Benvenuto Ospite

Forum Entomologi Italiani

www.entomologiitaliani.net/forum
 
Oggi è 20/04/2024, 2:41

Tutti gli orari sono UTC + 1 ora [ ora legale ]

Typhaeus (Typhaeus) typhoeus (Linnaeus, 1758) - Geotrupidae (var. pumilus) Un Typhaeus dimenticato

2003 - ITALIA - Marche - AN, Osimo


nuovo argomento
rispondi
Vai alla pagina 1, 2  Prossimo
Pagina 1 di 2 [ 19 messaggi ]
Autore Messaggio
MessaggioInviato: 08/11/2011, 0:54 
Avatar utente

Iscritto il: 02/10/2009, 17:40
Messaggi: 895
Località: Osimo
Nome: Alberto Strocchi
Beh ... più che una segnalazione è una pagina di diario ...! Ma ve la voglio raccontare.
Alcuni anni fa avevo raccolto alcuni esemplari di Typhaeus thyphaeus.
Specie inconfondibile e monospecifica ... qui in Italia ... per cui nessun dubbio: presi, inspillati praparati e messi in collez...!!!
Un momento! (esclamai tra me e me) ma questi sono maschi o femmine?
Penserete che sia una domanda stupida ... e per un momento lo credetti anche io ... ma ...:
Mi ero accorto che alcuni "maschi" coi loro cornetti modesti avevano il protorace delle femmine.
Allora mi chiesi: femmine con le corna o maschi femminei?
La risposta fu subito chiara: maschi femminei!
Non potete immaginare la mia emozione: non avevo mai sentito parlare nè avevo mai letto di simile situazione.
Interpellai l'unica persona che - sapevo - avrebbe potuto aiutarmi: Credence! (Allora non c'era neanche il FEI).
La cosa lasciò colpito anche lui (!!!) e la souspance durò diverse settimane fino al giorno in cui le sue ricerche ebbero esito positivo e questo è testualmente quanto mi scrisse allora:
"... Dopo anni luce mi hanno spedito le fotocopie di quel famoso lavoro di Mulsant (1842) dove supponevo potesse esserci qualche indicazione riguardo il Typhaeus mezzo maschio e mezzo femmina che hai raccolto tu.
Ebbene, la bellezza di 201 anni fa un certo Marsham (1802) descrisse la varietà pumilus: la descrizione corrisponde perfettamente con i tuoi esemplari".
Nonostante la delusione di NON aver scoperto qualcosa di nuovo .. mi sentii in qualche modo appagato per aver "riscoperto" qualcosa che era andato perduto.
Ve l'ho voluto raccontare ... non solo perché fu un'esperienza adrenalinicamente emozionante, ma perché ancora oggi mi chiedo come mai tra le tante varietà descritte di altre specie, questa sia andata così dimenticata.
Voglio dire "o tutti o nessuno" ... no?
Vi mostro le foto dell'epoca (la forma aberrante e un suo particolare, a confronto con la forma tipica) e il primo schizzo che inviai a Credence per dargli un'anteprima della mia scoperta "fasulla", oltre ad un sunto della descrizione che ne feci.
Ciao
"... Caratteri morfologici:
Premesso che le anomalie aberranti dal typo sono limitate al protorace ed alle elitre dei maschi, si soprassiede sulla descrizione di tutte le altre parti corporee.

Protorace:
Dimensioni di rapporto Lunghezza/larghezza, modificate in senso longitudinale con evidente maggiorazione della distanza tra bordo anteriore e base.
Tegumento assai più lucido rispetto al typo.
Puntinatura sul disco limitata a pochissimi punti o nulla, assai abbondante e fitta, localmente confusa sui lati.
Corno centrale presente e modestamente sviluppato del tutto simile a quello del typo; corna laterali spinte in avanti e di lunghezza mai tale da superare il clipeo ( a volte con tendenze ad incurvamento verso il capo).
Bordo del protorace lateralmente largamente e più regolarmente arrotondato; quasi rettilineo nella parte obliqua anteriore dove appare proteso in avanti e culminante in un angolo più o meno sentito che riprende l’incavo ospitante il capo (di fatto il carattere qui appena descritto, in genere è tipico degli esemplari femminili).
Elitre:
Rapporto lunghezza/larghezza modificato in senso longitudinale.
Elitre di fatto più lunghe che larghe (da omero ad omero) e più lunghe che nel typo.
Bordo elitrale con sagoma assai più uniformemente arrotondata, rispetto al typo, con curvatura che inizia appena dietro la metà (il typo presenta la sagoma della parte elitrale, nel complesso, sub-quadrata, con curvatura nel terzo posteriore assai più sentita).

