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Sto cercando di sostituire le lampade al mercurio con i LED



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MessaggioInviato: 01/07/2009, 22:32 
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Iscritto il: 02/02/2009, 22:59
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Località: Rocca di Papa (Roma)
Nome: Paolo Mazzei
Chi di voi ha fatto "cacce al lume" immagino conosca il problema, almeno per le farfalle: si usano, come lampade, le miscelate HWL 160W, quelle al mercurio con reattore HQL 125W o quelle ancora più grandi da 200W e oltre.

Se si ha a disposizione la rete elettrica non ci sono problemi, se si va in posti accessibili con la macchina ci si porta dietro il gruppo elettrogeno a benzina (che comunque costa caro, puzza e fa rumore... :( ).

Ma a spasso per il mondo, magari in località tropicali, che fare? Due anni fa, alle Seychelles, ho provato dei tubi al wood alimentati a batteria, ma i risultati, paragonati alle classiche lampade al mercurio, erano peggio che scarsi.

Da un po' di tempo si trovano in commercio, a prezzi abbordabili, dei LED ultravioletti, che hanno l'enorme vantaggio di avere un rendimento molto elevato, cioè di consumare una piccola frazione della potenza dissipata dalle lampade al mercurio, a parità di luce emessa (e infatti rimangono praticamente freddi).

Ho acquistato dagli USA delle lampadine a 110V costituite da una matrice di 60 LED ultravioletti, sperando di risolvere il problema: ma l'effetto è stato abbastanza simile ai tubi al wood, ho come l'impressione che, oltre all'ultravioletto, ci voglia anche un bel po' di componente visibile.

Ora, c'è qualcuno che conosce qualche lavoro sulle frequenze della luce che più attirano gli insetti? Sono in contatto con una società che fa lampade e impianti a LED e che sarebbe ben felice di sviluppare insieme qualche prototipo di "lampada per entomologi portatile a basso consumo", ma le specifiche devo dargliele io: pensavo di fare una matrice mista di LED bianchi e ultravioletti, ma se si sapesse qualcosa di più sullo spettro "ottimo" ci risparmieremmo un bel po' di prove...

Non solo, ho l'impressione che lepidotteri e coleotteri "rispondano" a frequenze diverse: su tre lati della casa ho sempre accese la notte:

- una miscelata da 160W
- una al mercurio da 125W
- una basso consumo calda in un lampioncino sotto alla veranda

e il risultato è che i coleotteri preferiscono di norma la basso consumo (!), insieme alla maggior parte dei piccoli geometridi, piralidi, crambidi e micro, mentre il resto delle farfalle gradisce decisamente di più la miscelata o la mercurio.

Una possibile soluzione sarebbe anche quella di misurare (o trovare nelle caratteristiche pubblicate) lo spettro delle lampade in questione e riprodurlo mischiando LED di vario tipo.

Dato che dal 10 al 31 agosto sarò di nuovo alle Seychelles :D , mi piacerebbe aver definito almeno una soluzione prototipale, per fare un po' di sperimentazione tropicale. ;)

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Paolo Mazzei
Presidente della Associazione Lepidotterologica Italiana - ALI
leps.it: Moths and Butterflies of Europe and North Africa
serifoswildlife.net: Serifos wildlife
seychelleswildlife.info: Seychelles Wildlife


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MessaggioInviato: 01/07/2009, 22:36 
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Iscritto il: 02/02/2009, 23:32
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Località: da Ferrara ad Alghero
Nome: Roberto A. Pantaleoni
Ricordo un lavoro del tipo che cerchi per lampade utilizzate nella cattura dei piccoli Ditteri Ceratopogonidi. Ce l'aveva un collega che quei ditteri studia. Domani glielo chiedo. Posso poi farti una ricerca nei database scientifici. Ti faccio sapere.

