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Bracco
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Inviato: 14/01/2013, 12:09 |
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Iscritto il: 16/03/2011, 16:52 Messaggi: 82 Località: Scarlino (GR) e Firenze
Nome: Matteo Bracalini
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In questo post volevo illustrare i materiali ed i metodi con cui il mio gruppo di ricerca effettua il monitoraggio di scolitidi forestali dannosi (Curculionidae, Scolitinae) ma che porta anche alla cattura di insetti non-target come dimostrato da recenti mie richieste di determinazione sul forum. Si tratta di trappole ad imbuti del tipo LINDGREN (modello a 8 imbuti) acquistate alla Pherotech Canada. Vengono utilizzata in foresta per il monitoraggio degli scolitidi dannosi. Noi (Entomologi dell'Universitò di Firenze) le utiliziamo proprio per monitorare il volo di scolitidi come Tomicus destruens e Ips Sexdentatus. Di solito vengono allestite in gran numero su vaste superifici, ad altezza d'uomo per praticità. Allestirle ad altezza chiome è più complicato ma lo consiglio nel caso le trappole siano poche, visti i migliori risultati per quanto riguarda alcuni scolitidi. Le trappole vengono innescate con sostanze volatili di varia natura e rilasciate da dispenser posti all'interno del sistema di imbuti (generalmente negli imbuti centrali). Gli insetti in volo si dirigono verso la fonte attrattiva e sbattono sugli imbuti per poi cadere in un collettore terminale, che viene svitato ad ogni controllo. Le catture che sto postando sul forum sono il risultato dell'attrazione del feromone di sintesi di Ips Sexdentatus usato per innescare le trappole e che, per forza di cose, attraggono anche alcuni predatori che pensano di essere sulle tracce di scolitidi veri e propri... Nella foto un collega durante il controllo settimanale. Alcune specie vengono catturate anche senza l'ausilio di feromoni, ma in minor quantità. Ad esempio solo con etanolo e terpeni (alpha pinene). Dispenser di vetro con tappi di plastica forati ed all'interno cotone imbevuto degli attrattivi. Altri insetti si imbattono solo per caso con la colonna di imbuti, altri possono venir attratti da insetti già presenti all'interno della trappola. La stessa forma della trappola ed il coloro degli imbuti può esercitare un potere attrattivo nei confronti di alcuni coleotteri saproxilici. Non mi dilungo oltre, ma farò delle integrazioni qualora ci fossero altre domande.

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Daniele Maccapani
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Inviato: 14/01/2013, 13:10 |
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Iscritto il: 09/06/2012, 20:57 Messaggi: 4282 Località: Mesola (FE)
Nome: Daniele Maccapani
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Grazie mille, davvero interessante Dovrò inventarmi qualche sistema per costruire trappole simili con poca spesa, voglio proprio provare 
_________________ "Lasciate questo mondo un po' migliore di come lo avete trovato" (Sir Robert Baden Powell) Daniele
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Marketto
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Inviato: 14/01/2013, 13:27 |
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Iscritto il: 19/04/2012, 17:14 Messaggi: 100
Nome: Marco Sparesato
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Si tratta della stessa tecnica di cui si parla in quest'altra discussione
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Julodis
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Inviato: 14/01/2013, 16:08 |
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20 Messaggi: 31564 Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
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Certamente è la stessa tecnica, ma avevo chiesto io a Matteo se poteva illustrarcela, in quanto ritenevo utile sentire il parere di chi la sta utilizzando, da quanto ho capito, su discreta scala.
Per ora sposto questa discussione nella sezione "sistemi di raccolta", poi vedremo se fonderla con l'altra o lasciarle separate.
Una domanda per Matteo: Usando queste trappole coi terpeni (immagino in zone con conifere), avete trovato Buprestidae o Cerambycidae, e nel caso, cosa?
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Anillus
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Inviato: 14/01/2013, 16:52 |
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Iscritto il: 18/02/2009, 0:24 Messaggi: 3906 Località: Asciano (Siena)
Nome: Andrea Petrioli
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Si Matteo, avrei un paio di domande anche io Oltre ai coleotteri, vi sono altri ordini significativamente (da un punto di vista numerico) attratti? In tal caso quali. Gli insetti attratti, che vanno a finire nel collettore terminale, sono "preparabili" oppure risultano induriti? Grazie mille per le risposte.