Alberto


protorace.jpg

T-01.jpg

T-02.jpg

T-03.jpg

Top
profilo
 Oggetto del messaggio: Re: Un Typhaeus dimenticato
MessaggioInviato: 08/11/2011, 8:44 
Avatar utente

Iscritto il: 30/12/2009, 22:20
Messaggi: 31564
Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
Ciao Alberto. Mi sembra che si tratti di normalissima variabilità di dimensioni e sviluppo delle corna, come si osserva nei maschi di moltissime specie in cui i maschi sono dotati di appendici cefaliche o protoraciche, e più in generale tutte le volte in cui ci troviamo di fronte a specie con forte dimorfismo sessuale. I caratteri sessuali secondari dei maschi vanno generalmente da un minimo, poco diverso dalla condizione "primitiva" che si riscontra nella femmina, ad un massimo in maschi con processi fortemente sviluppati e spesso anche di dimensioni maggiori.
Per fare qualche esempio, lo stesso fenomeno si riscontra nei Copris, nei Bubas, negli Onthophagus, tanto per restare tra gli stercorari. Insieme al diverso sviluppo delle corna si nota spesso anche una differenza di conformazione/proporzioni del pronoto. Non per questo vanno descritte tutte le forme, anche se in molti casi è stato fatto.

Il massimo si riscontra in specie in cui i grandi maschi presentano addirittura processi che nei maschi piccoli non esistono, ad esempio nei Lucanidi come Homoderus mellyi, in cui quella specie di tettoia è presente solo nei maschi grandi, e completamente assente nelle femmine e nei maschi piccoli.

In Typhaeus typhoeus, in particolare, vi sono dei maschi ancora meno cornuti, che a prima vista sembrano femmine, ed altri con uno sviluppo delle corna circa doppio di quello più dotato della serie che hai presentato, e spesso si trovano insieme.

_________________
Maurizio Gigli
http://utenti.romascuola.net/bups
http://bup.xoom.it/


Top
profilo
 Oggetto del messaggio: Re: Un Typhaeus dimenticato
MessaggioInviato: 08/11/2011, 9:04 
Avatar utente

Iscritto il: 08/02/2010, 23:01
Messaggi: 6121
Località: Vicenza
Nome: Silvano Biondi
L'argomento era stato trattato anche qua.

:hi:

_________________



Silvano


Top
profilo
 Oggetto del messaggio: Re: Un Typhaeus dimenticato
MessaggioInviato: 08/11/2011, 15:44 
Avatar utente

Iscritto il: 13/08/2011, 4:12
Messaggi: 169
Nome: Corrado Cancemi
Julodis ha scritto:
I caratteri sessuali secondari dei maschi vanno generalmente da un minimo, poco diverso dalla condizione "primitiva" che si riscontra nella femmina, ad un massimo in maschi con processi fortemente sviluppati e spesso anche di dimensioni maggiori.


Tempo fa leggevo tra l'altro che, secondo alcune teorie, nelle specie di Coleotteri con dimorfismo sessuale marcato e presenza di maschi "major" e "minor", come in Onthophagus taurus, lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari (come le appendici cefalice e protoraciche appunto) è opposto a quello dell'apparato riproduttore. Sarebbe a dire che, nella fase di sviluppo dell'insetto, il dispendio di energie per il pieno sviluppo di un carattere come le appendici cefalice possenti, va a scapito delle risorse sfruttate per lo sviluppo degli organi genitali. In questo modo i maschi "minor" di taurus avrebbero un apparato riproduttore più grande dei loro rivali in amore.
Sembra anche che a un differente sviluppo morfologico seguano diverse strategie comportamentali. I maschi "minor" non rinunciano alle femmine perché non in grado di battersi con i maschi più forti, piuttosto riescono a riprodursi usando l'astuzia: se trovano il maschio "major" a presidiare l'ingresso della galleria in cui si trova la femmina, evitano lo scontro aspettando che il rivale si distragga o scavando una galleria che li porti dritti alla futura compagna :lol:


Top
profilo
 Oggetto del messaggio: Re: Un Typhaeus dimenticato
MessaggioInviato: 08/11/2011, 16:02 
Avatar utente

