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Tecniche di allevamento Cerambycidae: tecnica generale

 


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MessaggioInviato: 08/02/2011, 23:53 
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Nome: Marcello Benelli
L'argomento è piuttosto ricorrente, ma val la pena di insistere: non si raccoglie legna per cerambicidi a naso, osservando i legnetti esteriormente e prelevando quelli che a intuito o a sentimento sembrano migliori!
Si procede in modo SCIENTIFICO, ecco uno specchietto infallibile:
1) ci portiamo, per esempio, ai piedi di un albero, non importa quale, (ginepro, pino, abete, larice, noce, quercia, acacia, tiglio...), per prima cosa osserviamo a terra. Se ci sono rametti, rami, grossi rami spezzati, tronchetti procediamo cosi': identifichiamo la legna morta e scartiamo i rami spezzati molto di recente che magari hanno ancora le foglie e sono vivi, sarebbe una perdita di tempo salvo eccezioni (vedi oltre), a questo punto dobbiamo con un coltello da boscaiolo asportare parti di corteccia, fate finta di sbucciare una mela, e cercare tracce di rosura fresca. Se ne trovate portate a casa il legnetto, ma se ci sono dei fori di uscita allora è meglio cercare la larva, con attenzione, senza sbudellarla, molto spesso la trovate sotto la corteccia a qualche cm di distanza, seguendo la sua galleria larvale, oppure se trovate un bel tappo è ancora meglio, sicuramente è andata sotto. Secondo step: proviamo a spezzare i rami piu' piccoli e a segare in varie parti quelli piu' grossi: se nella sezione del taglio appare una rosura fresca, portiamo a casa tutto...
A questo punto osserveremo l'albero in piedi davanti a noi: proviamo a staccare i rami, se sono morti si staccheranno facilmente, e ancora di piu' se sono minati internamente da gallerie larvali, dopodiche' procediamo come per la ramaglia a terra.
2) se ci sono cataste, scortecciamo la legna di vari pezzi. Ma attenzione, ancora una volta procediamo in modo SCIENTIFICO: non accontentiamoci di due o tre pezzi di legna, scortecciamo tutto!!!
Ragazzi, se dovessimo cercare un ago in un pagliaio trovandolo in 5 colpi dedurremmo che quel pagliaio è vuoto!
Capita che un solo ramo sia attaccato su quaranta che scortecciate, è piu' che normale!
3) se ci sono tronchi o alberi abbattutti a terra dobbiamo passarli a fil di coltello e di sega, ancora una volta ci puo' essere una larvetta che si annida in un solo ramo!
se Troviamo un infestazione massiccia nel tronco, olio di gomito e seghiamo una porzione da portare a casa, ma se è troppo grosso si fa cosi': asportate tutte le larvette, mettetele nelle provette. Tagliate una porzione di un ramo piu' sottile del tronco ma il piu' grosso possibile, e a casa fate dei fori con il trapano nelle sezioni del tronco. Li' inserite le larvette che nel 90% dei casi penetreranno in una notte nella nuova dimora!
Diverso discorso se cerchiamo parassiti primari, es. saperda populnea, semanotus russicus, trichoferus spartii. In alcuni casi è davvero una caccia molto dura perchè ci sono pochi segni esteriori di attacco, o sono comunque poco visibili...

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Marci
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s'i fosse dio, mandereil' en profondo" ( Cecco Angiolieri).


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MessaggioInviato: 08/02/2011, 23:55 
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Nome: Marcello Benelli
Altri corollari: se in un ramo trovate i segni di un infestazione massiccia è inutile stare a cercare la larva, ce ne saranno decine e quindi tanto vale portarsi via tutto tout court. Se invece si ritiene ci sia solo un attacco, per esempio perchè ci imbattiamo in una galleria isolata, allora è meglio accertarsi che ci sia l'insetto e non sia roba vecchia (es. foro di uscita gia' presente). C'è da dire che con l'esperienza noterete che la rosura si invecchia insieme al legno, e si riconosce con facilità quella fresca, che sottende ad una larva al lavoro, da quella risalente a passate generazoni ormai sfarfallate.

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MessaggioInviato: 09/02/2011, 0:02 
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Nome: Marcello Benelli
Allora la ricerca nelle piante erbacee è piu' complicata, e spesso non c'è un criterio generale. Ogni specie fa storia a sè.
Esempio: nell Appennino tosco romagnolo troviamo la phytoecia icterica sulla pastinaca sativa, in ottobre, quando la larva è ormai pronta a impuparsi. Si procede cosi': identificato un bel prato pieno di piante, isoliamo una pianta secca, e cerchiamo di tirare lo stelo verso l'alto. Se fa resistenza vuol dire che non c'è nulla, se cede è probabile che ci sia la larva, che ormai ha eroso lo stelo che presto si stacchera', rendendola introvabile perchè la linea di rottura è a livello del terreno o addirittura sotto. Allora dicevo: supponiamo che il nostro stelo ceda, a sto punto smettiamo di tirare, e con un vanghetto asportiamo tutto radice compresa vangando via tutta la terra intorno. Se lavoriamo bene troveremo il fittone con la larva matura al suo interno e getteremo via la parte apicale del fusto.
E' piu facile trovare invece la agapanthia sicula malmerendii, basta vagare in un prato dove ci sia per esempio la ferula ssp., e troveremo facilmente mozziconi di fusti recisi e tappati da un mucchietto di rosura grossolana e compressa. Basta portarsi via il rametto e il gioco è fatto, è chiaro che se anche l'agapanthia recidesse a livello del terreno dovremmo operare come per la phytoecia icterica.
Ancora, sistema analogo lo usiamo per musaria cephalotes e per musaria tirellii. e via dicendo...
Anche le parmena spesso attaccano le piante erbacee. All'Elba io e Forbix abbiamo trovato le larvette dentro i fusti di finocchio selvatico, li' bastava sradicare tutti i fusti secchi a portata di mano e inciderli con un coltello, alla ricerca di rosura...

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MessaggioInviato: 09/02/2011, 0:05 
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Nome: Marcello Benelli
Ora alcune foto per esemplificare: ecco un taglio su un ramo di quercia (circa 5 cm di diametro) da cui si evince una bella galleria. Notate com'è bianca? E' segno che è fresca e c'è sicuramente la larva. Se fosse stata rossastra probabilmente sarebbe stata fatica sprecata...


tn_quercus M. Busca  5.JPG


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MessaggioInviato: 09/02/2011, 0:08 
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Nome: Marcello Benelli
Ecco ora un attacco in massa. Il taglio è stato fatto su un pollone di carpino (ostrya carpinifolia), in appennino ce n'è a bizzeffe ed è piu' facile imbattersi in roba simile che fare cilecca, ve lo assicuro.
Qui non cerchiamo la larva, sarebbe inutile, ce ne saranno di sicuro!


tn_ostrya M. Colombo 5.JPG


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Qui non c'è bisogno di commentare molto: la rosura fuoriesce da ogni dove. Si tratta di lentisco.


Elba 7.JPG


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Mi fermo qui per ora, spero queste informazioni siano di aiuto a chi vuol allevare xilofagi con un certo criterio!
Buona caccia, e non sbudellate troppe larve :no: come fa il mio amico Raffaele (Semanotus)... :mrgreen:

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Grazie mille Marcello, ma cosa vuoi trovare in un pollone di Ostrya carpinifolia prelevato nell'Appennino? :mrgreen: :mrgreen: :gh: :gh:

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Riccardo Poloni
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Località: Casinalbo (MO)
Nome: Riccardo Poloni
Se non ti dispice sposto i tuoi interventi in "tecniche e metodologie" dove avevi messo altri contributi di questo tipo, così non devi scrivere tutte le volte che ti chiedono una cosa simile la solfa per intero, ma c'è già l'argomento pronto. E in questo modo chi vuole imparare qualcosa ha gli interventi più visibili ;) .

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Riccardo Poloni
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ok....ma ricorda che mi vengono in mente almeno 5 specie che possono uscire dall'ostrya appenninica... :D

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Entomarci ha scritto:
ok....ma ricorda che mi vengono in mente almeno 5 specie che possono uscire dall'ostrya appenninica... :D


Solo 5 ?
a me vengono in mente, in ordine sparso (tralascio autore e anno)
1 - Isotomus barbarae - 2 - Xylotrechus arvicola - 3 - Clytus arietis - 4 - Ropalopus femoratus - 5 - Callimus angulatus - 6 - Callimus abdominalis - 7 - Exocentrus adspersus - 8 - Saphanus piceus - 9 - Purpuricenus kaehleri - 10 - Trichoferus holosericeus - 11 - Cerambyx scopolii - 12 - Leioderes kollari -
13 - Chlorophorus sartor - 14 - Anaglyptus mysticus ----- ecc. ecc.

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Gianfranco Sama

"Benedetto colui che ti aiuta a correggere i tuoi errori invece di scagliarteli contro"
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Anche il leioderes? Credevo attaccasse l'acero!

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Nome: Gianfranco Sama
Non solo.
A proposito di Leioderes, potremmo cercarlo in Sicilia, sulle Madonie (in aprile) :mrgreen:

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Località: Casinalbo (MO)
Nome: Riccardo Poloni
Era per dire :mrgreen: :mrgreen: . Adesso sposteggio :gh: :gh:

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Nome: Maurizio Gigli
Isotomus ha scritto:
Entomarci ha scritto:
ok....ma ricorda che mi vengono in mente almeno 5 specie che possono uscire dall'ostrya appenninica... :D


Solo 5 ?
a me vengono in mente, in ordine sparso (tralascio autore e anno)
1 - Isotomus barbarae - 2 - Xylotrechus arvicola - 3 - Clytus arietis - 4 - Ropalopus femoratus - 5 - Callimus angulatus - 6 - Callimus abdominalis - 7 - Exocentrus adspersus - 8 - Saphanus piceus - 9 - Purpuricenus kaehleri - 10 - Trichoferus holosericeus - 11 - Cerambyx scopolii - 12 - Leioderes kollari -
13 - Chlorophorus sartor - 14 - Anaglyptus mysticus ----- ecc. ecc.

Se non vi dispiace, aggiungeteci pure la Dicerca berolinensis, che anche se non è un Cerambycidae, non credo vi faccia schifo.

_________________
Maurizio Gigli
http://utenti.romascuola.net/bups
http://bup.xoom.it/


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