Riprendo ed amplio il discorso (se lo si ritiene utile si può anche separare la discussione)...
Cosi come guardando i pochi maschi major di
Brachymitra balza agli occhi la somiglianza e la “vicinanza” con i
Compsocephalus allo stesso modo guardando i pochi maschi minor di
Compsocephalus ( compreso
Stephanocrates) non si possono non notare le affinità con i
Brachymitra... il che vuol dire ornamentazioni cefaliche ridotte, lato interno delle protibie meno “lavorato” e con spine ridotte (ma comunque presenti a differenza dei
Brachymitra dove nei minor sono del tutto assenti), minore risulta anche lo sviluppo (caratteristico) dei tarsi anteriori, forma del pronoto molto meno bombata con l'insetto che risulta meno (o per nulla) “ingobbito” e le proporzioni generali che appaiono del tutto paragonabili a quelle dei
Brachymitra minor.
Nei
Brachymitra i maschi minor sono in nettissima maggioranza ed i maschi major paiono (per il momento e per quanto mi consta) non solo in minoranza numerica ma sopratutto confinati a precise zone che forse potrebbero coincidere con quelle di origine della specie o dove comunque le condizioni sono senza dubbio favorevoli ad un diverso, e maggiore, sviluppo degli individui... nel caso specifico dei ritrovamenti in questione il Monte Elgon in Kenya.
Si assiste poi alla solita variabilità individuale non solo cromatica, spesso infatti si osservano degli esemplari (sempre maschi) con caratteristiche major appena accennate e che interessano una data caratteristica ma non altre o comunque non tutte assieme e non certo ai massimi livelli (se non nei veri e propri maschi major in cui sono presenti tutte le succitate caratteristiche ed ai massimi livelli noti, seppur con la consueta variabilità individuale) come se ci fosse una “scala” di caratteri con emersione prioritaria che vedono la luce con una certa sequenza prestabilita.
Mi pare, per quello che ho potuto vedere, che il primo dato ad emergere, in questa scala che dal minor porta al major, sia quello legato alla “spinosità” del lato interno delle protibie, seguito dall'ingrossamento delle protuberanze clipeale e frontale che si fanno più spesse, più lunghe e di forma più “completa” e definita dando compiutezza a quelli che erano semplici “abbozzi”.
Infine l'altro e conclusivo elemento è la taglia che a sua volta genera la classica bombatura del pronoto e l'aspetto “ingobbito” tipico dei major.
Vorrei far notare alcune “singolarità” che potrebbero avere un peso in questa differenza tra maschi minor e major e mettere in luce delle affinità tra gli appartenenti ai generi (o al genere) in questione.
Gli appartenenti ai generi
Compsocephalus, Stephanocrates e
Brachymitra hanno un areale di distribuzione (attuale) che segue l'andamento della Grande Rift Valley e dei massicci montuosi e vulcanici che l'accompagnano da Nord verso Sud, dall'Etiopia fino alla Tanzania.
Il
Compsocephalus (Stephanocrates) benningseni è invece localizzato nella catena montuoso/vulcanica dei Virunga (Rift Albertine, una diramazione della Rift Valley) e il
Compsocephalus (Stephanocrates) preussi sul M.te Cameroun.
A tal proposito oggi sappiamo che le foreste africane nell'arco del tempo subirono delle espansioni e delle contrazioni legate ai periodi di glaciazione (espansione) e ai successivi periodi “secchi” (contrazione), nei periodi di contrazione (come l'attuale) gli areali di distribuzione del genere paiono essere legati quindi alla presenza di massicci montuosi ove resistono (persistono) condizioni ottimali (o comunque le migliori a disposizione in detta fase climatica) ciò determina in molti casi (come diversi
Compsocephalus Etiopi legati a foreste relitte) un isolamento geografico (paragonato a quello insulare) che, nel tempo, ha permesso (ed incoraggiato) il formarsi di differenziazioni apprezzabili.
Il caso del
Compsocephalus (Stephanocrates) preussi dovrebbe evidenziare come nei periodi “favorevoli” il genere si sia espanso fino ai limiti occidentali dell'Africa equatoriale e di come in seguito, col mutare delle condizioni, si sia trovato isolato e relegato ai soli ambiti maggiormente favorevoli.
In
Compsocephalus (e
Stephanocrates) questo isolamento e questa localizzazione non pare aver influito in modo apprezzabile nella perdita delle caratteristiche tipiche dei major che sono rimaste dominanti su quelle dei minor in virtù del fatto (con ogni probabilità) che sono comunque rimasti legati ad ambienti ideali che ne hanno permesso nel tempo (e ne permettono tutt'ora) la normale crescita in forma major.
Lo stesso non si può dire dei
Brachymitra che sembrano aver subito un adattamento inverso con la sostanziale perdita delle caratteristiche major (rimaste relegate agli habitat maggiormente favorevoli) in favore delle forme minor. Un prezzo per la sopravvivenza e l'adattamento? Parrebbe di si...
In passato, durante i periodi di espansione degli habitat di riferimento la presenza di maschi major era probabilmente molto maggiore (se non maggioritaria tout court) anche nei
Brachymitra.
Probabilmente ulteriori ricerche sul campo porteranno al ritrovamento di altre zone, relativamente remote o poco studiate in tal senso, con presenza di maschi major... sempre che siano ancora oggettivamente presenti. Anche il fenomeno del Climate Change avrà sicuramente un ruolo nella ulteriore probabile restrizione delle zone favorevoli e/o ottimali allo sviluppo di major relegandoli (ove ciò sia possibile) a quote maggiori.
Concludendo... mi sembra che i membri del genere (
Compsocephalus) che sono rimasti legati a certe zone (evidentemente favorevoli ad un pieno sviluppo corporeo) hanno mantenuto una predominanza di maschi major e quindi una alta frequenza di certe caratteristiche appariscenti mentre altri (
Brachymitra) che si sono adattati a zone meno favorevoli vedono una più che netta predominanza di maschi minor.
Queste macroscopiche differenze tra maschi (e la rarità ed estrema localizzazione dei pochi major sino ad ora, e solo di recente, trovati) ha dato origine al comprensibilissimo “equivoco” (non saprei come altro chiamarlo) che ha portato alla nascita del genere
Brachymitra impedendone (rimandandone) quella che all'oggi parrebbe una corretta collocazione in seno al genere
Compsocephalus.
la corretta (ed attuale) formulazione nomenclaturale quindi dovrebbe ora essere (e correggetemi se sbaglio...) ad esempio:
Compsocephalus (Compsocephalus) dmitriewi Olsufiew 1902
Compsocephalus (Stephanocrates) benningseni Kuhnt 1909
Compsocephalus (Brachymitra) rotteveeli Drumont 1996
ora, per avvalorare quanto detto sin'ora, alcune immagini comparative con maschi major e minor:
dal 10 al 16
Compsocephalus (Brachymitra) bayeri, M.te Elgon, Kenya (23-35mm testa e pigidio esclusi)
da 4 e 5
Compsocephalus (Brachymitra) thomasi, Kijabe Escarpment, Kenya
6
Compsocephalus (Stephanocrates) dohertyi (maschio minor), Githunguri, Uplands, Kenya
da 7 a 9 Compsocephalus (Brachymitra) bayeri, Nandi Escarpment, Kenya
immagini tratte dal lavoro di Legrand precedentemente citato.
confronto tra due Compsocephalus (Compsocephalus) kachowskii kachovskii
confronto tra Compsocephalus (Stephanocrates) preussi, una serie di major ed un minor
Mi permetto di suggerire un interessantissimo lavoro:
Les insectes actuels témoins des passés de l’Afrique: essai sur l’origine et la singularité de l’entomofaune de la région afrotropicale
Philippe Le Gall, Jean-Francois Silvain, André Nel & Daniel Lachaise
Ann. soc. entomol. Fr. (n.s.), 2010, 46 (3–4) : 297-343
scaricabile free in pdf
http://horizon.documentation.ird.fr/exl ... 051464.pdfPS: ciao Jan