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Daniele Maccapani
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Inviato: 10/08/2012, 17:43 |
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Iscritto il: 09/06/2012, 20:57 Messaggi: 4282 Località: Mesola (FE)
Nome: Daniele Maccapani
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Uno dei gruppi che vorrei studiare (limitatamente alle mie zone, per ora) sono gli insetti acquatici; finora però non mi sono mai prodigato più di tanto nel cacciarli (o meglio, pescarli  ), un po' per pigrizia di iniziare seriamente a dedicarmi a un nuovo gruppo  , un po' perchè non conosco bene le tecniche per la loro cattura. Così ho deciso di chiedere agli esperti di insetti acquatici (tutti, sia eterotteri che coleotteri) presenti sul forum di spegare quali sono i principali metodi di cattura. Prima di farlo ho naturalemente cercato le informazioni già presenti trovandone alcune, ma sparse e comunque poco numerose. I sistemi che ho trovato sono: -la ricerca diretta con il retino lungo le sponde; -le trappole a nassa con fegato, per catturare i ditiscidi; -posizionare per un certo tempo un retino immerso in acqua, in modo che la corrente ci trascini dentro gli animaletti; utile nei piccoli torrenti con corrente sostenuta, quindi non utilizzabile nelle mie zone; -i... cofani delle macchine lasciate al sole  ! (non ricordo bene, ma ricordo che qualcuno aveva ipotizzato, ispirandosi a questa " trappola involontaria", di creare una trappola con una superficie riflettente lasciata al sole, che agli occhi degli insetti in volo sembri uno specchio d'acqua). Se qualcuno può darmi suggerimenti su questi sistemi e magari aggiungerne altri, gliene sarò grato  ! Grazie in anticipo, 
_________________ "Lasciate questo mondo un po' migliore di come lo avete trovato" (Sir Robert Baden Powell) Daniele
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Julodis
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Inviato: 10/08/2012, 19:19 |
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20 Messaggi: 31564 Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
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Nelle calde notti estive molti acquatici partono in volo, probabilmente in cerca di altri ambienti acquatici, e la maggior parte arriva alla luce. Tra questi: Hydrophilidae, Dytiscidae e alcuni eterotteri.
Nei laghetti, stagni, ecc., si può usare un retino da plancton, di quelli che normalmente si usano a traino da una barca. Si appesantisce con un piombo o altro, in modo da poterlo lanciare a mano, oppure con una canna da pesca, a 10-20 m di distanza, poi si recupera alla velocità giusta per farlo strusciare sulla vegetazione sommersa (o anche sul fondo, se poco profondo). L'effetto è quello del retino da acquatici, ma si può arrivare in zone altrimenti irraggiungibili.
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Andricus
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Inviato: 10/08/2012, 19:47 |
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Iscritto il: 01/07/2010, 22:26 Messaggi: 5623 Località: Viterbo
Nome: Marco Selis
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Se ti capita di trovare delle rocce ricoperte di muschi e alghe su cui passa un leggero strato d'acqua setaccia per bene i muschi, potresti trovare i piccolissimi Elmidi 
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Julodis
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Inviato: 10/08/2012, 21:29 |
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20 Messaggi: 31564 Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
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Andricus ha scritto: Se ti capita di trovare delle rocce ricoperte di muschi e alghe su cui passa un leggero strato d'acqua setaccia per bene i muschi, potresti trovare i piccolissimi Elmidi  Si trovano anche in ruscelli e torrentelli aggrappati alle piante acquatiche sommerse, ma non credo siano ambienti che Daniele possa trovare nella zona dove intende cercare.
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Daniele Maccapani
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Inviato: 10/08/2012, 22:01 |
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Iscritto il: 09/06/2012, 20:57 Messaggi: 4282 Località: Mesola (FE)
Nome: Daniele Maccapani
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Julodis ha scritto: Andricus ha scritto: Se ti capita di trovare delle rocce ricoperte di muschi e alghe su cui passa un leggero strato d'acqua setaccia per bene i muschi, potresti trovare i piccolissimi Elmidi  Si trovano anche in ruscelli e torrentelli aggrappati alle piante acquatiche sommerse, ma non credo siano ambienti che Daniele possa trovare nella zona dove intende cercare. Dalle mie parti è già un problema trovare piante sommerse  , grazie alle carpe erbivore che continuano ad immettere per la gioia dei carpisti  (ai tempi della mia infanzia ricordo un ambiente completamente diverso, con i canali ricchi di vegetazione, con annessa una meravigliosa ittiofauna a deposizione fitofila, e non è che abbia ottant'anni! Quando vado a pescare prendendo solo abramidi, siluri, aspi e pesci gatto punteggiati mi viene quasi da piangere  ... Scusate lo sfogo  ) Comunque grazie dei consigli; in particolare un retino da plancton me lo voglio assolutamente costruire  ! Come trappole, ne esiste qualcuna oltre alla "nassa" col fegato 
_________________ "Lasciate questo mondo un po' migliore di come lo avete trovato" (Sir Robert Baden Powell) Daniele
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Marchino
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Inviato: 20/08/2012, 16:56 |
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Iscritto il: 29/08/2011, 18:58 Messaggi: 230 Località: Viareggio (LU)
Nome: Marco Fornaciari
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Julodis ha scritto: Nei laghetti, stagni, ecc., si può usare un retino da plancton, di quelli che normalmente si usano a traino da una barca. Si appesantisce con un piombo o altro, in modo da poterlo lanciare a mano, oppure con una canna da pesca, a 10-20 m di distanza, poi si recupera alla velocità giusta per farlo strusciare sulla vegetazione sommersa (o anche sul fondo, se poco profondo). L'effetto è quello del retino da acquatici, ma si può arrivare in zone altrimenti irraggiungibili. Non c'è l'alto rischio che il retino resti impigliato sul fondo (magari su tronchetti/rami morti) e perdere tutto? Io avevo sentito di qualcuno che usava delle fette di salame attaccate ad una lenza per attrarre vari coleotteri acquatici 
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Julodis
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Inviato: 20/08/2012, 17:59 |
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20 Messaggi: 31564 Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
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Marchino ha scritto: Non c'è l'alto rischio che il retino resti impigliato sul fondo (magari su tronchetti/rami morti) e perdere tutto? Succede, ma con un po' di pratica si riesce a evitarlo quasi sempre. Bisogna anche studiarsi prima l'ambiente per capire dove è il caso di lanciare e dove no. Marchino ha scritto: Io avevo sentito di qualcuno che usava delle fette di salame attaccate ad una lenza per attrarre vari coleotteri acquatici  Pesca del ditisco! Potrebbe anche funzionare, ma poi devi prenderli con un retino, perchè questi mica restano attaccati, quando tiri fuori l'esca. Tanto vale usare l'esca in una nassa o simile.
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Hydropaulus
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Inviato: 20/08/2012, 21:34 |
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Iscritto il: 31/08/2009, 8:42 Messaggi: 270 Località: Milano
Nome: Giampaolo Bosi
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Ciao Daniele, al posto delle nasse con fegato o con frattaglie (che non sempre mi hanno dato buoni risultati) ti consiglio le "bottle traps" che trovi descritte a questo link: http://www.biology.ualberta.ca/bsc/news24_1/arctic.htme che ti mostro in questa foto: sono facili da costruire, pratiche e leggere da portare. Come conterraneo (anche se adesso non vivo più dalle tue parti) conosco le zone della bassa ferrarese e ti suggerisco di metterle nelle scoline dei campi, in quelle vicine alle valli, meglio se in corpi d'acqua stagnante o debolmente corrente in prossimità di siepi o boschetti, tra la vegetazione acquatica fitta. Non importa mettere l'esca: si posizionano per 2 o 3 giorni al massimo perchè gli esemplari che entrano sono intrappolati e non sono in grado di tornare in superficie per respirare. In ambienti vallivi d'acqua dolce ho ottenuto ottimi risultati con questo tipo di trappola. In ufficio ho un lavoro di Aiken (non ricordo l'anno di pubblicazione) in cui viene descritta una trappola acquatica che si posiziona a livello della superficie e che permette di mantenere vive le catture: se domani lo trovo ti invio il pdf. Buona caccia!
_________________ Giampaolo
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Daniele Maccapani
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Inviato: 21/08/2012, 14:42 |
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Iscritto il: 09/06/2012, 20:57 Messaggi: 4282 Località: Mesola (FE)
Nome: Daniele Maccapani
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Grazie mille Giampaolo Ma senza esca cosa spinge gli insetti ad entrare 
_________________ "Lasciate questo mondo un po' migliore di come lo avete trovato" (Sir Robert Baden Powell) Daniele
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Hydropaulus
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Inviato: 22/08/2012, 10:51 |
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Iscritto il: 31/08/2009, 8:42 Messaggi: 270 Località: Milano
Nome: Giampaolo Bosi
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Eccoti il file pdf di cui ti parlavo nel mio precedente intervento:
Aiken and Roughley 1985.pdf [1.28 MiB]
Scaricato 150 volte
Daniele Maccapani ha scritto: Ma senza esca cosa spinge gli insetti ad entrare  non c'è nulla che li spinga ad entrare nella trappola, ma se trovi la posizione giusta (in genere gli idroadefagi sono piuttosto localizzati nei corpi d'acqua) in mezzo alla vegetazione acquatica (più è fitta meglio è) credo che entrino casualmente durante il loro incessante muoversi alla ricerca di prede. Inoltre, il successo di questa tecnica penso dipenda dalla conoscenza, anche parziale, sulla presenza o meno di certe specie nell'ambiente in cui si vuole cercare e dal periodo dell'anno. Ad esempio, in un ambiente vallivo che ho indagato per tre anni, sapendo della presenza consistente di Colymbetinae, questo tipo di trappola si è dimostrato veramente efficiente. Per quel che riguarda i periodi annuali d'impiego, tieni conto che, le popolazioni di adefagi acquatici tendono ad essere numerose, nei loro ambienti d'elezione, nella tarda primavera (maggio-giugno) e all'inizio dell'autunno (settembre-ottobre). Per finire, un accenno agli ambienti della bassa pianura: le zone di testa delle "scoline", i piccoli fossi che delimitano gli appezzamenti agricoli, specie sui confini con zone boschive o vallive, sono ambienti di limitate dimensioni e ricchi della cosidetta fauna minore: quindi è molto probabile che un insetto vorace e particolarmente mobile come un ditisco venga intrappolato in questi dispositivi anche senza l'uso di un'esca. Ciao e buoni " trappolaggi"
_________________ Giampaolo
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Julodis
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Inviato: 22/08/2012, 12:29 |
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20 Messaggi: 31564 Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
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In pratica queste trappole funzionano un po' come le trappole a barriera per gli insetti camminatori. Solo che sul suolo, che è un ambiente essenzialmente a due dimensioni, la barriera è monodimensionale (ad esempio, un'asse di legno poggiata sul terreno. Gli insetti che la incontrano cercano di aggirarla e cadono nel contenitore alla sua estremità), mentre in acqua, ambiente tridimensionale, la barriera deve essere a due dimensioni, in questo caso la parte di bottiglia tagliata e rivoltata. Tutto quello che, nuotando, sbatte contro la parete di plastica, con buona probabilità continuerà a muoversi nella stessa direzione, finendo per entrare nel foro e finire nella trappola. Per uscire, dovrebbe invece azzeccare precisamente lo stesso foro. Quindi l'efficacia della trappola è legata, oltre che al periodo, all'ambiente e a come si posiziona, alla sezione della bottiglia, da cui dipende la larghezza dell'imbuto che si viene a creare con la parte rivoltata. Una domanda: immagino che queste trappole funzionino meglio in posizione orizzontale, o anche in verticale con l'entrata rivolta verso il basso?
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Hydropaulus
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Inviato: 22/08/2012, 13:45 |
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Iscritto il: 31/08/2009, 8:42 Messaggi: 270 Località: Milano
Nome: Giampaolo Bosi
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Ciao Maurizio, io le ho sempre messe in orizzontale, inserendo dei pesi (sassi siliconati su un lato interno) oppure aiutandomi a mantenerle in posizione con un "aggeggio" (costruito con il fil di ferro degli appendini delle lavanderie) che fissavo al manico del retino per tenere in immersione la bottiglia finchè non fosse piena. Secondo me, per la cattura degli insetti acquatici è indifferente posizionarle in verticale o in orizzontale, ma non ne ho esperienza diretta.
In merito al titolo della discussione, un altro metodo, che non ho mai sperimentato, è riportato da Franciscolo nel bellissimo volume della Fauna d'Italia dedicato agli idroadefagi (1979): "Gli adefagi acquatici sono sensibili, come quelli terrestri, ai liquidi aromatico-zuccherini; il problema è come mantenere tali liquidi segregati nella trappola subacquea per un tempo sufficiente prima della loro diluizione totale: uso dei barattoli, nei quali sul fondo viene versata una certa quantità di denso liquido aromatico (molto miele, succo di albicocche, pezzi di mela, aceto, birra, eventualmente succo di pere, il tutto portato ad una esasperante intensità di profumo con acetato di amile), sul quale pongo un tampone compresso di cotone; immergo quindi (opportunamente appesantendolo con un sasso) in luoghi consimili a quelli descritti per le nasse, a bassissima profondità (10-15 mm); sollevando dopo qualche tempo con cautela il barattolo, è facile trovarlo brulicante anche di forme minute che normalmente disdegnano le esche a pesce e carne."
_________________ Giampaolo
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Julodis
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Inviato: 22/08/2012, 14:22 |
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20 Messaggi: 31564 Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
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Molto interessante quest'utlimo sistema. Hai provato a vedere se funziona anche mettendo nella bottiglia della frutta a pezzi? Che so, albicocche o pesche tagliate a metà, fette di mela o di pera, ecc. Oppure si potrebbe mettere nella trappola una bottiglietta di succo di frutta piena di un liquido fermentato e chiusa da un tappo di cotone o di stoffa compressa, in modo che il liquido diffonda lentamente. P.S. - il volume di Franciscolo ce l'ho anch'io, ma non ho ancora trovato il tempo di leggerlo! 
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Hydropaulus
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Inviato: 22/08/2012, 14:33 |
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Iscritto il: 31/08/2009, 8:42 Messaggi: 270 Località: Milano
Nome: Giampaolo Bosi
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Julodis ha scritto: Hai provato a vedere se funziona anche mettendo nella bottiglia della frutta a pezzi? Che so, albicocche o pesche tagliate a metà, fette di mela o di pera, ecc. Oppure si potrebbe mettere nella trappola una bottiglietta di succo di frutta piena di un liquido fermentato e chiusa da un tappo di cotone o di stoffa compressa, in modo che il liquido diffonda lentamente.
Hydropaulus ha scritto: In merito al titolo della discussione, un altro metodo, che non ho mai sperimentato, è riportato da Franciscolo nel bellissimo volume della Fauna d'Italia dedicato agli idroadefagi (1979): ..... " Come avevo già scritto, personalmente non ho mai provato, ma piuttosto che il tampone che propone Franciscolo, la bottiglietta di liquido fermentato nella " trappola bottiglia" è una buona idea e un giorno del prossimo autunno mi sa che la provo 
_________________ Giampaolo
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Mikiphasmide
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Inviato: 22/08/2012, 15:04 |
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Iscritto il: 21/02/2011, 15:25 Messaggi: 3877 Località: Montecchio Emilia (RE)
Nome: Violi Michele
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Mi intrometto in questa interessante discussione per chiedervi una cosa. In questo periodo, dalle mie parti (Pianura Padana centrale), si può pescare qualcosa con queste nasse? Io miro principalmente ai grossi Cybister o Dytiscus...
_________________ Michele 
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