Forum Entomologi Italiani

Salve a tutti !
So che l'argomento è già stato ampiamente trattanto e mi sono letto tutti i post, ma mi sono rimasti alcuni dubbi e vorrei i vostri pareri.

Ho letto che le trappole attrattive a base di vino/frutta devono essere appese abbastanza in alto, soprattutto per evitare che vengano danneggiate o distrutte da bipedi del genere Homus stupidus e che alcuni di voi le applicano anche ad altezze rilevanti.
Vorrei sapere se l'altezza influisce sulle catture dato che ho la possibilità di posizzionarle in una zona relativamente sicura, in un boschetto che confina con il mio giardino, e che si prospetta molto interessante. Chiaramente piazzarle ad altezza "umana" sarebbe molto più comodo e pratico.
Si tratta di un bosco a "sviluppo verticale" dato che si trova su di una parete verticale di marnoso/arenacea con un dislivello di quasi 40 m. Sul fondo corre un rio e l'ambiente è fresco ed umido con presenza di alcuni grandi pioppi, noci ed aceri. Le chiome degli alberi più alti sono all'altezza delle radici delle quercie che crescono sulla cima della parete e che sono esposte a est-sud/est e quindi con clima molto più caldo e secco.
Oltre alle quercie ci sono anche molte acacie, aceri, prunus (compresi ciliegi selvatici), carpini e biancospini. Molte piante sono coperte di edera e la neve degli ultimi due anni ne ha stese parecchie, altre sono secche in piedi.
In pratica mettendo le trappole sulla sommità del bosco nei rami bassi delle grosse quercie queste si troverebbero all'altezza della sommità della chioma dei grossi pioppi che crescono lungo il rio e quindi dovrebbero coprire una discreta porzione di bosco.

Pensavo di piazzare anche alcuni contenitori gialli, sempre appesi ai rami, dato che la zona è molto frequentata da vari animali, i miei gatti, tassi, istrici, faine e caprioli (tutti visti personalmente) e sicuramente dei contenitori a terra verrebbero danneggiati.

Penso anche che altro un elemento fondamentale per il buon funzionamento delle trappole sia il vento, non solo la presenza o meno del vento stesso, ma anche la sua direzione; se piazziamo una trappola in una buona posizione ma il vento soffia dalla parte sbagliata potrebbe vanificare i nostri sforzi e quindi cercherò di valutare bene anche questo elemento.

So che siamo molto lontani dai giorni buoni per le trappole, ma tanto per fare due chiacchere...................

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Carlo Arrigo

"Solo un entomologo può capire il piacere da me provato nel cacciare per ore in qua e in là, sotto il sole cocente, tra i rami e i ramoscelli e la corteccia degli alberi caduti"
Alfred Russel Wallace

Il motivo principale per mettere le trappole in alto non è tanto il fatto che diventa più difficile che vengano asportate o danneggiate da qualcuno, ma che alcune specie restano sulla chioma degli alberi e non scendono praticamente mai da lì, e proprio per questo motivo sono le più difficili da catturare. Nel tuo caso, vista la pendenza del terreno, metterle sulle chime delle piante che crescono più in basso o sui rami bassi esposti al sole delle piante che crescono alla sommità della scarpata, non dovrebbe fare molta differenza. Un altro motivo per metterle in alto è che di solito c'è più vento e l'odore si diffonde più lontano. Fai ovviamente attenzione alla direzione predominante del vento. Se ci sono in prevalenza correnti ascensionali e le metti alla sommità della scarpata, ed oltre questa c'è un ambiente non adatto (in genere questi boschetti sulle scarpate dei fossi sono ambienti relitti isolati in mezzo a zone coltivate), prendi prevalentemente ciò che gira sulle piante alla sommità della scarpata. Al tuo posto ne metterei qualcuna in alto, ambiente adatto per Cetoniidae e altri Coleotteri, e qualcuna sulle piante alla base della scarpata, dove sicuramente ci sarà un ambiente molto più umido (questa estate in condizioni simii ci ho preso un Ropalopus hungarigus, bestia che non avevo mai visto prima nel Lazio).

Se devi appendere trappole gialle sui rami, forse invece dei contenitori con l'acqua sarebbe meglio ricorrere ai pannelli adesivi gialli (sul Forum mi pare di aver messo anche un link, e sicuramente una foto di questi pannelli, di solito in vendita dove hanno materiale per l'agricoltura, perchè vengono usati contro insetti dannosi a varie specie di piante da frutto, olivi, ecc.).



P.S. - Homo, non Homus!

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Maurizio Gigli
http://utenti.romascuola.net/bups
http://bup.xoom.it/

Grazie Maurizio, sei sempre molto puntuale e preciso.

In realtà oltre questo boschetto, sulla sommità della collina, ci sono dei prati incolti circondati da altre macchie di arbusti, una meravigliosa quercia secolare (il diametro del tronco ad 1 metro di altezza è circa di 150 cm!!) circondata da robinie e quercie piu piccole, oltre ad alcune piante da frutto semi abbandonate.
Abito qui da circa tre anni, ma ho scoperto questo paradiso solo in questi giorni cercando uno dei miei gatti che putroppo è stato avvelenato con un boccone a base di veleno per topi
La mia idea è quella di distribuire le trappole sia alla base della scarpata (in pratica nel mio giardino) sia sulla sommità ed in prossimità della quercia più grande. In realtà la collina prosegue in un'alternanza di prati, campi e boschetti fino a quota 750 m (la mia casa è sui 220 m slm).
Le correnti dominanti, purtroppo, soffiano verso il paese, ma in assenza di vento la circolazione è di tipo ascensionale e più propizia.

Conosco le trappole che si usano in agricoltura ma non mi ispirano molto, puntavo più su dei secchielli gialli.
E se mettessi il vino dentro ai secchi gialli?

Comunque c'è tempo

Homus in realtà avevo scritto un'altra cosa, poi nel cambiare mi sono perso .......................... ma vista l'ora

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Carlo Arrigo

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Alfred Russel Wallace

Puoi anche mettere il vino nei secchielli gialli, ma se sono gialli all'esterno è inutile, se lo sono all'interno, l'insetto deve volarci per caso proprio sopra, per vederlo. Per questo ti dicevo che da appendere sugli alberi sono preferibili i pannelli appiccicosi gialli. Sono più visibili.


C'è pure il genere Omus (cicindele americane notturne)

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Maurizio Gigli
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Ma non si rovinano appiccicandosi al pannello

Non arrivo fino ad omus, al massimo Humus

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Carlo Arrigo

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Alfred Russel Wallace

Per evitare problemi, dovresti ritirare i pannelli gialli portandoti appresso una cassetta dove poter appoggiare i pannelli in modo che tocchino solo sui bordi (ci si può costruire una scatola di legno, plastica o cartone con delle guide interne su cui poggiano i pannelli, in modo che non si appiccichino tra loro o al fondo della scatola). Una volta a casa, per staccare gli insetti che val la pena di raccogliere basta bagnarli con qualche goccia di etere o acetone o altro solvente organico che sciolga la colla. Oppure, se non hai fretta, puoi staccarli con lo stesso metodo direttamente sul posto. Una volta staccati, lascia gli insetti in immersione per un po' in un flaconcino con acetone, e quando li togli sono puliti dalla colla e sgrassati. Se per caso sono ancora troppo secchi e rigidi, li puoi ammorbidire in camera umida, oppure con immersione in acetone/aceto o alcool/ammoniaca o in vari altri modi. Il vero problema delle trappole adesive è che ci possono andare anche vertebrati, soprattutto lucertole, ma oltre una certa altezza difficilmente ci vanno (sperando di non trovarci appiccicato qualche uccello, ma non so se sia mai capitato)

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Maurizio Gigli
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Ancora grazie Maurizio!

Peccato non poter provare subito

Aprofitto della tua pazienza ancora una volta.....sapresti indicarmi un buon testo per determinare i Buprestidi italiani? So del DVD e, prima o poi lo prenderò, ma sono un nostalgico della carta e apprezzo un bel libro sugli insetti almeno quanto un bel insetto.

Sto anche cercando un testo per determinare gli Scarabeidi coprofagi, anche qui so che esiste un valido DVD ma.......come sopra

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Carlo Arrigo

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Alfred Russel Wallace

Specificamente per i Buprestidi italiani non c'è niente tra il Porta e il DVD. C'è la Fauna dei Buprestidi Italiani di Curletti, ma è solo un elenco di specie con distribuzione geografica, piante ospiti ed alcune notizie biologiche. Non c'è chiave dicotomica e non ci sono descrizioni o immagini (a parte la foto di copertina). Quindi è ottimo per certi aspetti, ma inutile per l'identificazione. Potresti prendere il volume sui Buprestidi della Fauna di Francia, o Les Buprestides de France di L. Schaefer, ed anche il recente volume di Verdugo sui Buprestidi spagnoli, in cui ci sono chiavi e descrizioni (nell'ultimo anche le foto), però non comprendono tutte le specie italiane.

Per gli Scarabeidi stercorari ti consiglio, a parte il DVD, che secondo me è la scelta migliore, il Baraud: Coléoptères scarabaeoidea: Faune de l'Europe occidentale, Belgique, France, Grande-Bretagne, Italie, Péninsule Ibérique

Per gli Aphodiidae c'è il volume della Fauna d'Italia

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Maurizio Gigli
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Ancora, sempre per quanto riguarda gli Scarabeidi coprofagi, e gli Scarabaeoidea in generale, l'ultimo lavoro pubblicato in cui ci sono chiavi per determinare tutte le specie italiane è quello di
Pesarini, C., 2004. Insetti della Fauna Italiana. Coleotteri Lamellicorni. Natura, Milano, 93 (2): 132 pp.

A me personalmente è capitato una volta! lavorando in liguria al monitoraggio dello Scaphoideus titanus sui pannelli gialli ci ho trovato una povera capinera che non era riuscita a liberarsi dalla colla!

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Stefano Cosimi

Grazie
Proverò a cercarli (assieme ai DVD)

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Carlo Arrigo

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