Benvenuto Ospite

Forum Entomologi Italiani

www.entomologiitaliani.net/forum
 
Oggi è 18/04/2024, 5:09

Tutti gli orari sono UTC + 1 ora [ ora legale ]

Articolo 45.6. Determination of subspecific or infrasubspecific rank of names following a binomen



nuovo argomento
rispondi
Vai alla pagina 1, 2  Prossimo
Pagina 1 di 2 [ 23 messaggi ]
Autore Messaggio
MessaggioInviato: 25/10/2009, 20:40 
Amministratore
Avatar utente

Iscritto il: 02/02/2009, 23:30
Messaggi: 7073
Località: Capaci (Pa)
Nome: Marcello Romano
Tocca a me dare il buon esempio, sottoponendovi un primo quesito, direi meglio un chiarimento, su un articolo che, inutile nasconderlo, al momento mi sta a cuore poter interpretare correttamente.
Mi riferisco, all' Art. 45. The species group e, in particolare, al comma 6, che qui riporto:


cliccare sull'immagine per ingrandirla e renderla leggibile
Codice_Art 45_6.jpg



Potete accedere direttamente all'articolo su questa pagina.
Questo comma è dedicato ai nomi che seguono il binomio specifico e ai criteri da utilizzare per stabilirne il rango (subspecifico o infrasubspecifico).
La questione è importante perchè, in base al rango di appartenenza, tale nome sarà considerato "disponibile" (utilizzabile) o "indisponibile" (inutilizzabile) ai fini nomenclatoriali.
Dato che l'argomento è, apparentemente, complesso, preferisco intanto, prima di sottoporvi il primo quesito, fermarmi intanto qui e chiedervi se ho interpretato correttamente il significato generale di questo comma ;)

_________________
:hi: Marcello Romano


Top
profilo
MessaggioInviato: 25/10/2009, 22:03 
Avatar utente

Iscritto il: 05/09/2009, 7:56
Messaggi: 3445
Località: Cesena
Nome: Gianfranco Sama
Marcello,
questo è un articolo idiota che più volte mi ha fatto incazz... volare.
Basti pensare che quando Pic ha descritto (descritto è una parola grossa, quasi sempre ha semplicemente introdotto un nome per qualsiasi individuo che avesse un peluzzo o una macchietta in più o in meno di un'altro della stessa specie), in una sola pagina, venti (20) "var." di Brachyta interrogationis o di Leptinotarsa decemlineata (Dorifora della patata), di una stessa località, in base a questo articolo del Codice (ICZN), se Pic non ha deliberatamente e in maniera non ambigua dichiarato che la considera infrasubspecifica (e Pic non lo ha mai fatto) ognuna di esse è da considerarsi almeno sub specifica. In pratica 20 sottospecie conviventi in una sola località.

Da notare che Pic ha quasi sempre utilizzato il termine “var.” o “v.” (disponibile secondo il comma 45.6.4) con lo stesso significato con cui altri autori (Plavilstshikov per esempio o Breuning) usavano “aberrazione o “morpha” che secondo il comma 45.6.2 non è disponibile. Non solo, Plavilstshikov usava “morpha” col significato di sottospecie. Paradossalmente, se Pic avesse utilizzato e brevemente descritto come “var.” (anche solo con due parole) un nome introdotto da Plavilstshikov come “morpha” l’autore del nome sarebbe Pic.

_________________
Gianfranco Sama

"Benedetto colui che ti aiuta a correggere i tuoi errori invece di scagliarteli contro"
___________________________________
Gershom Sholem


Top
profilo
MessaggioInviato: 25/10/2009, 23:47 
Amministratore
Avatar utente

Iscritto il: 02/02/2009, 23:30
Messaggi: 7073
Località: Capaci (Pa)
Nome: Marcello Romano
Il mio quesito riguarda, in particolare, il significato da attribuire a questo subcomma:

The rank denoted by a species-group name following a binomen...

45.6.4...is subspecific if first published before 1961 and its author expressly used one of the terms "variety" or "form" (including use of the terms "var.", "forma", "v." and "f."), unless its author also expressly gave it infrasubspecific rank, or the content of the work unambiguously reveals that the name was proposed for an infrasubspecific entity, in which case it is infrasubspecific

Traduzione:
Il rango indicato da un nome che segue il binomio specifico...

