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Mantis religiosa (Linnaeus, 1758) - Mantidae - colori differenti

17.X.2021 - ITALIA - Lazio - RM, CAVE (RM)


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Autore Messaggio
MessaggioInviato: 18/04/2022, 8:07 
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Nome: Mauro Doneddu
Riflessione etno-antropologico-etologico-filosofica: mia moglie sostiene che noi (nel senso di io e lei) siamo dei paleolitici, rimasti allo stadio ancestrale di raccoglitori delle società più primitive, prima della rivoluzione neolitica della scoperta di agricoltura e allevamento. Dovunque andiamo troviamo qualcosa da raccogliere e utilizzare: funghi, asparagi, frutti di bosco, erbe aromatiche, chiocciole (terrestri e marine), ostriche, arselle, granchi, polpi ecc. Le elucubrazioni di cui sopra mi hanno fatto realizzare che il primo gradino verso l’allevamento l’abbiamo superato. Non a scopo alimentare, ma allevamenti ne abbiamo fatti. Di piccoli organismi, in acquario o terrario, ma sono pur sempre allevamenti.

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Mauro


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MessaggioInviato: 18/04/2022, 11:17 
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Iscritto il: 28/05/2009, 16:38
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Nome: luigi lenzini
Si potrebbe allargare il discorso ad altri artropodi che cambiano colore, o, comunque, presentano la versione verde e la versione erba secca.
Tra le mantidi lo fanno anche Iris oratoria e Ameles spallanzania. Queste due specie non hanno solo due colori, ma una gamma più ampia comprendente, per esempio, il grigio e il marrone scuro.
Molti ortotteri presentano entrambe le versioni.
Per esempio, Tylopsis lilifolia, Locusta migratoria e perecchi altri.
Locusta migratoria può presentare anche una livrea mista con corpo ocra e tegmine verdi o viceversa.

Da aggiungere poi i Thomisidae del genere Thomisus e Misumena, che cambiano livrea combinando due gamme di colori: il colore di fondo e i disegni.
Il colore di fondo è per lo più tenue, e può essere bianco, verdastro, giallo o rosa.
I disegni sono di colori più vivaci: rosso, verde, blu.
Possono essere combinati apparentemente in tutti i modi possibili.
Il meccanismo è intermedio tra quello descritto per le mantidi e quello dei polpi.
Per cambiare colore questi ragni impiegano alcuni giorni che devono trascorrere circondati dal colore nuovo.

C'è poi il ragno Synema globosum che ha colore di fondo nero con disegni aposematici che vanno dal bianco al rosso passando attraverso tutte le gradazioni di giallo e arancio.
Il suo colore dovrebbe seguire uno sviluppo analogo a quello delle mantidi e, una volta adulto non cambia più.
Runcinia grammica ha un solo colore di base, ma può essere più scuro o più sbiadito.

Maurizio conosce bene le variazioni di colore degl'i odonati, che avvengono nell'adulto, ma, credo, senza relazione con l'ambiente.

Per quanto riguarda i coleotteri ricordo i grossi Dytiscidae Dytiscus e Cybister che cambiano colore invecchiando. Il primo anno sono verdi, il secondo anno diventano color dattero e il terzo anno color castagna tendente al viola. In questo caso sono colori veri che appaiono per trasparenza.

Poi ci sono le varianti di colore stabili di generi come Cetonia e Phymatodes con tutte le loro combinazioni di colori.


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MessaggioInviato: 18/04/2022, 11:20 
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Iscritto il: 28/05/2009, 16:38
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Nome: luigi lenzini
Mauro ha scritto:
Riflessione etno-antropologico-etologico-filosofica: mia moglie sostiene che noi (nel senso di io e lei) siamo dei paleolitici, rimasti allo stadio ancestrale di raccoglitori delle società più primitive, prima della rivoluzione neolitica della scoperta di agricoltura e allevamento. Dovunque andiamo troviamo qualcosa da raccogliere e utilizzare: funghi, asparagi, frutti di bosco, erbe aromatiche, chiocciole (terrestri e marine), ostriche, arselle, granchi, polpi ecc. Le elucubrazioni di cui sopra mi hanno fatto realizzare che il primo gradino verso l’allevamento l’abbiamo superato. Non a scopo alimentare, ma allevamenti ne abbiamo fatti. Di piccoli organismi, in acquario o terrario, ma sono pur sempre allevamenti.


Io andrei ancora a monte, e direi che siamo ancora scimmie, che tendono a mangiucchiare tutto il giorno piccole quantità di cibo di diversa natura.
Anche il nostro apparato digerente è più da scimmie che da cacciatori, a dispetto delle teorie di Adriano Panzironi e altri dietisti alla moda che vorrebbero bandire i carboidrati.


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MessaggioInviato: 18/04/2022, 21:42 
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Iscritto il: 13/10/2010, 18:21
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Nome: Andrea Liberto
Cita:
Riflessione etno-antropologico-etologico-filosofica
ecc, con le successive integrazioni di ellelle.

Cito da un delizioso libriccino che sicuramente conoscete, "Il più grande uomo scimmia del pleistocene" di Roy Lewis.

Citazione necessariamente lacunosa, solo un estratto.

Parla "il cronista" dell'orda subumana avviata verso gli odierni fasti (o fastidi) dell'umanità tecnologica, il "reporter" dell'avventura narrata nel libro.

"...eravamo discesi dagli alberi, e benché ci considerassimo ormai animali terricoli, toccava tornare di corsa sugli alberi appena si profilava un qualsiasi parapiglia..."

Poi varie esilaranti considerazioni sull'inattingibilità, da parte dei protoumani, della vera selvaggina a quattro zampe, feudo esclusivo dei grandi felini, dunque il necessario ricorso a cibarie "di terza o quarta scelta".

"ci disputavamo le parti tenere degli animali più viscidi e inconsistenti; una volta deciso di essere onnivori, bisogna imparare a mangiare di tutto e bisogna anche non avanzare niente. Il piccino che si azzardava a dire: <Ma mamma, il rospo non mi piace !> rischiava, anzi invocava scapaccioni. <Mangialo tutto, che ti fa bene>, fu il ritornello della mia infanzia"

Ciao, A.


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MessaggioInviato: 18/04/2022, 21:48 
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Adriano Panzironi

Nomen omen


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MessaggioInviato: 18/04/2022, 23:37 
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Nome: Andrea Liberto
Cita:
Io andrei ancora a monte, e direi che siamo ancora scimmie


Dillo ad alta voce in parrocchia. A scuola. In un consesso di scimmie in giacca e cravatta che discettano di "produzione". Ovunque.

Sarai martirizzato e ricordato ad secula. Ma come martire, non so se convenga molto.

Malinconicamente penso: perché non mettere mano a un bel calendario di santi laici, propugnatori delle scomode verità scientifiche che scaldano la sedia su cui siamo seduti e costringono ad alzare le chiappe ?

Da Hume a Darwin, il calendario si riempie facilmente.

Ferragosto: Voltaire. Pasqua (l'Epifania ultimativa): Darwin.

Sigh, sob, sbarequack (Paperino).

I lumini si spengono e si accendono gli smartphones. A.


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MessaggioInviato: 19/04/2022, 11:38 
 

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Nome: Giorgio Pezzi
Clickie ha scritto:
Adriano Panzironi

Nomen omen

Qualche tempo fa l'ho visto ancora in qualche rete con vecchie registrazioni malgrado le vicissitudini giudiziarie, ora non so: semplicemente inascoltabile a mio avviso: ma non è grasso! :hi:


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MessaggioInviato: 19/04/2022, 14:12 
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Nome: Mauro Doneddu
Clickie ha scritto:
Cito da un delizioso libriccino che sicuramente conoscete, "Il più grande uomo scimmia del pleistocene" di Roy Lewis.

Ottima lettura. "Uno dei più divertenti libri degli ultimi cinquecentomila anni", afferma giustamente Terry Pratchett nella presentazione. Lo consiglio a tutti quelli che non l'hanno letto.
Disquisizione entomologica (del resto, siamo entomologi). La collana di Adelphi nel quale è inserito il mio esemplare, "FABULA", ha la copertina di un cartoncino poroso e ruvido, gustoso e saporito a detta di tutti i Lepisma saccharina, i quali, di conseguenza, ne fanno strage. Volumi di altri editori, o altre collane di Adelphi, passano attraverso i decenni indenni, ma questi sono massacrati dai maledetti "pesciolini". Solo i "Sellerio" piacciono altrettanto. Eppure la mia copia è stata (quasi) risparmiata, per misteriosi motivi, come evidente dalla foto allegata che mostra l'impietoso confronto coi volumi vicini.
sassari190422 060mod.jpg


Forse i volumi che piacciono agli entomologi per contrapasso sono schifati dall'entomofauna. In ogni caso, chi lo volesse acquistare, è meglio che controlli se esistono altre edizioni. Coi Lepisma non si sa mai.

_________________
:hi:
Mauro


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MessaggioInviato: 19/04/2022, 21:45 
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Nome: Andrea Liberto
Cita:
Cita:
....
a dispetto delle teorie di Adriano Panzironi e altri dietisti alla moda che vorrebbero bandire i carboidrati....


Tempo fa si faceva il "gioco del contrario"......

Vero, non è grasso, d'altra parte bandisce i carboidrati.

Lo confondevo con un altro tizio di pari eccentricità, e sono andato a vederlo anch'io. Ad audio spento.

Ma nelle immagini che trovo, nasconde la dentatura, forse danneggiata dalla masticazione di ossa per estrarne il midollo.


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MessaggioInviato: 19/04/2022, 21:48 
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Iscritto il: 13/10/2010, 18:21
Messaggi: 1983
Nome: Andrea Liberto
Cita:
ha la copertina di un cartoncino poroso e ruvido, gustoso e saporito


Inoltre: al mattino prende bene e trattiene per sempre le macchie di caffè. La sera fa altrettanto col vino.

Ciao, A.


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MessaggioInviato: 20/04/2022, 21:39 
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Nome: maurizio pavesi
torniamo un attimo a mantidi e bruchi

è probabile che il meccanismo che determina la colorazione non sia uguale per tutti, e non escluderei che una parte, almeno in alcuni casi, possa averla quello che suggerisce andrea-clickie :ok: , ossia che un aumento della temperatura (e/o una diminuzione dell'umidità relativa :? ) favorisca le colorazioni brune, dato che in queste condizioni è più probabile che almeno una parte consistente del paesaggio sia costituito da vegetazione secca o da terreno spoglio

nel caso che mi è capitato personalmente e che ho esposto, il contenitore dove la mantide dopo la muta da verde è diventata bruna era bianco, quindi se è dipeso dal colore il fattore decisivo è stato non il colore in sé (ve l'immaginate portare a entomodena una mantide religiosa viva perfettamente bianca :lol1: ?), quanto l'assenza del verde

quanto ai bruchi, non sarei così sicuro ;) ; prima di tutto è vero che i bruchi non hanno occhi composti, ma hanno occhi semplici (stemmate) che potrebbero benissimo essere in grado di distinguere non solo la luce dal buio, o una sagoma orizzontale da una verticale, ma anche la lunghezza d'onda dominante tutt'intorno; ricordo che molti bruchi hanno eccellenti capacità mimetiche, il che fa supporre che il supporto su cui sono così bene mimetizzati non lo scelgano a caso

inoltre, quando all'ultima muta preimmaginale dalla spoglia del bruco emerge la crisalide, questa presenta già gli abbozzi di alcune strutture dell'adulto, come ali (pteroteche) e occhi; perché non ammettere che sotto questi ultimi possano essere già presenti abbozzi dei nervi ottici dell'adulto, capaci di una qualche percezione dei colori?

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MessaggioInviato: 20/04/2022, 22:04 
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Nome: Andrea Liberto
Cita:
...ricordo che molti bruchi hanno eccellenti capacità mimetiche, il che fa supporre che il supporto su cui sono così bene mimetizzati non lo scelgano a caso...


Ma è la mamma che sceglie per loro, come peraltro accade a moltissimi italiani.

Scherzo, ovviamente. La mamma fa quel che può, sceglie e ovidepone su quel particolare ospite, ma in effetti poi il bruco deve cavarsela da sé nel vasto mondo.

Ha indosso la maglia di lana (sempre consigliatissima) di quel colore/colori, e se decide di trasgredire l'indirizzo materno sono guai.

Il verde, però, si porta su tutto. Equivale ai "tubini" sul nero (che sfina, oltretutto) in bella mostra nelle boutiques.

A.


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MessaggioInviato: 20/04/2022, 22:21 
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ma la mamma sceglie semplicemente la pianta con le foglie che il bruco può mangiare; se un bruco verde durante il riposo si piazza appiccicato sotto le foglie, e sulla stessa pianta un altro bruco marrone si incolla alla corteccia (che a quanto ne so, normalmente non si mangia :lol1: ), o uno di geometride che assomiglia a uno stecco si aggrappa a un rametto in modo di sembrare un pezzo del medesimo, vuol dire che sotto c'è dell'altro :mrgreen:

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MessaggioInviato: 21/04/2022, 1:41 
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Nome: Andrea Liberto
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ma la mamma sceglie semplicemente la pianta con le foglie che il bruco può mangiare


Cerchi di far vacillare la fede nella mamma, cui aderisce l'universo mondo....

Da bastian contrario, da rivoltoso per principio (e da principiante sui temi trattati), accolgo con gioia il sovvertimento, il dubbio, il bastone tra le ruote. Il dubbio cosmico che insinui sulla preveggenza mammesca.
Trattandosi poi, in fin dei conti, di farfallona.

Ma dicevo una cosa che, stavolta sul serio, non credo sia inficiata da quanto scrivi. Tu allarghi lo sguardo a comprendere specie diverse (il geometride, il NON geometride, ecc.) conviventi sulla medesima pianta, con nicchie diverse (sopra la foglia, sotto la foglia, sulla corteccia, ecc.).

Io suggerivo invece che la selezione si dia da fare molto (ne sono convinto) sui meccanismi che governano la scelta dell'ospite da parte delle femmine che devono deporre.
Un "investimento" di capitale importanza, la vita adulta dell'insetto a ciò è dedicata, non riesco a pensare che non subisca una fortissima pressione selettiva. Ne discende che per il bruco è decisiva la precedente scelta delle genitrice, difficile dunque che non ci sia pure una certa dose di determinismo genico nello sviluppo embrionale che deciderà il colore del bruco.

All'infante in fasce (muscolari) restano le mute. Per regolare con più finezza il mimetismo criptico, l'omocromia con il substrato, ecc.

Ma in fin dei conti, sto ragionando in astratto e per puro gusto speculativo. Primo: non so nulla di lepidotteri e mantidi. E in genere, neanche d'altro.
Secondo: mai fatto allevamenti, a parte quelli passivi di legname attaccato da xilofagi. Dunque, mi limito alla chiacchiera, che trovo divertente.

Uno fa ping-pong di idee coi colleghi, come stiamo appunto facendo, e magari ne esce una pallina buona.
Per caso, come sempre.

(Nota terminologica: "meccanismo" è una parola sciocca, gli organismi non sono macchine, ma è un termine convenzionale e lo uso pur consapevole dei limiti che ha e del vieto meccanicismo che evoca).

Un caro saluto, A.


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MessaggioInviato: 21/04/2022, 1:46 
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Nome: Andrea Liberto
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... vuol dire che sotto c'è dell'altro...


Certo. Il bruco che rode la rosetta basale. Altro giro, altro bruco, altra specie, altra nicchia.

A.


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