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Brachypteroma ottomanum Heyden, 1863 oppure Brachypteroma ottomana Heyden, 1863 ? (Coleoptera, Cerambycidae)



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Autore Messaggio
MessaggioInviato: 28/11/2009, 13:56 
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Iscritto il: 05/09/2009, 7:56
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Nome: Gianfranco Sama
Il genere Brachypteroma Heyden, 1863 (Cerambycidae, sottofamiglia Cerambycinae, tribu Brachypteromini) è sempre stato ritenuto neutro, ma ora mi è venuto il dubbio che debba essere considerato femminile.

Heyden, nella descrizione originale indicò espressamente l’origine de nome dalle due parole greche βραχυ = kurz (corto) e Лτέρομα = Flügel (ala) (che, in effetti, si applica perfettamente a questo piccolo Cerambycidae presente anche nella fauna italiana).

Tuttavia, nel mio dizionario greco, la parola Лτέρομα non esiste e la traduzione greca di ala è Лτέροv. Vedo, tuttavia, navigando su Internet, che esiste la parola greca Pteroma che, però, è un termine architettonico che nulla ha a che vedere con ala. Pertanto, “pteroma”, nel senso datogli da Heyden, appare una libera manipolazione di Pteron.
Per conseguenza, la parola Brachypteroma, non terminando in una parola greca translitterata in latino senza cambiamenti (ICZN, art. 30.1.2.) non dovrebbe essere di genere neutro.
Nel caso in questione, si dovrebbe applicare, invece, il comma seguente (30.1.3) che recita “Names ending in the Latin gender –a latinized from the Greek ending –on are feminin".

Pertanto, Brachypteroma è femminile e il nome appropriato dovrebbe essere Brachypteroma ottomana Heyden, 1863 ( o no ?).

Da notare che in tutti i casi analoghi che ho trovato il genere è stato, ed è tuttora, considerato femminile.

Dasypteroma Staudinger, 1892 (Lepidoptera)
Eccopteroma Staudinger, 1892 (Lepidoptera)
Tetrapteroma Haeckel, 1881 (Protura)
Pteroma Hampson, 1893 (Lepidoptera)
Callipteroma Motschulsky, 1863 (Hymenoptera) – In questo caso, tuttavia, il “genere del genere” è stato messo in discussione dal giapponese Yoshimiro Hirashima, ESAKIA, (25) : 140. 1987 (“I believe that the
last part of Callipteroma is the exact Greek spelling, i. e., the Greek neuter noun pteroma, and should be accepted as such.”


Grazie a chiunque possa darmi una delucidazione.

G.Sama

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Gianfranco Sama

"Benedetto colui che ti aiuta a correggere i tuoi errori invece di scagliarteli contro"
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MessaggioInviato: 28/11/2009, 16:20 
 
io non ho nessun capitolo in merito e quindo non posso certo darti delucidazioni, però questa cosa di cambiare il neutro, in femminile etc.. assodato ormai da decenni o centinaia di anni mi sembra solo una mania di protagonismo, se l'autore antico ha messo in quel modo può avere avuto le sue ragioni che quasi sempre è impossibile decifrare( errore, altro senso che non capiamo etc..), quindi penso che in questi casi sia più corretto mantenere il vecchio nome., anche come forma di rispetto verso l'autore stesso. (in questo il Codice dovrebbe essere più fermo e permettere meno stravolgimenti)
Tutta altra cosa in cambi di generi, autori e descrizioni delle nuove specie...
Voi super esperti che dite? ho torto profondamente o no?
Saluti
Fabrizio Fanti


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MessaggioInviato: 28/11/2009, 17:33 
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Iscritto il: 06/02/2009, 9:07
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Nome: Davide Badano
Si era già discusso di situazioni analoghe qui-


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MessaggioInviato: 28/11/2009, 18:34 
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Iscritto il: 14/03/2009, 12:59
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Località: Milano
Nome: Gabriele Franzini
Ciao,
da vecchio liceale posso solo aiutare col greco.
Cita:
Tuttavia, nel mio dizionario greco, la parola Лτέρομα non esiste
.
Esiste, ma è scritta πτέρωμα con l'omega, non con l'omicron. E' di genere neutro, in Aristotele: "apparato di penne"; l'ala degli insetti NON è un apparato di penne, però un'analogia con il concetto c'è.
Deriva dal verbo transitivo πτεροω "fornisco di penne", per esempio la coda di una freccia.

Saluti,
G.


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MessaggioInviato: 28/11/2009, 19:14 
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Iscritto il: 02/02/2009, 23:32
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Località: da Ferrara ad Alghero
Nome: Roberto A. Pantaleoni
Isotomus ha scritto:
...
Callipteroma Motschulsky, 1863 (Hymenoptera) – In questo caso, tuttavia, il “genere del genere” è stato messo in discussione dal giapponese Yoshimiro Hirashima, ESAKIA, (25) : 140. 1987 (“I believe that the
last part of Callipteroma is the exact Greek spelling, i. e., the Greek neuter noun pteroma, and should be accepted as such.”
Dopo la risposta di Gabriele si può solo dire che Yoshimiro Hirashima ha ragione ed ... anche Heyden: Brachypteroma ottomanum.

Ciao Roberto :to:

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verum stabile cetera fumus


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MessaggioInviato: 28/11/2009, 20:07 
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Nome: maurizio pavesi
ciao ragazzi, eccomi qui... in ritardo :) ...

(nota: oggi pomeriggio sono uscito lasciando il computer connesso, quindi risultavo presente sul forum, ma qui non c'era nessuno :oops: )

solo una piccola precisazione ;) ... dal mio vocabolario greco, "pteroma" significa anche "penna", non solo "apparato di penne", quindi "Brachy- + pteroma" non è mica un nome così fuori luogo, è come dire "brevipennis" :D !

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MessaggioInviato: 29/11/2009, 14:22 
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Iscritto il: 05/09/2009, 7:56
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Località: Cesena
Nome: Gianfranco Sama
hutia ha scritto:
però questa cosa di cambiare il neutro, in femminile etc.. assodato ormai da decenni o centinaia di anni mi sembra solo una mania di protagonismo
Fabrizio Fanti

No Fabrizio non hai sempre torto, ma nel caso specifico si. Un conto sono i nomi che usiamo nelle collezioni private, un altro sono quelli che dobbiamo utilizzare nelle pubblicazioni ufficiali. Il codice richiede espressamente (e non è facoltativo) che genere e specie debbano essere accordati e tutte le riviste scientifiche pretendono che il Codice di Nomenclatura sia rispettato. E non è una questione di protagonismo né di opinioni, come potrebbe essere, invece, proprio nei casi che giustificheresti (cambio di genere, ecc.).
Daltronde, negli ultimi tempi abbiamo dovuto accettare numerosi cambi di desinenze; mi viene in mente Tetrops praeustus (che avevamo sempre chiamato T. praeusta, Pseudosphegesthes cinerea al posto di P. cinereus, ecc. Negli anni passati abbiamo dovuto accettare ben altre modifiche, per esempio quando abbiamo dovuto accettare Anastrangalia dubia al posto di Leptura dubia o Rutpela maculata per Strangalia maculata. E, ultimamente, Stictoleptura o Aredolpona anziché Corymbia che, a sua volta, aveva sostituito Leptura (per, ad esempio, cordigera o rubra). Ora queste cose non ci sembrano più tanto assurde (anche se io stesso, nella mia collezione non ho sempre sostituito i vecchi cartellini).


Per tornare a Brachypteroma ottomanum Heyden, 1863 (e mi sta benissimo il neutro), si è recentemente scoperto che la combinazione Dolocerus reichei Mulsant 1863 (genere e specie da sempre considerati sinonimi rispettivamente di Brachypteroma e di ottomanum) era stata in realtà descritta nel 1862 ed aveva pertanto la priorità. Anziché proporre la nuova sinonimia si è proposto di adottare quello che il Codice chiama inversione di priorità e di mantenere la vecchia ed usatissima combinazione Brachypteroma ottomanum.

Nella fauna spagnola, dopo la pubblicazione del volume di Vives che, in nome di vere o presunte priorità o omonimie, ha apportato numerosi cambiamenti nomenclaturali, molti entomologi utilizzano Aegomorphus varius al posto di A. clavipes, Grammoptera atra per G. ruficornis, Anoplodera krueperi per A. rufipes, ecc. Da notare che questi cambiamenti sono contrari allo spirito e alle regole del Codice il quale, nell'ultima edizione del 1999, ha opportunamente rimesso in auge il concetto di "nomen oblitum" e "nomen protectum".
Tuttavia, non sempre il Codice concede queste scappatoie. Vedi il caso delle vecchie "varietà" (in genere descritte da Pic) che il Codice costringe talora ad utilizzare al posto di nomi spesso di uso corrente.

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Gianfranco Sama

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MessaggioInviato: 29/11/2009, 17:10 
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Iscritto il: 06/02/2009, 9:07
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Nome: Davide Badano
hutia ha scritto:
io non ho nessun capitolo in merito e quindo non posso certo darti delucidazioni, però questa cosa di cambiare il neutro, in femminile etc.. assodato ormai da decenni o centinaia di anni mi sembra solo una mania di protagonismo, se l'autore antico ha messo in quel modo può avere avuto le sue ragioni che quasi sempre è impossibile decifrare( errore, altro senso che non capiamo etc..), quindi penso che in questi casi sia più corretto mantenere il vecchio nome., anche come forma di rispetto verso l'autore stesso. (in questo il Codice dovrebbe essere più fermo e permettere meno stravolgimenti)
Tutta altra cosa in cambi di generi, autori e descrizioni delle nuove specie...
Voi super esperti che dite? ho torto profondamente o no?
Saluti
Fabrizio Fanti


Inoltre non si tratta di protagonismo poichè colui che corregge una grafia originale scorretta (in base agli opportuni articoli del codice) poi non appare certo come descrittore, al più è inserito negli elenchi sinonimici, che non portano certo a celebrità :D .


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MessaggioInviato: 29/11/2009, 18:26 
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Nome: maurizio pavesi
Dilar ha scritto:
... colui che corregge una grafia originale scorretta (in base agli opportuni articoli del codice) poi non appare certo come descrittore, al più è inserito negli elenchi sinonimici, che non portano certo a celebrità :D .

per la verità, nemmeno quello... la grafia originale scorretta è emendata automaticamente, mantenendo autore e data originali; in pratica l'emendazione giustificata è trattata come se il nome fosse stato scritto così fin dall'inizio, e chiunque l'abbia materialmente fatta, il suo nome non compare in alcun modo

è l'emendazione ingiustificata quella che è considerata un sinonimo oggettivo più recente del nome originale, con suoi propri autore e data, e quindi compare negli elenchi sinonimici, senza quindi portare certo alla celebrità... anche perché il codice ne consente l'uso, all'insegna della stabilità, solo se è in uso predominante con attribuiti data e autore del nome originale, in pratica trattata come se si trattasse della grafia originale; in questo caso, secondo il codice, la si ritiene una emendazione giustificata... e quindi, anche qui, l'autore materiale dell'emendazione non comparirà mai

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MessaggioInviato: 29/11/2009, 19:28 
 
beh ma in effetti sono daccordo con voi e io volutamente non sono entrano in merito al caso in questione...
quello che volevo dire dire è che non mi sembra ci sia tutta questa necessità di cambiare le desinenze per forza, anche se sono con grafia latina sbagliata(e non sempre è chiaro quale intrepretazione aveva dato l'autore, pertanto mi sembra in questi casi voler essere più bravi in qualche modo riprendendo e facendo notare l'errore del vecchio autore).ci sono già a sufficienza cambi di generi, autori e chi più ne ha più ne metta (questi in genere si leciti e giusti a mio modesto avviso)
Grazie comunque per le delucidazioni
Fabrizio Fanti


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MessaggioInviato: 03/06/2010, 21:41 
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Località: Casinalbo (MO)
Nome: Riccardo Poloni
Bè Fabrizio, permetti che io dissenta su quello che hai detto, chiamare un animale con il nome sbagliato (facciamo un esempio banale, femminile per maschile) vuol dire dare un nome privo di senso, per esempio, gatto bianco, in latino diventa felis albus, se io dicessi felis alba, direi gatto bianca, e non mi sembra poi così tanto gradevole, nel caso del neutro in italiano non si può fare l'esempio poichè è un genere inesistente in italiano. Tornando alla Brachypteroma ottomanUM, spesso gli autori antichi in fatto di greco e di latino ne sapevano molto di più di noi, infatti, come ha detto Gabriele, con cui sono daccordissimo, la parola Brachypteroma (traslitterazione latina dell'unione fonetica e strutturale di due parole greche, così la facciamo semplice) deriva da braKiù (accento acuto) s-eo (omega)S, che vuol dire breve, corto, esiguo, piccolo, e ptéro (omega) ma-atos, di genere neutro, piumaggio, apparecchio per le ali, , mezzo per volare, ali, quindi ali corte. E quindi è anche giusto dire ottomanum, e non ottomana o ottomanus :D :)

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Riccardo Poloni
La dignità degli elementi
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