45.6.4...è (da considersi) sottospecifico se è stato pubblicato prima del 1961 è l'autore ha espressamente utilizzato i termini "varietà" o forma (incluso l'uso dei termini "var.2, "forma", "v." e "f."), a meno che il suo autore non gli abbia espressamente assegnato un rango infrasubspecifico, o il contenuto del lavoro riveli, senza ambiguità, che il nome fu proposto per un'entità infrasubspecifica, nel qual caso tale nome deve essere considerato infrasubspecifico.




La prima domanda, prima di passare all'esempio concreto che desidero sottoporvi, è questa.
Il nome di una varietà descritta prima del 1961 può essere utilizzato per indicare una specie, o può, come mi pare di capire da questo articolo, essere utilizzato, al massimo, per designare una sottospecie?

_________________
:hi: Marcello Romano


Top
profilo
MessaggioInviato: 26/10/2009, 9:29 
Avatar utente

Iscritto il: 23/09/2009, 23:06
Messaggi: 1055
Nome: Stefano Ziani
E' un nome disponibile. La scelta è interamente nelle mani del sistematico che può decidere se trattare il taxon come specie o come sottospecie. Oppure sinonimizzarlo.


Top
profilo
MessaggioInviato: 26/10/2009, 14:11 
Avatar utente

Iscritto il: 05/02/2009, 17:31
Messaggi: 9527
Località: milano
Nome: maurizio pavesi
ciao marcello

i nomi disponibili all'interno del "livello specie", ossia di rango specifico e sottospecifico, sono del tutto equivalenti come validità (con l'unica eccezione che se due nomi pubblicati contemporaneamente, uno come specie e uno come sottospecie, si rivelano sinonimi, quello descritto come specie ha automaticamente la priorità) e possono tranquillamente passare dall'uno all'altro rango a seconda della valutazione dei singoli autori

pertanto un nome di "varietà" o "forma" descritto prima del 1961 può tranquillamente essere innalzato a livello specifico ;)

_________________
*****************
Immagine maurizio


Top
profilo
MessaggioInviato: 26/10/2009, 19:21 
Avatar utente

Iscritto il: 02/02/2009, 23:32
Messaggi: 5642
Località: da Ferrara ad Alghero
Nome: Roberto A. Pantaleoni
Concordo!

Roberto :to:

_________________
verum stabile cetera fumus


Top
profilo
MessaggioInviato: 26/10/2009, 19:58 
Amministratore
Avatar utente

Iscritto il: 02/02/2009, 23:30
Messaggi: 7073
Località: Capaci (Pa)
Nome: Marcello Romano
Bene, grazie della spiegazione, che corrisponde esattamente a quanto mi sembrava di avere compreso. :D
Dunque, se ho capito bene, una varietà o forma descritta prima del 1961, può ma non necessariamente deve essere trattata come una sottospecie.
Nel senso che, se veramente si trattava di una forma cromatica, tale resta e dunque il nome attribuitole, in quanto infrasubspecifico, è indisponibile nomenclatorialmente.
Ecco allora il “caso” che vi propongo.
I nomi delle specie e degli Autori sono di fantasia, ma la situazione presentata rispetta, per il resto, un caso reale.

