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L'incredibile storia di uno "strano tipo", ovvero "Tipo vs Descrizione originale"



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MessaggioInviato: 08/11/2009, 18:19 
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Nome: Marcello Romano
Da tempo desideravo sottoporvi questo stranissimo caso, credo più unico che raro, certo che mi illuminerete e riuscirete ad indicarmi l'esatta procedura da seguire.
Sperando abbiate la pazienza di seguirmi, ricostruisco i fatti, utilizzando però, ancora una volta, un nome specifico e un Autore di fantasia, trattandosi di fatti recenti (anche se l'autore non è, purtroppo, più in vita).
Nel 1994 (l'anno è realmente questo), in un lavoro di revisione di un genere di Mutillidi il nostro Autore descrisse fra l’altro, sul solo sesso maschile, una nuova specie della Libia. La chiamerò Mutilla libanensis (nome assolutamente di fantasia).
La descrizione è molto accurata ed è accompagnata da ottimi disegni dell’edeago, che non portano però (come del resto per le altre specie nuove descritte nello stesso lavoro) alcun riferimento relativo all’esemplare dal quale il pezzo fu estratto.
Di questa nuova specie vengono indicati l’olotipo ed un paratipo, conservati in due diversi Musei.
Avendo recentemente studiato materiale di provenienza diversa dalla Libia (non entro in particolari perché i risultati di tali indagini devono essere ancora pubblicati) mi sono imbattuto in un maschio di questo genere che presentava tutte le caratteristiche proprie della Mutilla libanensis.
Descrizione originale e forma dell’edeago corrispondono perfettamente.
Per essere certo della mia diagnosi, ho richiesto e ricevuto l’olotipo della M. libanensis al Museo che lo custodiva, così da poterlo direttamente confrontare col mio esemplare.
E qui…il colpo di scena :o
L’esemplare, che porta il cartellino di località corrispondente a quella del tipo, il cartellino apposto dallo stesso Autore di TYPUS con la determinazione Mutilla libanensis non è la Mutilla libanensis descritta nel lavoro, ma altra specie, probabilmente già nota, ma la cui identità deve ancora essere comunque stabilita.
Altra cosa fondamentale: il tipo non è estratto (dunque i disegni dell'edeago, nel lavoro, non si riferiscono al tipo)!
La prima cosa che ho cercato di capire è cosa potesse essere successo, giungendo alla conclusione che questa apparente incongruenza possa essere spiegata con uno scambio di materiale all'atto della descrizione originale da parte dell’Autore.
Ho cercato allora di recuperare il paratipo nell’altro Museo, per vedere se almeno questo corrispondesse alla descrizione originale e fosse estratto, ma il curatore di quel Museo mi ha risposto che questo esemplare era introvabile, perché probabilmente smarrito o mai restituito allo stesso Museo.
A questo punto, le domande, numerose quanto i dubbi, si affollano nella mia mente.
Ecco la prima.
Il “tipo porta nome” è, per definizione, l’esemplare standard da usare come riferimento per la corretta applicazione di un nome zoologico.
Ma quando il tipo non corrisponde, come in questo caso, alla descrizione originale, descrizione che si riferisce veramente ad una specie nuova ed esistente, il nome del taxon è disponibile, facendo ovviamente riferimento alla sola descrizione originale?
Personalmente ritengo di sì.
Rientra questo in uno di quei casi in cui converrebbe istituire un neotipo, per evitare future confusioni, o il neotipo si può istituire solo in particolari situazioni e comunque quando si è certi che il tipo è smarrito?
Se l’esemplare tipico di M. libanensis, non corrispondente alla descrizione tipica di M. libanensis, si rivelasse una nuova specie, occorerebbe ridescriverlo con un nuovo nome, o meglio: il nome “libanensis” a quale delle due andrebbe riferito?
Infine: se ulteriori indagini riportassero alla luce il paratipo e questo corrispondesse alla descrizione originale di M. libanensis, potrebbe essere designato come tipo?
Riconosco di avere molta confusione e mi scuso per eventuali inesattezze che ho potuto scrivere qui, ma bisogna ammettere che questo è proprio un caso “sui generis” che mi ha sempre molta confuso e che perciò ho accantonato da troppo tempo.
Ora spero, grazie a voi, di trovare una soluzione definitiva e rispettosa delle norme dettate dal Codice.

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:hi: Marcello Romano


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MessaggioInviato: 08/11/2009, 18:45 
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Nome: Mauro Doneddu
caro Marcello, in attesa di pareri più autorevoli, ti do il mio. Secondo me il tipo è da considerarsi smarrito. E' infatti evidente che quello che sino ad ora era custodito come tale non lo è. Basta la constatazione che non è estratto, mentre il vero tipo deve esserlo, come risulta dalla descrizione originale. Non ha più importanza ormai chi e quando ha commesso l'errore, ma è inevitabile ora che è stato scoperto prenderne atto. A questo punto la designazione di un neotipo è auspicabile, il paratipo, se salta fuori, sarebbe l'esemplare più indicato. Prenderei però in considerazione la possibilità di ritrovare il vero tipo, che potrebbe essere tra il materiale del museo; infatti la cosa più probabile è che sia avvenuto uno scambio di cartellini (capita, io sono campione italiano di questa specialità, in buona posizione anche a livello europeo :mrgreen: ). Se hai la possibilità dovresti visionare il materiale del museo per vedere se esiste una "libanensis" con cartellino indicante un'altra specie, magari quella dell'esemplare che ti hanno inviato. Naturalmente se l'esemplare che ha sostituito il tipo è una specie non descritta non è ammissibile che prenda il nome di libanensis, che rimane vincolato alla descrizione originale ormai da riferirsi a specie con tipo andato smarrito. La nuova specie andrebbe descritta con un altro nome naturalmente.

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:hi:
Mauro


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MessaggioInviato: 08/11/2009, 18:54 
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Nome: Roberto A. Pantaleoni
Caro Marcello,
un tipo è "porta-nome" come dice il codice. Se non vi sono evidenze "certe" di uno scambio di materiale si deve considerare che l'autore ha "mescolato" due specie, ma avendo designato un olotipo ha anche stabilito quale delle due (che lui considerava una) è stata denominata. Ho dato una scorsa al codice e non vedo scampo. Oppure nell'ambito delle scelte soggettive che l'applicazione delle norme del codice lasciano, secondo me tu dovresti fare una cosa molto semplice, pubblicare insieme:
A) la (ri)descrizione dell'olotipo, con relativi genitali e relativo nome, nuovo o già assegnato che sia (in questo secondo caso M. libanensis diventerebbe sinonimo) [ma toglimi una curiosità, perché proprio "libanese" hai chiamato la tua specie virtuale :D ];
B) assegnare un nome nuovo alla specie descritta come M. libanensis.
Ogni altra scelta presupporrebbe che vi sia la necessità di "stabilizzare" il nome M. libanensis, cosa che mi pare non sia sostenibile.

Ciao Roberto :to:


PS: prima di inviare vedo l'intervento di Mauro col quale sono d'accordo solo se, come dicevo sopra, vi sono evidenze certe che il tipo è stato scambiato. Ad esempio se l'aspetto esterno è completamente diverso dalla specie descritta. Allora la questione M. libanensis diviene, rigettare il tipo (non so come si fa, forse coinvolgendo la commissione) e NON designare un neotipo, del quale non vi è alcun bisogno in questo momento (la creazione di un neotipo deve risolvere un problema tassonomico, in questo caso la specie è riconoscibile anche senza tipo, non ve n'è quindi bisogno). Per il falso tipo invece si potrebbe procedere a descrivere anche prima della sua cancellazione da olotipo di M. libanensis, ma la prudenza lo sconsiglia. R :to:

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MessaggioInviato: 08/11/2009, 18:57 
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Nome: Marcello Romano
Grazie Mauro :)
Comunque l'ipotesi più probabile (ho ragione di credre, quasi certa) e che l'errore sia avvenuto in partenza!
Nel senso che lo stesso Autore, che in quel periodo aveva in corso una revisione del genere, abbia deciso (troppo affrettatamente e forse per "fare" un omaggio a quel Museo) di indicare come tipo l'esemplare che aveva visto appunto in quel Museo, ritenendolo conspecifico con quello che stava descrivendo e che aveva estratto (probabilmente il paratipo, oggi smarrito) e basandosi sui soli caratteri esterni (tieni conto che i Mutillidi sono tosti e spesso solo l'esame dell'edeago è risolutivo per distinguere due specie).

P.S. - Intanto vedo che mi ha risposto Roberto. Leggerò con attenzione quanto ha scritto, dopo aver svolto alcuni "compiti familiari" ai quali sono stato appena richiamato ;)

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:hi: Marcello Romano


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MessaggioInviato: 08/11/2009, 19:03 
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Nome: Mauro Doneddu
Secondo me possono non saltare fuori evidenze che c'è stato scambio di cartellini, ma esiste già evidenza che l'esemplare non è il tipo, infatti nella descrizione originale si dice che il tipo è stato estratto, quindi, l'esemplare che ha Marcello, non estratto, non può essere il tipo.
Insisto nel dire che ci sono prove che il vero tipo è andato perso.
Del resto se così non fosse qualsiasi curatore di museo burlone (o rimbambito) scambiando cartellini ed esemplari porterebbe ad un terremoto tassonomico!
I nostri messaggi si stanno incrociando, anch'io ho risposto senza aver letto le ulteriori precisazioni di Marcello. A questo punto bisogna leggere con attenzione la descrizione originale: è univocamente scritto che il disegno dell'edeago è fatto sul tipo? se è così, confermo che si deve considerare il tipo perso. Se dal testo non risulta chiaro se il disegno è fatto dal tipo, è tutto più inc... garbugliato.

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Mauro


Ultima modifica di Mauro il 08/11/2009, 19:15, modificato 1 volta in totale.

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Nome: Roberto A. Pantaleoni
Velvet Ant ha scritto:
...
La descrizione è molto accurata ed è accompagnata da ottimi disegni dell’edeago, che non portano però (come del resto per le altre specie nuove descritte nello stesso lavoro) alcun riferimento relativo all’esemplare dal quale il pezzo fu estratto. ...

Caro Mauro,
non vi è alcuna evidenza che il disegno appartenga al tipo! Il tipo porta il nome, non il disegno del paratipo ;) . Marcello dovrà esaminare accuratamente la descrizione e vedere se vi sono elementi certi per escludere che il presunto tipo sia il vero tipo. Altrimenti il disegno dei genitali apparterrà ad una specie diversa.

Roberto :to:

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ciao marcello

in linea generale, se non vi é un'evidenza certa che il cartellino di holotypus sia stato sostituito (es.: descrizione originale "interamente nero" a fronte di un holotypus con il torace rosso :gh: ), l'holotypus è e rimane il tipo portanome, mentre i paratypi non lo sono, e quindi la Mutilla libanensis è la specie rappresentata dall'holotypus

dato che non credo che la specie dopo di allora sia più stata presa in considerazione da molti autori, e quindi non credo che si possa parlare di "senso correntemente attribuito al taxon in questione", temo che non vi siano scappatoie

se si trattasse di una specie ampiamente presente in letteratura, tipo che so, Dasylabris maura, la scappatoia ci sarebbe :D ...

75.6. Maintien de l'usage prédominant par désignation d'un néotype. Si
un zoologiste s'aperçoit que le type porte-nom existant d'un taxon
nominal du niveau espèce ne s'accorde pas taxinomiquement avec
l'usage prédominant de ce nom, et que la stabilité et l'universalité s'en
trouvent compromises, il devrait maintenir l'usage prédominant [Art. 82]
et demander à la Commission de faire exercice de ses Pleins Pouvoirs
[Art. 81] pour écarter le type porte-nom existant et désigner un néotype.

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MessaggioInviato: 08/11/2009, 19:18 
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ariciao

avevo visto il messaggio di mauro mentre stavo inviando il mio, ma questo era già troppo lungo e mi "saltellava" se cercavo di scrivere ancora :cry:

marcello: c'è nel lavoro originale l'affermazione esplicita, come dice mauro, che l'holotypus era stato estratto? ricordo solo che il codice non impone nessun obbligo che le illustrazioni del lavoro si riferiscano all'holotypus...

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MessaggioInviato: 09/11/2009, 0:45 
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Per sgombrare il campo da equivoci e/o errate interpretazioni da parte mia, ho pensato sia meglio dichiarare apertamente di che specie si tratta.
In ogni caso, fra l’altro, il nome “aethiops” (che è poi quello vero) cadrà in sinonimia con altro nome, riferito al sesso femminile, di cui ho potuto accertare la conspecificità…ma questa è un’altra storia ;) .
(Roberto, per il nome inventato, avevo scritto all’inizio libica, poi mi sono ricordato che una “lybica” esisteva davvero e così, per evitare confusioni, ho cambiato il nome ed il primo che mi è venuto in mente, per assonanza, è stato libanensis.)
Risulta evidente, dalla lettura del testo, che l'Autore (non metto il nome, anche se non è difficile risalirvi) descrive in dettaglio l’esemplare che inizialmente aveva deciso di indicare come olotipo (probabilmente quello, smarrito, del Museo di Leida).
Ritengo che, quando già aveva steso la nota, abbia ricevuto l’esemplare dell’IEAP (acronimo che si riferisce ad altro Museo...), già studiato da F. Invrea (che aveva pubblicato nel 1935 questo reperto, attribuendolo a Stenomutilla argentata) e abbia, dopo un esame affrettato e senza estrarlo, riconosciuto in lui la nuova specie che stava descrivendo e deciso di sceglierlo come olotipo.
Malgrado possa sembrare una procedura quantomeno “inusuale”, credo proprio sia andata così.
Anche perché solo così si spiega la perfetta corrispondenza di tutti i cartellini (località e precedente determinazione), indicati nei riferimenti all'olotipo e presenti nell’esemplare che ho ancora sottomano e che porta anche il cartellino bordato di rosso, autografo (conosco bene la calligrafia del compianto Autore per avere avuto, molti anni fa, diversi contatti epistolari con lui) ed inequivocabile:

Holotypus
Stenomutilla aethiops Autore

L’olotipo, come già avevo scritto, non era estratto.
Ho provveduto io ad estrarlo (inserendo un cartellino che indica la data dell’estrazione e chi l’ha operata) per identificarlo e riconoscere la sua appartenenza a specie già nota.
Questa l'esposizione puntuale dei fatti.
Questa la descrizione originale:

Descrizione01.jpg


Descrizione02.jpg



Ricapitolando.
Abbiamo, da un lato, un'ottima descrizione originale che corrisponde a specie esistente, avendone io stesso esemplari in collezione, ma non corrisponde ai caratteri dell'esemplare scelto dall'Autore come olotipo.
Dall'altro un tipo porta-nome che non corrisponde alla descrizione originale, ma appartiene a specie già nota in precedenza.
Infine un nome, "aethiops" che non so a chi attribuire (descrizione originale o Holotypus) :? (anche se poi il nome cadrà in sinonimia)

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:hi: Marcello Romano


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MessaggioInviato: 09/11/2009, 8:28 
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Nome: Roberto A. Pantaleoni
Alle prime luci dell'alba, tra scrosci di pioggia e vento, al freddo visto che mi si è rotto un flessibile dell'impianto di riscaldamento che potrò procurare solo stamattina, mi lascio prendere dal demone della nomenclatura zoologica per rispondere al quesito di Marcello.

A) l'olotipo sembra proprio quello, è la descrizione ad essere sbagliata. L'autore ha mescolato due specie, anche Marcello ha dovuto fare l'estrazione per rendersi conto che non apparteneva al taxon descritto. Se le cose stessero semplicemente così dubbi non ce ne sarebbero. Il tipo porta il nome!

B) leggendo il lavoro però appare un altro dettaglio: gli olotipi sono due!!! Non è scritto da nessuna parte che il secondo sia il paratipo ed il primo l'olotipo (sono tra l'altro separati dal punto e virgola!!!). Il lavoro è sicuramente pasticciato e l'interpretazione di Marcello sulla vicenda mi sembra corretta.

C) dal punto B ne consegue che i due esemplari siano sintipi e non olotipi e che quindi Marcello possa sceglierne uno come lectotipo ed, ai sensi dell'art. 74.4, può scegliere proprio quello illustrato anche se mancante.

D) l'altro sintipo perde ogni validità "tipica" ai sensi del 73.2.2.

E) Marcello può mettere nello spillo dell'ex pseudo-olotipo un cartellino come: Recte sintypus, invalidated after lectotypus designation, Romano 2xxx.

F)
Cita:
Risulta evidente, dalla lettura del testo, che l'Autore (non metto il nome, anche se non è difficile risalirvi) descrive in dettaglio l’esemplare che inizialmente aveva deciso di indicare come olotipo (probabilmente quello, smarrito, del Museo di Leida).
Ritengo che, quando già aveva steso la nota, abbia ricevuto l’esemplare dell’IEAP (acronimo che si riferisce ad altro Museo...), già studiato da F. Invrea (che aveva pubblicato nel 1935 questo reperto, attribuendolo a Stenomutilla argentata) e abbia, dopo un esame affrettato e senza estrarlo, riconosciuto in lui la nuova specie che stava descrivendo e deciso di sceglierlo come olotipo.
Questo lo metterei (in forma leggermente modificata) nella pubblicazione.

Roberto :to:

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MessaggioInviato: 09/11/2009, 12:49 
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Hemerobius ha scritto:
B) leggendo il lavoro però appare un altro dettaglio: gli olotipi sono due!!! Non è scritto da nessuna parte che il secondo sia il paratipo ed il primo l'olotipo (sono tra l'altro separati dal punto e virgola!!!). Il lavoro è sicuramente pasticciato e l'interpretazione di Marcello sulla vicenda mi sembra corretta.

C) dal punto B ne consegue che i due esemplari siano sintipi e non olotipi e che quindi Marcello possa sceglierne uno come lectotipo ed, ai sensi dell'art. 74.4, può scegliere proprio quello illustrato anche se mancante.

D) l'altro sintipo perde ogni validità "tipica" ai sensi del 73.2.2.

E) Marcello può mettere nello spillo dell'ex pseudo-olotipo un cartellino come: Recte sintypus, invalidated after lectotypus designation, Romano 2xxx.

Roberto :to:


In effetti, anch'io avevo notato la stranezza di questo "elenco" di due ( :o ) olotipi.
Anche perchè, nei riguardi di altre specie (per l'esattezza due) descritte nello stesso lavoro, in presenza di più esemplari, l'Autore ha sempre correttamente specificato i dati relativi al tipo e quelli che si riferiscono ai paratipi, come si può vedere qui appresso, anche se, nel primo esempio, l'elenco è pure unico e dunque si deve sottintendere che l'olotipo è il primo e gli altri, a seguire sono paratipi (forse, anche nel nostro caso, è saltata, in fase di revisione delle bozza del lavoro, dopo Holotype, l'aggiunta di:...et Paratype.
Nel lavoro sono presenti del resto molti altri errori di stampa, perfino didascalie scambiate nelle figure...):

Riferimenti ad altra specie descritta nello stesso lavoro
Tipi01.jpg



Riferimenti ad altra specie descritta nello stesso lavoro
Tipi02.jpg




Ma il fatto che l'Autore non specifichi correttamente, nella pubblicazione, quale dei due sia l'olotipo, mi permette di trattare come sintipo l'unico esemplare al momento rintracciabile, che porta, infilzato nello spillo, questo "colorato" cartellino?

Cartellino olotipo.jpg


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:hi: Marcello Romano


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Nome: Roberto A. Pantaleoni
Hai mai letto i Promessi Sposi con l'Azzeccagarbugli? Le norme formano un "quadro" al cui interno devono operare coloro che le applicano. Operare prendendo delle decisioni che possono avere anche larghi margini di discrezionalità. L'importante è che alla fine venga tutelata l'univocità della nomenclatura zoologica rispettando i principi di priorità (in primis) e di stabilità.
In questo caso credo che tu abbia due o tre modi di prendere il toro per le corna.
Riassumendo: non erro dicendo che la specie raffigurata entrerà in sinonima con un'altra?
Soluzione di massima parsimonia:
A) l'Autore ha raffigurato per errore un esemplare appartenente ad un Sinonimo Seniore (dell'esemplare stesso), la figura va quindi riferita a questo Sinonimo Seniore;
B) il tipo è risultato identico a: i) buona (ed in un certo senso nuova :gh: ) specie che si chiamerà Stenomutilla aethiops (da descrivere); ii) altra specie della quale sarà Sinonimo Seniore (buona Stenomutilla aethiops) o Juniore (nome dell'altra specie) (da non descrivere).

Le soluzioni proposte per "appiccicare" il nome all'esemplare in figura, che poi entrerà subito in sinonimia, mi sembrano troppo "faticose" ancorché percorribili.

Ciao Roberto :to:

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Nome: Marcello Romano
C'è però un problema, caro Roberto :(
In questa prima fase non vorrei prendere in considerazione la sinonimia, che desiderei trattare a parte e per la quale ho bisogno ancora di qualche altro elemento.
Mi spiego.
Posso dirti, senza entrare nel dettaglio, che non si tratta infatti di una sinonimia in senso "classico", ma, riguardando i mutillidi, imenotteri dall'incredibile dimorfismo sessuale, viene fuori dalla verifica personale di una associazione fra maschio e femmina (non una copula, però) che mi ha permesso di ricongiungere due taxa, già noti con nomi diversi assegnati in tempi diversi ai due sessi. Il nostro maschio cadrebbe perciò in sinonimia non per una insufficiente indagine preventiva del nostro Autore, che sotto questo punto di vista non ha commesso alcuna mancanza (essendo in effetti il primo ad averlo descritto questo maschio), ma solo perchè la femmina era già nota, (con un altro nome, ovviamente), da diversi anni prima.
Messo ordine nei riguardi di questo taxon, affronterei in seguito in separata sede il problema dell'identità dell’altro sesso e la conseguente “sinonimia” derivante*




* Apro qui una parentesi. Ho messo sinonimia fra virgolette, perché penso che si dovrebbe trovare un termine più appropriato per sinonimie che non derivano, come quelle classiche, da una deficienza di indagini preventive e dunque non sono imputabili a colpe dell’Autore.
I Mutillidi, si sa, e, direi più in generale, tutti quei gruppi che presentano un dimorfismo sessuale talmente accentuato da non permettere di riconoscere il maschio e la femmina della stessa specie se non si ha la fortuna di raccoglierli in...flagrante, costringono da sempre chi li studia a descrivere, come nuova specie, anche taxa che si suppone quasi per certo siano già noti nell'altro sesso, ma per i quali non si dispone di alcun elemento morfologico "comune" per dimostrarne la possibile associazione, anche quando si raccolgono uno accanto all'altro.
Vedere poi questi nomi, in seguito alla comprovata associazione maschio/femmina, finire mescolati fra i sinonimi di altri autori, questi sì poco attenti, ritengo sia “ingiusto” nei confronti degli interessati e delle loro peraltro attente e corrette, indagini

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:hi: Marcello Romano


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Nome: Roberto A. Pantaleoni
Caro Marcello,
chiariamoci:
    olotipo di Stenomutilla aethiops = specie Acca femmina
    figura di Stenomutilla aethiops = specie Beta femmina
    Beta ha la femmina descritta e maschio sconosciuto (solo tu sai che Beta e Figura sono la stessa specie)
    Acca ha la femmina descritta e maschio sconosciuto
Tutto giusto?

Roberto :to:

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Nome: Marcello Romano
Hemerobius ha scritto:
Caro Marcello,
chiariamoci:
    olotipo di Stenomutilla aethiops = specie Acca femmina
    figura di Stenomutilla aethiops = specie Beta femmina
    Beta ha la femmina descritta e maschio sconosciuto (solo tu sai che Beta e Figura sono la stessa specie)
    Acca ha la femmina descritta e maschio sconosciuto
Tutto giusto?

Roberto :to:


No, la situazione è questa:

olotipo di Stenomutilla aethiops = specie Acca maschio
figura di Stenomutilla aethiops = specie Beta maschio
Beta ha la femmina descritta e maschio sconosciuto (solo io so che Beta e Figura del maschio sono la stessa specie)
Acca ha femmina e maschio noti

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:hi: Marcello Romano


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