
Plagionotus ha scritto:
Bravo Marcello, vedo che è andata bene, allora, meno male :birra: :birra: . L'esemplare era in una trappola, Michele, ma ancora vivo. Per Marco: se vai in Trentino puoi sperare di incontrare il kaehleri, ma non certo il globulicollis, inoltre per mia esperienza personale ti posso dire che sulle alpi le trappole funzionano bene solo sotto i 700m e nei primissimi rilievi, se vai in una valle a 500m magari, ma dentro nella catena montuosa, non trovi niente, o comunque poco. Ti consiglio di cercare a vista sui fiori e sulle cataste, e magari dare un'occhiata di notte ai lampioni e alle cataste stesse, se vuoi trovare qualcosa di interessante.


Occhio perchè il globulicollis è citato di Trentino Alto Adige. Per la precisione: S. Rocco (Rovereto: Halbherr, 1896); Trento; Vallarsa. Inoltre è citato del Monte Baldo.
Che poi noi si sia in grado di reincontrarlo in tali località è un altro paio di maniche, potrebbe anche essersi estinto per quel che ne so.
Esiste anche una citazione per l'appennino emiliano (Busetto leg.) e una per l'appennino romagnolo dell'anno scorso (Dint. Meldola, pare che fosse un caso di importazione accidentale).
La specie compare sicuramente in Friuli.
Come dire che comunque qua e là l'insetto fa capolino, probabilmente c'è o c'è stato in molte zone pedemontane e appenniniche...magari cercandolo salterà fuori nuovamente: in effetti il sistema delle trappole è recente, che sappia io negli anni ottanta nessun entomologo lo praticava e tutt'ora saremo in una ventina in tutta Italia a trappolare assiduamente, o no? Quindi se pensiamo a 300.000 chilometri quadrati da esplorare hai voglia a piazzare delle bottiglie :mrgreen:

Concordo pienamente con Riccardo sul fatto che trappolare in Trentino sia una attività "secondaria" in quanto, come ho già osservato, difficilmente si frequentano, in quella regione, le zone potenzialmente adatte a questo tipo di caccia, ben preferendo i boschi freschi di conifere dove si passano le vacanze ma dove il clima e la temperatura rendono assolutamente impraticabile tale tecnica...
Se dovessi trappolare in Trentino privilegerei quei bei boschi di latifoglie che si vedono all'altezza di Rovereto, sulla sinistra della autostrada del Brennero, ci avete mai fatto caso? Secondo me sono zone xerotermiche e a quote piuttosto basse...
Un'altra zona che mi incuriosisce parecchio, ma sto iniziando a divagare e ad uscire dal tema, è rappresentata dalle valli alpine occidentali piemontesi, una per tutte la Valle Stura (poco conosciuta mi sa...), i primi 10 chilometri della valle sono un ininterrotto susseguirsi di boschi di latifoglie integri dove potrebbero annidarsi molte sorprese... se qualcuno passa da quelle parti, o abita lì vicino, suggerirei un bel campionamento. Io ci sono passato di sfuggita l'anno in cui cercavo la brachyta borni (dalla valle stura si arriva in Francia e si raggiunge dopo pochi km. il Col de Var, locus typus del nostro coleottero...) ma avrei davvero voglia di tornarci prima o poi...

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michele.carraretto ha scritto:
Scusa Marcello, ma l'esemplare in foto stava seduto ad aspettare l'autobus o semplicemente era stanco di scappare dagli entomologi :lol1:
:hi: michele


E' l'unico che si è ripreso, si vede che era finito nella trappola da poco tempo. Le foto le ho fatte nel cortile di casa mia!

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Entomarci ha scritto:
in effetti il sistema delle trappole è recente, che sappia io negli anni ottanta nessun entomologo lo praticava e tutt'ora saremo in una ventina in tutta Italia a trappolare assiduamente

Questa parte mi ha molto colpito: non credevo proprio, fosse un sistema così recente e ancora poco diffuso! :o

:hi:

