Benvenuto Ospite | Iscriviti

Forum Entomologi Italiani

www.entomologiitaliani.net/forum
 
Oggi è 27/04/2024, 9:01

Tutti gli orari sono UTC + 1 ora [ ora legale ]

Sintipi e designazione di un lectotipo: casi particolari



nuovo argomento
rispondi
Vai alla pagina 1, 2  Prossimo
Pagina 1 di 2 [ 18 messaggi ]
Autore Messaggio
MessaggioInviato: 01/11/2012, 22:40 
Amministratore
Avatar utente

Iscritto il: 02/02/2009, 23:30
Messaggi: 7073
Località: Capaci (Pa)
Nome: Marcello Romano
Non nascondo che, forse proprio per la loro complessità, i problemi nomenclatoriali e la corretta applicazione del Codice rappresentano un campo dell'entomologia che, allo stesso tempo, mi spaventa ma mi affascina.
Poiché dovrò affrontare e risolvere, prima o poi, nello studio dei miei amati Mutillidi, diversi di questi complessi casi e avendo la fortuna di poter contare su più di un "maestro" del Codice presente qui sul forum, ogni tanto ne approfitto :D




In questa discussione mi piacerebbe chiarire alcuni passaggi nella corretta designazione di un lectotipo, nei casi più complessi.
Per non appesantire subito la discussione (trattandosi di argomento alquanto ostico), procederò a piccoli passi e con singole domande, per arrivare finalmente ai quesiti per i quali più mi interessa avere una vostra risposta illuminante.
Come è stato spiegato in discussioni precedenti, quando una specie è stata descritta su un certo numero (il più delle volte, imprecisato) di esemplari, ma senza che uno di essi venisse designato in particolare come "tipo" nella descrizione pubblicata, gli esemplari serviti per la descrizione sono tutti sullo stesso piano e vengono definiti "syntypi".
Essi costituiscono collettivamente nel loro insieme il "tipo porta-nome"

Come scriveva Maurizio (gomphus) "un autore che successivamente compia uno studio sul gruppo in questione può selezionare uno dei syntypi come "lectotypus", in pratica un holotypus designato successivamente anziché all'atto della descrizione, che diviene il nuovo tipo porta-nome singolo; in seguito a tale azione, i rimanenti syntypi perdono definitivamente tale qualifica, divenendo "paralectotypi”.

Quando i sintipi sono conspecifici, non ci sono problemi particolari da risolvere.
Il revisore designerà come lectotipo quello che ritiene maggiormente avvicinarsi alla descrizione pubblicata. I rimanenti sintipi, divenuti paralectotipi in seguito a tale azione e tutti, come detto, conspecifici, ne rappresenteranno la normale variabilità intraspecifica.

Nella serie sintipica accade, meno raramente di quanto si possa credere, soprattutto in gruppi con specie apparentemente molto simili tra loro, che in mezzo possano esserci confuse due o più specie.
Le cose allora, a mio avviso, si complicano.
Per semplificare gli esempi successivi, ipotizzerò che la specie nominata "A" dall'Autore originale sia rappresentata da due sintipi (S1 e S2) appartenenti a due taxa diversi.
Al revisore potranno, in questo caso, presentarsi diversi scenari.
Comincio ad esaminare il primo e poi mi fermo in attesa delle vostre eventuali osservazioni.

Primo scenario

S1 non corrisponde a nessuna altra specie precedentemente descritte.
S2 non è conspecifico e risulta appartenere a specie già precedentemente descritta (specie nominata "B").

Credo di non sbagliare dicendo che il revisore selezionerà come lectotipo il sintipo valido dal punto di vista tassonomico, mentre determinerà correttamente S2 (paralectotipo) come "B".
La specie "A", così, non cadrà in sinonimia con "B".

_________________
:hi: Marcello Romano


Top
profilo
MessaggioInviato: 01/11/2012, 23:05 
Avatar utente

Iscritto il: 02/02/2009, 23:32
Messaggi: 5642
Località: da Ferrara ad Alghero
Nome: Roberto A. Pantaleoni
’Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l'etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente. 3

Giustizia mosse il mio alto fattore;
fecemi la divina podestate,
la somma sapïenza e ’l primo amore. 6

Dinanzi a me non fuor cose create
se non etterne, e io etterna duro.
Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate’. 9

Si entra in un argomento del codice che lascia ampia discrezonalità di scelta al primo revisore. Le opinioni qui resteranno opinioni.

Velvet Ant ha scritto:
...
S1 non corrisponde a nessuna altra specie precedentemente descritte.
S2 non è conspecifico e risulta appartenere a specie già precedentemente descritta (specie nominata "B").

Credo di non sbagliare dicendo che il revisore selezionerà come lectotipo il sintipo valido dal punto di vista tassonomico, mentre determinerà correttamente S2 (paralectotipo) come "B".
La specie "A", così, non cadrà in sinonimia con "B".

Potrebbe benissimo designare S2 come lectotipo di "A", far diventare "A" sinonimo di "B", e descrivere come "C" (nuova) la specie corrispondente a S1. E se l'autore della specie "A" ha veramente descritto "B" non avrebbe neppure torto. Né se vi fossero seri motivi per scegliere S2 come lectotipo.
Se invece la scelta tra S1 e S2 come lectotipo è tutta sulle spalle (discrezionalità) del revisore la scelta appena descritta da me sarebbe legale, ma anche molto poco etica.

Roberto :to:

_________________
verum stabile cetera fumus


Top
profilo
MessaggioInviato: 01/11/2012, 23:09 
Avatar utente

Iscritto il: 30/12/2009, 22:20
Messaggi: 31564
Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
Velvet Ant ha scritto:
Credo di non sbagliare dicendo che il revisore selezionerà come lectotipo il sintipo valido dal punto di vista tassonomico, mentre determinerà correttamente S2 (paralectotipo) come "B".
La specie "A", così, non cadrà in sinonimia con "B".

Questa è decisamente l'aspetto dell'entomologia che meno mi attira e di cui meno capisco, ma direi che in questo caso non dovrebbero esserci dubbi. Semmai il dubbio l'avrei nel chiamare S2 paralectotipo.
Per me, quello che era un sintipo fino alla revisione, una volta accertato che appartiene a specie diversa e precedentemente descritta, perde lo status di tipo per diventare un normale esemplare dell'altra specie.

Mi sembra già più problematico un caso simile ma differente:

I due sintipi della specie X corrispondono a due specie diverse. Entrambe descritte anche con altro nome dopo la descrizione di X, ad esempio come Y e Z. In questo caso uno dei due sintipi dovrebbe diventare il lectotipo di X, e Y cadere in sinonimia, mentre l'altro sintipo dovrebbe essere rideterminato come esemplare della specie Z, considerata valida, poichè il secondo sintipo sarebbe altrimenti un omonimo del primo.
In questo caso però mi chiedo: c'è una regola precisa per decidere quale dei due sintipi diventerà il lectotipo della specie X, o si fa come si vuole? Per esempio, potrebbe essere che, se la specie Y è stata descritta prima (con altro nome) della specie Z, venga mantenuta e il sintipo corrispondente prenda questo nuovo nome, mentre diventa lectotipo della specie X quello conspecifico del tipo della specie Z, che diventa sinonimo juniore di X?

_________________
Maurizio Gigli
http://utenti.romascuola.net/bups
http://bup.xoom.it/


Top
profilo
MessaggioInviato: 01/11/2012, 23:17 
Amministratore
Avatar utente

Iscritto il: 02/02/2009, 23:30
Messaggi: 7073
Località: Capaci (Pa)
Nome: Marcello Romano
Tutto chiaro, grazie Roberto :ok:
Rispondi in questo modo anche al mio quesito sugli scenari successivi: tutto dipende dalla discrezionalità del primo revisore!

Secondo scenario

Entrambi i due sintipi erano già stati descritti con altri nomi (D ed E).
In questo caso la scelta del lectotipo da parte del revisore condizionerà le sinonimie future.
Infatti, se designa come lectotipo S1, la specie A diverrà sinonimo di D
Se sceglie come lectotipo S2, la specie A cadrà in sinonimia con E


Terzo scenario (ancora più delicato e complesso)

I due sintipi risultano entrambi appartenere a specie mai descritte prima.
La scelta del lectotipo fra uno dei due sintipi sarà seguita dalla descrizione dell’altro sintipo (nel frattempo divenuto paralectotipo) come nuova specie.
Dunque un paralectotipo (ma questo vale anche per un paratipo, se non conspecifico col tipo) può divenire l’olotipo del nuovo taxon?
La discrezionalità del revisore tocca anche un altro punto importante.
Se uno dei due taxa è stato descritto successivamente da altro Autore, la scelta del lectotipo, potrà comportare (o meno) come conseguenza la messa in sinonimia di quel taxon successivamente descritto (non so se sono riuscito bene a spiegare quest'ultimo concetto)

_________________
:hi: Marcello Romano


Top
profilo
MessaggioInviato: 01/11/2012, 23:24 
Avatar utente

Iscritto il: 30/12/2009, 22:20
Messaggi: 31564
Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
Velvet Ant ha scritto:
Se uno dei due taxa è stato descritto successivamente da altro Autore, la scelta del lectotipo, potrà comportare (o meno) come conseguenza la messa in sinonimia di quel taxon successivamente descritto

Mi sa che questo coincide con parte di quella cosa incomprensibile che avevo scritto prima.

_________________
Maurizio Gigli
http://utenti.romascuola.net/bups
http://bup.xoom.it/


Top
profilo
MessaggioInviato: 01/11/2012, 23:38 
Avatar utente

Iscritto il: 02/02/2009, 23:32
Messaggi: 5642
Località: da Ferrara ad Alghero
Nome: Roberto A. Pantaleoni
Esistono dei principi generali che non sono articoli del codice ma che, a mio parere, sono vere e proprie linee guida che tutti dovrebbero seguire. Molte sono elencate nelle raccomandazioni altre nelle premesse del codice.
A mio modo di vedere (e sono sicuro che su questo troverò molto dissenso) il codice lascia margini di discrezionalità in molti punti e proprio in questi casi andrebbero seguite le "linee guida" ed in particolare quelle della stabilità ed universalità. Peccato che quest'ultima, a differenza della prima, nessuno sappia esattamente, se non cosa sia, come debba essere tutelata.
Personalmente io mi atterrei rigorosamente (e nei pochi casi in cui ho dovuto pubblicare qualcosa l'ho fatto) ad una assoluta tutela della verità storica nell'ambito della quale, qualora vi sia possibilità di "manovra", scegliere la soluzione che comporta il minor numero di cambiamenti nomenclatoriali.
Non so se mi sono spiegato chiaramente.

Roberto :to:

_________________
verum stabile cetera fumus


Top
profilo
MessaggioInviato: 02/11/2012, 8:13 
Avatar utente

Iscritto il: 02/02/2009, 23:32
Messaggi: 5642
Località: da Ferrara ad Alghero
Nome: Roberto A. Pantaleoni
Velvet Ant ha scritto:
...

Terzo scenario (ancora più delicato e complesso)

I due sintipi risultano entrambi appartenere a specie mai descritte prima.
La scelta del lectotipo fra uno dei due sintipi sarà seguita dalla descrizione dell’altro sintipo (nel frattempo divenuto paralectotipo) come nuova specie.
Dunque un paralectotipo (ma questo vale anche per un paratipo, se non conspecifico col tipo) può divenire l’olotipo del nuovo taxon?

L'appartenere ad un altra specie gli fa automaticamente perdere la "qualifica" di tipo!

Velvet Ant ha scritto:
...
La discrezionalità del revisore tocca anche un altro punto importante.
Se uno dei due taxa è stato descritto successivamente da altro Autore, la scelta del lectotipo, potrà comportare (o meno) come conseguenza la messa in sinonimia di quel taxon successivamente descritto (non so se sono riuscito bene a spiegare quest'ultimo concetto)

Ci sarebbero "controlli" interni al Codice per impedire comportamenti truffaldini. Purtroppo la realtà supera talvolta ogni più fervida fantasia. Ho provato a simulare un po' di situazioni tipo ed ogni volta insieme ad una "traettoria" che filava liscia mi saltava fuori un "epperò ...". Insomma alla fine, come sempre, sta nel comportamento dei singoli e, molto influente, nel comportamento della "comunità" di specialisti del gruppo.

Roberto :to:

_________________
verum stabile cetera fumus


Top
profilo
MessaggioInviato: 02/11/2012, 9:33 
Amministratore
Avatar utente

Iscritto il: 02/02/2009, 23:30
Messaggi: 7073
Località: Capaci (Pa)
Nome: Marcello Romano
Ancora grazie Roberto, chiarissimo come sempre :ok:

Per concludere questa carrellata sugli scenari che si possono presentare al primo revisore, aggiungo che può capitare (e ho letto molte volte di casi in cui è accaduto), che i sintipi di un taxon si trovino "sparsi" fra vari Musei d'Europa.
In questo caso il revisore che ha avuto modo di esaminare anche uno solo di questi sintipi, lo può designare come lectotipo.
Sulla base di questa designazione, la "sorte" tassonomica della specie è definitivamente segnata.
Potrebbe dunque capitare che il sintipo esaminato, divenuto lectotipo, risulti appartenere a specie già nota e dunque il taxon cada in sinonimia, anche se uno degli altri sintipi era effettivamente una specie nuova.
Da quel momento, mi chiedo, come dovrà procedere un successivo revisore che, esaminando uno di questi sintipi (ora divenuto paralectotipo) si accorgesse che appartiene ad altra specie?
Provo a darmi io stesso una risposta, per vedere se ho ben compreso quanto abbiamo scritto fino ad ora.

A) Nel caso in cui il paralectotipo risultasse specie mai descritta, potrà procedere alla sua descrizione.
B) Nel caso in cui il paralectotipo risultasse specie descritta in precedenza, ma a questo punto anche successivamente, non potrà che rideterminarla come tale, facendogli perdere, da quel momento, la "qualifica" di tipo.

Purtroppo, in questi casi, la "tutela della verità storica" cui accennava Roberto, non potrà essere rispettata!

_________________
:hi: Marcello Romano


Top
profilo
MessaggioInviato: 02/11/2012, 11:38 
Avatar utente

Iscritto il: 02/02/2009, 23:32
Messaggi: 5642
Località: da Ferrara ad Alghero
Nome: Roberto A. Pantaleoni
Anche in questo caso ci sarebbe una raccomandazione specifica:
Cita:
Recommendation 74D. Choice between syntypes in several collections. When possible, a lectotype should be chosen from syntypes in the collection of a public institution, preferably of the institution containing the largest number of syntypes of the nominal species-group taxon, or containing the collection upon which the author of the nominal species-group taxon worked, or containing the majority of that author's types.


Roberto :to:

_________________
verum stabile cetera fumus


Top
profilo
MessaggioInviato: 02/11/2012, 11:59 
Avatar utente

Iscritto il: 23/09/2009, 23:06
Messaggi: 1056
Nome: Stefano Ziani
Intervengo solo per dire che a mio avviso, a meno che non ci siano casi spinosi di sinonimie oppure che ci siano problemi oggettivi sull'identità dell'animale, non è affatto un obbligo designare il lectotipo da una serie di sintipi. Molto spesso cambiare le cose equivale ad incasinare maggiormente la questione. Questo, è chiaro, in linea generale e non, da quanto ho capito, in questi casi specifici.


Top
profilo
MessaggioInviato: 02/11/2012, 23:45 
Avatar utente

Iscritto il: 05/02/2009, 17:31
Messaggi: 9527
Località: milano
Nome: maurizio pavesi
ciao ragazzi

credo sia opportuno chiarire un paio di punti

1) un paralectotipo può benissimo appartenere a una specie diversa da quella del lectotipo, così come un paratipo può non appartenere alla stessa specie dell'olotipo; nell'uno e nell'altro caso, questo fatto non fa loro perdere lo status, rispettivamente, di paralectotipo e di paratipo

2) per le designazioni di lectotipo dal 2000 in poi

Creedence ha scritto:
Intervengo solo per dire che a mio avviso, a meno che non ci siano casi spinosi di sinonimie oppure che ci siano problemi oggettivi sull'identità dell'animale, non è affatto un obbligo designare il lectotipo da una serie di sintipi. Molto spesso cambiare le cose equivale ad incasinare maggiormente la questione. Questo, è chiaro, in linea generale e non, da quanto ho capito, in questi casi specifici.

in effetti, il codice non solo non impone di designare un lectotipo da una serie sintipica, ma al contrario stabilisce in quali circostanze un lectotipo può essere validamente fissato

Cita:
74.7. Lectotype designations after 1999. To be valid, a lectotype designation made after 1999 must

74.7.1. employ the term "lectotype" or an exact translation (e.g. "lectotypus", but not "the type"),

74.7.2. contain information sufficient to ensure recognition of the specimen designated, and

74.7.3. contain an express statement of the taxonomic purpose of the designation

_________________
*****************
Immagine maurizio


Top
profilo
MessaggioInviato: 02/11/2012, 23:56 
Amministratore
Avatar utente

Iscritto il: 02/02/2009, 23:30
Messaggi: 7073
Località: Capaci (Pa)
Nome: Marcello Romano
gomphus ha scritto:
.. un paralectotipo può benissimo appartenere a una specie diversa da quella del lectotipo, così come un paratipo può non appartenere alla stessa specie dell'olotipo; nell'uno e nell'altro caso, questo fatto non fa loro perdere lo status, rispettivamente, di paralectotipo e di paratipo



Ciao Maurizio :)
Questo significa che un paralectotipo (o un paratipo) di una specie A (non conspecifico) può diventare contemporaneamente, se così designato, l'olotipo di un'altra specie ?

_________________
:hi: Marcello Romano


Top
profilo
MessaggioInviato: 03/11/2012, 0:15 
Avatar utente

Iscritto il: 02/02/2009, 23:32
Messaggi: 5642
Località: da Ferrara ad Alghero
Nome: Roberto A. Pantaleoni
gomphus ha scritto:
...
1) un paralectotipo può benissimo appartenere a una specie diversa da quella del lectotipo, così come un paratipo può non appartenere alla stessa specie dell'olotipo; nell'uno e nell'altro caso, questo fatto non fa loro perdere lo status, rispettivamente, di paralectotipo e di paratipo
...

Vero, in questo caso ho letteralmente preso fischi per fiaschi, per il codice è così, come dice Maurizio.
Io in realtà intendevo una cosa completamente diversa, ma questo non diminuisce l'errore :no: .
Vabbè :gh: .

Roberto :to:

_________________
verum stabile cetera fumus


Top
profilo
MessaggioInviato: 03/11/2012, 0:26 
Avatar utente

Iscritto il: 30/12/2009, 22:20
Messaggi: 31564
Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
gomphus ha scritto:
1) un paralectotipo può benissimo appartenere a una specie diversa da quella del lectotipo, così come un paratipo può non appartenere alla stessa specie dell'olotipo; nell'uno e nell'altro caso, questo fatto non fa loro perdere lo status, rispettivamente, di paralectotipo e di paratipo


Potresti spiegare meglio questa cosa?
In pratica, se in una serie tipica sono comprese più specie, un paratipo di specie diversa dall'olotipo rimane paratipo? Ma di quale specie? :?

_________________
Maurizio Gigli
http://utenti.romascuola.net/bups
http://bup.xoom.it/


Top
profilo
MessaggioInviato: 03/11/2012, 0:31 
Avatar utente

Iscritto il: 02/02/2009, 23:32
Messaggi: 5642
Località: da Ferrara ad Alghero
Nome: Roberto A. Pantaleoni
Julodis ha scritto:
...Ma di quale specie? :?

No Maurizio, di quale nome? Questo è l'errore che avevo commesso io!
Roberto :to:

_________________
verum stabile cetera fumus


Top
profilo
Visualizza ultimi messaggi:  Ordina per  
nuovo argomento
rispondi
Vai alla pagina 1, 2  Prossimo
Pagina 1 di 2 [ 18 messaggi ]

Tutti gli orari sono UTC + 1 ora [ ora legale ]


Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 3 ospiti


Non puoi aprire nuovi argomenti
Non puoi rispondere negli argomenti
Non puoi modificare i tuoi messaggi
Non puoi cancellare i tuoi messaggi
Non puoi inviare allegati

Cerca per:
Vai a: