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Paracorymbia simplonica (Fairmaire, 1885) - Cerambycidae http://www.entomologiitaliani.net/public/forum/phpBB3/viewtopic.php?f=145&t=71872 |
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Autore: | Entomarci [ 06/11/2016, 18:08 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Paracorymbia simplonica |
Questo è decisamente un bellissimo reperto! |
Autore: | Entomarci [ 06/11/2016, 18:14 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Paracorymbia simplonica |
skip ha scritto: Salve, questo esemplare mi era già stato già determinato alla scorsa edizione di Entomodena come Paracorymbia simplonica. Visto che non è presente sul forum, se lo riterrete opportuno, potrete inserire l'immagine nella checklist. Grazie. Daniele riesci a circostanziare il ritrovamento? Ne hai presa solo una o di più? Su ombrellifere? Grazie ![]() |
Autore: | marco villa [ 06/11/2016, 18:34 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Paracorymbia simplonica |
Complimenti, bella raccolta! Ciao. Marco. |
Autore: | skip [ 06/11/2016, 23:17 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Paracorymbia simplonica (Fairmaire, 1885) - Cerambycidae |
L'ho raccolto su fiore, non ricordo se ombrellifera. Trovai soltanto questo e credo sia anche l'unico che ho nella mia giovane collezione. I dati del ritrovamento ci sono. L'altitudine era intorno ai 1000 m. La misura dell'esemplare è 9 mm. Risulta essere quindi, un esemplare non troppo comune ? Mi è sorto però un dubbio, se la maculicornis si differenzia dall'hybrida per l'apice elitrale nero allora dovrebbe averlo anche la simplonica, ed il mio esemplare non ce l'ha; se invece non lo deve avere (la simplonica) allora questo è un ulteriore carattere determinante - che si somma a quello della colorazione più rossastra scura per la simplonica - che però non viene menzionato. Chiedo lumi ![]() |
Autore: | Entomarci [ 07/11/2016, 19:39 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Paracorymbia simplonica (Fairmaire, 1885) - Cerambycidae |
skip ha scritto: L'ho raccolto su fiore, non ricordo se ombrellifera. Trovai soltanto questo e credo sia anche l'unico che ho nella mia giovane collezione. I dati del ritrovamento ci sono. L'altitudine era intorno ai 1000 m. La misura dell'esemplare è 9 mm. Risulta essere quindi, un esemplare non troppo comune ? Mi è sorto però un dubbio, se la maculicornis si differenzia dall'hybrida per l'apice elitrale nero allora dovrebbe averlo anche la simplonica, ed il mio esemplare non ce l'ha; se invece non lo deve avere (la simplonica) allora questo è un ulteriore carattere determinante - che si somma a quello della colorazione più rossastra scura per la simplonica - che però non viene menzionato. Chiedo lumi ![]() A quel poco che so io la simplonica si caratterizza per la colorazione più rossastra e tendenzialmente per l'assenza dell'apice annerito. Non credo che quest'ultimo carattere sia costante, nel senso che l'annerimento apicale può essere più o meno evidente. Dal poco materiale noto non è facile comunque stabilire se si tratta in effetti di due specie, due sottospecie della maculicornis o semplici forme locali di un unica specie. E' sempre rischioso stabilire delle specie unicamente in base alla colorazione delle elitre perché è un carattere che può fuorviare. Andando avanti in questo senso, ad esempio, prima o poi dovremmo descrivere, quanto meno, una stenurella della regione tirrenica... e non vado oltre. ![]() |
Autore: | skip [ 07/11/2016, 21:13 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Paracorymbia simplonica (Fairmaire, 1885) - Cerambycidae |
Si ci sono dubbi sul fatto che si tratti di due specie diverse. Berger nel suo lavoro "Coléoptères Cerambycidae de la faune de France Continentale et de Corse" dice che Sama (2002) ammette che lo statuto tassonomico di questa specie non è molto chiaro ma stima che si possa trattare, forse, di due specie distinte. Lobl & Smetana nel Catalogo dei coleotteri paleartici (2010: 115-116), ne fanno due specie. Berger infine esprime il suo pensiero e pensa che si tratti di una sola specie. |
Autore: | marco villa [ 07/11/2016, 21:18 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Paracorymbia simplonica (Fairmaire, 1885) - Cerambycidae |
In questi casi a me piacerebbe vedere una serietta di genitali maschili dell'una e dell'altra specie. A quanto pare però l'estrazione non è un sistema molto in uso nei Cerambycidae. Se qualcuno volenteroso facesse qualche foto da mettere sul forum gliene sarei grato. Ciao. Marco. |
Autore: | gabrif [ 07/11/2016, 21:50 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Paracorymbia simplonica (Fairmaire, 1885) - Cerambycidae |
Sul nostro gemello francese c'è una discussione sull'argomento : http://insecte.org/forum/viewtopic.php?f=1&t=150871&hilit=simplonica che include un numero cospicuo di punti interrogativi ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
Autore: | marco villa [ 07/11/2016, 21:54 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Paracorymbia simplonica (Fairmaire, 1885) - Cerambycidae |
gabrif ha scritto: Sul nostro gemello francese c'è una discussione sull'argomento : http://insecte.org/forum/viewtopic.php?f=1&t=150871&hilit=simplonica che include un numero cospicuo di punti interrogativi ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() Grazie Gabriele. In effetti anche i genitali non sembrano così diversi. Sarebbe bello vederne molti per scoprire se esistono "intervalli comuni" nella variabilità. |
Autore: | Julodis [ 08/11/2016, 8:53 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Paracorymbia simplonica (Fairmaire, 1885) - Cerambycidae |
Entomarci ha scritto: Andando avanti in questo senso, ad esempio, prima o poi dovremmo descrivere, quanto meno, una stenurella della regione tirrenica... e non vado oltre. ![]() Credo di sapere a cosa ti riferisci. Continua ad essere la forma più frequente in quella località, benché frammista ai normali esemplari tutti neri. |
Autore: | Entomarci [ 09/11/2016, 13:51 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Paracorymbia simplonica (Fairmaire, 1885) - Cerambycidae |
Esatto. Infatti Berger secondo me cade in contraddizione visto che pur ritenendole la stessa specie mantiene nel suo volume la distinzione subspecifica. Però le due sottospecie condividerebbero l'areale. .. Come le stenurella di Maccarese. |
Autore: | Julodis [ 09/11/2016, 23:13 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Paracorymbia simplonica (Fairmaire, 1885) - Cerambycidae |
Entomarci ha scritto: Esatto. Infatti Berger secondo me cade in contraddizione visto che pur ritenendole la stessa specie mantiene nel suo volume la distinzione subspecifica. Però le due sottospecie condividerebbero l'areale. .. Come le stenurella di Maccarese. Non solo condividono l'areale, il periodo di attività e gli stessi fiori, ma si accoppiano indifferentemente tra esemplari neri ed altri neri, tra colorati e colorati, e tra neri e colorati. Inoltre ci sono tutte le forme di transizione tra esemplari "normali", completamente neri, ed esemplari a pronoto rosso ed elitre castane/rossicce. Ovviamente, non sono separate specificamente, e due sottospecie sarebbe strano se convivessero in questo modo. Rientrano solo nella variabilità cromatica di una specie normalmente molto stabile, ma che evidentemente presenta popolazioni con una maggiore variabilità genetica. Mi viene in mente un caso abbastanza simile. Anthaxia millefolii polichloros ha in tutto il suo areale il maschio verde, più o meno dorato, e la femmina bronzata (addirittura nera in una forma sarda). Nel Lazio succede una cosa strana: nelle popolazioni dei Monti Tiburtini (modesti rilievi preappenninici tra Tivoli e Palestrina) e dintorni, quasi tutte le femmine sono androcrome (ovvero verdi come i maschi), e qualche raro esemplare si trova anche nella fascia collinare e pianeggiante tra il preappennino e la costa tirrenica (qualcuno anche a Maccarese). Già nel Lazio appenninico ci sono tutte femmine normali. Fortunatamente, a nessuno è venuto in mente di descriverla come sottospecie! |
Autore: | Entomarci [ 10/11/2016, 13:24 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Paracorymbia simplonica (Fairmaire, 1885) - Cerambycidae |
Però ci sarà qualcosa in Lazio. Perché non é il solo caso di specie che si differenzia. Guarda il rhamnusium... Un qualche fattore climatico ci deve essere.. |
Autore: | Julodis [ 10/11/2016, 23:42 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Paracorymbia simplonica (Fairmaire, 1885) - Cerambycidae |
Entomarci ha scritto: Però ci sarà qualcosa in Lazio. Perché non é il solo caso di specie che si differenzia. Guarda il rhamnusium... Un qualche fattore climatico ci deve essere.. Secondo me, più che ai fattori climatici, bisogna rifarsi alla paleogeografia. In passato, c'è stata una fase in cui stava emergendo la catena appenninica, con una serie di isole più o meno allineate, che poi pian piano si sono unite a formare la penisola italiana. Già allora erano presenti alcune isole piuttosto antiche, più della maggior parte dell'Appennino, come, ad esempio, il Monte Soratte ed i Monti Cornicolani. Sono solo delle colline o poco più, ma esistevano già nel Mesozoico, e solo in tempi recenti si sono uniti al resto del territorio della Penisola in sollevamento (guarda caso, insieme ai vicini Monti Lucretili e Tiburtini, ospitano alcune specie di piante del Mediterraneo orientale, come Stirax officinalis, che mancano altrove, e potrebbero essere le poche supertiti di una flora paleomediterranea). In tempi più recenti, tutto il territorio ad Ovest del Preappennino, che nel frattempo era emerso in gran parte, è sprofondato a causa di una serie di faglie di espansione poste proprio in quella zona (per capirci, nella zona di Tivoli e lungo tutta quella fascia che si affaccia sull'attuale pianura). Faglie che hanno fatto in passato più o meno quello che stanno facendo ora quelle che stanno provocando la serie di terremoti di Marche, Umbria, Reatino e Abruzzo, Si è così formato un grande golfo che andava dalla Toscana meridionale ai Monti Lepini (altra serie di isole parallele all'Appennino), compresa tutta l'area romana. In questo mare poco profondo, a partire da pochi milioni di anni fa, hanno cominciato a spuntare dei grandi complessi vulcanici più o meno esplosivi, a cominciare dal complesso della Tolfa, poi i complessi che hanno originato, con violentissime esplosioni, i laghi di Bolsena, Vico, Bracciano (poco più a Nord di Bolsena, c'è l'altro vulcano, del Monte Amiata), ed il più recente, quello dei Colli Albani. Queste eruzioni, che si sono succedute per centinaia di migliaia di anni, hanno gradualmente riempito di piroclasti (trasformati poi in strati di tufo) tutto questo grande golfo. L'area di Roma e dintorni, ad esempio, è stata completamente ricoperta da strati di tufo spessi anche centinaia di metri principalmentre tra 600.000 e 20.000 anni fa (le ultime attività note del Vulcano Laziale, quello dei Colli Albani, risalgono a 5000 anni fa, e forse addirittura all'inizio dell'epoca romana - e speriamo che aspetti un po' prima di risvegliarsi). I tufi del Vulcano Laziale, ed il complesso vulcanico stesso, crescendo, hanno anche congiunto i Monti Lepini all'Appennino, unione che poi si è completata con la deposizione di sedimenti fluviali nella Valle del Sacco (zona nei pressi di Frosinone). Insomma, quello che ora appare come un territorio unico e senza barriere, era fino a tempi recenti caratterizzato da varie isole [dalle più antiche alle più recenti: Cornicolani (tre isolette vicine, attuali colline di Sant'Angelo Romano, Poggio Cesi e Montecelio), Soratte, Monti Lepini, Ausoni ed Aurunci, molto dopo il complesso di Tolfa, ed infine i vulcani recenti], ad una certa distanza dalla catena appenninica. In una situazione del genere, è normale che si verichi un po' di speciazione, o almeno differenziazione di popolazioni. Quel che mi meraviglia, piuttosto, è che non ci sia un maggior numero di endemismi, che tra gli xilofagi sono veramente pochi. Mi pare invece che tra insetti meno mobili, per esempio, gli endogei, ci siano diversi endemismi. |
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