Forum Entomologi Italiani

Ciao, ragazzi, apro questo nuovo argomento perchè volevo mostrarvi un tipo di trappola che ho sperimentato per catturare cetonini vivi. Niente di trascendentale ma sicuramente semplice da preparare ed efficace da utilizzare.
L'esigenza di mantenere vivi i cetonini nasce sia dalla necessità di condurre campagne di monitoraggio in aree protette o in presenza di specie rare o tutelate dalla normativa, ma anche dalla volontà, come nel mio caso. di ottenere, tramite stabulazione, larve sicuramente determinate.
In partenza utilizzavo frutta matura, che però attira meno delle altre esche liquide, e si esaurisce in fretta. Poi ho utilizzato pezzi di poliuretano imbibiti di vino, del tipo di quelli che usano i fioristi per infilarci i fiori freschi e farli durare un po di piu, ma niente mi soddisfaceva e raggiungeva l'efficienza delle trappole liquide a vino.
Alla fine ho adottato la soluzione che vi illustro, che funziona alla grande.
In pratica l'idea è stata quella di utilizzare un contenitore di grandi dimensioni (bottiglie di latte da 1,5 litri) nel quale introdurre un contenitore più piccolo, estraibile e dotato di reticella fine nella sua parte superiore aperta, nel quale viene messa l'esca liquida.
Per rendere difficoltosa la fuga degli esemplari vivi, il collo della bottiglia-contenitore, viene tagliato e attaccato rovescìato alla bottiglia in modo da fungere da nassa. Il problema di evitare effetto serra viene superato con una serie di fori da 8-9 mm nell'area di stazionamento degli insetti, si da permettere sia la fuoriuscita dei calabroni (quasi nessuno resta all'interno della nassa) che del calore. Il fondo va bucato e le trappole vanno visitate con frequenza elevata specie se fa molto caldo. Comunque ho notato che quasi tutti i cetonini si nascondono nella intercapedine tra i due recipienti usando il colore scuro del vino come schermo ai raggi del sole. Con queste prendo una media di una ventina e più cetonini vivi ogni due giorni per trappola quindi finchè mai per i miei scopi.
Il tutto lo pongo nel solito modo (gancio, canna telescopica) a 8-9 metri di altezza. Unico problema i picchi o forse le ghiandaie che spesso tentano di bucare (e ci riescono) le bottiglie che però non vengono danneggiate in quanto il liquido è all'interno del contenitore più piccolo. Un vantaggio è quello che si può "pompare" molto l'esca con zucchero (senza sale) ed innescare una forte fermentazione il che accresce l'efficienza di questo tipo di apparati che diviene forse anche superiore alle trappole"normali" con vino sale e altre "delicatessen"
Ciao Danilo

Questa è la trappola messa in posto e riempita.
Ciao Danilo

Dimenticavo: il contenitore interno è ricavato tagliando a metà una normale bottiglia cilindrica di latte e la reticella è fissata al contenitore (occorre farlo con cura altrimenti le cetonie scalzano i margini) tramite filo di ferro plastificato di piccolo diametro del tipo di quello che si usa pr il giardino.
Danilo

Non faresti prima, come contenitore interno, ad usare una bottiglia chiusa sforacchiata nella parte superiore così come hai fatto per quella esterna, invece di tagliarla e attaccarci la rete?

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Maurizio Gigli
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Perchè no? Si tratterebbe solo di fare buchi più piccoli per non farvi entrare bestiole minute tipo piccoli cerambicidi etc. Il concetto base è quello dei due contenitori uno dentro l'altro per metterci un liquido, il resto sta nella fantasia di chi costruisce la trappola. Comunque ti assicuro che funziona molto bene. Certo che con i buchi di 8-9 mm per fare uscire i calabroni e per raffreddare, la maggior parte dei cerambicidi te li scordi perchè escono. Se poi mi entra un cerdo mi apre la trappola in due come una cozza!!!
Danilo

Ovviamente, questa è una variante fatta per uno scopo ben preciso, e non per raccolte generali.

In passato, chi voleva usare le trappole a fermentazione per catturare insetti vivi si limitava ad usare il normale sistema della bottiglia di plastica, aggiungendo un pezzo di polistirolo espanso che galleggiava sul liquido ed a cui si aggrappavano Cetonini, ecc.

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Maurizio Gigli
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