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Cybister (Melanectes) vulneratus Klug, 1834 Dettagli della specie

27.VI.1984 - ITALIA - Sicilia - CL, Biviere di Gela


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MessaggioInviato: 22/02/2010, 19:05 
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Il genere Cybister comprende, fra i Ditiscidi, le specie di maggiori dimensioni e più specializzate all'attività predatoria in immersione.
La Sicilia vanta (sarebbe meglio dire vantava), insieme alla Sardegna, la presenza di ben quattro specie, di cui tre a tipica diffusione sud-mediterraneo-etiopica (C. tripunctatus africanus, C. senegalensis, C. vulneratus).
Si tratta di veri e propri relitti tropicali, tipici dei grandi stagni dunali e retrodunali che trovavano al Biviere di Lentini (SR) il loro ambiente ideale e dove li raccoglieva il grande entomologo siciliano Enrico Ragusa.
Il compianto Nino Sanfilippo fu uno degli ultimi entomologi a raccogliere in quest'area, prima della sua totale bonifica, avvenuta alla fine degli anni '50.
Alcune delle specie presenti in quel fantastico ambiente trovarono rifugio nei pochi altri stagni costieri ancora "risparmiati", primo fra tutti il Biviere di Gela.
Qui, negli anni '80, ebbi modo di raccogliere qualche esemplare del Cybister (Melanectes) vulneratus Klug, 1834.
Si tratta di una specie assai caratteristica per la sua forma stretta e allungata, particolarmente idrodinamica, e soprattutto per la presenza di due macchie rosse pre-apicali sulle elitre, particolarmente visibili e accese negli esemplari vivi.
Il Ragusa lo definiva uno dei più bei Ditiscidi siciliani.
Spero di sbagliarmi, ma il peggioramento, negli ultimi due decenni, delle condizioni di naturalità del Biviere di Gela, stretto come in una morsa dall'intensa, incontrollata ed inquinante serricoltura che lo circonda, credo abbia inciso profondamente sulle popolazioni presenti ed il rischio che la specie si sia estinta è tutt'altro che improbabile.
E questa volta non c'era una seconda chance :dead:
Spero, nei prossimi anni, di essere smentito.
Esemplare di sesso femminile, raccolto al Biviere di Gela il 27.VI.1984. Dimensioni: 26 mm.


20100222175648_Cybister vulneratus_Biviere di Gela_27 VI 1984.jpg







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Distribuzione nota in Italia (fonte CKmap)

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:hi: Marcello Romano


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MessaggioInviato: 22/02/2010, 23:08 
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Nome: Danilo Mario Piccolino
Gran bella specie caro Marcello proprio una gran bella specie......:sick: speriamo che le funeste previsioni non si avverino, in questo caso ci ritroveremmo tutti un pò più poveri.

:hi:

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Danilo


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MessaggioInviato: 23/02/2010, 13:21 
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Nome: Alessandro Pinna
Ciao Marcello, che bella specie, complimenti! Speriamo che ci sia ancora, ma il biviere che citi non e' protetto in alcun modo? Certo che la ricchezza di specie, in particolare di idroadefagi, della Sicilia non ha eguali!
Personalmente, l'unico Cybister che ho in collezione e' il lateralimarginalis, mai viste le altre specie anche se il tripunctatus africanus e' stato raccolto anche al Nord, in Friuli a Isola Morosini. Immagino non ci sia piu' visto che e' una citazione storica di Angelini 1984.
Anche il lateralimarginalis in ogni caso si sta rarefacendo molto velocemente al Nord. Ricordo un piccolo laghetto costiero in Alto Adriatico che ne era pieno. Poi, verso gli anni 90 lo dragarono, scavarono ecc ecc, insomma lo distrussero. Tutte le specie interessanti di invertebrati, tra cui i Cybister abbondantissimi, sparirono nel giro di due anni. Persino i pesci sono spariti, che peccato...
Allo stato attuale conosco solo due stazioni dove la specie e' presente, ed in una e' rarissimo causa, tra le altre, la malefica presenza del terribile Procambarus clarkii.
Tra qualche anno, se le cose non cambiano, ci ritroveremo a guardare i nostri esemplari in collezione con tanta tristezza...

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AleP


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MessaggioInviato: 23/02/2010, 16:34 
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Nome: Marcello Romano
Ciao Alessandro :)
Il Biviere di Gela, in effetti, è una Riserva naturale orientata gestita dalla Lipu.
Tuttavia le aree naturalisticamente più interessanti, costituite dai tratti di sponda che durante determinati periodi dell'anno venivano in parte invasi dalle acque e rappresentavano un vero "paradiso" per decine di Dytiscidae e altri idroadefagi, sono oggi scomparse, sostituite da una distesa senza fine di serre, che circonda da ogni lato il biviere.
Più che qualunque parola, credo che basti questa immagine ripresa dall'alto (fonte. Google Earth), per rendersi conto della situazione attuale: osserva in particolare tutto il tratto compreso fra il biviere e la costa sabbiosa, dove le serre si susseguono senza soluzione di continuità :(

Biviere di Gela.jpg


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:hi: Marcello Romano


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MessaggioInviato: 23/02/2010, 19:41 
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Nome: Maurizio Gigli
AleP ha scritto:
Anche il lateralimarginalis in ogni caso si sta rarefacendo molto velocemente al Nord. Ricordo un piccolo laghetto costiero in Alto Adriatico che ne era pieno. Poi, verso gli anni 90 lo dragarono, scavarono ecc ecc, insomma lo distrussero. Tutte le specie interessanti di invertebrati, tra cui i Cybister abbondantissimi, sparirono nel giro di due anni. Persino i pesci sono spariti, che peccato...
Allo stato attuale conosco solo due stazioni dove la specie e' presente, ed in una e' rarissimo causa, tra le altre, la malefica presenza del terribile Procambarus clarkii.
Tra qualche anno, se le cose non cambiano, ci ritroveremo a guardare i nostri esemplari in collezione con tanta tristezza...

Intervengo anche io, visto che per un certo periodo, prima di attaccare coi Buprestidi, mi ero fissato con i Coleotteri acquatici in generale (forse anche a causa della mia tesi in idrobiologia). Fino alla fine degli anni '70 nel Lazio e dintorni non c'era uno stagno, un laghetto, un ruscello o altra qualsiasi raccolta d'acqua che non regalasse piacevoli sorprese. Da allora è stato un continuo depauperarsi della fauna acquatica. Qualcosa si trova ancora, ma quasi tutte specie banali e poco esigenti. La situazione è un pochino migliore nei laghetti carsici di montagna, anche perchè in questi l'unica variabile consistente può essere un aumento di eutrofizzazione dovuto ad un aumento di intensità del pascolo, e di conseguenza degli escrementi, soprattutto bovini, che finiscono in acqua.

Ne approfitto per chiedere se qualcuno nel forum è a conoscenza di ritrovamenti recenti, in Italia, di Dtytiscus latissimus.

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MessaggioInviato: 24/02/2010, 1:41 
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Nome: luigi lenzini
Velvet Ant ha scritto:
Il genere Cybister comprende, fra i Ditiscidi, le specie di maggiori dimensioni e più specializzate all'attività predatoria in immersione.


Questa considerazione l'avevo fatta anch'io ai tempi in cui abitavo a Viareggio e allevavo ditiscidi in acquario (molto comuni nei canali di bonifica e intorno al lago di Massaciuccoli), confrontando il Cybister sp. con il Dytiscus sp.
Il Cibister sp. mi sembrava molto più specializzato per la vita acquatica, adatto specialmente agli stagni spaziosi e non molto fitti di vegetazione.
La forma è più idrodinamica e mantiene la direzione anche se l'insetto smette per un attimo di nuotare; le zampe posteriori sono molto più potenti e con setole laterali più lunghe, mentre le anteriori sono più piccole e spariscono più facilmente nella nicchia apposita quando nuota.
Ma la differenza più notevole è che il Cybister sp. è un "sub con i piombi"; un assetto che noi abbiamo inventato solo di recente. Mentre il Ditiscus sp. deve spendere buona parte dell'energia per andare sotto, il Cybister sp.ha lo stesso peso specifico dell'acqua e può spendere tutte le sue forze per spostarsi in orizzontale.
Il rovescio della medaglia è che a volte rischia di annegare se non ce la fa a tornare su nuotando.

Queste caratteristiche, insieme al fatto che si sospetta la sua origina africana, mi avevano fatto venire un'idea fantasiosa: che i due generi si fossero evoluti in ambienti diversi - più difficile e selettivo quello africano - e si fossero riuniti in tempi recenti. Altrimenti, non mi spiegavo una differenza di specializzazione così marcata.

E' una sciocchezza?

:hi: luigi


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MessaggioInviato: 24/02/2010, 1:55 
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Nome: Maurizio Gigli
elleelle ha scritto:
Queste caratteristiche, insieme al fatto che si sospetta la sua origina africana, mi avevano fatto venire un'idea fantasiosa: che i due generi si fossero evoluti in ambienti diversi - più difficile e selettivo quello africano - e si fossero riuniti in tempi recenti. Altrimenti, non mi spiegavo una differenza di specializzazione così marcata.
i

Anche io li ho tenuti in acquario spesso, in passato, facendo osservazioni simili alle tue.
Credo che si siano semplicemente adattati ad ambienti acquatici diversi: acque più libere i Cybister e più ricche di vegetazione i Dytiscus. Sono entrambi ben adattati all'ambiente acquatico, ma in modo non identico. Dubito che le acque eurasiatiche possano considerarsi meno difficili di quelle africane, almeno non si può generalizzare. Senza contare che in passato, fino alle ultime ere glaciali (ed in particolare proprio l'ultima), c'erano molte meno differenze di fauna tra l'area mediterranea e sud-europea e quella africana.

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 02/03/2010, 11:59 
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Nome: Alessandro Pinna
Anche io ho allevato per anni entrambe le specie (D. marginalis e C. lateralimarginalis).
Devo dissentire in parte da quanto affermato, cioe' che il Cybister preferisca acque libere. Infatti e' vero che l'adulto di Cybister e' di sicuro piu' specializzato nel nuoto rispetto al Dytiscus, ma non va dimenticato lo stadio larvale. Per quella che e' la mia esperienza le larve di Cybister sono pessime nuotatrici ed hanno bisogno di una fittissima copertura vegetale per potersi arrampicare e raggiungere la superficie per respirare. Inoltre esse sono cacciatrici molto lente che predano di preferenza le larve di Odonati, cui tendono agguati proprio lungo i fusti delle piante acquatiche.
Anche nei laghi il Cybister si trova di preferenza nelle zone infrascate dei sottoriva mentre non lo ho mai raccolto nelle acque completamente libere, dove invece e' facile trovare il Dytiscus (per es abbeveratoi, acque leggermente correnti con scarsa vegetazione ecc.).
Venendo al Biviere di Gela:
Velvet Ant ha scritto:
Più che qualunque parola, credo che basti questa immagine ripresa dall'alto
eh si Marcello, questa foto la dice tutta...accidenti :x . Come si fa a parlare di zona protetta se non c'e' un'area circostante libera neanche a pagarla oro? Noi appassionati di idroadefagi sappiamo quanto importanti siano le aree temporaneamemte allagate vicino ai grandi stagni. Un vero peccato, speriamo che almeno le serre non scarichino nel biviere porcherie varie. :(

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AleP


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