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Onthophagus (Palaeonthophagus) vacca (Linnaeus, 1767) - Scarabaeidae - Sardegna



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Autore Messaggio
MessaggioInviato: 04/03/2010, 1:12 
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Iscritto il: 22/05/2009, 21:00
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Località: Pergine Valsugana (TN)
Nome: Andrea Carlin
:hi: Chiedo conferma su questo Onthophagus: è il "vacca"?

Grazie mille in anticipo. :hi:

SARDEGNA - Tertenia (NU) 09.VI.2009
lunghezza: 7,4 mm


Onthophagus vacca sardegna.jpg


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Andrea Carlin, Pergine Valsugana (TN) carlin.andrea(AT)gmail.com

Nota: tutti gli esemplari inseriti nelle discussioni aperte da me sono da ritenere "Andrea Carlin legit" se non diversamente specificato.
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MessaggioInviato: 04/03/2010, 1:32 
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20
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Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
Ehi! Direi che questa foto è venuta particolarmente bene! Che tipo di obiettivo usi?

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 04/03/2010, 10:28 
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Iscritto il: 10/05/2009, 15:30
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Località: Ancona
Nome: Giacomo Giovagnoli
La curvatura laterale del pronoto è uniforme fino ai bordi anteriori del pronoto: possiamo accendere O. vacca! :ok:
(Almeno credo!!! :oops: )

Ciao :)

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Immagine Giacomo


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MessaggioInviato: 04/03/2010, 10:54 
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Iscritto il: 22/05/2009, 21:00
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Località: Pergine Valsugana (TN)
Nome: Andrea Carlin
Grazie Giacomo! :hp: :hp: :hp:
Maurizio: grazie dei complimenti (per la foto): quando ho un po' di tempo "mi applico"! :lol: :lol: :lol:

Per questa foto ho utilizzato:
Nikon micro AF 105mm mi sembra f2,8 (non l'ultimo nato...) montato su soffietto chiuso al massimo (in pratica fa da anello distanziatore) del quale utilizzo la slitta per la messa a fuoco. Poi eseguo più scatti possibili sfocando di volta in volta dall' alto (dorso) verso il basso (tarsi). Infine Combine ZM....
Ma i fattori importanti, secondo me, sono:
1. la luce (illuminare soffusamente con l'ausilio di bicchieri bianchi, coni di carta, ecc... attorno all'esemplare; vedasi sezione tecniche e metodologie).
2. combinazione diaframma/tempi/ISO (non scendere troppo con i tempi ma nemmeno esagerare con l'impostazione ISO, mantenendo un diaframma più chiuso possibile, solitamente non sotto a f8).
3. il blocco formato da corpo macchina/soffietto/obiettivo deve essere, il più solidamente possibile, ben fermo utilizzando un treppiede idoneo o uno stativo (da stereoscopio o da ingranditore fotografico).

:hi: :hi: :hi: :hi:

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MessaggioInviato: 04/03/2010, 11:12 
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Iscritto il: 02/10/2009, 17:40
Messaggi: 895
Località: Osimo
Nome: Alberto Strocchi
Per la distribuzione in Sardegna, non ho esemplari di questa regione ma qualcuno di Corsica per cui penso sia tutto regolare.
È un O. vacca femmina (manca il cornetto lamellare al verice ed è presente la carena frontale, che nel maschio manca)
Saluti e complimenti per la foto ... e per l'attrezzatura! (Ti piace vincere facile eeehhh???)
Alberto


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MessaggioInviato: 04/03/2010, 11:34 
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Iscritto il: 05/02/2009, 17:47
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Località: Cagliari
Nome: Piero Leo
dorbodervus ha scritto:
Per la distribuzione in Sardegna, non ho esemplari di questa regione ma qualcuno di Corsica per cui penso sia tutto regolare.
Onthophagus vacca in Sardegna è comune ovunque, dal livello del mare alla montagna, sebbene in genere con popolazioni meno numerose rispetto a O. opacicollis.
Le altre specie presenti sicuramente in Sardegna sono: O. ruficapillus e O. taurus.
Inoltre ci sono citazioni anche per le seguenti: O. furcatus, O. coenobita, O. fracticornis, O. verticicornis, nonché Euonthophagus amyntas. Qualcuno le ha mai viste di Sardegna? Secondo me non ci sono.
:) Ciao
Piero


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MessaggioInviato: 04/03/2010, 14:54 
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Località: Pergine Valsugana (TN)
Nome: Andrea Carlin
:hi: Inserisco un'altra immagine di un'altro esemplare femmina raccolto assieme a quello postato per evidenziarne la variabilità specifica.
La lunghezza di questo è di 8,5 mm

P.S: a chiarimento di quello che ho scritto nell'intervento precedente: l'obiettivo Nikon micro AF 105 è vecchiotto e infatti con il termine "non l'ultimo nato..." intendevo dire modello vecchio anche se, come probabilmente è stato interpretato, non è comunque l'ultimo arrivato....

