A me invece, nonostante non mi dedichi ai lepidotteri, pare un tipo di ricerca abbastanza fattibile, a patto che ci si accontenti di ciò che si trova, e non si pretenda molto in fatto di specie ottenute

.
Di sicuro non è un metodo vantaggioso per ricercare specie rare e poco comuni, per le quali è sempre meglio partire dall'allevamento del bruco.
Da piccolo mi dilettavo nella raccolta delle crisalidi dei ropaloceri, che trovavo più o meno frequentemente attaccate ai muri delle abitazioni e ad altri supporti artificiali, per poi portarle a casa con l'intento di attendere lo sfarfallamento dell'immagine (che, per le mie scarse conoscenze di quel peridoo, non andava sempre a buon fine

). Posso qui riportarti, quindi, per quel che può servire, le mie piccole esperienze, pur tenendo conto dei grossi limiti (intuibili) che ha questo tipo di attività e che ha già implicitamente espresso Maurizio nel suo intervento.
Le specie che trovavo con maggior facilità erano le comuni vanesse (
Aglis io,
Vanessa atalanta,
Polygonia c-album,
Polygonia egea), e naturalmente le immancabili cavolaie
Peris brassicae che in inverno abbondavano sulle pareti delle case di campagna.
Molto meno frequentemente mi capitava di trovare papilionidi (
Papilio machaon,
Iphiclides podalirius) e altri pieridi più piccoli (che non ho mai identificato), sempre in contesti antropici.
Per le
Aglais io e alcune altre vanesse le zone migliori erano quelle all'ombra, con presenza di ortica e di paretaria vicino ad elementi artificiali, che possono, nel caso loro, servire da supporto e da riparo per la metamorfosi.
Mi è capitato di osservare qualche bella crisalide anche in contesti naturali o semi-naturali, al di sotto di pareti rocciose, o sulle staccionate dei sentieri attrezzati delle oasi e dei parchi naturali.
Casualmente, invece, mi capitava, e mi capita tutt'ora, di trovare le crisalidi degli eteroceri nel terreno, nelle situazioni che hai già citato, ma anche ispezionando le abitazioni, ad esempio gli angoli sotto ai balconi, per alcune delle specie in cui "è previsto" un bozzolo setigero come protezione per la pupa, il quale risulta alcune volte ancorato direttamente al muro.
Altri luoghi potenzialmente interessanti, in ambiente antropico, possono essere i cumuli di sabbia abbandonati, o nel paesaggio agricolo, la porzione di terra alla base degli alberi coltivati.
Maurizio Bollino ha scritto:
sono oltre 40 anni che vado in campagna a cercare insetti, e per almeno 30 ho cercato quasi esclusivamente diurne. Eppure NON HO MAI TROVATO una pupa di macaone in natura
Quella del macaone, in natura, non l'ho mai trovata neppure io

.