Iscritto il: 02/10/2009, 17:40
Messaggi: 895
Località: Osimo
Nome: Alberto Strocchi
Si, grazie per l'attenzione ... ma forse mi sono spiegato male.
Il problema non era nella lunghezza delle corna (Julodis: ho visto da me essere di diversa lunghezza a seconda dello sviluppo dell'individuo, ma le differenze proseguono nei punti successivi che ho citato e il fatto delle corna più corte va "letto" in TUTTO il contesto complessivo, cioè TUTTO il protorace e TUTTE le elitre. Anche le femmine hanno i cornini laterali ma sono poco più che dei tubercoli e questi maschi potrebbero averli corti NON perché poco prestanti ma perché tendenti ad avvicinarsi, appunto, ai caratteri femminili).
Il "problema" era - come tra l'altro avete detto voi stessi - nel fatto che in O. taurus esiste la v. femmineus, in Copris lunaris esiste v. corniculatus, e via dicendo.
Typhaeus typhaeus v pomilus non esiste più!
Ben inteso: io dormo lo stesso ... ma perché alcune v. vengano ancora citate e descritte e altre ignorate ... di questo non ho trovato spiegazioni (in quanto alla normalità mi pare che O. taurus e C. lunaris non siano così eccezionalmente rari, eppure sono sempre citati e descritti ).
La conseguenza è che il "giovane entomologo" ("giovane" non anagraficamente ma - come me - in conoscenza) si trova alquanto perplesso nel trovare individui con TUTTO il protorace diverso (non solo le corna) e non trovare il minimo accenno alla cosa ... nemmeno foto che ne documentino - anche senza citarla - la differenza.
Beh, giovani entomologi! non cadete nel mio stesso errore e on eccitatevi per nulla ... : non è una nuova varietà, è solo una varietà snobbata!
Alberto


Top
profilo
 Oggetto del messaggio: Re: Un Typhaeus dimenticato
MessaggioInviato: 09/11/2011, 0:34 
Avatar utente

Iscritto il: 30/12/2009, 22:20
Messaggi: 31564
Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
dorbodervus ha scritto:
Il "problema" era - come tra l'altro avete detto voi stessi - nel fatto che in O. taurus esiste la v. femmineus, in Copris lunaris esiste v. corniculatus, e via dicendo.
Typhaeus typhaeus v pomilus non esiste più!
Ben inteso: io dormo lo stesso ... ma perché alcune v. vengano ancora citate e descritte e altre ignorate ... di questo non ho trovato spiegazioni (in quanto alla normalità mi pare che O. taurus e C. lunaris non siano così eccezionalmente rari, eppure sono sempre citati e descritti ).
Il problema andrebbe semmai visto esattamente al contrario: perché si dovrebbero continuare a citare le varietà corniculatus di C. lunaris e femmineus di O. taurus, visto che non hanno alcun valore sistematico? Posso capirlo giusto come curiosità o come modo per indicare la variabilità della specie, ma niente di più.
Altrimenti, se dovessimo riesumare tutte le varietà descritte per le varie specie, che dovremmo fare per quelle di Cetonia aurata (pisana o di qualsiasi altra ssp.)? O per le varietà di Ptosima undecimmaculata, esclusivamente basate su numero, dimensioni e posizione delle macchie?
Se la v. pumilus di Typhaeus typhoeus è stata dimenticata, mi sembra più che giusto.

P.S. - Quali varietà vengono ancora descritte, ed in quali pubblicazioni scientifiche? :roll:

_________________
Maurizio Gigli
http://utenti.romascuola.net/bups
http://bup.xoom.it/


Top
profilo
 Oggetto del messaggio: Re: Un Typhaeus dimenticato
MessaggioInviato: 09/11/2011, 15:55 
Avatar utente