_________________ ______ Andrea
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Julodis
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Inviato: 14/01/2013, 17:54 |
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20 Messaggi: 31564 Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
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Anillus ha scritto: Gli insetti attratti, che vanno a finire nel collettore terminale, sono "preparabili" oppure risultano induriti? A questo penso di poterti rispondere anche io: dipende da ciò che si mette nel barattolo! Non so cosa ci metta Matteo, ma io riempirei il barattolo di acqua e sale (e la solita goccia di sapone). In questo modo, ho tenuto all'aperto per mesi bottiglie rivoltate e senza fondo piene di detrito, con sotto, attaccata alla imboccatura, una delle solite provette Falcon. E ciò che ci cadeva rimaneva intatto e preparabile finchè c'era acqua. Credo sia la soluzione migliore, sia perchè l'evaporazione è abbastanza lenta (specialmente con tanto sale), sia perchè non vengono emesse sostanze volatili (vapore acqueo escluso) che possano interferire con la capacità attrattiva della trappola. Faccio notare che in questo modo prendo anche Pselaphinae e altri Staphylinidae di 1-2 mm, e non si rovinano. Bisogna solo avere l'accortezza, prima di prepararli, di metterli per qualche minuto a bagno in acqua, per eliminare il sale, che altrimenti tende a cristallizzare sull'insetto mentre asciuga.
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Fumea crassiorella
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Inviato: 14/01/2013, 19:33 |
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Iscritto il: 02/09/2009, 20:57 Messaggi: 8703 Località: Cagliari
Nome: Roberto Rattu
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Bracco ha scritto: Le trappole vengono innescate con sostanze volatili di varia natura e rilasciate da dispenser posti all'interno del sistema di imbuti (generalmente negli imbuti centrali) Ciao Matteo, ho una domanda: la capacità attrattiva di queste sostanze che durata ha? Ogni quanto cambiate i dispenser? 
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Bracco
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Inviato: 15/01/2013, 13:38 |
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Iscritto il: 16/03/2011, 16:52 Messaggi: 82 Località: Scarlino (GR) e Firenze
Nome: Matteo Bracalini
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Fumea crassiorella ha scritto: la capacità attrattiva di queste sostanze che durata ha? Ogni quanto cambiate i dispenser?
Nel caso degli inneschi "fai da te" dipende dalla capacità di rilascio del dispenser (quanti buchi e quanto grandi). Nel nostro caso per etanolo e terpeni abbiamo provato varie dosi tutte più che sufficienti per la classica settimana di catture: la seguente dose copre abbondantemente una settimana e forse arriva a due: 4 ml di sostanze per dispenser con un solo buco di circa 2 mm di diametro nel tappo. Per i feromoni spesso si tratta di dispenser già pronti e si seguono le istruzioni della ditta produttrice (una/due settimane di efficacia, un mese ecc...). Anillus ha scritto: Oltre ai coleotteri, vi sono altri ordini significativamente (da un punto di vista numerico) attratti? In tal caso quali.
Rispetto ai coleotteri le catture di esemplari di altri ordini possono considerarsi sporadiche Anillus ha scritto: Gli insetti attratti, che vanno a finire nel collettore terminale, sono "preparabili" oppure risultano induriti? Ha già risposto Julodis, aggiungo che nel caso degli insetticidi una dose eccessiva può pregiudicare la preparazione di insetti rimasti nella trappola anche solo 2 o 3 giorni. E le dosi basse se da un lato stordiscono solamente gli insetti dall'altro rischiano di lasciarli fuggire. Julodis ha scritto: Usando queste trappole coi terpeni (immagino in zone con conifere), avete trovato Buprestidae o Cerambycidae, e nel caso, cosa? Le catture di cerambicidi e buprestidi sono più rare rispetto agli scolitini (soprattutto i buprestidi). Tuttavia, in pinete costiere sono state catturate alcune specie tra cui Deroplia troberti (proveniente da qualche leccio, immagino, e attirata dall'etanolo...), Pogonogherus perroudi, Arhopalus syriacus, Oxypleurus nodieri e Chalcophora detrita. Essendo lo scopo delle nostre catture "costiere" quello di monitorare una specie a volo autunnale come Tomicus destruens è chiaro che rimangono fuori i periodi migliori per queste ed altre specie.
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FORBIX
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Inviato: 15/01/2013, 13:53 |
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Iscritto il: 17/02/2009, 0:05 Messaggi: 8521 Località: Isola d'Elba - Arcipelago Toscano
Nome: Leonardo Forbicioni
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Bracco ha scritto: ....Tuttavia, in pinete costiere sono state catturate alcune specie tra cui Deroplia troberti (proveniente da qualche leccio, immagino, e attirata dall'etanolo...) Presumo che questa specie provenisse magari da qualche Lentisco. Almeno io la trovo quasi sempre su questa essenza.  Magari può essere attratta da sostanze resinose simili a quelle di cui ne è ricco appunto il Lentisco?? 
_________________ "Stay hungry, stay foolish". Steve Jobs, 2005 ___________________ jjuniper8(at)gmail.com Twitter: @weevil_forbixcell. 339/5275910 ___________________
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Julodis
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Inviato: 15/01/2013, 21:53 |
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20 Messaggi: 31564 Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
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Visto che ci siamo, qualche altra domanda.
Come attrattivo, usate anche il semplice etanolo? Oppure ho capito male?
Anni fa un conoscente canadese mi aveva detto che nei loro sconfinati boschi di conifere attiravano Buprestidi legati a queste piante con i terpeni, ma che in mancanza di questi anche l'etanolo funzionava (meno). Per cui anni fa ho fatto una prova appendendo dei barattoli di vetro con etanolo al 60% (semplicemente aggiungendo a 1 litro di alcool denaturato mezzo litro d'acqua) a dei pini lungo il litorale laziale. A parte un po' di ditteri non ci ho preso quasi niente, eccetto due Anthaxia sepulchralis, specie comune altrove, ma quasi introvabile sul litorale tirrenico (nel Lazio, credo sia la prima o seconda segnalazione).
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Bracco
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Inviato: 16/01/2013, 12:24 |
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Iscritto il: 16/03/2011, 16:52 Messaggi: 82 Località: Scarlino (GR) e Firenze
Nome: Matteo Bracalini
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Julodis ha scritto: Come attrattivo, usate anche il semplice etanolo? Oppure ho capito male? Abbiamo provato in passato ad allestire qualche trappola innescata esclusivamente con etanolo. L'area era caratterizzata da grosse piante di roverella, sughera e qualche cerro. Mai in coniferete. L'unico buprestide finito nelle trappole è stato un individuo di Latipalpis plana. A vista sui fiori sono state osservate, nel periodo delle catture, molte anthaxie e qualche acmaeoderella che non sono andate nelle trappole nemmeno per sbaglio. Invece qualche cerambicide (pochi individui) è stato catturato, nello specifico: Cerambyx welensii, Chlorophorus glabromaculatus, Niphona picticornis, Phymatodes testaceus, Pseudosphegesthes cinerea, Trichofereus holosericeus.
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Daniele Maccapani
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Inviato: 16/01/2013, 13:04 |
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Iscritto il: 09/06/2012, 20:57 Messaggi: 4282 Località: Mesola (FE)
Nome: Daniele Maccapani
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Vorrei provare anch'io queste "trappole ad alcol", magari nelle pinete che ho vicino a casa... Quindi provo a togliermi un paio di dubbi (saranno domande molto banali, ma non avendo mai provato...  ): -avrei un po' paura a lasciare dell'alcol incustodito in un bosco... non vorrei mai causare un incendio, considerando anche il possibile contributo di qualche passante (non mi vengono in mente motivi logici per cui uno dovrebbe dare fouco, anche involontariamente, a dell'alcol che trova in un bosco, ma sapete com'è... quando si parla di Homo "sapiens"  ); so che sotto una certa gradazione è praticamente impossibile dare fuoco all'alcol: qual'è la gradazione ottimale per mantenere alta attrattività e ancor più alta sicurezza? -in funzione della gradazione, quanto tempo può rimanere attiva la trappola, prima che evapori tutto l'alcol (lasciando praticamente solo l'acqua, che oltre a non essere più attrattiva non funziona nemmeno più come "conservante" per gli insetti catturati...)? -va bene anche l'alcol denaturato (rosa)? Visti i prezzi di quello puro... -se non dispongo di trappole come quella in esame, può funzionare anche una semplice bottiglia appesa (tipo le classiche trappole dolci), riempita di alcol? Specifico (nel caso possa essere influente per le risposte alle mie domande) che il mio obbiettivo principale sarebbero eventuali buprestidi e cerambicidi, ma anche qualunque altro coleottero non lo disdegnerei  ... Grazie mille, 
_________________ "Lasciate questo mondo un po' migliore di come lo avete trovato" (Sir Robert Baden Powell) Daniele
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f.izzillo
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Inviato: 16/01/2013, 13:11 |
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Iscritto il: 22/12/2009, 13:31 Messaggi: 9646 Località: Napoli
Nome: Francesco Izzillo
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Daniele Maccapani ha scritto: Vorrei provare anch'io queste "trappole ad alcol", magari nelle pinete che ho vicino a casa... Quindi provo a togliermi un paio di dubbi (saranno domande molto banali, ma non avendo mai provato...  ): -avrei un po' paura a lasciare dell'alcol incustodito in un bosco... non vorrei mai causare un incendio, considerando anche il possibile contributo di qualche passante (non mi vengono in mente motivi logici per cui uno dovrebbe dare fouco, anche involontariamente, a dell'alcol che trova in un bosco, ma sapete com'è... quando si parla di Homo "sapiens" ); so che sotto una certa gradazione è praticamente impossibile dare fuoco all'alcol: qual'è la gradazione ottimale per mantenere alta attrattività e ancor più alta sicurezza?
-in funzione della gradazione, quanto tempo può rimanere attiva la trappola, prima che evapori tutto l'alcol (lasciando praticamente solo l'acqua, che oltre a non essere più attrattiva non funziona nemmeno più come "conservante" per gli insetti catturati...)? -va bene anche l'alcol denaturato (rosa)? Visti i prezzi di quello puro... -se non dispongo di trappole come quella in esame, può funzionare anche una semplice bottiglia appesa (tipo le classiche trappole dolci), riempita di alcol? Specifico (nel caso possa essere influente per le risposte alle mie domande) che il mio obbiettivo principale sarebbero eventuali buprestidi e cerambicidi, ma anche qualunque altro coleottero non lo disdegnerei  ... Grazie mille,  Vicino alla trappola lascia anche un estintore! 
_________________ Francesco Izzillo
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Daniele Maccapani
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Inviato: 16/01/2013, 13:14 |
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Iscritto il: 09/06/2012, 20:57 Messaggi: 4282 Località: Mesola (FE)
Nome: Daniele Maccapani
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_________________ "Lasciate questo mondo un po' migliore di come lo avete trovato" (Sir Robert Baden Powell) Daniele
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Bracco
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Inviato: 16/01/2013, 13:39 |
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Iscritto il: 16/03/2011, 16:52 Messaggi: 82 Località: Scarlino (GR) e Firenze
Nome: Matteo Bracalini
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Daniele Maccapani ha scritto: -avrei un po' paura a lasciare dell'alcol incustodito in un bosco... non vorrei mai causare un incendio, considerando anche il possibile contributo di qualche passante (non mi vengono in mente motivi logici per cui uno dovrebbe dare fouco, anche involontariamente, a dell'alcol che trova in un bosco, ma sapete com'è... quando si parla di Homo "sapiens" ); so che sotto una certa gradazione è praticamente impossibile dare fuoco all'alcol: qual'è la gradazione ottimale per mantenere alta attrattività e ancor più alta sicurezza?
-in funzione della gradazione, quanto tempo può rimanere attiva la trappola, prima che evapori tutto l'alcol (lasciando praticamente solo l'acqua, che oltre a non essere più attrattiva non funziona nemmeno più come "conservante" per gli insetti catturati...)?
-va bene anche l'alcol denaturato (rosa)? Visti i prezzi di quello puro... A differenza delle trappole "dolci" gli insetti catturati non saranno immersi e conservati nella sostanza attrattiva. L'etanolo (al 96%) è presente in pochi ml (v. sopra) in un dispenser tra gli imbuti. Si tratta quindi di un piccolo batuffolo di cotone, imbevuto di pochissimo alcol, il tutto entro una boccetta di vetro (o altro materiale) tappata. Dal tappo, appositamente forato, escono solo i vapori, anche nel caso si capovolgesse la provetta, poichè tutto il liquido è imbevuto nel cotone. I rischi di incendio sono trascurabili. Il denaturato non l'ho provato,ma credo che le sostanze nauseabonde che ci mettono per renderlo non commestibile possano alterare il potere attrattivo. Chissà magari mi sbaglio e attraggono di più! Daniele Maccapani ha scritto: -se non dispongo di trappole come quella in esame, può funzionare anche una semplice bottiglia appesa (tipo le classiche trappole dolci), riempita di alcol? Ripeto: non lasciare bottiglie piene di alcol appese sulle piante! Aggiungo che il collettore delle trappole lindgren può essere provvisto di un foro con retina drenante nel caso si usi insetticida e non si voglia che il barattolo si riempa con la pioggia, oppure di un tappo per chiudere il suddetto foro nel caso si usi, ad esempio, acqua e sale.
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