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MessaggioInviato: 19/07/2013, 21:41 
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Beh Daniele, considera che quasi tutte le tecniche che utilizziamo oggi sono "recenti".
Se parli con un entomologo della vecchia guardia (per capirci dai 60 anni in su) ti potrà raccontare dei "vecchi tempi" in cui i ragazzini (parliamo quindi degli anni sessanta) partivano armati soltanto di occhi aguzzi e riflessi pronti e forse un retino molto artigianale ( a quei tempi potevi ostentare il tuo retino dovunque, non come ora che dobbiamo muoverci come terroristi nell'ombra e di soppiatto...) e cacciavano a vista.
Le ricerche sui cerambicidi di romagna, tanto per fare un esempio, condotte dal famoso entomologo Pietro Zangheri di Forlì venivano effettuate in tal modo,tant'è vero che alcune specie, che oggi consideriamo comunissime erano conosciute di pochi esemplari e considerate sporadiche mentre altre erano addirittura sconosciute!
Tanto per fare un esempio: arhopalus syriacus era considerato un insetto raro, raccolto di sera alla luce sotto i lampioni nelle calde notti d'estate in singoli esemplari, oggi sappiamo che raccogliendo tronchi di pinus nelle pinete costiere è possibile allevarne centinaia!
Pensiamo, ancora, al nostro isotomus barbarae, scoperto grazie alla esperienza di un entomologo che già praticava la tecnica dell'allevamento delle larve (e siamo già negli anni settanta...)...
In generale soltanto gli insetti floricoli erano conosciuti di lunghe serie, gli altri erano noti per pochi esemplari spesso frutto di incontri casuali da parte di non addetti ai lavori che poi li recapitavano allo studioso di turno.
I precursori degli allevamenti erano usi preparare dei fastelli di legna fresca che lasciavano appesi agli alberi, nei boschi, in modo da suscitare deposizioni in loco e raccogliere poi la legna infestata l'anno successivo...
Se poi andiamo indietro di altre due/tre decadi, nemmeno si sapeva che i cerambicidi fossero coleotteri xilofagi... si supponeva un qualche legame con il legno marcescente o deperiente ma non in termini di sviluppo olometabolo quanto piuttosto di habitat preferenziale da parte degli adulti...altro che scortecciare e segare!!!
Abbiamo mappato di più l'Italia negli ultimi 20 anni che nei 50 precedenti, e dobbiamo continuare a farlo perchè la reale distriubzione degli insetti deve essere ancora definita!!!

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Marcello complimenti per la cattura, specie molto interessante! :ok:
A quanto hai scritto, che condivido, riguardo al diverso approccio degli entomologi "moderni", vorrei aggiunge un punto: una volta, ovvero fino circa agli anni '70, gli ambienti naturali erano assai più integri e continui di oggi per cui alcune specie erano probabilmente più comuni e quindi era possibile imbattercisi anche per caso, cosa oggi quasi impossibile (anche per la mancanza di tempo libero degli appassionati). Senza citare illustri entomologi, basti pensare che il sottoscritto, in tenera etá, aveva raccolto alcuni es di Agabus undulatus, un ditiscide che credo oggi si possa considera estinto nel nostro paese, nei fossi vicino a casa! Oggi, la zona, è occupata da alcune abitazioni e dall'Ikea....

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AleP


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Entomarci ha scritto:
michele.carraretto ha scritto:
Scusa Marcello, ma l'esemplare in foto stava seduto ad aspettare l'autobus o semplicemente era stanco di scappare dagli entomologi :lol1:
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E' l'unico che si è ripreso, si vede che era finito nella trappola da poco tempo. Le foto le ho fatte nel cortile di casa mia!

Però il risultato è bello, si notano tutte le caratteristiche essenziali per la determinazione della specie. La mia ovviamente era una battuta dettata dalla posizione inconsueta, tuttavia ritengo che la specie susciti un interesse molto molto particolare per i diretti interessati. Gli esemplari entrati nelle mie trappole di Iamiano (GO) non danno sicuramente (ovviamente al momento della raccolta) lo stesso risultato emotivo del Tuo esemplare sopra esposto. È davvero, davvero molto bello si, ma soprattutto ... Umh ... Fantastico
:hi: michele


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Nome: Riccardo Poloni
Beh Michele, considera che le specie se cadute da poco nella trappola, se le lasci lì un giorno all'asciutto e al sole, si riprendono quasi sempre :D . Quasi dimenticavo, qui una chiave dicotomica molto ben approfondita ;) : viewtopic.php?f=145&t=6361&hilit=purpuricenus+globulicollis
Marcello, per quanto riguarda le tue considerazioni sugli entomologi antichi sono pienamente d'accordo. Per non parlare del fatto che spesso erano nobili o comunque persone abbienti che facevano quasi solo quello durante la giornata, che invidia :cry: :cry: . A proposito, io sapevo che il globulicollis stava su varie latifoglie, e principalmente acero e quercia, perchè dici Crataegus e Prunus in primis?

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Riccardo Poloni
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