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Hemerobius
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Inviato: 09/11/2009, 20:32 |
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Iscritto il: 02/02/2009, 23:32 Messaggi: 5642 Località: da Ferrara ad Alghero
Nome: Roberto A. Pantaleoni
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Allora sei incartato: A) per l'olotipo non c'è problema, lo puoi mettere in sinonimia con Acca senza problemi (Stenomutilla aethiops = Acca, chi abbia la priorità non è importante); B) per la "Figura" ti manca il nome finché non lo sinonimizzi con Beta. A mio parere, e qui mi ripeto, la strada di attribuire il nome Stenomutilla aethiops alla "Figura" esiste ma è troppo laboriosa per lo scopo. Conviene aspettare che tu possa attribuire la specie Beta alla "Figura". Al che potrai risolvere tutto senza nuovi nomi o "movimenti" strani. L'unico rischio è che qualcuno determini qualche maschio Beta come Stenomutilla aethiops se conoscerà solo il lavoro dell'Autore e non il tuo. Ma mi pare un rischio molto più limitato di stare a istituire lectotipi od addirittura neotipi. Pensa infatti cosa succederebbe considerando i due esemplari sintipi e creando un lectotipo sopra quello della figura se quest'ultimo riapparisse con un bel cartellino "Paratypus". Ciao Roberto
_________________ verum stabile cetera fumus
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gomphus
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Inviato: 10/11/2009, 15:44 |
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Iscritto il: 05/02/2009, 17:31 Messaggi: 9527 Località: milano
Nome: maurizio pavesi
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caro marcello ho lungamente e più volte masticato il tutto ... allora: l'holotypus non è affatto "indicato chiaramente", dato che non si può nemmeno affermare che la parola "paratypus" sia rimasta nella punta delle dita dell'autore, o del tipografo, in quanto il lavoro sotto questo aspetto è tutt'altro che omogeneo nel caso della specie di cipro, holotypus e paratypus sono trattati in due paragrafi separati nel caso della specie di turchia, l'holotypus e i due paratypi sono raggruppati insieme in modo incomprensibile, dato che l'esemplare singolo di una località è citato dopo i due esemplari dell'altra, e non vedo nulla che consenta di affermare che l'holotypus sia il primo (forse in origine c'erano solo i due primi, con identici dati di cartellino, per cui non erano necessarie ulteriori precisazioni oltre al fatto di dire che l'holotypus era uno dei due e il paratypus l'altro, ma una volta che le località sono più di una il discorso cambia) nel caso della specie in questione, abbiamo una trattazione ancora differente; pertanto credo si possa tranquillamente dire che l'holotypus non è stato designato (è verosimile che il testo sia stato scritto in presenza di un singolo esemplare noto, e successivamente rabberciato, così da divenire privo di senso compiuto), e che i due esemplari sono syntypi quanto alle preoccupazioni di roberto Hemerobius ha scritto: ... Pensa infatti cosa succederebbe considerando i due esemplari sintipi e creando un lectotipo sopra quello della figura se quest'ultimo riapparisse con un bel cartellino "Paratypus"... secondo me sono infondate ... in base al codice, l'holotypus è tale solo se validamente designato nella descrizione originale, la semplice etichettatura di un esemplare in collezione come "holotypus" non ha alcun valore; ricordo ad es. che la collezione di carabidi del museo è piena di "holotypi" che tali non sono, in quanto schatzmayr etichettava gli esemplari della serie tipica come "holotypus" e "paratypi", poi però la descrizione non diceva nulla di tutto ciò, riportava ad es. "tripolitania, zuara, 10 es." senza alcun accenno al fatto che uno di questi fosse l'holotypus tieni però presente che se non designi l'esemplare raffigurato, e scomparso, come lectotypus, non puoi direttamente fissare un neotypus, dato che l'altro syntypus esiste ancora ; dovresti prima chiedere alla commissione di sopprimere il tipo ("tipo" in quanto parte della serie sintipica, che costituisce nel suo insieme il tipo portanome), invocando il fatto che non concorda con il senso che l'autore stesso ha attribuito nella descrizione alla sua nuova specie anche se mi sentirò dire di tutto , ti dico come procederei io : 1) fisserei l'esemplare come lectotypus, indicando che come riportato nella descrizione originale, si trova al museo di leiden 2) in seguito, magari al momento di stabilire la sinonimia tra "specie maschio" e "specie femmina" , fingerei di scoprire solo allora che il tipo non c'è più , e sarei costretto a fissare un neotypus ...
_________________ ***************** maurizio
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Hemerobius
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Inviato: 10/11/2009, 16:26 |
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Iscritto il: 02/02/2009, 23:32 Messaggi: 5642 Località: da Ferrara ad Alghero
Nome: Roberto A. Pantaleoni
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gomphus ha scritto: caro marcello ho lungamente e più volte masticato il tutto ... allora: l'holotypus non è affatto "indicato chiaramente", dato che non si può nemmeno affermare che la parola "paratypus" sia rimasta nella punta delle dita dell'autore, o del tipografo, in quanto il lavoro sotto questo aspetto è tutt'altro che omogeneo nel caso della specie di cipro, holotypus e paratypus sono trattati in due paragrafi separati nel caso della specie di turchia, l'holotypus e i due paratypi sono raggruppati insieme in modo incomprensibile, dato che l'esemplare singolo di una località è citato dopo i due esemplari dell'altra, e non vedo nulla che consenta di affermare che l'holotypus sia il primo (forse in origine c'erano solo i due primi, con identici dati di cartellino, per cui non erano necessarie ulteriori precisazioni oltre al fatto di dire che l'holotypus era uno dei due e il paratypus l'altro, ma una volta che le località sono più di una il discorso cambia) nel caso della specie in questione, abbiamo una trattazione ancora differente; pertanto credo si possa tranquillamente dire che l'holotypus non è stato designato (è verosimile che il testo sia stato scritto in presenza di un singolo esemplare noto, e successivamente rabberciato, così da divenire privo di senso compiuto), e che i due esemplari sono syntypi quanto alle preoccupazioni di roberto Hemerobius ha scritto: ... Pensa infatti cosa succederebbe considerando i due esemplari sintipi e creando un lectotipo sopra quello della figura se quest'ultimo riapparisse con un bel cartellino "Paratypus"... secondo me sono infondate ... in base al codice, l'holotypus è tale solo se validamente designato nella descrizione originale, la semplice etichettatura di un esemplare in collezione come "holotypus" non ha alcun valore; ricordo ad es. che la collezione di carabidi del museo è piena di "holotypi" che tali non sono, in quanto schatzmayr etichettava gli esemplari della serie tipica come "holotypus" e "paratypi", poi però la descrizione non diceva nulla di tutto ciò, riportava ad es. "tripolitania, zuara, 10 es." senza alcun accenno al fatto che uno di questi fosse l'holotypus tieni però presente che se non designi l'esemplare raffigurato, e scomparso, come lectotypus, non puoi direttamente fissare un neotypus, dato che l'altro syntypus esiste ancora ; dovresti prima chiedere alla commissione di sopprimere il tipo ("tipo" in quanto parte della serie sintipica, che costituisce nel suo insieme il tipo portanome), invocando il fatto che non concorda con il senso che l'autore stesso ha attribuito nella descrizione alla sua nuova specie anche se mi sentirò dire di tutto , ti dico come procederei io : 1) fisserei l'esemplare come lectotypus, indicando che come riportato nella descrizione originale, si trova al museo di leiden 2) in seguito, magari al momento di stabilire la sinonimia tra "specie maschio" e "specie femmina" , fingerei di scoprire solo allora che il tipo non c'è più , e sarei costretto a fissare un neotypus ... Ovvero l'arzigogolo! Roberto PS: Maurizio, ti voglio bene
_________________ verum stabile cetera fumus
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gomphus
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Inviato: 10/11/2009, 16:50 |
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Iscritto il: 05/02/2009, 17:31 Messaggi: 9527 Località: milano
Nome: maurizio pavesi
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roberto, il codice non l'ho fatto io ... mi limito a cercare di conviverci meglio che posso !
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Hemerobius
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Inviato: 10/11/2009, 18:59 |
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Iscritto il: 02/02/2009, 23:32 Messaggi: 5642 Località: da Ferrara ad Alghero
Nome: Roberto A. Pantaleoni
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Adesso non ho tempo di risponderti. Ma lo farò! Ciao Roberto
_________________ verum stabile cetera fumus
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Velvet Ant
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Inviato: 10/11/2009, 22:48 |
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Iscritto il: 02/02/2009, 23:30 Messaggi: 7073 Località: Capaci (Pa)
Nome: Marcello Romano
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gomphus ha scritto: 1) fisserei l'esemplare come lectotypus, indicando che come riportato nella descrizione originale, si trova al museo di leiden 2) in seguito, magari al momento di stabilire la sinonimia tra "specie maschio" e "specie femmina" , fingerei di scoprire solo allora che il tipo non c'è più , e sarei costretto a fissare un neotypus ... Carissimo Maurizio, ho seguito il tuo ragionamento, che trovo ineccepibile. Non comprendo solo la necessità dell'ultimo passaggio. A mio avviso non sarei affatto costretto a fissare, successivamente alla designazione del lectotypus, un neotypus, anche in mancanza dell'esemplare di Leiden. Cerco di spiegare i passaggi del ragionamento che mi porta a queste conclusioni e attendo le tue (sempre precise e illuminanti) osservazioni. Gli elementi di cui dispongo1) Gli esemplari della serie tipica di S. aethiops sono certamente due e poichè l'holotypus non è stato designato nella pubblicazione con sufficiente chiarezza, essi vanno considerati entrambi syntypi (indipendentemente dal cartellino di holotypus o paratypus che ciascun esemplare può portare nello spillo) 2) L'illustrazione dell'edeago non può che riferirsi ad uno dei due sintipi, ma sarebbe impossibile, disponendo della sola descrizione, dire a quale dei due. 3) Fortunatamente ho potuto esaminare uno dei due sintipi (quello dell'IEAP) accertando due elementi fondamentali: A) L'armatura genitale non era estratta B) La successiva estrazione da parte mia ha rivelato trattarsi di altra specie nota, con caratteri dell’edeago e morfologici assai diversi da quelli riportati nella descrizione originale e nel disegno dell'edeago di S. aethiops pubblicati. 4) Da quanto sopra riportato ne consegue che disegno e descrizione non possono che riferirsi all’esemplare sintipico del Museo di Leiden. Ora, l’articolo 74 comma 4 del Codice recita (testo francese) 74.4. Désignation d'une illustration ou d'une description comme lectotype. La désignation comme lectotype de l'illustration ou de la description d'un syntype doit être traitée comme la désignation du spécimen illustré ou décrit; le fait que le spécimen n'existe plus ou ne peut être localisé n'invalide pas en soi la désignation.Dunque, se ne interpreto correttamente i contentuti, questa norma mi consente, in perfetta sintonia con quanto dettato dallo stesso Codice, di designare l'illustrazione e la descrizione come lectotipo, in maniera definitiva, indipendentemente dal fatto che l’esemplare che servì per tale illustrazione (che è certamente quello di Leiden) non esista più o non possa più essere localizzato. Se anche in futuro venisse localizzato, esso costituirebbe il lectotipo, già da me fissato. L'esemplare dell' IEAP diverrebbe dunque un paralectotipo, di cui ho potuto accertare l'identità con altra specie nota. (Tante volte il compianto Petersen, specialista di Mutillidi, nello studiare i tipi di Fabricius, si trovò a fissare un lectotipo scegliendo quello corrispondente alla descrizione fra due o più sintipi, ciascuno appartenente a specie diverse, confuse dal Fabricius) Qual'è il punto debole del mio ragionamento, o, come sarebbe meglio dire, arzigogolo?
_________________ Marcello Romano
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gomphus
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Inviato: 11/11/2009, 1:06 |
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Iscritto il: 05/02/2009, 17:31 Messaggi: 9527 Località: milano
Nome: maurizio pavesi
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carissimo marcello circa la designazione del neotypus, dovresti vedere tu... nel senso che dovresti valutare se la descrizione è sufficiente a rappresentare appieno il taxon in questione, o se invece vi fossero caratteri importanti di cui la descrizione non parla, e che richiederebbero di poter esaminare un "tipo" è verissimo, come dici tu, che puoi designare come lectotypus l'illustrazione (che è sostanzialmente quel che dicevo io, parlando di designare l'esemplare raffigurato), e che il fatto che l'esemplare raffigurato non possa essere ritrovato non invalida in sé la designazione ma è altrettanto vero che se il tipo porta-nome valido (quindi validamente designato) di un taxon nominale del livello specie (ogni volta che ripeto questa frase mi viene il mal di pancia ) risulta distrutto o irreperibile, è permesso in determinate circostanze designare un neotypus... precisamente è permesso nell'ambito di una revisione sistematica, qualora il taxon risulti coinvolto in un problema zoologico complesso che non può essere risolto con il solo ricorso alla descrizione originale quindi in ultima analisi spetterebbe a te valutare se la descrizione sia di per sé sufficiente, o se la caratterizzazione completa del taxon richieda l'esistenza fisica di un tipo porta-nome p.s. guarda però che roberto ha promesso, appena avrà tempo, di rispondermi... in pratica, di elencare tutto quello che pensa di me e dei miei arzigogoli ... aspettiamo anche il suo parere
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Hemerobius
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Inviato: 11/11/2009, 9:21 |
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Iscritto il: 02/02/2009, 23:32 Messaggi: 5642 Località: da Ferrara ad Alghero
Nome: Roberto A. Pantaleoni
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gomphus ha scritto: roberto, il codice non l'ho fatto io ... mi limito a cercare di conviverci meglio che posso ! Io non ho l'esperienza di Maurizio nell'interpretazione del Codice, e prendo perciò tutte le sue opinioni in grandissima considerazione (e a suo onore devo dire che quasi sempre ha ragione lui). Diciamo che mi trovo spesso distante da lui nell'approccio generale, quasi filosofico, al codice. Maurizio ama perdercisi quasi come in esplorazione, percorrendo tutti i codicilli e seguendolo incantato (uso questo termine e non estasiato, volendo sottolineare che lo fa anche contro la sua volontà od il suo parere). La mia esperienza nello studio delle specie di Neurotteri di Linneo (ed Autori coevi), con in preparazione la stessa cosa per Fabricius, mi ha portato invece ad una fortissima convinzione: il codice spesso offre più strade (soprattutto questa ultima edizione) a discrezione del nomenclatore, va percorsa sempre ed assolutamente la più semplice, quella che complessivamente richiede meno "atti" (io ho forti dubbi invece sulla stabilità). Un altro principio di cui mi sono convinto sta nella NON OBBLIGATORIETA' ad intraprendere certi atti nomenclatoriali (ancorché corretti) soprattutto se questi sono ininfluenti al raggiugimento dello "status" finale. In questo interessante caso di studio sottopostoci da Marcello ci siamo avvicinati alla soluzione piano piano (anche perché tutti gli elementi della questione erano, ovviamente, ben presenti solo a Marcello stesso). Credo che la "scoperta" principale sia stata quella che siamo in presenza di due sintipi e non di un olotipo e di un paratipo, con tutte le conseguenze del caso. Nell'ultima mia proposta: Cita: A) per l'olotipo non c'è problema, lo puoi mettere in sinonimia con Acca senza problemi (Stenomutilla aethiops = Acca, chi abbia la priorità non è importante); B) per la "Figura" ti manca il nome finché non lo sinonimizzi con Beta. A mio parere, e qui mi ripeto, la strada di attribuire il nome Stenomutilla aethiops alla "Figura" esiste ma è troppo laboriosa per lo scopo. ho commesso due errori. Uno concettuale ed uno tecnico. Provo a spiegare il mio ragionamento a scopo didattico (sperando di non -vi). Di fronte ad un nome attribuito a due diverse specie entrambe destinate alla sinonimia mi sono detto, ma perché stare ad impazzire istituendo un lectotipo su un esemplare che non abbiamo? Definiamolo per quello di cui possediamo l'esemplare (seguendo tra l'altro la volontà dell'autore che, a mio parere, va sempre rispettata nel possibile) e sinonimizziamolo. Per l'altro esemplare non facciamo nulla (con l'istituzione del lectotipo perde ogni caratteristica di tipo), semplicemente dichiariamo che la figura dell'autore attribuita a Stenomutilla aethiops in realtà rappresenta un'altra specie. In conclusione: A) una istituzione di lectotipo; B) una sinonimia; C) un'attribuzione ad altra specie della figura "tipica" di Stenomutilla aethiops. A questo punto però (oltre al fatto che Marcello ha l'esigenza di rimandare l'atto C) avevo commesso, come già detto, due errori. Non avevo considerato che è più semplice (e più corretto come vedremo dal secondo errore) attribuire ad un'altra specie l'esemplare in possesso di Marcello, anche se porta il cartellino di olotipo. Inoltre non avevo tenuto presente la raccomandazione 74B del codice che si intitola "Preference for illustrated specimen" e che recita: Cita: Other things being equal, an author who designates a lectotype should give preference to a syntype of which an illustration has been published. Marcello infatti ha trovato una soluzione più semplice della mia: A) una istituzione di lectotipo (seguendo la raccomandazione 74B); B) un'attribuzione ad altra specie del secondo sintipo (l'esemplare in suo possesso, che con il punto A perde ogni caratteristica di tipo); C) una sinonimia tra lectotipo (corrispondente alla figura "tipica") ed altra specie (atto assolutamente posticipabile). Il neotipo secondo me è invece fortemente ingiustificato. Ciao Roberto
_________________ verum stabile cetera fumus
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gomphus
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Inviato: 11/11/2009, 11:16 |
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Iscritto il: 05/02/2009, 17:31 Messaggi: 9527 Località: milano
Nome: maurizio pavesi
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ciao roberto sono d'accordo sulla quasi totalità di quanto scrivi, l'unico punto dove mi sembra ci sia una divergenza è che io ho una grandissima considerazione per la stabilità nomenclatoriale, e quindi vedo con favore tutte le disposizioni del nuovo codice che offrono ulteriori possibilità di mantenerla circa il neotypus, a questo punto concordo totalmente : allo stato attuale (ovviamente le cose cambierebbero se in futuro si scoprisse l'importanza di caratteri precedentemente ignorati nelle descrizioni) la descrizione pubblicata del (futuro) lectotypus è più che sufficiente a definire il taxon in questione, pertanto il neotypus è ingiustificato in quanto non necessario, e come tale se istituito sarebbe automaticamente invalido (art. 75.3 un neotype n'est validement désigné qu' en cas de besoin exceptionnel...)
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