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Brachymitra sp. - Cetoniidae

TANZANIA, REPUBBLICA UNITA DI - EE


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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Brachymitra sp. - Cetoniidae
MessaggioInviato: 19/11/2012, 23:47 
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20
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Nome: Maurizio Gigli
Da una vecchia collezione, sporco e preparato così così.

E' determinato come Brachymitra thomasi. Sul genere non ho dubbi, ma non sono sicuro della specie.

Dati di raccolta sconosciuti, eccetto Tanzania

28 mm
Brachymitra_thomasi_Tanzania_28mm_grey.jpg


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 Oggetto del messaggio: Re: Brachymitra sp. - Cetoniidae
MessaggioInviato: 20/11/2012, 5:36 
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Iscritto il: 05/11/2012, 1:00
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Nome: cesare ancona
purtroppo non ho testi a disposizione (o campioni per un confronto) ma mi pare che spiccate similitudini (e quindi dubbi sull'identificazione) ci siano tra il B. thomasi ed il Brachymitra (Compsocephalus) rotteveeli Drumont, 1996
quindi uno dei due... i colori della foto da te postata sono fedeli all'originale? femori e tibie dovrebbero essere un poco più sul verde metallico ma potrebbe essere solo una questione di luce (nella foto).
quel blu che si intravede ai lati del "cornetto" (e la forma dello stesso) mi farebbero propendere (se fossi costretto ad esprimermi :lol: ) per il rotteveeli...
a complicare le cose vi sarebbe poi la solita "variabilità" cromatica tipica di molti Cetonidae... vi è pure una blue form...
mi spiace non poter essere di maggiore aiuto.
Cesare

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 Oggetto del messaggio: Re: Brachymitra sp. - Cetoniidae
MessaggioInviato: 20/11/2012, 9:11 
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Nome: Maurizio Gigli
Anche io ero indeciso tra le due specie da te citate, ma siccome non ho le chiavi del genere, le conosco solo per foto, non conosco la loro variabilità, non conosco l'affidabilità delle determinazioni sul web, e neppure sono certo che siano effettivamente due specie diverse, ho preferito restare solo sul genere.

I colori che vedi sono quelli reali. Le due zone blu ai lati del cornetto cefalico non sono un effetto della foto, anzi dal vero sono forse più evidenti.

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 Oggetto del messaggio: Re: Brachymitra sp. - Cetoniidae
MessaggioInviato: 20/11/2012, 15:37 
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Nome: cesare ancona
condivido in toto quanto scrivi e mi trovo nella tua stessa situazione...

Cita:
Le due zone blu ai lati del cornetto cefalico non sono un effetto della foto, anzi dal vero sono forse più evidenti.


questa era l'unica cosa che sapevo con certezza... :)


sarebbe da chiedere lumi ad Alain Drumont...
http://museum.unl.edu/research/entomolo ... rumont.htm
E-MAIL: alain.drumont@naturalsciences.be

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 Oggetto del messaggio: Re: Brachymitra sp. - Cetoniidae
MessaggioInviato: 04/01/2013, 0:56 
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Nome: cesare ancona
ho chiesto qualche giorno fa (per email) a Drumont di mandarmi cortesemente le chiavi di identificazione per i Brachymitra, in particolare per il rotteveli.
è specie relativamente recente (1996) quindi i "vecchi" Allard, Rigout, Sakai non aiutano granché...
fino ad ora comunque nessuna nuova...

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 Oggetto del messaggio: Re: Brachymitra sp. - Cetoniidae
MessaggioInviato: 20/01/2013, 22:25 
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Nome: cesare ancona
allora, ricapitolando.... dopo essermi scervellato :x dietro l'habitus e le sue variabilità, il colore delle ali, le ornamentazioni (corna clipeale e frontale) cefaliche dei Brachymitra (tra variabilità specifiche, foto che non erano il massimo, disegni cosi cosi...) ho trovato (grazie ad Alain Drumont che mi ha mandato la descrizione originale) un elemento distintivo definitivo e risolutorio: il numero dei denti del margine esterno delle metatibie... il B. rotteveeli ne ha uno solo gli altri Brachymitra due e ben pronunciati. Vi sarebbero differenze anche nei parameri ma tralasciamo.
Ero già fortemente orientato sul rotteveli ma ora ne abbiamo conferma. :birra:
Quindi, per i succitati motivi: Brachymitra rotteveeli Drumont 1996
anche la localizzazione geografica può cosi essere determinata con maggior precisione essendo localizzato nella zona NE della Tanzania, tra il monte Kilimandjaro ed il monte Meru.
ciao... :hi:

ps: ora Maurizio attendo con trepidazione gli altri Cetoniidae che avevi "promesso" di darmi in pasto qui sul forum.... :lol:

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 Oggetto del messaggio: Re: Brachymitra sp. - Cetoniidae
MessaggioInviato: 21/01/2013, 0:18 
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Nome: cesare ancona
comunque ho ordinato (su consiglio di JP Legrand) le ultime pubblicazioni di "Chaiers Maggellanes" sull'argomento Brachymitra perché voglio vederci più chiaro (di quanto fatto fino ad ora) ed alla fine fare delle chiavi con immagini come ho fatto con le ssp di Inca clathrata (viewtopic.php?f=164&t=41697&hilit=inca+clathrata) da mettere qui sul forum...
ps: se a questo scopo, Maurizio, mi facessi una bella foto della testa dove si vede bene sia il corno clipeale che quello frontale te ne sarei grato... :hp: quando (e se) trovi il tempo, ovviamente :lol:
ciao :hi:

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 Oggetto del messaggio: Re: Brachymitra sp. - Cetoniidae
MessaggioInviato: 21/01/2013, 1:04 
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Nome: Maurizio Gigli
Grazie Cesare. Appena possibile ti faccio le foto, e magari rifotografo pure la bestia dopo averla pulita.

Mi è venuto un dubbio: uno o due denti sul margine esterno ... ma oltre a quello terminale o va contato pure quello?

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 Oggetto del messaggio: Re: Brachymitra sp. - Cetoniidae
MessaggioInviato: 21/01/2013, 10:22 
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in questo caso (non so in altri) quella dell'apice tibiale non si conta... ma non chiedermi perché :)
in tutti i casi il rotteveli ne ha uno in meno (anche contando quella dell'apice metatibiale), 1 vs 2 o 2 vs 3 calcolando quello apicale.
io mi sono affidato alla descrizione originale ed al confronto di questo carattere che a differenza degli altri (colore delle ali, cornetti clipeali e frontali, parameri) è abbastanza evidente anche in foto tutt'altro che eccelse... (a meno che le metatibie non siano nascoste sotto l'insetto, cosa che a volte capita...)
Alain Drumont (nella descrizione originale) dice che raramente anche nel rotteveeli si può scorgere un secondo dentino metatibiale (più in alto del principale) ma è estremamente ridotto, solo un abbozzo...
chissà se al Museo Civico di Zoologia di Roma hanno dei Brachymitra (almeno il bayeri e thomasi, il rotteveeli ce l'hai tu :) )... si potrebbero confrontare e fotografare in grazia di dio e fare una publicazioncina (PDF?) completa di descrizione, chiavi di identificazione e foto esplicative fatte bene... (aspetto di vedere quelle dei Chaiers Magellanes prima, ovviamente... magari c'è già tutto...)
sai chi è il curatore in questo momento? le mie assidue frequentazioni del museo risalgono a quando c'era Vincenzo Vomero (cioè una vita fa... :lol: )...
ciao

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 Oggetto del messaggio: Re: Brachymitra sp. - Cetoniidae
MessaggioInviato: 21/01/2013, 10:34 
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l'alternativa sarebbe comprare qualche esemplare (chiedendo che i dati di raccolta siano completi e precisi) delle tre specie e poi supplicare Daniele Sechi di mettere a disposizione "la sua arte" fotografica...
entrambe le soluzioni hanno pro e contro...
ciao

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 Oggetto del messaggio: Re: Brachymitra sp. - Cetoniidae
MessaggioInviato: 28/02/2013, 22:17 
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Purtroppo al momento non ho più (vedi trasferimento in campagna) la connessione internet a casa e pertanto il mio impegno e la frequentazione del forum non può che procedere a singhiozzo… anche il tempo a mia disposizione per occuparmi di questa come di molte altre cose si è ridotto mostruosamente (almeno per il momento) visto l’impegno che la casa e la cura del terreno richiedono, almeno in questa prima fase…
Torniamo a bomba… cioè al Brachymitra in questione… mi sono arrivati i 4 numeri di “Les cahiers Magellanes” sui Cetoniidae afrotropicali che aspettavo tra cui quelli riguardanti i Brachymitra/Stephanocrates/Compsocephalus a cura di JP Legrand (n° 8 del 2004 e n° 26 del 2008) e… la faccenda si “incasina” un po’… alcune risposte le ho trovate ma (tanto per cambiare…) gli interrogativi sul genere in questione (e non solo) sono aumentati invece che diminuire…
Andiamo per gradi… anzitutto ho finalmente capito perché i francesi (o la scuola francese) usano tendenzialmente “ancora” il genere Compsocephalus al posto di Brachymitra e sinceramente allo stato delle mie conoscenze penso che non abbiano tutti i torti anche se c’è ancora da approfondire (sul campo soprattutto) e da capire (e confrontare, magari anche dal punto di vista genetico).
La pietra “angolare” del ragionamento francese parte dalla cattura di numerosi esemplari “giganti” di Brachymitra bayeri (Moser) da parte di Bruno Le Rü e Jean-Paul Chirey in Kenya (zona del Monte Elgon) e Cyril Di Gennaro in Etiopia, esemplari le cui caratteristiche (mai viste prima in queste forme) mettono in dubbio la validità dei criteri sin li (parliamo del 2004) utilizzati e rendono evidente come gli esemplari di Brachymitra sin qui osservati altro non siano (la faccio breve e riassumo) che dei maschi minor con tutta una serie di caratteristiche fondamentali (quali forma e dimensione del corno clipeale e di quello frontale, forma e “spinosità” del lato interno delle protibie, dimensioni generali, forma e bombatura del protorace) molto ridotte e/o assenti e che i maschi major osservati avessero invece quelle caratteristiche (assenti nei minor) che li farebbero ricondurre a Compsocephalus (White 1845)… certe caratteristiche sarebbero molto variabili (con tutta la gamma presente da un estremo all’altro) e dipendenti dalla taglia dell’esemplare (popolazione d’appartenenza/provenienza) invece che da differenze di genere… la similitudine degli apparati genitali per contro è evidente.
Vi è poi (come tipico dei Cetoniidae) la solita variabilità cromatica…
Resta da capire (io sono fermo a questi studi, magari ne sono seguiti altri di cui in questo istante non ho contezza) quali condizioni e quali cause portano ad un tale sviluppo (o “non” sviluppo).

ne discenderebbe e ne consegue che Brachymitra (Kolbe 1904) cadrebbe in sinonimia con Compsocephalus (White 1845), come prima era accaduto a Bettonia (Waterhouse 1905) con Brachymitra… lo stesso discorso varrebbe quindi anche per Stephanocrates (Kolbe 1892)…
Il risultato finale di questa piccola rivoluzione dei generi in questione è una semplificazione che da come risultato che Brachymitra e Stephanocrates “diventano” (o tornano ad essere) Compsocephalus… quindi:

Compsocephalus bayeri (Moser)
Compsocephalus thomasi (Kolbe)
Compsocephalus rotteveeli (Drumont)

Compsocephalus benningseni (Kuhnt)
Compsocephalus preussi (Kolbe)
Compsocephalus dohertyi (Jordan)
Compsocephalus kiellandi (Allard)

Compsocephalus dmitriewi (d’Olsufiev)
Compsocephalus horsfeldianus (White)
Compsocephalus kachowskii (d’Olsufiev)


Vi sono poi le ssp note:
Compsocephalus dmitriewi milishai
Compsocephalus kachowskii werneri
Compsocephalus horsfeldianus noguchii
Compsocephalus horsfeldianus czeppelli
Compsocephalus horsfeldianus galinieri



Queste conclusioni sono interessanti ed in generale controtendenza (nel campo Cetoniidae) rispetto a quanto visto fino ad ora con la tendenza “a dividere” anche in base a “sofismi quasi impercettibili” o sulla base della sola variabilità cromatica..
Come considerazione personale (per quello che vale) aggiungo che effettivamente, da quello che ho potuto vedere, i maschi “big” in questione (bellissimi!!!) “sembrano” davvero dei Compsocephalus con uno sviluppo delle ornamentazioni cefaliche, scultura e forma del lato interno delle protibie, dimensioni generali e forma del pronoto (grosso e bombato) assolutamente compatibili con le conclusioni della ricerca. Cercherò di approfondire ulteriormente l’argomento che ai miei occhi appare assai interessante… anche perché mi si sono leggermente “rimescolate” le carte… e voglio capirne di più visto che pensavo (erroneamente) che con queste pubblicazioni avrei chiuso il cerchio in maniera (più o meno) definitiva…

Ciao
Cesare

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 Oggetto del messaggio: Re: Brachymitra sp. - Cetoniidae
MessaggioInviato: 28/02/2013, 23:36 
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In Tanzania, due species


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 Oggetto del messaggio: Re: Brachymitra sp. - Cetoniidae
MessaggioInviato: 04/03/2013, 18:10 
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Riprendo ed amplio il discorso (se lo si ritiene utile si può anche separare la discussione)...
Cosi come guardando i pochi maschi major di Brachymitra balza agli occhi la somiglianza e la “vicinanza” con i Compsocephalus allo stesso modo guardando i pochi maschi minor di Compsocephalus ( compreso Stephanocrates) non si possono non notare le affinità con i Brachymitra... il che vuol dire ornamentazioni cefaliche ridotte, lato interno delle protibie meno “lavorato” e con spine ridotte (ma comunque presenti a differenza dei Brachymitra dove nei minor sono del tutto assenti), minore risulta anche lo sviluppo (caratteristico) dei tarsi anteriori, forma del pronoto molto meno bombata con l'insetto che risulta meno (o per nulla) “ingobbito” e le proporzioni generali che appaiono del tutto paragonabili a quelle dei Brachymitra minor.
Nei Brachymitra i maschi minor sono in nettissima maggioranza ed i maschi major paiono (per il momento e per quanto mi consta) non solo in minoranza numerica ma sopratutto confinati a precise zone che forse potrebbero coincidere con quelle di origine della specie o dove comunque le condizioni sono senza dubbio favorevoli ad un diverso, e maggiore, sviluppo degli individui... nel caso specifico dei ritrovamenti in questione il Monte Elgon in Kenya.
Si assiste poi alla solita variabilità individuale non solo cromatica, spesso infatti si osservano degli esemplari (sempre maschi) con caratteristiche major appena accennate e che interessano una data caratteristica ma non altre o comunque non tutte assieme e non certo ai massimi livelli (se non nei veri e propri maschi major in cui sono presenti tutte le succitate caratteristiche ed ai massimi livelli noti, seppur con la consueta variabilità individuale) come se ci fosse una “scala” di caratteri con emersione prioritaria che vedono la luce con una certa sequenza prestabilita.
Mi pare, per quello che ho potuto vedere, che il primo dato ad emergere, in questa scala che dal minor porta al major, sia quello legato alla “spinosità” del lato interno delle protibie, seguito dall'ingrossamento delle protuberanze clipeale e frontale che si fanno più spesse, più lunghe e di forma più “completa” e definita dando compiutezza a quelli che erano semplici “abbozzi”.
Infine l'altro e conclusivo elemento è la taglia che a sua volta genera la classica bombatura del pronoto e l'aspetto “ingobbito” tipico dei major.
Vorrei far notare alcune “singolarità” che potrebbero avere un peso in questa differenza tra maschi minor e major e mettere in luce delle affinità tra gli appartenenti ai generi (o al genere) in questione.
Gli appartenenti ai generi Compsocephalus, Stephanocrates e Brachymitra hanno un areale di distribuzione (attuale) che segue l'andamento della Grande Rift Valley e dei massicci montuosi e vulcanici che l'accompagnano da Nord verso Sud, dall'Etiopia fino alla Tanzania.
Il Compsocephalus (Stephanocrates) benningseni è invece localizzato nella catena montuoso/vulcanica dei Virunga (Rift Albertine, una diramazione della Rift Valley) e il Compsocephalus (Stephanocrates) preussi sul M.te Cameroun.
A tal proposito oggi sappiamo che le foreste africane nell'arco del tempo subirono delle espansioni e delle contrazioni legate ai periodi di glaciazione (espansione) e ai successivi periodi “secchi” (contrazione), nei periodi di contrazione (come l'attuale) gli areali di distribuzione del genere paiono essere legati quindi alla presenza di massicci montuosi ove resistono (persistono) condizioni ottimali (o comunque le migliori a disposizione in detta fase climatica) ciò determina in molti casi (come diversi Compsocephalus Etiopi legati a foreste relitte) un isolamento geografico (paragonato a quello insulare) che, nel tempo, ha permesso (ed incoraggiato) il formarsi di differenziazioni apprezzabili.
Il caso del Compsocephalus (Stephanocrates) preussi dovrebbe evidenziare come nei periodi “favorevoli” il genere si sia espanso fino ai limiti occidentali dell'Africa equatoriale e di come in seguito, col mutare delle condizioni, si sia trovato isolato e relegato ai soli ambiti maggiormente favorevoli.
In Compsocephalus (e Stephanocrates) questo isolamento e questa localizzazione non pare aver influito in modo apprezzabile nella perdita delle caratteristiche tipiche dei major che sono rimaste dominanti su quelle dei minor in virtù del fatto (con ogni probabilità) che sono comunque rimasti legati ad ambienti ideali che ne hanno permesso nel tempo (e ne permettono tutt'ora) la normale crescita in forma major.
Lo stesso non si può dire dei Brachymitra che sembrano aver subito un adattamento inverso con la sostanziale perdita delle caratteristiche major (rimaste relegate agli habitat maggiormente favorevoli) in favore delle forme minor. Un prezzo per la sopravvivenza e l'adattamento? Parrebbe di si...
In passato, durante i periodi di espansione degli habitat di riferimento la presenza di maschi major era probabilmente molto maggiore (se non maggioritaria tout court) anche nei Brachymitra.
Probabilmente ulteriori ricerche sul campo porteranno al ritrovamento di altre zone, relativamente remote o poco studiate in tal senso, con presenza di maschi major... sempre che siano ancora oggettivamente presenti. Anche il fenomeno del Climate Change avrà sicuramente un ruolo nella ulteriore probabile restrizione delle zone favorevoli e/o ottimali allo sviluppo di major relegandoli (ove ciò sia possibile) a quote maggiori.
Concludendo... mi sembra che i membri del genere (Compsocephalus) che sono rimasti legati a certe zone (evidentemente favorevoli ad un pieno sviluppo corporeo) hanno mantenuto una predominanza di maschi major e quindi una alta frequenza di certe caratteristiche appariscenti mentre altri (Brachymitra) che si sono adattati a zone meno favorevoli vedono una più che netta predominanza di maschi minor.
Queste macroscopiche differenze tra maschi (e la rarità ed estrema localizzazione dei pochi major sino ad ora, e solo di recente, trovati) ha dato origine al comprensibilissimo “equivoco” (non saprei come altro chiamarlo) che ha portato alla nascita del genere Brachymitra impedendone (rimandandone) quella che all'oggi parrebbe una corretta collocazione in seno al genere Compsocephalus.
la corretta (ed attuale) formulazione nomenclaturale quindi dovrebbe ora essere (e correggetemi se sbaglio...) ad esempio:
Compsocephalus (Compsocephalus) dmitriewi Olsufiew 1902
Compsocephalus (Stephanocrates) benningseni Kuhnt 1909
Compsocephalus (Brachymitra) rotteveeli Drumont 1996

ora, per avvalorare quanto detto sin'ora, alcune immagini comparative con maschi major e minor:

dal 10 al 16 Compsocephalus (Brachymitra) bayeri, M.te Elgon, Kenya (23-35mm testa e pigidio esclusi)
da 4 e 5 Compsocephalus (Brachymitra) thomasi, Kijabe Escarpment, Kenya
6 Compsocephalus (Stephanocrates) dohertyi (maschio minor), Githunguri, Uplands, Kenya
da 7 a 9 Compsocephalus (Brachymitra) bayeri, Nandi Escarpment, Kenya
Brach01.JPG


immagini tratte dal lavoro di Legrand precedentemente citato.

confronto tra due Compsocephalus (Compsocephalus) kachowskii kachovskii
comp1.JPG



confronto tra Compsocephalus (Stephanocrates) preussi, una serie di major ed un minor
preu1.JPG




Mi permetto di suggerire un interessantissimo lavoro:
Les insectes actuels témoins des passés de l’Afrique: essai sur l’origine et la singularité de l’entomofaune de la région afrotropicale
Philippe Le Gall, Jean-Francois Silvain, André Nel & Daniel Lachaise
Ann. soc. entomol. Fr. (n.s.), 2010, 46 (3–4) : 297-343

scaricabile free in pdf
http://horizon.documentation.ird.fr/exl ... 051464.pdf

PS: ciao Jan

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 Oggetto del messaggio: Re: Brachymitra sp. - Cetoniidae
MessaggioInviato: 04/03/2013, 22:08 
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non essendoci una foto migliore della testa (non è una critica) e non potendo vedere meglio il corno clipeale e (soprattutto) quello frontale inserisco i disegni di Allard (goliathini 3) e Drumont (descrizione originale del B. rotteveeli) cosi Maurizio potrà confrontarli con l'esemplare e (speriamo) avere una qualche risposta sulla correttezza della determinazione...
io insisto :) con la mia prima impressione cioè Compsocephalus (Brachymitra) rotteveeli Drumont 1996

fig 1- rotteveeli, fig 2- thomasi, fig 3- bayeri, fig 4- thomasi

brachy heads.JPG



è interessante notare (e si riaggancia ai miei interventi precedenti in merito) come persino da questi due disegni esplicativi emergano differenze non proprio trascurabili (vedere i due thomasi fig 2 e 4) legate allo sviluppo degli esemplari osservati.

ciao :hi:

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 Oggetto del messaggio: Re: Brachymitra sp. - Cetoniidae
MessaggioInviato: 05/03/2013, 21:43 
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Per far notare alcune similitudini e caratteristiche comuni degli habitat delle aree in cui sono presenti i Compsocephalus inserisco una carta dell’Africa con le presenze del genere rispetto alle principali caratteristiche fisiche (citate sommariamente nei miei prec. interventi) della zona.
Le zone montuose che ospitano e danno rifugio al genere sono di origine vulcanica, sia lungo la Rift Valley, dall’Acrocoro Etiope alle vette del Kenya e Tanzania, che procedendo verso ovest con la catena dei Virunga ed infine (2200 km più in la) col M.te Cameroon.
Sovrapponendo anche altri parametri* il discorso non cambia ed emergono ulteriori caratteri in comune e similarità (almeno a questo livello, basso, di studio)…
Sarebbe interessante fare un lavoro del genere riferito alla vegetazione e soprattutto alle piante ospiti ma bisognerebbe anche conoscere bene le abitudini e la biologia sia degli adulti che delle fasi larvali. A questo proposito il C. horsfieldanus czeppeli Forti 2003 si differenzia, per abitudini, dagli altri Compsocephalus in quanto legato ai “détriment de palmiers”.
In questo modo dovrebbe essere più facile (dovrebbe…) capire quali sono le variabili ed i fattori che venendo meno condizionano lo sviluppo dell’adulto (maschio) in modo tanto appariscente.

*- temperature, piovosità, acquifer flow and storage type, aquifer saturated tickness, insolazione (global orizzontal irradiation).
Ho anche sovrapposto la mappa del “Global Climate Change Related Vulnerability” e purtroppo, come era facile prevedere, anche in questo caso le zone coincidono tra loro per vulnerabilità (definita “more vulnerable”, la più alta…)

Copia di africa e compsocephalus.png


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