Ho notato che col tempo la sezione Tecniche e Metodologie si è arricchita tanto da contenere praticamente tutte le informazioni necessarie per un po' tutti gli aspetti dell'entomologia, ma che nel contempo è diventato sempre più difficile reperire le informazioni di cui si necessita, perché diperse in un gran numero di discussioni e messaggi, a volte anche in alcuni con un titolo che non corrisponde bene ai contenuti. Mi è quindi venuta l'idea di aprire una serie di discussioni mirate a trattare i singoli aspetti fondamentali delle varie tecniche e strumenti principali, per renderle più facilmente usufruibili.
Ho pensato di inaugurare questa serie di discussioni (a cui spero contribuiscano anche altri) con l'unica cosa veramente indispensabile, oltre alle mani, per la raccolta degli insetti: il contenitore in cui metterli. Per la precisione, ho intenzione di occuparmi dei contenitori per la raccolta di Coleotteri, Eterotteri ed altri gruppi con caratteristiche simili, lasciando ad altri di occuparsi di quelli (es.: Lepidotteri) che necessitano un trattamento diverso.
In un ormai lontano passato, prima dell'invenzione della plastica, si usavano più che altro recipienti in vetro, più che altro con tappo in sughero, ma erano piuttosto pesanti, e soprattutto fragili. L'avvento delle plastiche ha cambiato tutto, ed ora si usano quasi esclusivamente contenitori costituiti da questi materiali, in tutto o in parte.
Per prima cosa, quale tipo di plastica va bene per i barattoli per le raccolte entomologiche? La scelta è determinata essenzialmente dalle sostanze usate per l'uccisione e conservazione. Dando per scontato che la maggior parte di noi usa solo o soprattutto l'acetato di etile o surrogati con caratteristiche simili, ne consegue che bisogna evitare tutte le plastiche non resistenti ai solventi organici. In particolare, va evitato il polistirene/polistirolo (PS), che si scioglie facilmente a contatto con l'etere. Vanno invece bene altre plastiche largamente diffuse, come il polietilene (PE), il polietilentereftalato (PET), il polipropilene (PP).
Ed ecco alcuni dei numerosissimi contenitori, nati per uso in laboratorio, che si trovano facilmente in commercio e vengono spesso usati in entomologia (sono solo alcuni esempi presi a caso tra quelli che mi sono capitati):
Sono tutti barattoli o provette con tappo a vite, ad eccezione di una provetta in plastica con tappo in sughero, che rappresenta la versione "più moderna" di quelle in vetro del passato.
Almeno fino ad alcuni anni fa, provette in plastica con tappo in sughero di questo tipo, di varie capacità (questa in foto è una delle più piccole) erano molto usate soprattutto in ambiente universitario. Ne ho ancora un po' acquistate anni fa. Presentano due difetti, secondo me:
1 - il tappo in sughero difficilmente è a tenuta perfetta, perciò dopo un po' l'etere evapora completamente, inoltre con l'uso tende a consumarsi
2 - pur essendo rapide da aprire e chiudere, è facile che si stappino per caso, per esempio se tenute nella tasca dei pantaloni, o durante i viaggi in aereo, per la differenza di pressione (lo stesso vale se si chiudono, con l'etere, a casa, in pianura, e poi si va a cercare insetti in alta montagna).
I bue barattoli in basso a sinistra rappresentano un altro tipo di contenitore molto usato già da almeno una quarantina d'anni. Ne esistono di molte capacità diverse (25, 50, 100, 250, 500, 1000 ml, ed anche più grandi), ed anche l'imboccatura aumenta di diametro con l'aumentare delle dimensioni.
Rappresentano una buona soluzione. Uno da 250 ml permette di infilarci quasiasi coleottero si possa trovare in Europa, ma normalmente si va abbastanza tranquilli anche con quelli da 100 ml. Ne esistono sia a base quadrata, come questi, che cilindrici. Hanno il difetto che la plastica bianca semiopaca non permette di capire cosa c'è dentro senza aprirli, in compenso sono molto robusti e riutilizzabili per anni. Come tappo ne esistono di due tipi, esternamente quasi indistinguibili. Possono avere un singolo tappo a vite, dotato di un bordo interno per aumentarne la tenuta. Più rapidi da usare, tengono un po' meno bene, e col tempo, dovendo stringerli bene, spesso il tappo si spacca su una linea circolare intorno al bordo interno. Oppure possono avere un doppio tappo: quello esterno a vite (come l'altro ma senza bordo interno), e quello interno a pressione. Il tappo esterno serve solo ad evitare che si stappi quello interno, che invece è tenuta. Più lenti da aprire e chiudere, tengono molto meglio, ed il tappo non si rompe.
Il barattolino piccolo al centro è un esempio di un gran numero di barattolini con capacità variabile tra 5 e 15 ml, comodi per la raccolta di piccoli esemplari, o anche medi (es. Chrysomelidae) in piccole quantità. Di solito ne tengo sempre almenoo uno in tasca, per qualsiasi evenienza. Hanno di buono che generalmente tengono molto bene (quello in foto non tanto) e possono mantenere l'etere per lunghi periodi. Io li uso più che altro per gli insetti che mi escono dagli allevamenti. Per il resto non sono molto utili, in quanto si trovano spesso insetti per i quali sono troppo piccoli.
Quello in alto è già più utilizzabile, anche se, pure in questo caso, per grossi insetti non va bene. Per me è comodo, perché i Buprestidi che si trovano da queste parti (ed in tutta Europa) c'entrano tutti. Non andrebbe altrettanto bene per un cerambiciaro, ad esempio.
I miei contenitori preferiti sono i due a destra. Quello da 50 ml è un classico provettone Falcon, reperibile facilmente ovunque a prezzi decenti (ce ne sono con tappi di colore e forma diverse, ma per il resto cambia poco). Quello da 40 ml (che è il barattolo a tenuta migliore che abbia usato) è simile, ma l'ho trovato solo da Paradox. Per me sono comodi, perché tengono bene e non si stappano, sono trasparenti, quindi vedo che c'è e che succede dentro, hanno già una discreta capacità, ma si possono tenere facilmente in tasca. Certo, se trovassi un grossissimo Scarabaeus o un enorme maschio di Lucanus, sarebbe un problema, ma da qualche parte ho sempre un barattolo più grande di scorta.
Questa qui sopra è invece un esempio di provette con tappo in plastica a pressione, che io uso solo se non ho di meglio. Ce ne sono di diversi tipi e misure, ma anche quelle che hanno il tappo che chiude bene, con l'uso tendono a tenere meno. Vanno invece bene per conservare gli insetti in attesa di preparazione, magari in freezer.
Oltre a provette e barattoli da laboratorio, che in genere si trovano solo dai fornitori di prodotti chimici, materiale ospedaliero o per analisi di laboratorio, ed ora sul web, ci sono molti contenitori usati per altri scopi che è possibile riciclare. Quando ero all'inizio, da ragazzino, usavo i barattoli di vetro delle verdure sott'olio o sott'aceto, che non sono proprio il massimo.
Ora, tra i barattoli "riciclati" le mie preferenze cadono su quelli degli yogurt da bere, di cui esistono vari tipi, di diverse dimensioni, come questi:
Non hanno niente da invidiare, nell'uso, ai barattoli da laboratorio, soprattutto quelli col tappo largo.
Sono in PET, col tappo in PE. Il più piccolo dei tre ha una capacità di 75 ml, quello più alto arriva a 220 ml. Ce ne sono anche più grandi.
Comunque, se serve una maggiore capacità, la scelta migliore è, secondo me, la bottiglietta di tè freddo da 1/3 di litro con tappo largo, perché è trasparente, invece di essere opaca, ma ancora abbastanza resistente, benché la plastica sia più sottile.