:hi: :hi: :hi:


Onthophagus vacca sardegna.jpg


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MessaggioInviato: 04/03/2010, 15:16 
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20
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Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
Andrea Pergine ha scritto:
Grazie Giacomo! :hp: :hp: :hp:
Maurizio: grazie dei complimenti (per la foto): quando ho un po' di tempo "mi applico"! :lol: :lol: :lol:

Per questa foto ho utilizzato:
Nikon micro AF 105mm mi sembra f2,8 (non l'ultimo nato...) montato su soffietto chiuso al massimo (in pratica fa da anello distanziatore) del quale utilizzo la slitta per la messa a fuoco. Poi eseguo più scatti possibili sfocando di volta in volta dall' alto (dorso) verso il basso (tarsi). Infine Combine ZM....
Ma i fattori importanti, secondo me, sono:
1. la luce (illuminare soffusamente con l'ausilio di bicchieri bianchi, coni di carta, ecc... attorno all'esemplare; vedasi sezione tecniche e metodologie).
2. combinazione diaframma/tempi/ISO (non scendere troppo con i tempi ma nemmeno esagerare con l'impostazione ISO, mantenendo un diaframma più chiuso possibile, solitamente non sotto a f8).
3. il blocco formato da corpo macchina/soffietto/obiettivo deve essere, il più solidamente possibile, ben fermo utilizzando un treppiede idoneo o uno stativo (da stereoscopio o da ingranditore fotografico).

:hi: :hi: :hi: :hi:

Una attrezzatura nel complesso normale, quindi. Io ho un parente stretto del tuo micro 105, ma della generazione ancora più vecchia: un Nikkor Micro 55/2,8 (del periodo in cui non esisteva ancora il sistema autofocus. Per la normale macro, intorno a 1:1 va benissimo, anche se non lo uso quasi mai (preferisco usare un Nikon 75/4 da ingranditore, molto più piccolo e leggero e con geometria dell'ottica diversa, che funziona bene fino a 5:1 - 6:1). Per l'illuminazione uso vari sistemi, alcuni come i tuoi, a seconda di cosa devo fotografare. Uso sempre 100 ISO, mai sensibilità più alte. Aumentando il fattore ingrandimento bisogna aprire sempre più il diaframma, non per poter usare tempi più brevi, ma per evitare il fenomeno della diffrazione (il raggio di luce che passa attraverso un foro molto piccolo non ne esce come singolo fascio parallelo, ma allargato a cono, quindi si perde definizione nell'immagine. In pratica, più si chiude il diaframma, più si perdono i dettagli). In linea di massima, oltre 2:1 - 3:1 conviene usare diaframmi molto aperti, e comunque non chiudere oltre 5,6 o 8.

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 04/03/2010, 16:18 
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Nome: Andrea Carlin
:birra: Penso siano ottimi gli obiettivi da ingranditore, più corti e più leggeri: io però non ho mai avuto l'occasione di provarli......(per ora!)
Per queste foto "da studio" non uso l'autofocus ma metto a fuoco con la slitta del soffietto. Anche in natura a volte l'autofocus può non servire.... ovvio, con le nuove tecnologie è tutt'altra cosa (mi riferisco alla tecnologia degli autofocus moderni e del sistema antivibrazioni).

:hi: :hi: :hi:

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MessaggioInviato: 04/03/2010, 17:15 
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Nome: Maurizio Gigli
Andrea Pergine ha scritto:
:birra: Penso siano ottimi gli obiettivi da ingranditore, più corti e più leggeri: io però non ho mai avuto l'occasione di provarli......(per ora!)
Per queste foto "da studio" non uso l'autofocus ma metto a fuoco con la slitta del soffietto. Anche in natura a volte l'autofocus può non servire.... ovvio, con le nuove tecnologie è tutt'altra cosa (mi riferisco alla tecnologia degli autofocus moderni e del sistema antivibrazioni).

:hi: :hi: :hi:

Quando fotografi sullo stativo, comunque l'autofocus non serve a niente. E' invece utilissimo nelle foto fatte sul campo, perchè ti permette di risparmiare un po' di tempo e concentrarti su altri aspetti della foto.

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Maurizio Gigli
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