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Araboplia lorisi Uliana & Sabatinelli, 2017 - Rutelidae nuovo genere e nuova specie

1989 - ARABIA SAUDITA - EE, near Ar Riyad


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MessaggioInviato: 26/12/2017, 19:56 
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20
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Nome: Maurizio Gigli
Complimenti per il lavoro!

Lymnastis ha scritto:
A cosa gli serve il pellicciotto se vive al caldo? :lol1:

Chi può saperlo? Magari è notturna e attiva a gennaio!
Da quanto ho letto, non si sa niente di quello che fa.

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 26/12/2017, 21:05 
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Nome: Andrea Petrioli
Complimenti Marco!!!!!! :hp: :hp: :hp:

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Andrea


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MessaggioInviato: 26/12/2017, 23:05 
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Nome: Roberto Vanzini
Grandissimi complimenti :birra:
È sempre entusiasmante veder descrivere una nuova specie e addirittura un nuovo genere :hi:

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Roberto Vanzini


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MessaggioInviato: 26/12/2017, 23:24 
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Iscritto il: 05/02/2009, 17:31
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Nome: maurizio pavesi
Lymnastis ha scritto:
A cosa gli serve il pellicciotto se vive al caldo? :lol1: ...

beh, i nomadi del sahara viaggiano avvolti in mantelli, e non credo che lo facciano perché sono patiti dell'eleganza a tutti i costi... più probabilmente sia loro che l'Araboplia ne sanno più di noi

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MessaggioInviato: 27/12/2017, 10:04 
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Nome: Luca Bodei
Complimenti a Marco & Guido...addirittura nuovo genere... :shock: :ok: :birra: :hi:

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Tc70


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MessaggioInviato: 27/12/2017, 14:27 
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Nome: Marco Uliana
Grazie a tutti per l'apprezzamento manifestato :)


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MessaggioInviato: 27/12/2017, 16:21 
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Nome: Gabriele Franzini
Molto bravi :birra: :birra: !

:hi: :hi: G.


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MessaggioInviato: 27/12/2017, 17:03 
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Nome: Maurizio Gigli
gomphus ha scritto:
Lymnastis ha scritto:
A cosa gli serve il pellicciotto se vive al caldo? :lol1: ...

beh, i nomadi del sahara viaggiano avvolti in mantelli, e non credo che lo facciano perché sono patiti dell'eleganza a tutti i costi... più probabilmente sia loro che l'Araboplia ne sanno più di noi

Nelle mie, seppur limitate, esperienze deserticole, ho imparato che in quegli ambienti ci si può aspettare di tutto, anche sotto l'aspetto climatico. Specialmente nei deserti di montagna. Ricordo che una volta, nel Sud del Marocco, in un posto dove l'anno prima, nello stesso periodo (luglio), si schiattava dal caldo (58°C), mi sono svegliato una mattina ed era tutto imbiancato da un sottile strato di neve.

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 27/12/2017, 17:35 
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Nome: maurizio pavesi
ci ho riflettuto un po' :?: approfittando del fatto che in questi giorni ho il cervello riposato :to: nonché stimolato da abbondante e sostanzioso nutrimento :lol1:

st...upidate a parte :no1: ho l'impressione che l'utilità di quei peli potrebbe essere proprio la stessa dei mantelli degli uomini del deserto, ossia quella di schermare in parte il tegumento dai raggi solari diretti, mantenendo a contatto con il corpo uno strato d'aria a temperatura più bassa e facilitando così la dispersione del calore in eccesso

secondo voi è possibile :roll: ?

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MessaggioInviato: 27/12/2017, 19:19 
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Iscritto il: 05/02/2009, 17:28
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Nome: Marco Uliana
gomphus ha scritto:
secondo voi è possibile ?


Sembra sensato, anche alla luce del fatto che i tegumenti schermati sono quelli più scuri.

Per quanto riguarda i vestiti dei beduini e sul fatto che siano scuri c'è anche un articolo comparso su Nature
https://www.nature.com/articles/283373a0
Sembra che le loro tuniche nere, pur scaldandosi di più in superficie, siano sufficientemente larghe e leggere da produrre un benefico "effetto camino" che fa risalire aria da sotto e disperde il calore assorbito. L'aria a contatto col corpo ha la stessa temperatura che avrebbe con una tunica bianca, ma la radiazione assorbita dalla pelle è certamente minore.


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MessaggioInviato: 27/12/2017, 20:32 
 

Iscritto il: 08/12/2013, 1:52
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Nome: Giorgio Pezzi
Glaphyrus ha scritto:
Livio ha scritto:
Congratulazioni Marco, anche per:
In addition, the two subjects are alike in being covered with white hairs.
Bello, sinceramente!

:mrgreen:

Ottimo lavoro!!
Quando ne troverai una meno capelluta la dedicherai a me spero :lol1:
Giorgio. :birra:


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MessaggioInviato: 27/12/2017, 22:42 
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Iscritto il: 05/02/2009, 17:31
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Nome: maurizio pavesi
Glaphyrus ha scritto:
gomphus ha scritto:
secondo voi è possibile ?

Sembra sensato, anche alla luce del fatto che i tegumenti schermati sono quelli più scuri.

Per quanto riguarda i vestiti dei beduini e sul fatto che siano scuri c'è anche un articolo comparso su Nature
https://www.nature.com/articles/283373a0
Sembra che le loro tuniche nere, pur scaldandosi di più in superficie, siano sufficientemente larghe e leggere da produrre un benefico "effetto camino" che fa risalire aria da sotto e disperde il calore assorbito. L'aria a contatto col corpo ha la stessa temperatura che avrebbe con una tunica bianca, ma la radiazione assorbita dalla pelle è certamente minore.

inoltre i tegumenti chiari non schermati sono quelli delle elitre, e qui c'è anche la camera sottoelitrale ad evitare che la radiazione solare vada direttamente a riscaldare il corpo dell'insetto

per quanto riguarda i vestiti dei beduini, c'è un dettaglio, per cui non è detto che l'aria a contatto con il corpo abbia la stessa temperatura che con vestiti bianchi: i colori chiari riflettono le radiazioni luminose (quindi anche gli infrarossi) invece che assorbirle, quindi riflettono verso l'esterno il calore dei raggi solari... ma riflettono anche verso l'interno il calore corporeo, ostacolandone la dispersione

e questo probabilmente vale anche per vari coleotteri deserticoli di colore nero, come i tenebrionidi; questi non volano, quindi devono dissipare solo il calore in eccesso della radiazione solare, e non quello aggiuntivo dell'attività dei muscoli alari, quindi l'effetto "radiatore" dei tegumenti neri è sufficiente ad evitare un surriscaldamento letale

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MessaggioInviato: 27/12/2017, 23:38 
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Nome: Maurizio Gigli
Scusa Maurizio, ma alcune delle tue argomentazioni mi convincono poco.

gomphus ha scritto:
ho l'impressione che l'utilità di quei peli potrebbe essere proprio la stessa dei mantelli degli uomini del deserto, ossia quella di schermare in parte il tegumento dai raggi solari diretti, mantenendo a contatto con il corpo uno strato d'aria a temperatura più bassa e facilitando così la dispersione del calore in eccesso

E' possibile. Un fenomeno simile accade pure in molte piante di zone aride ed a forte insolazione (Cacataceae, Crassulaceae, ecc.) che si ricoprono di uno strato di peli più o meno sviluppato. Del resto, in molte Cactaceae anche le spine svolgono questa funzione. Faccio però notare che questa schermatura serve sia a ridurre il riscaldamento che l'esposizione ai raggi ultravioletti, e non è facile capire quale sia l'effetto preponderante. Inoltre, le piante con la "pelliccia" più sviluppata sono proprio quelle dei deserti di alta montagna (anche 4000 m) dove, oltre ad una quantità elevata di ultravioletti, devono anche sopportare il freddo notturno. In conclusione, ci sono tre possibili cause che possono portare allo sviluppo di un rivestimento di peli: riduzione del riscaldamento solare, riduzione degli ultravioletti, riparo dal freddo notturno. Senza contare che in un insetto ce ne potrebbero anche essere altre, magari legate al sesso, o chissà a che altro.

gomphus ha scritto:
per quanto riguarda i vestiti dei beduini, c'è un dettaglio, per cui non è detto che l'aria a contatto con il corpo abbia la stessa temperatura che con vestiti bianchi: i colori chiari riflettono le radiazioni luminose (quindi anche gli infrarossi) invece che assorbirle, quindi riflettono verso l'esterno il calore dei raggi solari... ma riflettono anche verso l'interno il calore corporeo, ostacolandone la dispersione

e questo probabilmente vale anche per vari coleotteri deserticoli di colore nero, come i tenebrionidi; questi non volano, quindi devono dissipare solo il calore in eccesso della radiazione solare, e non quello aggiuntivo dell'attività dei muscoli alari, quindi l'effetto "radiatore" dei tegumenti neri è sufficiente ad evitare un surriscaldamento letale

Questo non mi convince molto. Intanto, la maggior parte dei Tenebrionidi deserticoli neri girano di notte o nelle ore in cui il sole non è molto alto nel cielo, e nelle ore più calde se ne stanno nascosti. Girano tranquillamente in pieno giorno durante il periodo più fresco dell'anno, quando il problema del surriscaldamento è ridotto, anzi a volte gli fa comodo che la colorazione nera li faccia scaldare un po'. Quelli neri diurni anche nella stagione calda, come le Adesmia, se ne stanno, nelle ore calde, nei punti in ombra (vicino alle pareti rocciose, sotto le piante e arbusti, ecc.), e quando escono al sole corrono come disperate toccando il meno possibile il substrato, solo coi tarsi. Non dimentichiamo che il suolo, sabbioso, roccioso o che altro, raggiunge temperature molto più elevate di quelle che permettono la sopravvivenza di un insetto o qualsiasi altro animale, ed è probabilmente la peggior causa di surriscaldamento che debba affrontare di giorno un insetto deserticolo. I tegumenti neri di questi insetti credo proprio servano a difenderli dagli UV, non solo d'estate, ma anche d'inverno.
Tra l'altro, faccio notare che diverse specie di coleotteri diurni deserticoli hanno sviluppato anche una colorazione chiara per ridurre il riscaldamento, mantenendo però i tegumenti scuri per difendersi dagli UV. Alcuni con una copertura di fitti peli o squame di colore chiaro, altri con un tegumento nero ma con uno strato esteno bianco, o comunque chiaro, altri ancora in un modo più semplice, producendo un essudato a cui si attacca la polvere e altre piccole particelle del suolo, dando così ai tegumenti neri un colore superficiale bianco, giallino, rosato, ocraceo chiaro, o perfino fucsia, secondo il substrato (certe specie di Zophosis sono maestre in questo).

Piccolo appunto riguardo il nero che dissiperebbe meglio del bianco il calore interno, assorbendo i raggi infrarossi: non hai tenuto conto del fatto che l'interno del corpo trasmette il calore alla superficie principalmente per conduzione, non per irraggiamento. Per cui credo che la differenza di dissipazione del calore interno dipenda in misura irrilevante dal colore della superficie del corpo, cosa che invece non si può dire per il rscaldamento dovuto all'irraggiamento solare.

Comunque, torno a dire che tutte queste, nel caso specifico di questa specie, restano solo ipotesi, in quanto non sappiamo nulla di come viva.

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Maurizio Gigli
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ciao maurizio :)

molto interessante :ok: ... in effetti, il problema se per un insetto, o altro animale di piccole dimensioni, diurno ed eliofilo, l'irraggiamento solare sia più pericoloso per quanto riguarda il calore eccessivo o per quanto riguarda l'esposizione agli UV mi sa che è stato preso solo raramente nella giusta considerazione

Cita:
... Piccolo appunto riguardo il nero che dissiperebbe meglio del bianco il calore interno, assorbendo i raggi infrarossi: non hai tenuto conto del fatto che l'interno del corpo trasmette il calore alla superficie principalmente per conduzione, non per irraggiamento...

su questo punto non sono del tutto convinto :? ... le foto a infrarossi, scattate di notte, che ho visto mi fanno sospettare che la dissipazione di calore dovuto a irraggiamento IR non sia poi così insignificante

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MessaggioInviato: 28/12/2017, 1:41 
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Aggiungo che il colore bianco di un corpo indica che esso riflette di tutte le lunghezze d'onda visibili*, ma non implica che esso rifletta anche la radiazione termica (infrarosso): può rifletterla, assorbirla, o assorbirne una parte soltanto e rifletterne un'altra (allo stesso modo in cui un corpo di colore diverso da bianco e da nero indica che solo alcune lunghezze d'onda della radiazione visibile vengono assorbite).

* semplifico, come se il nostro occhio "trattasse" allo stesso modo tutte le lunghezze d'onda che chiamamo "visibili". In realtà la nostra percezione colori è su base tricromatica.


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