Iscritto il: 02/10/2009, 17:40
Messaggi: 895
Località: Osimo
Nome: Alberto Strocchi
E bravo Julodis! È proprio quello che volevo dire: o tutti o nessuno!
Condivido perfettamente tuo il punto di vista sul fatto dell'inutilità di certe v.
In effetti la validità di v. non è che abbia sempre un senso - da "ignorante" mi permetto di dire - realmente importante.
Come dici giustamente tu, se pensiamo ai cetonini ...
Però personalmente - sempre dal basso della mia cultura in materia - penso che una qualche differenza tra v. cromatica (salvo per certe popolazioni veramente uniche, legate ad areali o condizioni particolari o altro) e v. morfologica ci sia.
D'altra parte se nei pochi testi che ho io (il Baraud, per gli scarabaeidae di Francia e zone limitrofe; il Porta, per gli scarabaeidae paleartici, il Della Casa, per gli aphodini; ...) si citano le nomenclature delle varie forme ... si vede che qualcuno (se non altro per un "alto là!") ritiene ancora di doverle citare.
Ecco allora che, proprio per mettere in guardia eventuali sprovveduti come me, forse alcune forme hanno ancora il bisogno di essere citate.
Passino i cromatismi ... ma le differenze "fisiche" forse ... un senso ce l'hanno.
Proprio questa primavera con Stagbeetle si discuteva sulle v. cromatiche dei cetonini ed eravamo piuttosto d'accordo (se non ricordo male ... o almeno io lo ero con me stesso!) che le v. di Cetonia aurata potrebbero tranquillamente essere - per far contenti i pignoli - ridotte a cinque o sei ... e non quella lunga lista che vede distinguere a fatica le varie tonalità (che poi spesso cambiano con la qualità della luce del sole o della lampadina con le quali si osservano!).
Ciao ... mi fermo qui sperando di aver chiarito il mio modesto punto di vista.
Alberto


Top
profilo
 Oggetto del messaggio: Re: Un Typhaeus dimenticato
MessaggioInviato: 09/11/2011, 18:04 
Avatar utente

Iscritto il: 13/08/2011, 4:12
Messaggi: 169
Nome: Corrado Cancemi
dorbodervus ha scritto:
se si citano le nomenclature delle varie forme ... si vede che qualcuno (se non altro per un "alto là!") ritiene ancora di doverle citare.
Ecco allora che, proprio per mettere in guardia eventuali sprovveduti come me, forse alcune forme hanno ancora il bisogno di essere citate.


Secondo il mio modestissimo parere, chi ritiene importante continuare a citare le varie forme (sia che riguardino solo cromatismi, sia che siano legate a più rilevanti differenze "fisiche"), forse lo fa per non far dimenticare differenze che, seppur in questo momento inutili o quasi dal punto di vista sistematico, magari in futuro potrebbero tornare alla ribalta per qualche nuova scoperta. Insomma, meglio non tralasciare qualcosa che potrebbe servire domani.

Poi, e penso che un po' a tutti ci sia capitato qualcosa che lo confermi, in questo campo ci sono anche gli speculatori, come molti "venditori" di insetti che vedono nelle varie forme descritte un'occasione per speculare, spesso cercando anche di spacciare casi di variabilità intraspecifica di un insetto per rare varietà come si fa con i francobolli...


Top
profilo
 Oggetto del messaggio: Re: Un Typhaeus dimenticato
MessaggioInviato: 09/11/2011, 18:27 
Avatar utente

Iscritto il: 23/09/2009, 23:06
Messaggi: 1055
Nome: Stefano Ziani
E’ chiaro che uno specialista o chiunque si avvicini ad un gruppo deve cercare di conoscere il più possibile la variabilità infraspecifica delle specie che lo compongono. Dare un nome ad ogni forma, sia morfologica che cromatica, è semplicemente inutile. Ma certo non passabile di pena capitale. Le differenze morfologiche all’interno di una stessa specie, differenze che, almeno negli scarabeidi coprofagi dotati di corna cefaliche o protuberanze toraciche, possono coprire l’intera gamma di sviluppo di ogni individuo, un tempo venivano nominate una per una. Ora invece possono benissimo risiedere in una delle due indicazioni “individuo major” ed “individuo minor”, per buona pace di tutti (a parte forse, come detto da Corrado, i commercianti di insetti…)


Top
profilo
 Oggetto del messaggio: Re: Un Typhaeus dimenticato
MessaggioInviato: 09/11/2011, 19:34 
Avatar utente

Iscritto il: 29/08/2011, 18:58
Messaggi: 230
Località: Viareggio (LU)
Nome: Marco Fornaciari
corradocancemi ha scritto:
Tempo fa leggevo tra l'altro che, secondo alcune teorie, nelle specie di Coleotteri con dimorfismo sessuale marcato e presenza di maschi "major" e "minor", come in Onthophagus taurus, lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari (come le appendici cefalice e protoraciche appunto) è opposto a quello dell'apparato riproduttore. Sarebbe a dire che, nella fase di sviluppo dell'insetto, il dispendio di energie per il pieno sviluppo di un carattere come le appendici cefalice possenti, va a scapito delle risorse sfruttate per lo sviluppo degli organi genitali. In questo modo i maschi "minor" di taurus avrebbero un apparato riproduttore più grande dei loro rivali in amore.


Ciao Corrado; quello che hai letto riguardo al fatto che lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari sia opposto allo sviluppo dell'apparato riproduttore, come due piatti di una bilancia, non mi convince affatto. Io sapevo che in tutta la superfamiglia Scarabaeoidea la copulazione funzionasse con un restrittivo sistema "chiave serratura". A supporto di questa mia affermazione va il fatto che ad esempio negli Aphodiidae dove spesso ci sono notevoli differenze di lunghezza negli adulti, l'edeago abbia sempre le stesse dimensioni. Sinceramente non ho mai fatto estrazioni su onthophagini ma credo che anche li ci siano regole restrittive per quanto riguarda la forma e la dimensione dell'edeago.


Top
profilo
 Oggetto del messaggio: Re: Un Typhaeus dimenticato
MessaggioInviato: 09/11/2011, 20:02 
Avatar utente

Iscritto il: 13/08/2011, 4:12
Messaggi: 169
Nome: Corrado Cancemi
Marco, purtroppo non ho più quell'articolo sottomano, ma ricordo bene che in esso si parlava di tesi da confermare, e non mi stupisce il fatto che poi sia stata smentita da quanto hai appena spiegato. Del resto, quell'articolo che lessi era impostato con un taglio da magazine di attualità, e sembrava volesse semplicemente dire che anche per gli insetti valgono certi divertenti luoghi comuni che sono soliti di noi umani (come quello del mister muscolo tutto fumo e niente arrosto ;) )


Top
profilo
 Oggetto del messaggio: Re: Un Typhaeus dimenticato
MessaggioInviato: 09/11/2011, 23:38 
Avatar utente

Iscritto il: 30/12/2009, 22:20
Messaggi: 31564
Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
In merito agli Onthophagus culturisti poco dotati non dico nulla, perchè non ne so nulla. Torno invece sul discorso varietà.
Personalmente ritengo che gli unici motivi per continuare a citare nei lavori (almeno, in certi tipi di lavori) le varietà siano per avere una indicazione del campo di variabilità di una specie e per motivi storici. Ovviamente parlo di varietà che siano veramente tali. Se poi in realtà si tratta di sottospecie o addirittura di specie diverse confuse tra loro, il discorso cambia.
Purtroppo in certi gruppi (soprattutto i Lepidotteri ed i Carabus tra i Coleotteri) diventano un modo per aumentare il valore di esemplari messi in vendita dai commercianti.

Vorrei comunque rivalutare le differenze cromatiche rispetto a quelle morfologiche. E' vero che le differenti colorazioni possono non essere di origine genetica ma solo dovute a differenti condizioni di sviluppo, ma in molti casi sono invece genetiche, e quindi ereditabili, e possono diventare un fattore su cui agisce la selezione naturale. Ho già fatto tempo fa l'esempio di alcune specie di Julodis in cui certe popolazioni cambiano colore per ridurre gli accoppiamenti interspecifici con specie di colore simile al loro originario. A lungo andare possono diventare un fattore di isolamento tra popolazioni, con conseguente speciazione. Ovviamente a patto che queste specie usino la vista (o anche la vista) per identificarsi. In questo senso possono avere la stessa importanza delle variazioni morfologiche.

_________________
Maurizio Gigli
http://utenti.romascuola.net/bups
http://bup.xoom.it/


Top
profilo
 Oggetto del messaggio: Re: Un Typhaeus dimenticato
MessaggioInviato: 10/11/2011, 0:33 
Avatar utente

Iscritto il: 23/09/2009, 23:06
Messaggi: 1055
Nome: Stefano Ziani
corradocancemi ha scritto:
secondo alcune teorie, nelle specie di Coleotteri con dimorfismo sessuale marcato e presenza di maschi "major" e "minor", come in Onthophagus taurus, lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari (come le appendici cefalice e protoraciche appunto) è opposto a quello dell'apparato riproduttore.


Caxxate. Cos'è, vogliono applicare agli Onthophagus la "legge della L" tanto abusata dai maschi umani di non altissima statura...???
La misura dell'edeago e quella delle strutture sclerificate annesse al sacco interno sono costanti da individuo ad individuo della stessa specie, a prescindere dallo sviluppo morfologico esterno.


