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Ancora sulla concordanza di genere: Zygaena rubicundus



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MessaggioInviato: 29/01/2015, 21:54 
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Quesito: perché Zygaena rubicundus e non Zygaena rubicunda? Zygaena è femminile (Z. excelsa, Z. fausta, Z. maroccana, Z. occitanica...), rubicundus, -a, -um è un aggettivo, quindi immaginavo che, per il solito art. 34 del Codice andassero concordati in genere: forse, dato che Hübner, nel 1817, l'ha chiamata Sphinx rubicundus, dove Sphinx è femminile, il genere è rimasto femminile (non ha cambiato il suo genere) e quindi l'epiteto specifico non va cambiato?

Riporto per completezza l'articolo 34:
Cita:
Chapter 7: Formation and treatment of names

Article 34. Mandatory changes in spelling consequent upon changes in rank or combination

34.2. Species-group names. The ending of a Latin or latinized adjectival or participial species-group name must agree in gender with the generic name with which it is at any time combined [Art. 31.2]; if the gender ending is incorrect it must be changed accordingly (the author and date of the name remain unchanged [Art. 50.3.2]).

34.2.1. If a species-group name is a noun in apposition its ending need not agree in gender with the generic name with which it is combined and must not be changed to agree in gender with the generic name [Art. 31.2.1].

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Paolo Mazzei
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ciao paolo

premesso che se hübner non conosceva la grammatica latina, è un problema suo e dei suoi discendenti :mrgreen: e non nostro

secondo me :oops: il tutto si inquadra semplicemente nella pigrizia mentale di alcuni lepidotterologi, che utilizzano acriticamente la grafia originale (probabilmente anche perché ignorano totalmente il latino), vedi obbrobri come Hipparchia azorinus (descritta come Satyrus) o Polyommatus hispana (descritto come Lycaena, poi diventato Lysandra, quindi ancora plausibile)

il nome generico Sphinx, come hai detto giustamente, è femminile, dato che secondo il codice, un nome che consiste o finisce in un vocabolo riportato sui dizionari latini o greci, prende il genere grammaticale attribuito al vocabolo in questione, a meno che la commissione non decida diversamente

sempre secondo il codice, quando un epiteto specifico (ad es. "aurifer") può essere sia un sostantivo che un aggettivo, in mancanza di elementi probanti si considera un sostantivo, e quindi invariabile; in questo caso però non vedo alcun appiglio per considerare "rubicundus" altro che come un aggettivo

onde per cui :mrgreen: io sarei senz'altro per adottare la grafia Zygaena (Mesembrynus) rubicunda... almeno finché qualcuno non riterrà che Mesembrynus vada considerato genere a sé, nel qual caso siamo daccapo :x

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MessaggioInviato: 29/01/2015, 23:57 
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Perfettamente d'accordo, ho corretto infatti leps.it :ok: ;)

Sulla checklist della fauna d'Italia trovo invece l'errore inverso, Zygaena erythra :o : Erythrus è un personaggio mitologico, e quindi certo non un aggettivo :lol1: , figlio di Rhadamanthus, al quale è dedicata guarda caso un'altra zigena, questa riportata correttamente come Zygaena rhadamanthus:

http://www.faunaitalia.it/checklist/inv ... nidae.html

:no1: :no:

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Paolo Mazzei
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MessaggioInviato: 30/01/2015, 8:07 
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Non sorprenderti, in un famoso database neurotterologico curato da un collega statunitense il, sia pur dubbio, nome Myrmeleon cattarractarum (il formicaleone delle cascate: cattarractarum è un genitivo plurale) viene emendato in cattarractarus trattandolo come un aggettivo sostituendo il termine in -um (creduto come neutro) nel maschile -us.
Non si sa mai se ridere o piangere, certo che una larga fascia di tassonomi, che ormai non conoscono minimamente il latino, sta spingendo per l'invariabilità dei nomi. Il che a dire il vero non è poi così scandaloso, anche se io non mi ci abituerò ...

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Ho combattuto a lungo per resistere ma non ce la faccio. E cito a caso tra cento (mille?) esempi simili. In una delle ultime, memorabili opere di un entomologo siberiano, il povero Involvulus gemma (Semenov & Ter-Minasian, 1937) viene naturalmente emendato in Involvulus gemmus.

:hi:

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... e comunque, siccome è risaputo che sono un maledetto pignolo,
Hemerobius ha scritto:
Myrmeleon cattarractarum


io scriverei cataractarum :lol:

:hi:

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Tu sì, ma l'autore no, ed ho scoperto che le due doppie sono corrette così come le due semplici. ;)
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Sì, infatti io scriverei cataracta (come leggo in diversi vocabolari). L'autore (chi è?) evidentemente lo scrive in modo diverso. L'unico vocabolario dove trovo la forma con la doppia erre (indicata tra parentesi, quindi desueta, per derivazione dal greco) è il mitico Georges-Calonghi. Non trovo da nessuna parte, nemmeno in rete, la forma con la doppia t o con entrambe le doppie.

:hi:

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Apoderus ha scritto:
Non trovo da nessuna parte, nemmeno in rete, la forma con la doppia t o con entrambe le doppie.

:hi:


Ciao Silvano, prova con la desinenza -es (quindi cattaractes o cattarractes) che è la forma al nominativo ma con la desinenza greca.

:hi:


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MessaggioInviato: 30/01/2015, 18:15 
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cmq in questo caso non ci si può fare niente :cry: ... il codice dice espressamente che una traslitterazione impropria da una lingua che non usa l'alfabeto latino non può essere considerata come ortografia originale scorretta :cry: :cry: :cry: ...

p.s.

Hemerobius ha scritto:
Non sorprenderti, in un famoso database neurotterologico curato da un collega statunitense il, sia pur dubbio, nome Myrmeleon cattarractarum (il formicaleone delle cascate: cattarractarum è un genitivo plurale) viene emendato in cattarractarus trattandolo come un aggettivo sostituendo il termine in -um (creduto come neutro) nel maschile -us...

Apoderus ha scritto:
Ho combattuto a lungo per resistere ma non ce la faccio. E cito a caso tra cento (mille?) esempi simili. In una delle ultime, memorabili opere di un entomologo siberiano, il povero Involvulus gemma (Semenov & Ter-Minasian, 1937) viene naturalmente emendato in Involvulus gemmus

lavoro di uno specialista tedesco - Agonum atratum atlantis (ovviamente genitivo di atlas, dato che la bestia è del marocco): perché "atlantis"? Agonum è neutro, quindi atlante

altro lavoro, stavolta di un giapponese - Himalagrion exclamationis (altro genitivo, usato in diversi altri casi in cui l'insetto presenta disegni che ricordano un punto esclamativo): perché "exclamationis"? Agrion e quindi tutti i nomi che finiscono in -agrion sono neutri... onde per cui exclamatione

:cry: :cry: :cry: :war0: :war0: :war0:

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Maurizio, il tuo ultimo intervento è il seimilaseicentosessantaseiesimo: diabolico :evil: :evil: :gh:

:hi:


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il numero della bestia :lol1: :lol1: :lol1: :lol1:

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In questa discussione ci sto capendo veramente poco (scusate, probabilmente è l'età).

gomphus ha scritto:
il codice dice espressamente che una traslitterazione impropria da una lingua che non usa l'alfabeto latino


si potrà discutere sulle doppie di cataractarum, ma che sia latino non mi pare contestabile.

:hi:

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L'autore è Gistel 1856.
Devo però fare ammenda, avevo scritto a memoria ed in realtà vi è una solo doppia: la giusta trascrizione è "catarractarum" (a gloria del Georges-Calonghi). Avevo però rintracciato anche la forma citata da Roberto ed è forse per questo che la mia memoria ha un po' "frullato" le cose.
Scusate.
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Detto in breve cataracta (e varianti con doppie) è un termine giunto in latino dal greco e si flette seguendo la prima declinazione. Nella maggior parte dei casi i nomi di origine greca, usati dagli scrittori latini, sono stati adattati morfologicamente a tale lingua ma in alcuni casi hanno mantenuto le desinenze greche. Per questo, nei vocabolari latini, possiamo trovare la parola 'incriminata' sotto cataracta (desinenza latina), come nella maggior parte dei casi; ma in certi lessici la si trova sotto cataractes, che è sempre un nominativo singolare ma con desinenza greca mantenuta: evidentemente dava alla parola un sound esotico che a certi romani piaceva! :D

:hi:


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