Ciao Roberto :to:

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verum stabile cetera fumus


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MessaggioInviato: 06/09/2009, 10:21 
 

Iscritto il: 09/06/2009, 19:36
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Nome: Enrico Ferrari
Ciao! Sei poi riuscito a fare qualche prova?
Ripensando al discorso 'quale tipo di luce riprodurre' mi piacerebbe fare qualche prova con i neon da acquario, da 4000 k sino a 15000 k c'è tutto, alcuni neon per rettilari emettono anche una fonte UVA...! Unico neo il prezzo non proprio contenuto. A presto!

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MessaggioInviato: 06/09/2009, 10:53 
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Iscritto il: 02/02/2009, 23:32
Messaggi: 5642
Località: da Ferrara ad Alghero
Nome: Roberto A. Pantaleoni
Hemerobius ha scritto:
Domani glielo chiedo. Posso poi farti una ricerca nei database scientifici. Ti faccio sapere.

Era il primo di luglio :oops: ! E me ne sono completamente dimenticato :cry: !
Paolo ti serve ancora ?

Roberto :to:

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verum stabile cetera fumus


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MessaggioInviato: 06/09/2009, 12:01 
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Iscritto il: 17/08/2009, 20:43
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Nome: Andrea
Salve a tutti,

per la Drosophila si hanno una serie di cellule fotorecettrici complessivamente note come R. Nelle parti periferiche di ciascun ocello risiedono recettori (da R1 a R6) che mostrano un picco di sensibilità a lunghezze d'onda pari circa 350 nm. R7y mostra picchi spettrali a 337, 355 e 373 nm; R7p risponde a 330 nm. R8y ha picchi a 334, 350, e 369 nm, mentre R8p mostra un picco a 460 nm (http://www.springerlink.com/content/r095m47070525773/).

Segnalo anche

http://www.sciencedirect.com/science?_o ... a864880e6a

Riporto poi un esperimento condotto sulla falena Manduca sexta, che riferisce sensibilità massime della retinula negli intervalli 370 - 390 nm, 450 - 470 nm, e 530 - 550 nm (http://www3.interscience.wiley.com/jour ... 1&SRETRY=0).

In definitiva selezionerei, prudentemente ed indicativamente, lunghezze d'onda dai 600 ai 280 nm, magari privilegiando lunghezze che si avvicinino a 350 nm, 450 nm, 540 nm; tenendo conto della variabilità tra specie, proporrei picchi non troppo netti.

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Tautò tèni zon kài
tethnekós kai egregoròs
kai kathèudon kai nèon kai
gheraiòn tade gàr
metapésonta ekéina ésti
kakèina pàlin táuta.

Eraclito, Frammenti, 88; Di passaggio, Franco Battiato.


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MessaggioInviato: 06/09/2009, 16:32 
 

Iscritto il: 09/06/2009, 19:36
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Località: Modena
Nome: Enrico Ferrari
Cita:
In definitiva selezionerei, prudentemente ed indicativamente, lunghezze d'onda dai 600 ai 280 nm, magari privilegiando lunghezze che si avvicinino a 350 nm, 450 nm, 540 nm; tenendo conto della variabilità tra specie, proporrei picchi non troppo netti.

Mi sembra un buon punto di partenza, aggiungo un link. all'interno di questo volantino pubblicitario c'è un bello specchietto per chi come me non ha molta dimestichezza con nm e gradi kelvin.
Spero possa aiutare!
http://www.jbl.de/dl_documents/uk/uk_WWW7.pdf

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MessaggioInviato: 04/05/2012, 9:16 
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Iscritto il: 09/06/2009, 13:19
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Nome: Omar Pacchioni
[...] privilegiando lunghezze che si avvicinino a 350 nm, 450 nm, 540 nm [...]
ma in termini di lampade ... quali sono quelle che lavorano con tali frequenze?
grazie
ciaociao

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MessaggioInviato: 04/05/2012, 18:24 
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Iscritto il: 18/06/2010, 0:03
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Località: Predore ( BG)
Nome: Claudio Deiaco
conan ha scritto:
quali sono quelle che lavorano con tali frequenze?
grazie

280 nm :shock: :no: RAGGI UVC ESTREMAMENTE PERICOLOSI!!
100-280 UVC, 280-315 UVB, 315-400 UVA
La luce ultravioleta è invisibile all'occhio umano, ma tecnicamente è molto difficile creare lampade che lavorino con uno spettro circoscritto a pochi nm, pertanto anche lampade con emmissione di luce ultravioleta presentano una parte di luce più o meno visibile all'occhio. O viceversa, certe lampade per uso d'illuminazione industriale per le loro caratteristiche di altissimo rendimento, hanno uno spettro che comprende ampie zone di radiazione UVA e B. Per poter essere usate allo scopo d'illuminazione di officine e capannoni sono dotate di appositi filtri UV.

Per capire meglio come è costituita la luce, a quale caratteristica corrisponde una lampada con spettro di X nm mando questo grafico che spiega molto bene le varie lunghezze d'onda.

Per sapere lo spettro luminoso di ogni lampada bisogna sempre consultare la scheda tecnica di ogni lampada, perchè spesso variano le caratteristiche da costruttore a costruttore. Il nome della lampada, per esempio "luce miscelata" non dice molto sulla vera caratteristica. Va consultato lo spettrogramma che è sempre presente, o come grafico o come valore tabellare, nella scheda tecnica di ogni lampada.

La temperatura del colore è ancora una altra cosa, e indica la tendenza cromatica della luce bianca al giallo - rosso, piuttosto che al verde - blu.
Spettro-onde-luminose.jpg


:birra: :hi:

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Claudio Deiaco
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MessaggioInviato: 05/05/2012, 0:00 
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Nome: Maurizio Gigli
Credo di aver capito il problema di Omar, che credo si possa riassumere così: "Come faccio a sapere che frequenze emette una lampada in commercio su cui non c'è scritto nulla o al massimo la temperatura di colore?

Purtroppo la scheda tecnica per molte lampade commerciali economiche, specie la roba di provenienza cinese, non si trova.
Comunque le lampade a luce nera, o lampade di Wood, usate per vari scopi, tra cui illuminazione in discoteca, come pure le lampade UV (usate ad esempio nelle lampade abbronzanti) emettono nella fascia UV-A.

Per le lampade a luce visibile, è forse ancor più difficile capire quale sia la lunghezza d'onda. Quando va bene c'è indicata la temperatura di colore, che in pratica corrisponde alla temperatura a cui bisogna portare un corpo nero per ottenere luce di un certo colore. 5500°K circa è la temperatura della superficie del sole, a cui i nostri occhi, e quelli di tutti gli animali terrestri, si sono adattati ne corso dell'evoluzione, e che considerano quindi come luce neutra. Temperature più elevate corrispondono a luce che vira sempre più vero l'azzurro e il violetto, più basse danno tonalità sempre più spostate verso il rosso.
Tra le lampade fluorescenti (basso consumo) e non, commerciali, è in uso una indicazione del colore meno precisa, che è più o meno questa:

Warm (luce calda) = circa 3000°K - giallastra tendente un po' all'arancione
Warm white (bianco caldo) = circa 3500°K - bianco giallastro
Neutral (luce neutra) = intorno a 4000°K - bianco avorio
Pure white (bianco puro) = circa 4500°K - bianco "molto bianco"
Ici pure white (bianco ghiaccio) = circa 5000°K - bianco giaccio molto lievemente azzurrino
Cool white e Daylight (bianco freddo e luce del giorno) = 5500-6500°K (azzurrino chiaro)

Oltre 6500°K la luce diventa decisamente azzurra, ma ci sono anche lampade, come quelle allo Xeno, che arrivano fino a 30.000°K, a luce violetta. Ancora oltre si passa nel campo degli UV.

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 05/05/2012, 18:43 
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Nome: Omar Pacchioni
Claudio e Maurizio ... complimenti davvero per le spiegazioni molto tecniche, soprattutto complimenti per le vostre conoscenze. In campo luminoso so davvero poco, quasi nulla.
A questo punto .... una domanda sullo specifico di carattere tecnico-entomologico:

Con quali lampade (in termini di calore, lunghezza d' onda... modello) si attira cosa? (nel senso .... date le vostre esperienze, ma anche le esperienze di altri, che insetti avete attirato in base ale diverse tipologie di lampade?

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MessaggioInviato: 05/05/2012, 21:47 
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20
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Nome: Maurizio Gigli
conan ha scritto:
Claudio e Maurizio ... complimenti davvero per le spiegazioni molto tecniche, soprattutto complimenti per le vostre conoscenze. In campo luminoso so davvero poco, quasi nulla.
A questo punto .... una domanda sullo specifico di carattere tecnico-entomologico:

Con quali lampade (in termini di calore, lunghezza d' onda... modello) si attira cosa? (nel senso .... date le vostre esperienze, ma anche le esperienze di altri, che insetti avete attirato in base ale diverse tipologie di lampade?

Per i Coleotteri in generale, a me pare che i risultati migliori li abbia ottenuti combinando una UV-A (lampada di Wood) con una a luce bianca calda (warm white). Anche la sola lampada a luce nera va comunque bene, ma ricorda che un pannello riflettente di stoffa bianca è necessario.

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 06/05/2012, 13:22 
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Pippistrello ha scritto:
conan ha scritto:
quali sono quelle che lavorano con tali frequenze?
grazie

280 nm :shock: :no: RAGGI UVC ESTREMAMENTE PERICOLOSI!!
100-280 UVC, 280-315 UVB, 315-400 UVA
La luce ultravioleta è invisibile all'occhio umano, ma tecnicamente è molto difficile creare lampade che lavorino con uno spettro circoscritto a pochi nm, pertanto anche lampade con emmissione di luce ultravioleta presentano una parte di luce più o meno visibile all'occhio. O viceversa, certe lampade per uso d'illuminazione industriale per le loro caratteristiche di altissimo rendimento, hanno uno spettro che comprende ampie zone di radiazione UVA e B. Per poter essere usate allo scopo d'illuminazione di officine e capannoni sono dotate di appositi filtri UV.

Per capire meglio come è costituita la luce, a quale caratteristica corrisponde una lampada con spettro di X nm mando questo grafico che spiega molto bene le varie lunghezze d'onda.

Per sapere lo spettro luminoso di ogni lampada bisogna sempre consultare la scheda tecnica di ogni lampada, perchè spesso variano le caratteristiche da costruttore a costruttore. Il nome della lampada, per esempio "luce miscelata" non dice molto sulla vera caratteristica. Va consultato lo spettrogramma che è sempre presente, o come grafico o come valore tabellare, nella scheda tecnica di ogni lampada.

La temperatura del colore è ancora una altra cosa, e indica la tendenza cromatica della luce bianca al giallo - rosso, piuttosto che al verde - blu.
Spettro-onde-luminose.jpg

:birra: :hi:



Claudio , ma c'è corrispondenza tra il diagramma delle frequenze e quello delle temperature? Ovvero la luce a 400 nm è tendenzialmente verso i 1800 K (del diagramma sottostante) e a 750 nm la temperatura è tendenzialmente a 16000 k ?
Se cosi fosse.... il discorso sarebbe molto interessante anche in campo fotografico!
graize ciaociao

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MessaggioInviato: 06/05/2012, 23:03 
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Nome: Maurizio Gigli
conan ha scritto:
Claudio , ma c'è corrispondenza tra il diagramma delle frequenze e quello delle temperature? Ovvero la luce a 400 nm è tendenzialmente verso i 1800 K (del diagramma sottostante) e a 750 nm la temperatura è tendenzialmente a 16000 k ?
Se cosi fosse.... il discorso sarebbe molto interessante anche in campo fotografico!
graize ciaociao

Semmai tutto il contrario. in nm (nanometri) si misura la lunghezza d'onda. Più le onde sono corte, più la frequenza (che si misura in Hertz) è alta, e il colore spostato verso il violetto.
Nel campo del visibile, abbiamo quindi le onde più lunghe (ovvero frequenze minori) corrispondenti al rosso, intorno a 700-750 nm. Le onde più corte (frequenze più alte) corrispondenti al blu e violetto, intorno a 450 - 400 nm. Quindi molto approssimativamente potremmo dire: rosso = lunghezze d'onda lunghe e temperature basse - violetto = lunghezze d'onda corte e temperature alte.

La corrispondenza lunghezza d'onda in nanometri con frequenza in Hertz è facilmente calcolabile, conoscendo la velocità delle onde (che in questo caso è, ovviamente, la velocità della luce, ovvero 300.000.000 m/s). Essendo 1 nm = 1 miliardesimo di metro, ne consegue che con una lunghezza d'onda di 750 nm (luce rossa) abbiamo una frequenza di 400.000.000.000.000 Hz (400 Terahertz), mentre per il violetto a 400 nm saliamo a una frequenza di 750 Terahertz (la frequenza non è altro che il numero di onde che passano per un punto in 1 secondo).

La corrispondenza tra lunghezza d'onda (oppure frequenza) e la temperatura di colore non è invece così semplice, poichè si basa su cose completamente diverse. Le prime due sono semplicemente misurazioni di caratteristiche fisiche dell'onda elettromagnetica, la seconda è invece un effetto dell'energia emessa da un corpo a causa della sua temperatura. Ogni corpo la emette, solo che se le temperature sono basse, l'energia viene emessa in forma di onde lunghe (onde radio, le più lunghe, poi microonde e infine infrarossi), non visibili all'occhio umano. Per temperature più alte viene emessa luce visibile, con onde via via più corte (e frequenze più alte) dal rosso verso il violetto. Temperature ancora più elevate corrispondono a emissioni negli ultravioletti, raggi X e infine raggi gamma, con le onde più corte e le frequenze più alte. L'energia associata alle onde cresce contemporaneamente alla frequenza. Ne consegue anche che, ad esempio nel campo del visibile, a parità di energia impiegata una lampada gialla emette più luce di una azzurra, poichè quest'ultima necessita di maggiore energia per essere emessa.

Detto questo, a noi di tutta questa storia in fin dei conti non importa molto. Direi invece che un po' di prove empiriche possono essere molto più utili di tanti calcoli. Anche perchè, almeno nel campo dei Coleotteri, non credo che vi siano molti studi in proposito e molte cose sono ancora da scoprire. Probabilmente si sa molto di più per quel che riguarda i Lepidotteri.

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 07/05/2012, 0:09 
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Nome: Claudio Deiaco
conan ha scritto:
ma c'è corrispondenza tra il diagramma delle frequenze e quello delle temperature


Mi accorgo solo ora che sono stato preceduto da Maurizio, che ha spiegato molto bene la relazione tra frequenza e colore di luce e relativa indipendenza tra frequenza e temperatura di colore.



A proposito di colore:
Come si può vedere dal precedente grafico, la luce visiva all’occhio umano è composta da una somma di luce a differenti frequenze.
Quando la luce è composta dalla stessa percentuale di luce rossa, gialla, e blu, la percepiamo bianca. Se un colore principale è presente in percentuale maggiore, (in realtà una o due sono presenti in percentuale minore) risultano viraggi verso il colore primario presente in percentuale maggiore.

RYB.jpg



Il discorso tuttavia diventa complesso quando parliamo di fonti luminose prodotte con differenti tecnologie.
Lampade a incandescenza, lampade a reazione, LED ecc.ecc. ognuna di queste fonti ha dei principi di funzionamento diversi e di conseguenza producono risultati differenti.
Per la costruzione dei LED per esempio si sfruttano diversi materiali come base dei semiconduttori, e ognuno di essi produce luce di diversa lunghezza d’onda, quindi colore diverso, visibile o non all’occhio umano:
Fosfuro di Gallio 550 nm
Arseniuro di Alluminio 590 nm
Arseniuro di Gallio 870 nm
Fosfuro di Indio 930 nm
Arseniuro di Alluminio-Gallio 770-870 nm
Fosfuro-Arseniuro di Indio-Gallio 1100-1670 nm

Le lampade a filamento di tungsteno, le cosiddette lampade a incandescenza producono uno spettro luminoso molto rossastro, quindi di luce calda. Poco influisce la potenza della lampada anche se l’occhio umano percepisce più gialla la luce di una lampadina da 40W che di una di 100W.

Le lampade cosiddette alogene non sono altro che lampade a incandescenza con filamento di tungsteno e il bulbo ripieno di gas inerte, tipo Argon, con aggiunto un elemento allogeno, di solito Iodio. Questo permette al filamento di aumentare la temperatura da ca. 2700K della classica lampada a incandescenza a 3000K. Per questo motivo la luce emessa risulta più bianca, anche se sempre ancora tendente al giallo.

Le lampade a scarica di gas, quali tubi "Neon", bulbi a ioduri metallici, vapori di mercurio, alogenuri metallici o vapori di sodio sono lampade cosiddette a reazione.
Il principio di funzionamento è l’emissione luminosa per luminescenza. Le lampade sono costruite da un tubo di scarica, di diverse conformazioni e lunghezze, di solito di vetro o di quarzo al cui interno è presente un gas rarefatto. Gli elettroni liberi e ioni positivi sempre presenti in gas rarefatti migrano, i primi verso l’anodo e i secondi verso il catodo quando vi è presente tensione elettrica. L’urto tra le particelle in movimento contro gli atomi del gas ha come reazione l’eccitazione dell’atomo del gas che si manifesta con l’emissione di energia luminosa.
Se i gas presenti nel tubo di scarica sono vapori metallici di mercurio o sodio, una parte della radiazione è emessa in particolari lunghezze d’onda comprese nel campo λ (Lamda) visibile.
Secondo la pressione e la tipologia del gas all’interno del tubo cambiano le caratteristiche della luce emessa, oltre ad avere diverse esigenze e principi di alimentazione elettrica tra diverse tipologie di lampade a reazione. Senza divagare in tecnologie di alimentazione, peraltro abbastanza complesse e non rilevanti ai fini del quesito, possiamo dire che nel campo delle lampade a reazione in commercio si possono trovare lampade che coprono un ampio spettro luminoso, secondo alla loro tecnologia e il gas utilizzato.

Lampade a vapori di sodio a bassa pressione lavorano su una lunghezza d’onda molto circoscritta di 570-590 nm. Colore luce giallo-arancio di bassa intensità. (Illuminazione urbana)

Lampade a vapori di sodio ad alta pressione invece copre uno spettro dai 400 ai 820 nm, con prevalenza dai 550 ai 700nm, con colore più biancastro

Lampade a vapori di mercurio a bassa pressione, 400-700 con prevalenza 580nm

Lampade a vapori di mercurio ad alta pressione, quattro frequenze principali circoscritte; 400, 430, 540, 560 quindi dominanti violetto, azzurro e giallo, mancano le onde del rosso. ( ca. 4200-4400K)

Lampade cosiddette a luce miscelata derivano dal connubio tra una sorgente luminosa a vapori di mercurio ad alta pressione e una normale sorgente ad incandescenza. Il filamento al tungsteno è inserito all’interno di un tubo di scarica al quarzo, il quale a sua volta si trova all’interno di un bulbo di vetro la cui parete interna è rivestita da polveri fluorescenti. Queste lampade coprono uno spettro costituito da diverse frequenze abbastanza circoscritte: 350, 400,420,545,580,670,700, con prevalenza delle frequenze 545-670.
La luce emessa e praticamente “miscelata” da 3300K della sorgente a incandescenza e 5000K della sorgente a reazione.

NOTA: a mio avviso la migliore per la cattura generica di insetti. Ottimo rapporto tra praticità ingombro, robustezza, costo e efficienza catturante!

Lampade a vapori di alogenuri metallici ( alogenuri di sodio, tallio e iodio,- olmio, disprosio)
Resa cromatica con spettro più o meno uniforme tra 250 e 800nm con leggeri picchi delle frequenze attorno 550 e 580nm La temperatura del colore varia molto tra diversi costruttori e potenza della lampada e variano da 3000 a 4500K

Le materie fluorescenti di comune impiego nella costruzione di tubi a fluorescenza, comunemente chiamati Neon, ma tecnicamente non corretto:













FosforoLunghezza d’onda prevalenteColore luceTipo di lampada
Silicato di bario-stronzio-magnesio
370 nm
blu elettricoluce nera (Wood)
Tungsteno di calcio
440 nm
bluvarie tonalità bianche
Pirofosfato di stronzio
470 nm
bluvarie tonalità bianche
Tungstato di magnesio
480 nm
bianco-azzurromiscele luce diurna
Fosfato alogeno di calcio
480 nm
bianco-azzurromiscele luce diurna
Fosfato di bario-titanio
490 nm
azzurro verdevarie tonalità bianche
Silicato di zinco
520 nm
verdeverde
Fosfato alogeno di calcio
590 nm
bianco giallodiurna ,tono caldo
Silcato di calcio
610 nm
rosabianchissima tono caldo
Borato di cadmio
615 nm
rosarosa
Fosfato di stronzio-magnesio
620 nm
rosabianchissima tono caldo
Fosfato di calcio-stronzio
640 nm
biancobianchissima
Fluogermanato di magnesio
660 nm
rossobianco caldo




Alcune riflessioni sui colori riportate di seguito non centrano nulla con le lampade per la cattura degli insetti ma è comunque interessante e in tema con il discorso luce e colori

In quanto al principio dei colori, mi ricordo le lezioni di educazione artistica nelle medie, dove si diceva che i colori cosiddetti “primari” sono il Rosso, Giallo e Blu e per miscelazione dei colori primari si ottiene i cosiddetti colori secondari:
Rosso+Blu = Viola (Magenta)
Blu+Giallo = Verde
Rosso+Giallo = Arancione
Una regola che vale per gli artisti e la loro tavolozza di colori fisici, a olio, acrilici ecc, ma non per la computer grafica dove i colori sono composti da singoli punti di colori “digitali”. In effetti i colori primari per la riproduzione dei colori sullo schermo sono il Rosso, Verde e Blu. Per il resto cambia poco, perché miscelando i colori primari per computer grafica si ottengono esattamente le tinte per le stampanti a colore.

RGB.jpg



Rosso+Blu = Magenta (viola)
Blu+Verde = Cyan (azzurro)
Verde+Rosso = Yellow (giallo)

Nell immagine dei colori RGB-CMY si nota che i colori CMY si trovano nella posizione opposta dei primari. Per questo si chiamano colori “Complementari”. Miscelando tutti i colori primari alla massima percentuale si ottiene il bianco, miscelando i colori complementari alla massima percentuale durante la stampa su carta si ottiene il nero.
Nero tuttavia non perfetto. Per questo motivo le stampanti a colori dispongono anche del colore nero contrassegnato con la lettera K. Quindi CMYK.

CMYB.jpg



Ci sono due principali metodi di visualizzazione dei colori e sono chiamati metodo Additivo per la visualizzazione sullo schermo, ed il metodo sottrattivo sulla carta stampata.
METODO ADDITIVO.
I colori primari additivi sono Rosso, Verde e Blu perché qualsiasi colore della luce può essere rappresentato aggiungendo insieme le 3 componenti di colore in percentuale diversa. Quando sono combinati con le stesse percentuali al massimo della loro potenza formano la luce bianca. A potenze minori si creano tutte le sfumature di grigio.
METODO SOTTRATTIVO.
Le immagini stampate spesso mostrano colori differenti da quelli visualizzati su monitor. Il monitor parte da uno sfondo nero (assenza di colore) e emette luci colorate. Una stampante parte da un foglio di carta bianco (presenza di tutti i colori) e aggiunge su di essa una serie di inchiostri colorati con le tonalità dei colori complementari di quelli primari: Magenta, Cyan e Yellow.
L'inchiostro Cyan assorbe la luce di colore Red (e riflette Green e Blue).
L'inchiostro Magenta assorbe Green (e riflette Red e Blue).
L'inchiostro Yellow assorbe Blue (e riflette Green e Red).
Per questo principio sono colori primari sottrattivi, e rappresentano su carta bianca i colori complementari dei colori primari additivi.
Con le cartucce CMYK non si riescono a riprodurre perfettamente tutti i colori che si visualizzano sul monitor perché l'insieme della gamma di colori che possono essere generati è minore rispetto all'insieme dei colori ottenibili con il sistema RGB. Per questo motivo stampanti per fotografie dispongono di ulteriori tonalità di inchiostro.
:hi:

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Claudio Deiaco
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MessaggioInviato: 07/05/2012, 23:41 
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Nome: Maurizio Gigli
Esagerato! Hai scritto un trattato su luce e colori!
Io invece oggi sono rimasto costantemente sul nero inc......! Da quando stamattina, malgrado la pioggia, sono uscito con l'intenzione di andare a mettere qualche trappola in campagna, e salito in macchina in garage mi sono trovato con un vetro sfondato e l'autoradio/gps asportata! :devil:
Uscita entomologica saltata e tutta la giornata buttata nel tentativo di trovare un finestrino dell'Honda CRV. Tentativo non riuscito, ma forse domani ne rimedio uno.
Quel che mi fa più rabbia, oltre al fatto che è la seconda che mi fanno fuori in garage, e al dover restare con la macchina ferma finchè non sostituisco il vetro, è che dentro c'era la scheda SD con le mappe di navigazione, con segnati tutti i posti in cui sono andato a cercare insetti negli ultimi anni! E non ho neanche un back-up recente! :x

Nella tua esposizione mi sembra tutto molto chiaro eccetto una cosa che non ho ben capito, in questa tabella:












FosforoLunghezza d’onda prevalenteColore luceTipo di lampada
Silicato di bario-stronzio-magnesio
370 nm
blu elettricoluce nera (Wood)
Tungsteno di calcio
440 nm
bluvarie tonalità bianche
Pirofosfato di stronzio
470 nm
bluvarie tonalità bianche
Tungstato di magnesio
480 nm
bianco-azzurromiscele luce diurna
Fosfato alogeno di calcio
480 nm
bianco-azzurromiscele luce diurna
Fosfato di bario-titanio
490 nm
azzurro verdevarie tonalità bianche
Silicato di zinco
520 nm
verdeverde
Fosfato alogeno di calcio
590 nm
bianco giallodiurna ,tono caldo
Silcato di calcio
610 nm
rosabianchissima tono caldo
Borato di cadmio
615 nm
rosarosa
Fosfato di stronzio-magnesio
620 nm
rosabianchissima tono caldo
Fosfato di calcio-stronzio
640 nm
biancobianchissima
Fluogermanato di magnesio
660 nm
rossobianco caldo

Perchè il fosfato doppio di calcio e stronzio, con una lunghezza d'onda di 640 nm emette luce bianca, quando le altre sostanze, con lunghezze simili, emettono luce da rosa a rosso?

Le altre discrepanze, tipo: colore luce: blu - tipo di lampada: varie tonalità bianche, oppure: colore luce: rosa - tipo di lampada: bianchissima tono caldo, si spiegano con l'intensità luminosa, con la diversa sensibilità alle diverse frequenze dell'occhio umano, o con una alterazione della luce prodotta da particolarità costruttive della lampada?

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Maurizio Gigli
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