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Cacce invernali ai subcorticicoli



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PostPosted: 13/12/2015, 21:05 
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Nome: Maurizio Gigli
Questo è un argomento di cui abbiamo parlato parecchie volte, ma c'è sempre qualche nuovo iscritto a cui potrebbe servire.

Il periodo invernale non è così povero di insetti come si potrebbe pensare, solo che in genere non si trovano in giro, ma nascosti.

Uno dei sistemi migliori per cercare insetti in inverno è la ricerca sotto le cortecce, sia degli alberi morti, che di quelli vivi ma la cui corteccia si stacca durante la crescita, come accade, ad esempio, ai platani o egli eucalipti.

Il periodo migliore per queste ricerche è proprio l'inverno, perchè oltre alla normale fauna subcorticicola, vi si trovano molte specie che hanno altre abitudini nella bella stagione, ma che superano l'inverno nascoste sotto corteccia.

Prima di esaminare più in dettaglio quali siano le piante più adatte cosa, ci si può trovare e dove, nei prossimi interventi, che gradirei fossero anche di altri membri del Forum, voglio ricordare che esistono vari strumenti per rendere molto più efficace questo tipo di ricerca.

Comincio con un attrezzo che, se non indispensabile, è comunque di estrema utilità: il retino da tronchi (o almeno, io lo chiamo così).

Ce ne sono vari modelli, venduti da diversi commercianti, anche sul web, ma si può facilmente farselo da soli, se si preferisce (in genere costano poco, quindi non vale neanche la pena di scervellarsi su come costruirlo).

Fondamentalmente la struttura è semplice: due aste di metallo piegate ad arco, che si fissano ad un manico, unite all'altra estremità da una corda, elastica o meno, che costituisce il terzo lato del retino, opposto al manico. Ecco una foto di un modello economico:

retino_tronchi_Monte_Morra_09-12-2015_OL006.JPG



L'uso è semplice. Si poggia contro un tronco con cortecce che si sollevano, poco sotto il pezzo di corteccia che si vuole staccare, premendolo in modo che il lato in corda "avvolga" parte del tronco. Poi si stacca la corteccia, la si batte sul retino, e magari si strofina con la mano la parte di tronco che si è scoperta. In questo modo, quasi tutto ciò che era nascosto cade nel retino, e lo si può esaminare facilmente.

L'altro giorno ero in un boschetto sul Monte Morra, e non c'era niente in giro e quasi niente sotto sassi e cortecce. Troppo secco e troppo caldo per questo tipo di ricerca (spero che prima o poi piova come si deve). Però, sollevata una corteccia di un castagno morto di 20-30 cm di diametro, ecco quel che è cascato nel retino:

retino_tronchi_Monte_Morra_09-12-2015_OL003.JPG



In questo caso, specie banali, ma rende l'idea dell'efficienza del sistema. Quando capita la pianta buona al momento giusto, allora c'è da divertirsi.

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Maurizio Gigli
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PostPosted: 13/12/2015, 23:06 
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Nome: maurizio pavesi
io senza sprecare tempo e fatica su come costruirmelo (il che sarebbe in conflitto con la mia irriducibile pigrizia :lol1: ) ho preso nel reparto caccia e pesca di un ipermercato (costa meno che nei negozi) un guadino pieghevole e l'ho smontato, togliendo la sua rete e mettendoci un sacco di retino entomologico

il lato libero è un tubetto di plastica flessibile che si adatta benissimo al tronco su cui state lavorando, e fra un tronco e l'altro il tutto ripiegato sta tranquillamente in qualunque zainetto

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PostPosted: 13/12/2015, 23:24 
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Nome: Giovanni Altadonna
Julodis wrote:


L'altro giorno ero in un boschetto sul Monte Morra, e non c'era niente in giro e quasi niente sotto sassi e cortecce. Troppo secco e troppo caldo per questo tipo di ricerca (spero che prima o poi piova come si deve).


Ti capisco benissimo Maurizio. Qui in Sicilia è lo stesso, se non peggio. La settimana scorsa ho fatto un salto sull'Etna a 1500 m di quota per cercare di trovare qualcosa sotto le cortecce di pino laricio. Erano due mesi che non uscivo, e ho pure preso un'amara delusione! Terreno secco come a settembre, un caldo da paura, neve neanche a quote alte (e la poca rimasta coperta dalla cenere delle eruzioni in atto). Risultato: non Carabus lefebvrei come speravo, ma solo qualche emittero e due....COCCINELLE! :x

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"L' uomo che è cieco alle bellezze della natura ha perduto metà del piacere di vivere"
Sir Robert Baden Powell

Giovanni Altadonna


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PostPosted: 13/12/2015, 23:51 
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Nome: maurizio pavesi
Lucanus tetraodon wrote:
... solo qualche emittero e due....COCCINELLE! :x

e ti lamenti :to: ? aspettati al più presto una visita dell'izzillustrissimo :lol1: !

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PostPosted: 14/12/2015, 8:36 
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Nome: Maurizio Gigli
Giovanni, ti è andata meglio che a me. Alcuni giorni fa, ho fatto un giro al bosco di Manziana, che normalmente in questo periodo è ricchissimo di insetti nascosti sotto corteccia, con la possibilità di trovare specie ineressanti. Risultato: ho visto solo un coleottero, un Ampedus, che non era neanche sotto corteccia, ma vagava sopra un tronco morto (dimenticavo, ho pure trovato un Typhaeus typhoeus schiacciato sul sentiero!)

Da fine novembre, non c'è stata un'uscita nella quale abbia trovato qualcosa di decente. Il terreno secco come ad agosto, temperature diurne da inizio autunno, muschi così secchi che si sbriciolano (nel bosco, mentre in aree più aperte prendono un po' di umidità dalla rugiada notturna.
Sotto le cortecce al momento non c'è un filo di umidità, almeno nelle aree interne dalla collina fino alla montagna, per cui non ci si trova quasi nulla.

gomphus wrote:
io senza sprecare tempo e fatica su come costruirmelo (il che sarebbe in conflitto con la mia irriducibile pigrizia :lol1: ) ho preso nel reparto caccia e pesca di un ipermercato (costa meno che nei negozi) un guadino pieghevole e l'ho smontato, togliendo la sua rete e mettendoci un sacco di retino entomologico

Infatti anni fa mi ero attrezzato anche io così, poi l'ho lasciato chissà dove e non l'ho più ritrovato. Stessa fine ha fatto, un paio di anni fa, un altro retino come quello in foto.

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Maurizio Gigli
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PostPosted: 14/12/2015, 14:34 
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Joined: 22/12/2009, 13:31
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Nome: Francesco Izzillo
Lucanus tetraodon wrote:
Julodis wrote:


L'altro giorno ero in un boschetto sul Monte Morra, e non c'era niente in giro e quasi niente sotto sassi e cortecce. Troppo secco e troppo caldo per questo tipo di ricerca (spero che prima o poi piova come si deve).


Ti capisco benissimo Maurizio. Qui in Sicilia è lo stesso, se non peggio. La settimana scorsa ho fatto un salto sull'Etna a 1500 m di quota per cercare di trovare qualcosa sotto le cortecce di pino laricio. Erano due mesi che non uscivo, e ho pure preso un'amara delusione! Terreno secco come a settembre, un caldo da paura, neve neanche a quote alte (e la poca rimasta coperta dalla cenere delle eruzioni in atto). Risultato: non Carabus lefebvrei come speravo, ma solo qualche emittero e due....COCCINELLE! :x

Fortunato mortale! :gh:

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PostPosted: 14/12/2015, 15:09 
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Nome: maurizio pavesi
f.izzillo wrote:
Lucanus tetraodon wrote:
Julodis wrote:


L'altro giorno ero in un boschetto sul Monte Morra, e non c'era niente in giro e quasi niente sotto sassi e cortecce. Troppo secco e troppo caldo per questo tipo di ricerca (spero che prima o poi piova come si deve).


Ti capisco benissimo Maurizio. Qui in Sicilia è lo stesso, se non peggio. La settimana scorsa ho fatto un salto sull'Etna a 1500 m di quota per cercare di trovare qualcosa sotto le cortecce di pino laricio. Erano due mesi che non uscivo, e ho pure preso un'amara delusione! Terreno secco come a settembre, un caldo da paura, neve neanche a quote alte (e la poca rimasta coperta dalla cenere delle eruzioni in atto). Risultato: non Carabus lefebvrei come speravo, ma solo qualche emittero e due....COCCINELLE! :x

Fortunato mortale! :gh:

giovanni, te l'avevo detto che l'izzillustrissimo non avrebbe tardato a farsi avanti :lol1: :lol1: :lol1: ...

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PostPosted: 14/12/2015, 15:53 
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Nome: Roberto Rattu
Con questa siccità potrebbe essere utile lavare il suolo, individuando i punti dove il terreno appare più umido (o meno asciutto :) ). Sabato scorso ho ottenuto buoni risultati.

:hi:


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PostPosted: 14/12/2015, 15:59 
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Nome: Francesco Izzillo
Fumea crassiorella wrote:
Con questa siccità potrebbe essere utile lavare il suolo, individuando i punti dove il terreno appare più umido (o meno asciutto :) ). Sabato scorso ho ottenuto buoni risultati.

:hi:

Tante coccinelle? :mrgreen:

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Francesco Izzillo


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PostPosted: 14/12/2015, 16:02 
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Nome: Roberto Rattu
f.izzillo wrote:
Fumea crassiorella wrote:
Con questa siccità potrebbe essere utile lavare il suolo, individuando i punti dove il terreno appare più umido (o meno asciutto :) ). Sabato scorso ho ottenuto buoni risultati.

:hi:

Tante coccinelle? :mrgreen:


Tantissime, tutte cieche e depigmentate :gh:


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PostPosted: 14/12/2015, 16:08 
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Nome: Francesco Izzillo
Fumea crassiorella wrote:
f.izzillo wrote:
Fumea crassiorella wrote:
Con questa siccità potrebbe essere utile lavare il suolo, individuando i punti dove il terreno appare più umido (o meno asciutto :) ). Sabato scorso ho ottenuto buoni risultati.

:hi:

Tante coccinelle? :mrgreen:


Tantissime, tutte cieche e depigmentate :gh:

:to:

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PostPosted: 15/12/2015, 1:05 
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Joined: 09/06/2012, 20:57
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Nome: Daniele Maccapani
La caccia invernale sotto corteccia è sicuramente la mia preferita! Quest'estate ho iniziato ad appassionarmi anche al vaglio, ma l'ho momentaneamente abbandonato perché impegnativo da gestire (e frutta troppe bestie rispetto a quelle che riesco a preparare o anche solo a smistare!).
Per ora sono fuori dai giochi :sick: , ma la prossima settimana iniziano le vacanze di natale... :twisted: E almeno un paio di giornate entomologiche me le DEVO concedere!

Aggiungerei qualcosina, in attesa di interventi più esaustivi...

Intanto ci tengo a sottolineare che si tratta di una ricerca distruttiva, che elimina fisicamente un microhabitat: va fatta con criterio! Scortecciare un albero ogni tanto non provoca problemi, mentre prendere un pezzo di bosco e iniziare a scortecciare ogni albero presente è una cosa da scriteriati!
Quando fattibile è anche utile riappoggiare la corteccia staccata, ricreando un microhabitat utile come rifugio (anche se inevitabilmente diverso da come era prima, quindi difficilmente sarà utilizzabile dalle stesse specie già presenti); naturalmente questo è fattibile praticamente solo con i tronchi caduti.

Detto questo... ;) La fauna rinvenibile sotto corteccia dipende dalle condizioni del legno:
-tronchi morti in piedi o caduti;
-legno morto da molto o da poco;
-corteccia già nettamente staccata dal legno o ancora ben adesa.

La fauna più interessante, ma in genere meno abbondante come numero di individui, si ha sotto cortecce ancora ben adese di tronchi morti da non troppo tempo (indicazioni più precise non so darle, io vado a occhio :oops: ) e ancora in piedi: qui troviamo specie strettamente legate a questo ambiente, con evidenti adattamenti morfologici (forma molto appiattita in primis) e che si nutrono in genere di ife fungine (più ovviamente i predatori, come gli isteridi). Troviamo ad esempio zoferidi, micetofagidi, ecc. ecc.

Sotto cortecce in condizioni diverse troveremo faune meno specializzate; faccio solo un paio di esempi estremi:
- Tronco morto in piedi da anni, corteccia già molto sollevata: il microhabitat risulterà secco, inadatto ad ospitare funghi e conseguenti catene alimentari sostenute da essi. D'estate non ci si trova quasi nulla, d'inverno ci si rifugiano varie bestie non legate strettamente al legno, come molti ragni, emitteri, tenebrionidi, carabidi, crisomelidi, e... Eh si, anche branchi di coccinelle! (infatti l'Izzillo di inverno si dedica a cercare proprio questo tipo di cortecce! :vism ).
- Tronco morto e caduto a terra da anni: in genere molto umido e più o meno decomposto, sotto la corteccia troveremo uno spesso strato di rosura ormai tendente all'humus; non vi si trovano veri corticicoli, ma un misto di decompositori (lombrichi, millepiedi...) e loro predatori (centopiedi, carabidi, ragni...); più o meno la stessa fauna legata al suolo che si trova alzando pietre e legni vari.
I tronchi caduti sono sempre i meno interessanti (in materia di corticicoli! Se si cercano carabidi, o insetti in generale, vanno benissimo pure questi); volendo fare tentativi anche con questi, è meglio scegliere quelli meno vecchi e marcescenti, che abbiano ancora un legno compatto con la corteccia ben adesa.

Queste almeno sono mie osservazioni personali; magari qualcuno ha esperienze diverse o correzioni da fare.

Ricordo una discussione dove Maurizio e Gianfranco davano vari consigli su questa tecnica, bisognerebbe trovarla e linkarla; riporto un consiglio di Gianfranco che è efficacissimo (provato personalmente): portarsi qualche superficie ruvida e chiara (tipo foglio di carta, coperchio di scatola da scarpe, o simili) e sbatterci sopra con energia i pezzi staccati di corteccia. Viene giù un sacco di roba che a occhio nudo non si vede minimamente perché infilata nelle microfessure. Posso garantire che, pur avendo una vista ancora abbastanza buona (ho raccolto varie volte a vista ptilidi inferiori al mm, in mezzo alla rosura ;) :to: ), se non sbatto la corteccia facendo cadere tutto su una superficie chiara, riesco a vedere e raccogliere forse solo la metà della roba presente!

Chiudo e lascio la parola :D :hi:

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PostPosted: 15/12/2015, 10:16 
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Nome: luigi lenzini
Io pratico lo scortecciamento da anni; soprattutto sugli eucalipti vivi, e con questa tecnica, insieme al sollevamento delle pietre e alla visita agli specchi d'acqua, ci passo l'inverno.

Non uso retino perché mi limito a fotografare i soggetti colti nell'ambiente ed ho già la macchina fotografica in una mano.

Nonostante la siccità qualcosa la trovo anche quest'anno.

Non elimino mai tutte le cortecce sfaldate e ne lascio qualcuna per permettere agli sfrattati di risistemarsi. Possibilmente, infilo i pezzi staccati sotto altri pezzi rimasti invece di farli cadere a terra.

Posto una delle ultime catture fotografiche (13 dicembre), trovati però sotto una tavola appoggiata sull'erba. (Scaphidema sp?)


tenebrionidini e.jpg

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PostPosted: 15/12/2015, 15:39 
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Nome: Maurizio Gigli
elleelle wrote:
Non elimino mai tutte le cortecce sfaldate e ne lascio qualcuna per permettere agli sfrattati di risistemarsi. Possibilmente, infilo i pezzi staccati sotto altri pezzi rimasti invece di farli cadere a terra.

Faccio anche io così, anche perchè vado in posti dove so che prima o poi tornerò, e non sarebbe una gran mossa devastarli. Raccolgo solo alcune cose particolari, o che mi servono, e lascio campare tutto il resto.
Anche i pezzi caduti a terra, se sistemati bene, diventano ripari per varie specie.

PS - L'ambiente subcorticicolo di piante vive secca molto meno di quello delle piante morte, e qualcosa ci si trova anche nei periodi secchi.

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Maurizio Gigli
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PostPosted: 05/04/2018, 21:07 
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Nome: Ferdinando Giovine
Julodis wrote:
Questo è un argomento di cui abbiamo parlato parecchie volte, ma c'è sempre qualche nuovo iscritto a cui potrebbe servire.

Il periodo invernale non è così povero di insetti come si potrebbe pensare, solo che in genere non si trovano in giro, ma nascosti.

Uno dei sistemi migliori per cercare insetti in inverno è la ricerca sotto le cortecce, sia degli alberi morti, che di quelli vivi ma la cui corteccia si stacca durante la crescita, come accade, ad esempio, ai platani o egli eucalipti.

Il periodo migliore per queste ricerche è proprio l'inverno, perchè oltre alla normale fauna subcorticicola, vi si trovano molte specie che hanno altre abitudini nella bella stagione, ma che superano l'inverno nascoste sotto corteccia.

Prima di esaminare più in dettaglio quali siano le piante più adatte cosa, ci si può trovare e dove, nei prossimi interventi, che gradirei fossero anche di altri membri del Forum, voglio ricordare che esistono vari strumenti per rendere molto più efficace questo tipo di ricerca.

Comincio con un attrezzo che, se non indispensabile, è comunque di estrema utilità: il retino da tronchi (o almeno, io lo chiamo così).

Ce ne sono vari modelli, venduti da diversi commercianti, anche sul web, ma si può facilmente farselo da soli, se si preferisce (in genere costano poco, quindi non vale neanche la pena di scervellarsi su come costruirlo).

Fondamentalmente la struttura è semplice: due aste di metallo piegate ad arco, che si fissano ad un manico, unite all'altra estremità da una corda, elastica o meno, che costituisce il terzo lato del retino, opposto al manico. Ecco una foto di un modello economico:

retino_tronchi_Monte_Morra_09-12-2015_OL006.JPG


L'uso è semplice. Si poggia contro un tronco con cortecce che si sollevano, poco sotto il pezzo di corteccia che si vuole staccare, premendolo in modo che il lato in corda "avvolga" parte del tronco. Poi si stacca la corteccia, la si batte sul retino, e magari si strofina con la mano la parte di tronco che si è scoperta. In questo modo, quasi tutto ciò che era nascosto cade nel retino, e lo si può esaminare facilmente.

L'altro giorno ero in un boschetto sul Monte Morra, e non c'era niente in giro e quasi niente sotto sassi e cortecce. Troppo secco e troppo caldo per questo tipo di ricerca (spero che prima o poi piova come si deve). Però, sollevata una corteccia di un castagno morto di 20-30 cm di diametro, ecco quel che è cascato nel retino:

retino_tronchi_Monte_Morra_09-12-2015_OL003.JPG


In questo caso, specie banali, ma rende l'idea dell'efficienza del sistema. Quando capita la pianta buona al momento giusto, allora c'è da divertirsi.


A me quel retino con l'elastico da un lato farebbe comodo perchè è piccolo e facilmente trasportabile in uno zainetto. Se poi avesse il manico a vite smontabile sarebbe ancora meglio per il trasporto, anzi sarebbe la perfezione che cerco. Avevo visto qualcosa di simile, fatto per la pesca,dai polacchi, ma è troppo grande. Farlo non se ne parla perchè non ho la manualità, ma se hai dei link dove comprarlo sarebbe ottimo, oppure qualcino che lo compri ad entomodena per me :lov3:

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Fai attenzione a chi calpesti per salire, potresti incontrarlo mentre scendi. Marcela Jalife


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