Top
profilo
 Oggetto del messaggio: Re: Un Typhaeus dimenticato
MessaggioInviato: 10/11/2011, 1:05 
Avatar utente

Iscritto il: 13/08/2011, 4:12
Messaggi: 169
Nome: Corrado Cancemi
Creedence ha scritto:
corradocancemi ha scritto:
secondo alcune teorie, nelle specie di Coleotteri con dimorfismo sessuale marcato e presenza di maschi "major" e "minor", come in Onthophagus taurus, lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari (come le appendici cefalice e protoraciche appunto) è opposto a quello dell'apparato riproduttore.


Caxxate. Cos'è, vogliono applicare agli Onthophagus la "legge della L" tanto abusata dai maschi umani di non altissima statura...???
La misura dell'edeago e quella delle strutture sclerificate annesse al sacco interno sono costanti da individuo ad individuo della stessa specie, a prescindere dallo sviluppo morfologico esterno.


Eppure l'articolo citava chiaramente dei ricercatori, se non sbaglio americani dell'Indiana. Per giustificare la loro tesi, come ho scritto sopra, questi studiosi sostengono che se, in fase di sviluppo dell'individuo adulto, vengono spese più risorse per lo sviluppo di un "distretto", questo andrà a scapito di altre parti del corpo, come l'edeago... Anch'io, da profano, sono scettico al riguardo


Top
profilo
 Oggetto del messaggio: Re: Un Typhaeus dimenticato
MessaggioInviato: 10/11/2011, 1:31 
Avatar utente

Iscritto il: 25/11/2009, 9:31
Messaggi: 8155
Località: Lecce
Nome: Maurizio Bollino
corradocancemi ha scritto:
Eppure l'articolo citava chiaramente dei ricercatori, se non sbaglio americani dell'Indiana. Per giustificare la loro tesi, come ho scritto sopra, questi studiosi sostengono che se, in fase di sviluppo dell'individuo adulto, vengono spese più risorse per lo sviluppo di un "distretto", questo andrà a scapito di altre parti del corpo, come l'edeago... Anch'io, da profano, sono scettico al riguardo


A Lecce c'è un modo di dire che recita "cce nc'entra lu culu cu li quattru tempore!!!!" ovvero .... cosa c'entra l'ipertrofia di un distretto con l'ipotrofia dell'edeago? E poi, guarda caso, proprio quello deve essere penalizzato, e non le zampe, le antenne, le elitre, o che so io!!

Marchino ha scritto:
Ciao Corrado; quello che hai letto riguardo al fatto che lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari sia opposto allo sviluppo dell'apparato riproduttore, come due piatti di una bilancia, non mi convince affatto. Io sapevo che in tutta la superfamiglia Scarabaeoidea la copulazione funzionasse con un restrittivo sistema "chiave serratura". A supporto di questa mia affermazione va il fatto che ad esempio negli Aphodiidae dove spesso ci sono notevoli differenze di lunghezza negli adulti, l'edeago abbia sempre le stesse dimensioni. Sinceramente non ho mai fatto estrazioni su onthophagini ma credo che anche li ci siano regole restrittive per quanto riguarda la forma e la dimensione dell'edeago.


Qui siamo quasi sulla stessa lunghezza d'onda, ma dovremmo cercare di stabilire quali strutture siano realmente la chiave e la serratura, sempre ammesso che il principio sia valido. Mi sto interessando da un pò di tempo di estroflessione di endofalli, e ho fatto qualche ricerca bibliografica per lavori che trattassero questo aspetto, e le tecniche per ottenere dei preparati permanenti a secco in specie molto piccole. Tra i lavori reperiti, mi sono imbattuto in questo, che per certi aspetti, è stato illuminante. Non vi anticipo nulla sui contenuti, tranne che, forse, la struttura chitinizzata dell'edeago potrebbe essere solo il "portachiavi" e l'endofallo la vera chiave........

_________________
Maurizio Bollino


Top
profilo
Visualizza ultimi messaggi:  Ordina per  
nuovo argomento
rispondi
Vai alla pagina 1, 2  Prossimo
Pagina 1 di 2 [ 19 messaggi ]

Tutti gli orari sono UTC + 1 ora [ ora legale ]


Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 3 ospiti


Non puoi aprire nuovi argomenti
Non puoi rispondere negli argomenti
Non puoi modificare i tuoi messaggi
Non puoi cancellare i tuoi messaggi
Non puoi inviare allegati

Cerca per:
Vai a: