Le tue preoccupazioni sono fondate, certamente.
Ma i piani sono diversi.
Se io querelo una seconda persona per diffamazione si va dal giudice. Quest'ultimo, dopo le solite lungaggini, stabilisce un eventuale
risarcimento economico e dispone, magari, di
togliere quella diffamazione dal sito in questione. Nel mentre migliaia di persone hanno letto la diffamazione presupponendola magari veritiera. Nessuno dice loro che, dopo 2 anni o 3, quell'opinione è stata considerata diffamatoria da un giudice. Nessuno rettifica con la stessa visibilità di quanto lo è stata la diffamazione.
Il provvedimento in esame aggiunge una modalità ulteriore per risolvere il contenzioso, modalità gia previste per le altre fonti di informazioni, che non prevede sanzioni economiche ne censure (
giustamente delegate solo al giudice come parte terza ed indipendente).
Se tu sostieni che io sono una capra, è giusto e sacrosanto che io possa ribattere, sulle tue pagine e con la stessa visibilità, dicendo la mia. Questo non significa eliminare il tuo pensiero, o limitare la tua libertà di espressione, significa solo dare la possibilità pubblica di ribattere alle tue parole. Tu, con un sito o un blog, ti poni in una posizione di maggiore visibilità nei confronti di chi ti segue, rispetto a me che magari ho un blog ma non seguito dalle stesse persone. Quindi è lecito che io voglia fare dei distinguo, o dire la mia, nel tuo bacino di utenza dopo che hai sostenuto delle posizioni su di me.
Facciamo l'esempio di un portale on line in cui, un amministratore o un redattore scrive un articolo
sostenendo, non riportando quindi fatti, che il politico On. Tizio abbia fatto un accordo politico sottobanco con l'On. Caio per guadagnare voti. L'articolo di mezza pagina rimane li, nessuno lo tocca, salvo, a fronte di richiesta di rettifica, l'aggiunta di un articolo relativo in cui si esprima la rettifica inviata dell' On.Tizio.
Un lettore occasionale o un utente del blog o del sito, potranno leggere il pensiero del redattore e la replica dell'interessato.
Non mi pare cosi sbagliato.
Poi, come ho detto prima, il problema non è tanto nella rettifica ma nella responsabilità (a chi si attribuisce?) e nell'impegno che gli amministratori di portali e blog si troveranno ad affrontare, nei tempi di reazione necessari. Elementi sicuramente da valutare e da specificare nella legge. Le diciture troppo generiche sono quelle che creano piu problemi.
Sarebbe comunque piu costruttivo a mio vedere, visto che reputo la possibilità di replica una cosa giusta, che le parti interessate trovino un accordo condiviso sulle responsabilità e sui tempi, piuttosto che alzare questi polveroni e parlare di bavagli o di provvedimenti contro la libertà di espressione.
Io credo che oggigiorno, per quanto internet sia libero e culla di libertà, ognuno si debbae accollare le proprie responsabilità nello scrivere o nell'aprire portali di discussione o informazione. Se uno non è disposto, o non ha tempo e mezzi, per affrontare tale attività e le responsabilità che ne derivano beh... non dovrebbe praticarla.