L'Autore XXX, nel 1950, descrive il taxon “atra” come varietà (caratterizzata da parti del tegumento nere, invece che rosse come nella forma tipica) della Coccinella pallida Romano, 1850 ( :mrgreen: ) o almeno, di quella che nel 1950 è comunemente nota con questo nome.
Nel 1957 lo stesso Autore (XXX) stabilisce che, quella che, fino ad allora era ritenuta dagli Autori la Coccinella pallida Romano, 1850, appartiene ad altra specie, che egli rinomina Coccinella subpallida, fissandone il tipo.
Da quel momento Egli riporta il taxon “atra” come forma (non più varietà) di quest’ultima, anche in anni successivi al 1961: Coccinella subpallida var. (o forma) atra.
In tempi più recenti (1995) altri Autori elencano, nella checklist italiana, il taxon atra come sottospecie di subpallida e addirittura, in un catalogo di specie paleartiche, lo stesso taxon (atra) è elevato al rango specifico, senza che una parola sia stata spesa sui motivi di queste successive “promozioni” (ma Maurizio mi ha spiegato che questo è consentito, anche se, a mio avviso, poco corretto).
Oggi quest’ultima opinione viene seguita e dunque troviamo citate due specie: Coccinella subpallida XXX, 1957 e Coccinella atra XXX, 1950.
Fin qui tutto ok.
Finché, un più attento esame dei tipi dei due taxa (XXX pur descrivendo atra come varietà, ne aveva fissato il tipo :o ) porta alla conclusione che si tratta, effettivamente, della stessa specie e che il taxon “atra” era, come nella prima supposizione di XXX, solo una forma cromatica.
A questo punto (e qui sta il cuore della mia domanda), il nome “subpallida” 1957, diventa sinonimo di “atra” 1950, pur essendo stata quest’ultima, correttamente, descritta come una semplice forma cromatica? (l’apparente anomalia di una varietà descritta prima della specie tipo si spiega con quanto scritto più sopra).
Oppure, il percorso più corretto è quello di considerare “atra” un nome indisponibile (anche se, in effetti, viene oggi utilizzato), in quanto infrasubspecifico, e dunque mantenere solo “subpallida” ?
Spero di essere riuscito a spiegarmi e grazie per la vostra pazienza ;)

_________________
:hi: Marcello Romano


Top
profilo
MessaggioInviato: 26/10/2009, 21:28 
Avatar utente

Iscritto il: 02/02/2009, 23:32
Messaggi: 5642
Località: da Ferrara ad Alghero
Nome: Roberto A. Pantaleoni
Al tuo caso di studio, a mio parere, manca un dato:
atra è stato usato come specifico o sottospecifico prima del 1985, ai sensi dell'art. 45.6.4.1?

Roberto :to:

_________________
verum stabile cetera fumus


Top
profilo
MessaggioInviato: 26/10/2009, 21:44 
Amministratore
Avatar utente

Iscritto il: 02/02/2009, 23:30
Messaggi: 7073
Località: Capaci (Pa)
Nome: Marcello Romano
A quanto mi risulta "atra" non è stato mai usato come specifico o sottospecifico prima del 1985, ma il suo Autore, nel 1964, pur considerandola ancora una "forma", gli attribuiva, in determinate zone del suo areale, una presenza prevalente, parlandone quasi come una sottospecie (e nella sua collezione il tipo porta il cartellino autografo di "ssp. atra", evidentemente aggiunto successivamente :o ).
Proprio nel 1985 (cioè 10 anni prima che nella checklist esso appaia come sottospecie) il taxon "atra" viene riportato, ma solo all'interno di una tabella dicotomica di specie russe, come buona specie (si tratta dello stesso Autore che, nel 2002, continuerà a considerarlo tale nel suo catalogo delle specie palertiche) :?
Dunque, ricapitolando:
varietà nel 1950 (descrizione originale dell'Autore)
forma nel 1964 (così indicato sempre dall'Autore)
specie nel 1985 (Entomologo X, in una tabella dicotomica)
sottospecie nel 1995 (Entomologo Y, nella checklist della fauna italiana)
specie nel 2002 (Entomologo X, in un catalogo di specie paleartiche)
???? nel 2010 ;)

_________________
:hi: Marcello Romano


Top
profilo
MessaggioInviato: 26/10/2009, 22:08 
Avatar utente

Iscritto il: 02/02/2009, 23:32
Messaggi: 5642
Località: da Ferrara ad Alghero
Nome: Roberto A. Pantaleoni
Allora in teoria sarebbe possibile considerare atra come infra-sottospecifica visto che nessuno ha utilizzato questo nome con rango specifico o sottospecifico prima del 1985 (il 1985 non è prima del 1985 :D ) e visto che il suo autore non gli ha apparentemente attribuito tale rango.
Ci sono però due elementi che secondo me fanno cadere questa posizione: la fissazione di un tipo ed il cartellino del tipo. In qualunque pubblicazione seriamente referata si dovrebbe giustificare convincentemente che nonostante questi due elementi l'autore considerava atra come infra-sottospecifica (e invece mi pare che non ci siano elementi "positivi" ma solo "omissivi", non so se mi spiego utilizzando questi due termini?).
Quindi atra è disponibile e valido per il principio di priorità. Rimane solo una strada per non utilizzare questo nome, adottare il principio di stabilità definendo atra nomen oblitum e subpallida nomen conservandum.

Ciao Roberto :to:

_________________
verum stabile cetera fumus


Top
profilo
MessaggioInviato: 26/10/2009, 22:37 
Avatar utente

Iscritto il: 20/07/2009, 16:32
Messaggi: 5772
Località: Sassari (SS)
Nome: Mauro Doneddu
Forse un esempio reale, e non ipotetico, può essere più chiarificatore. Uso un caso relativo ad un mollusco, campo nel quale mi trovo molto più a mio agio.
Nel 1785 Linneo descrive, nel Systema Naturae, Cypraea mappa, specie marina con areale di distribuzione enorme, negli oceani Indiano e Pacifico, dalle coste africane orientali alla Polinesia. Si tratta del mollusco la cui conchiglia, comune sino alla banalità, e pescata in centinaia di migliaia di esemplari per rifornire negozietti di souvenir e bancarelle in tutto il mondo. Proprio perché cosi abbondante, tra tanti esemplari, capita di trovare delle aberrazioni cromatiche. Nel 1824 Gray descrisse una varietà di colore rosato, chiamandola var. rosea (Zool. Journal of London Vol. 1 p. 76). Nel 1888 Melvill descrisse una varietà di colore rossastra chiamandola var. panerythra (pan erythra=tutta rossa) (Mem. Manchester Lit. Soc. V. 1 p. 210). Nel 1902 Kenyon descrisse una varietà di colore verdastra chiamandola var. viridis (J. of Conchology London V. 10 p. 183).
Recentemente ci si rese conto che in realtà mappa, nel frattempo passata al genere Leporicypraea, è un complesso di sottospecie geograficamente separate, e nel 1993 Lorenz revisiona il complesso. Le sottospecie individuate furono 5 (1est Africa; 2coste asiatiche meridionali dalla penisola arabica al golfo del Bengala; 3indocina-indonesia-Filippine; 4melanesia; 5polinesia). Cercando i primi nomi disponibili per le 5 sottospecie saltò fuori che per la popolazione dell'est Africa la più antica descrizione fu rosea di Gray. Benché Gray non avesse nessuna intenzione di descrivere una sottospecie, ma solo un esemplare anormalmente rosato, il suo nome ebbe la precedenza su quelli di autori successivi che pur avevano intuito la diversità di quella popolazione dalle altre del complesso. E cosi allo stesso modo viridis risultò il primo nome disponibile per la sottospecie polinesiana e panerythra per quella melanesiana.
Naturalmente esemplari rosati, rossastri o verdastri sono presenti in tutte le 5 sottospecie, anzi paradossalmente, esemplari rosati sono più frequenti nella sottospecie nominale, che è quella delle Filippine.
Fra l'altro è stata snaturata la valenza che gli autori delle varietà avevano inteso per le loro descrizioni.
Come per le leggi di uno stato, che si possono non condividere e ritenere sbagliate, ma si devono rispettare perché altrimenti sarebbe il caos, lo stesso è per le regole dell’ICZN.

_________________
:hi:
Mauro


Top
profilo
MessaggioInviato: 26/10/2009, 22:47 
Avatar utente

Iscritto il: 02/02/2009, 23:32
Messaggi: 5642
Località: da Ferrara ad Alghero
Nome: Roberto A. Pantaleoni
Scusa Mauro, naturalmente non conosco i dettagli, ma siamo proprio sicuri che Lorenz non abbia preso una cantonata? Devo dire che effettivamente la versione precedente del codice potrebbe aver stabilito una regola diversa (andrò a vedere), inoltre bisognerebbe capire che margine di discrezionalità aveva Lorenz, forse quelle varietà potevano essere considerate infra-sottospecifiche.

Ciao Roberto :to:

_________________
verum stabile cetera fumus


Top
profilo
MessaggioInviato: 26/10/2009, 23:04 
Avatar utente

Iscritto il: 20/07/2009, 16:32
Messaggi: 5772
Località: Sassari (SS)
Nome: Mauro Doneddu
Le sottospecie sono tutt'ora considerate valide. Ma credo che i nomi delle tre varietà siano stati usati in passato come sottospecie, anche se con scarso seguito, se non ricordo male rosea da Schilder nel 1938 e panerythra e viridis da Steadman e Cotton nel 1946. Ciò non toglie che la regola in questione è molto poco condivisibile, ma abrogarla ora che molti nomi sono stati consolidati dall'uso causerebbe ulteriore confusione.

_________________
:hi:
Mauro


Top
profilo
MessaggioInviato: 29/10/2009, 15:44 
Avatar utente

Iscritto il: 05/02/2009, 17:31
Messaggi: 9527
Località: milano
Nome: maurizio pavesi
ciao marcello
scusami :oops: , ma stai facendo un po' di confusione tra nome valido e nome disponibile

Velvet Ant ha scritto:
Bene, grazie della spiegazione, che corrisponde esattamente a quanto mi sembrava di avere compreso. :D
Dunque, se ho capito bene, una varietà o forma descritta prima del 1961, può ma non necessariamente deve essere trattata come una sottospecie.
Nel senso che, se veramente si trattava di una forma cromatica, tale resta e dunque il nome attribuitole, in quanto infrasubspecifico, è indisponibile nomenclatorialmente...

.....

... A questo punto (e qui sta il cuore della mia domanda), il nome “subpallida” 1957, diventa sinonimo di “atra” 1950, pur essendo stata quest’ultima, correttamente, descritta come una semplice forma cromatica? (l’apparente anomalia di una varietà descritta prima della specie tipo si spiega con quanto scritto più sopra).
Oppure, il percorso più corretto è quello di considerare “atra” un nome indisponibile (anche se, in effetti, viene oggi utilizzato), in quanto infrasubspecifico, e dunque mantenere solo “subpallida” ?...

no no no :no:

10.6. Effetto della non validità sulla disponibilità. Un nome che è stato disponibile lo rimane, anche se è non valido per il fatto che è un sinonimo più recente, un omonimo più recente [n.d.a.: nome disponibile non è la stessa cosa che nome utilizzabile], un'emendazione ingiustificata, un nome di sostituzione ingiustificato o un nome soppresso [n.d.a. 2: soppresso non è la stessa cosa che da trattarsi come non pubblicato]...

pertanto, se la tua "atra" è un nome subspecifico in base al codice, tale rimane anche se successivamente posto in sinonimia in quanto semplice forma cromatica

ricordo a tutti che il codice non si interessa delle specie o sottospecie "vere", cioè popolazioni da considerare differenziate o meno rispetto ad altre, ma dei taxa nominali del livello specie; ossia non di entità biologiche, ma dei nomi da appioppare a tali entità una volta che gli specialisti ne abbiano stabilito il rango, nonché dell'ammissibilità formale dei nomi stessi, prescindendo dal fatto che le entità cui tali nomi si riferiscono siano o meno unanimemente ritenute distinte

Hemerobius ha scritto:
Allora in teoria sarebbe possibile considerare atra come infra-sottospecifica visto che nessuno ha utilizzato questo nome con rango specifico o sottospecifico prima del 1985 (il 1985 non è prima del 1985 :D ) e visto che il suo autore non gli ha apparentemente attribuito tale rango...

neanche questo è corretto :oops: ...

45.6. Determinazione del rango subspecifico o infra-subspecifico dei nomi che appaiono di seguito a un binomio. Un epiteto che appare di seguito a un binomio denota un rango subspecifico, con le eccezioni seguenti

45.6.4. Esso è subspecifico se è stato pubblicato prima del 1961, e il suo autore ha espressamente impiegato uno dei termini "varietà" o "forma" [...], a meno che il suo autore non gli abbia espressamente assegnato un rango infra-subspecifico, o che il contenuto del lavoro mostri senza ambiguità che il nome è stato proposto per un'entità infra-subspecifica [...]. Tuttavia:

45.6.4.1. Un nome che è infra-subspecifico riguardo all'articolo 45.6.4. è ciò nonostante ritenuto essere subspecifico nella sua pubblicazione originale, se prima del 1985, è stato adottato etc. etc.

pertanto, il fatto di essere stato utilizzato prima del 1985 in un rango (sub)specifico è richiesto solo per i nomi in origine infrasubspecifici, il che non è, dato che l'intenzione di attribuire al nome un rango infrasubspecifico deve risultare in modo non ambiguo

_________________
*****************
Immagine maurizio


Top
profilo
MessaggioInviato: 29/10/2009, 17:21 
Amministratore
Avatar utente

Iscritto il: 02/02/2009, 23:30
Messaggi: 7073
Località: Capaci (Pa)
Nome: Marcello Romano
Grazie di cuore, Maurizio :lov2:
Non nascondo che, sulle questioni legate al Codice, ho più di un dubbio e molta confusione in testa. :?
Non per niente ho aperto questa sezione (spero non si prefiguri un conflitto di interessi :mrgreen: )

Allora, vediamo se (finalmente) e grazie a te, comincio a capirci qualcosa ;)
Se scrivo qualche sciocchezza, ti prego di bacchettarmi duramente. :no1:
Intanto, stabiliamo l’esatto significato di alcuni termini




available name (= nome disponibile)

Nome disponibile è un nome scientifico attribuito a un taxon animale che non rientri fra quelli esclusi dalle disposizioni del Codice, (secondo quanto previsto dall’Articolo 1.3) e che sia conforme alle disposizioni previste dagli Articoli dal n° 10 al n° 20.




Il nome “atra” è un nome disponibile, in quanto, secondo quanto esposto nell’articolo 45.6.4 è da considerarsi un nome subspecifico.
Infatti è pubblicato prima del 1961 (esattamente 1950) come varietà, il suo Autore non gli ha espressamente assegnato un rango infrasubspecifico, né il contenuto del lavoro mostra senza ambiguità che Egli lo propose per un’entità infrasubspecifica.

Ora possiamo finalmente parlare della sua validità (che è cosa assai diversa :oops: )




valid name (= nome valido)

L’obiettivo primario delle regole del Codice è che a ciascun taxon sia attribuito in maniera univoca un solo nome.
Tale nome è il nome VALIDO per quel taxon.
È possibile che esistano più di un nome attribuito ad un certo taxon, tutti pubblicati seguendo i criteri definiti dal Codice.
Tali nomi sono tutti nomi DISPONIBILI per quel taxon.
Con pochi, semplici criteri è possibile scegliere l’unico nome VALIDO tra tutti i nomi DISPONIBILI.
Un primo criterio universale che si applica in moltissimi casi è quello della PRIORITÀ.
Tra due nomi disponibili viene ritenuto valido quello che è stato pubblicato correttamente per primo.
Questo risolve la scelta tra tutti i sinonimi disponibili.
Un altro criterio che deve sempre guidare i tassonomi è legato all’obiettivo della stabilità della nomenclatura.
La scoperta di un nome più antico disponibile per un certo taxon, potrebbe destabilizzare una nomenclatura accettata per decenni (o secoli).
In tal caso sono previste opzioni che permettono di mantenere il sinonimo juniore.




Veniamo al caso da me espsoto.
Dunque, una volta accertato, attraverso l’esame dei tipi (entrambi esaminabili) che i due taxa “atra” XXX, 1950 e “subpallida” XXX, 1957, malgrado oggi vengano considerate due specie distinte (essendo nel frattempo stato elevato al rango specifico il taxon “atra”), si riferiscono in realtà allo stesso taxon, la scelta del nome valido è obbligata.

Fra i due nomi disponibili, quello valido per il taxon, per il principio di priorità, è proprio il nome “atra” XXX, 1950, malgrado, in questo particolarissimo caso, si tratti di un nome attribuito dall’Autore a quella che Egli (giustamente) riteneva solo una forma cromatica di quella che, 7 anni dopo, avrebbe rinominato come “subpallida” XXX, 1957.

Quante scemenze ho scritto ? :sick:

_________________
:hi: Marcello Romano


Top
profilo
Visualizza ultimi messaggi:  Ordina per  
nuovo argomento
rispondi
Vai alla pagina 1, 2  Prossimo
Pagina 1 di 2 [ 23 messaggi ]

Tutti gli orari sono UTC + 1 ora [ ora legale ]


Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 2 ospiti


Non puoi aprire nuovi argomenti
Non puoi rispondere negli argomenti
Non puoi modificare i tuoi messaggi
Non puoi cancellare i tuoi messaggi
Non puoi inviare allegati

Cerca per:
Vai a: