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Aspettando la primavera ...



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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Re: Aspettando la primavera ...
MessaggioInviato: 09/03/2018, 17:15 
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Iscritto il: 22/12/2009, 13:31
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Nome: Francesco Izzillo
Julodis ha detto:
Cita:
Lo voglio! Ma se ce n'è uno a forma di Julodis, meglio ancora!


Niente da fare, c'è solo questo ma è l'ideale per te! :gh:


zaino.jpg


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Francesco Izzillo
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 Oggetto del messaggio: Re: Aspettando la primavera ...
MessaggioInviato: 09/03/2018, 17:33 
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20
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Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
Svergugnato! Invece di coccinellare, sai che devi fare. Oggi.

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Maurizio Gigli
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 Oggetto del messaggio: Re: Aspettando la primavera ...
MessaggioInviato: 09/03/2018, 18:39 
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Iscritto il: 09/11/2009, 14:12
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Località: Hradec Kralove,Czech republik
Nome: Jan Matějíček
un altro modello :)


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Research Fields
Taxonomy, ecology, biomonitoring , faunistic of Staphylinidae
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 Oggetto del messaggio: Re: Aspettando la primavera ...
MessaggioInviato: 09/03/2018, 20:12 
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20
Messaggi: 31564
Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
Questi zainetti a Coleottero sono più che altro delle curiosità, ma dubito che qualcuno di noi ci andrebbe in giro (immaginate se andassi a scuola col portatile in uno zainetto così, che reazione potrebbero avere i miei studenti?).

Però ne ho trovato uno più razionale, a cui si potrebbe fare un pensierino: lo zainetto isopode!

Immagine


Da vuoto, si chiude fino a diventare molto piccolo. Inoltre sembra essere a prova di pioggia, ed anche adatto per essere usato in moto, con quella aerodinamica. E non sarebbe neanche tanto appariscente (se non fosse che semrerebbe di avere un isopode parassita attaccato alla schiena).

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Maurizio Gigli
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 Oggetto del messaggio: Re: Aspettando la primavera ...
MessaggioInviato: 10/03/2018, 23:09 
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Iscritto il: 13/10/2010, 18:21
Messaggi: 1983
Nome: Andrea Liberto
Buonasera,
contribuisco all'attesa della primavera-estate ponendo un problema che non so se sia mai stato trattato sul forum, in caso potrete indirizzarmi ed andrò a leggere.

Un problema ricorrente per quanti raccolgono Buprestidi è rappresentato dalle specie che si aggirano sui tronchi per accoppiarsi o deporre oltre l'altezza cui si arriva con la mano tesa, limite entro il quale un buon batuffolo di cotone ed una certa decisione nel calare l'asso risolvono la situazione. Dicerca, Poecilonota, Latipalpis, Chalcophorella, ecc.

Ad esempio nel giugno scorso, su tiglio, ho portato a paiolo una Lamprodila ma ne ho persa un'altra. Ho tentato di mettergli sotto il retino e spingere da sotto per farle cadere nell'ampio sacco, ma la forma circolare dei normali retini non funziona affatto, non estendendosi a sufficienza sotto l'insetto lasciandogli molte possibilità di cadere al di fuori del punto di contatto tra la circonferenza del cerchio e il tronco.

Con le due Lamprodila, in un caso mi è riuscito, nell'altro no. Il cinquanta per cento di possibilità di cattura, con certe bestie, è inaccettabile.

Oltre che con i disonesti Buprestidi, ho avuto spesso il medesimo problema con certi Cleridi, Melandridi, una volta con una Osmoderma che risaliva lesta lesta un tronco di pino al Passo Katara e mi si è involata con inattesa rapidità dopo che col retino le avevo fatto tup-tup da sotto...

Ho immaginato due possibili soluzioni, una consistente in una spugna da cucina fissata ad un manico e dotata di nastro adesivo con la colla rivolta all'esterno, ma certe esperienze (ad esempio con Dicerca moesta ad altezza raggiungibile, cui con mille cautele ho avvicinato la mano per poi doverla quasi strappare dal tronco su cui si aggrappava con le unghie ed i faneri dei tarsi) me la farebbero scartare.

Forse più efficace sarebbe un retino con manico lunghetto dotato non di un cerchio ma di un triangolo (ovviamente col vertice formato dai cateti collegato al manico) in cui l'ipotenusa sia fatta di materiale elastico ben teso da appoggiare al tronco e, spingendo, far aderire bene per non lasciare fessure in cui l'insetto possa cadere. Forse una forma a “U” andrebbe anche meglio.

Il telaio triangolare del sacco lo immagino montato a circa 45% rispetto al manico, per tenersi vicini al tronco durante l'azione; dopo basterebbe una fraschetta sufficientemente lunga per disturbare dall'alto l'insetto ed insaccarlo.

Dato che nel “fai-da-te” surclasso l'appenditore di quadri di “Tre uomini in barca”, il tristemente noto zio Podger, si accettano suggerimenti.

Magari lo strumento esiste già, ed io semplicemente lo ignoro. Non sarebbe una novità.

Del problema abbiamo parlato spesso con Franco ma poi, da quanto ricordo, non abbiamo tratto conclusioni "operative"; dunque lo invito a ricordarmi se erano nate idee migliori e più facilmente praticabili.

Lascio a lui il gusto di raccontarvi la cattura di un'Anthaxia senicula ad Accettura, sul muro di un vicolo di fronte alla finestra della nostra stanza d'albergo, portata a conclusione con canna da pesca, spugnetta e nastro adesivo.

Ciao, A.


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 Oggetto del messaggio: Re: Aspettando la primavera ...
MessaggioInviato: 10/03/2018, 23:25 
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Iscritto il: 08/02/2010, 23:01
Messaggi: 6123
Località: Vicenza
Nome: Silvano Biondi
una cosa così ma con manico lungo?

:hi:

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Silvano


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 Oggetto del messaggio: Re: Aspettando la primavera ...
MessaggioInviato: 10/03/2018, 23:36 
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Iscritto il: 30/12/2010, 11:51
Messaggi: 4476
Località: Messina
Nome: Giovanni Altadonna
Clickie ha scritto:
Buonasera,
contribuisco all'attesa della primavera-estate ponendo un problema che non so se sia mai stato trattato sul forum, in caso potrete indirizzarmi ed andrò a leggere.

....

Forse più efficace sarebbe un retino con manico lunghetto dotato non di un cerchio ma di un triangolo (ovviamente col vertice formato dai cateti collegato al manico) in cui l'ipotenusa sia fatta di materiale elastico ben teso da appoggiare al tronco e, spingendo, far aderire bene per non lasciare fessure in cui l'insetto possa cadere. Forse una forma a “U” andrebbe anche meglio.


Ciao Andrea,
si tratta in sintesi del "retino da tronchi", "brevettato" da Maurizio Gigli e da lui descritto in questa discussione. In questo caso, con qualche modifica (ad es. manico più lungo), penso sia adattabile alla raccolta dei Buprestidi.

_________________
"L' uomo che è cieco alle bellezze della natura ha perduto metà del piacere di vivere"
Sir Robert Baden Powell

Giovanni Altadonna


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 Oggetto del messaggio: Re: Aspettando la primavera ...
MessaggioInviato: 10/03/2018, 23:57 
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Iscritto il: 13/10/2010, 18:21
Messaggi: 1983
Nome: Andrea Liberto
Vado a leggere.

Come premesso nel mio intervento, ero quasi certo che l'argomento fosse stato già trattato, troppo ricorrente perché non lo fosse stato. Non mancherà una reprimenda di Maurizio, ma ormai lo conosco e saprò come uscirne vivo.

Grazie per l'indirizzamento, A. :hi:


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 Oggetto del messaggio: Re: Aspettando la primavera ...
MessaggioInviato: 11/03/2018, 0:08 
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Iscritto il: 13/10/2010, 18:21
Messaggi: 1983
Nome: Andrea Liberto
una cosa così ma con manico lungo?

Precisamente, Silvano. Ma insisto sull'orientamento a circa 45% rispetto al manico, credo sia fondamentale e risolutivo in molte circostanze. Si tratta di bestie stranamente poco inclini a "staccarsi" dal tronco quando le disturbi. Questo è davvero strano, forse in natura sono abituate a resistere allo stormire di fronde per il vento, o chissà.

Tanto si staccano velocemente e si lasciano cadere quando ti avvicini bruscamente, tanto invece sono tetragone alle sollecitazioni dal basso col cerchio del retino dopo che ti sei avvicinato quatto-quatto senza allarmarle.

Tup-tup da sotto, e non ne vogliono sapere.

Infine spingi di più e finalmente si allarmano, si staccano e si involano senza cadere quasi mai nel sacco. Grunt !

Ciao, A.


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 Oggetto del messaggio: Re: Aspettando la primavera ...
MessaggioInviato: 11/03/2018, 9:35 
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20
Messaggi: 31564
Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
Lucanus tetraodon ha scritto:
Ciao Andrea,
si tratta in sintesi del "retino da tronchi", "brevettato" da Maurizio Gigli e da lui descritto in questa discussione. In questo caso, con qualche modifica (ad es. manico più lungo), penso sia adattabile alla raccolta dei Buprestidi.

Lo uso regolarmente, ma non l'ho inventato io! Si trova in commercio da diversi venditori di materiale entomologico, più o meno con le stesse caratteristiche (so che ce l'hanno da EntomoAlex in Italia, da Paradox in Polonia e da Entosphinx nella Rep. Ceca, ma probabilmente lo vendono anche altri). Hanno sempre un costo modesto, rispetto agli altri retini. L'unica differenza degna di nota tra i tre citati è che quello di EntomoAlex viene fornito con un manico più robusto, di dimensioni più generose, ma per il resto siamo lì (nel tempo, li ho presi tutti e tre, perché ogni tanto ne lascio uno da qualche parte - uno dovrebbe essere a Maccarese e un altro forse a Manziana).

Clickie ha scritto:
Precisamente, Silvano. Ma insisto sull'orientamento a circa 45% rispetto al manico, credo sia fondamentale e risolutivo in molte circostanze. Si tratta di bestie stranamente poco inclini a "staccarsi" dal tronco quando le disturbi. Questo è davvero strano, forse in natura sono abituate a resistere allo stormire di fronde per il vento, o chissà.

Sicuramente c'è di mezzo un adattamento per non cadere dagli alberi quando tira vento. Il trucco, ma l'avrai già osservato, sta nel dare un colpetto secco ed improvviso. Probabilmente normalmente non stanno aggrappati a morte, ma lo fanno quando necessario. Per cui, se è una giornata ventosa, in cui rischiano di cadere, si aggrappano con più forza, altrimenti no, e risparmiano energie. Per cui, se qualcosa li mette in allarme, li disturba, li tocca, ecc., si aggrappano per non cadere. In pratica, se non si staccano subito, presi di sorpresa, diventa molto più difficile. (non escluderei anche un comportamento messo in atto in caso di attacchi da parte di uccelli o altri predatori di piccole dimensioni)

Detto questo, già è difficile, per non dire quasi impossibile, prenderli di sorpresa quando sono a portata di mano, figurarsi se si deve lavorare con un'asta a 6 metri di altezza! Per cui, la soluzione più adatta, anche se non perfetta, sarebbe proprio quella del retino col lato distale flessibile.
L'angolazione tra cerchio (triangolo) e manico a 45° o giù di lì è sicuramente utile, perchè altrimenti, se l'insetto sta ad una altezza tale da doverlo raggiungere col retino in verticale o quasi, anche il cerchio è in verticale, e l'insetto casca quasi certamente fuori (a meno di avere la prontezza di riflessi per dare un colpo mentre l'insetto, cadendo, si trova proprio davanti al retino). Anzi, forse si potrebbe piegare anche un po' di più. I retini da tronchi di cui sopra si possono piegare facilmente ad angolo.

Volendo, un retino simile sarebbe facile da farsi anche in proprio. Bastano due pezzi di profilato di alluminio piatto, largo 10-15 mm, lunghi 25-30 cm. Ad una estremità di ciascuno si fa un buchetto e ci si fissa un cordino elastico (volendo, vanno bene anche gli elastici per indumenti, ad esempio, li usano per i pigiami, che vendono in tutti i negozi di sartoria) che farà da lato flessibile. L'altra estremità di ogni astina, dopo averla forata per poterci mettere una vite passante da 6 mm (o 8, o 10 mm, a seconda del foro filettato del nostro manico - ovviamente, se dobbiamo fare un foro da 8 o 10 mm ci vuole un profilato da almeno 15 mm), la dobbiamo piegare, una prima volta per permettere il fissaggio del cerchio sul manico, ed una seconda volta per dare l'inclinazione voluta al cerchio. Con una morsa o due paia di pinze si fa senza problemi. Ma già fatti costano così poco che non vale la pena farselo da soli.
In quanto al sacco, quello dei retini "da tronco" è di profondità un po' scarsa per questo uso. E' pensato per raccogliere insetti rintronati che cadono quando stacchiamo la corteccia da un tronco, generalmente d'inverno a temperature basse, non per saette pronte ad involarsi dopo pochi centimetri di caduta. Per cui, sarebbe più adatto un sacco un po' più lungo (calcolando bene le dimensioni del cerchio, ci si può mettere un normale sacco da retino entomologico della misura più piccola. A voler fare i raffinati si potrebbe anche pensare ad una sorta di "cappello" sopra al retino, fatto più o meno come il precedente, ma un po' meno sporgente, non o meno inclinato rispetto all'asta, e con un sacco teso, in modo da intercettare la bestia se cerca di involarsi mentre cade. Per capirsi, qualcosa di simile alle Nepenthes:
Immagine


Ci sarebbe anche un'alternativa: addestrare uno scoiattolo, un picchio o un falchetto.

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 Oggetto del messaggio: Re: Aspettando la primavera ...
MessaggioInviato: 11/03/2018, 10:35 
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Nome: Francesco Izzillo
Continuando così rischiate di giocarvi una volta per tutte quel poco di intelletto che vi rimane e questo sperando che questa mia affermazione non sia arditamente ottimista! (ovvero che vi sia rimasto un barlume di intelletto e non si sia già irrimediabilmente perso "in chi sa quale abuso o ozio" (Bisanzio, F. Guccini) :gh: )

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 Oggetto del messaggio: Re: Aspettando la primavera ...
MessaggioInviato: 11/03/2018, 18:36 
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Julodis ha scritto:
Lucanus tetraodon ha scritto:
Ciao Andrea,
si tratta in sintesi del "retino da tronchi", "brevettato" da Maurizio Gigli e da lui descritto in questa discussione. In questo caso, con qualche modifica (ad es. manico più lungo), penso sia adattabile alla raccolta dei Buprestidi.

Lo uso regolarmente, ma non l'ho inventato io! Si trova in commercio da diversi venditori di materiale entomologico, più o meno con le stesse caratteristiche (so che ce l'hanno da EntomoAlex in Italia, da Paradox in Polonia e da Entosphinx nella Rep. Ceca, ma probabilmente lo vendono anche altri). Hanno sempre un costo modesto, rispetto agli altri retini.


Non ne ero sicuro, ma lo sospettavo, e per questo ho messo le virgolette. :)

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 Oggetto del messaggio: Re: Aspettando la primavera ...
MessaggioInviato: 11/03/2018, 19:14 
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Nome: Maurizio Gigli
Lucanus tetraodon ha scritto:
Julodis ha scritto:
Lucanus tetraodon ha scritto:
Ciao Andrea,
si tratta in sintesi del "retino da tronchi", "brevettato" da Maurizio Gigli e da lui descritto in questa discussione. In questo caso, con qualche modifica (ad es. manico più lungo), penso sia adattabile alla raccolta dei Buprestidi.

Lo uso regolarmente, ma non l'ho inventato io! Si trova in commercio da diversi venditori di materiale entomologico, più o meno con le stesse caratteristiche (so che ce l'hanno da EntomoAlex in Italia, da Paradox in Polonia e da Entosphinx nella Rep. Ceca, ma probabilmente lo vendono anche altri). Hanno sempre un costo modesto, rispetto agli altri retini.


Non ne ero sicuro, ma lo sospettavo, e per questo ho messo le virgolette. :)

In realtà ora che ci penso, una trentina di anni fa mi ero costruito un retino "tascabile" fatto più o meno come quelli "da tronco", triangolare, col lato anteriore in cordino elastico e gli altri due in alluminio. Solo col sacco più lungo e col manico telescopico in fibra che allungato arrivava a circa 50 cm. Il tutto, chiuso, stava in un astuccio di circa 2x4x20 cm o poco più.
L'avevo fatto come retino d'emergenza da portarsi appresso dove era meglio non dare troppo nell'occhio. Certo era troppo delicato per usarlo come retino da falcio, ma un colpetto sui fiori, erbe o foglie si poteva dare. Da qualche parte ce lo dovrei avere ancora.

Sempre in quegli anni (intorno al 1980) mi ero fatto pure un paio i miniretini da attaccare ad un'asta di legno. Erano in tondino di ferro, con un diametro di circa 10 cm ed un piccolo sacco di stoffa molto robusta, poco profondo. Li avevo fatti apposta per prendere l'Anthia venator ed altre specie che si infilano velocemente sotto ai cespugli spinosi delle aree subdesertiche del Nord Africa, e nelle tane dei roditori presso la base di questi (quando li insegui e cerchi di prenderli con le mani, il più delle volte finisci per rimanere bloccato tra i rami spinosi, specialmente se ti butti dentro ad un giuggiolo, e non è piacevole).

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Maurizio Gigli
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 Oggetto del messaggio: Re: Aspettando la primavera ...
MessaggioInviato: 11/03/2018, 22:03 
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Iscritto il: 13/10/2010, 18:21
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Nome: Andrea Liberto
Li avevo fatti apposta per prendere l'Anthia venator

Vero, anche la specie più banale, mi pare sexmaculata, è parecchio "anthiogena".

Sempre lì lì per scapparti, ed anche con le Adesmia si balla il minuetto intorno a cespugli che pungono solo a guardarli.


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 Oggetto del messaggio: Re: Aspettando la primavera ...
MessaggioInviato: 11/03/2018, 22:10 
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Iscritto il: 13/10/2010, 18:21
Messaggi: 1983
Nome: Andrea Liberto
Continuando così rischiate di giocarvi una volta per tutte quel poco di intelletto che vi rimane e questo sperando che questa mia affermazione non sia arditamente ottimista! (ovvero che vi sia rimasto un barlume di intelletto e non si sia già irrimediabilmente perso "in chi sa quale abuso o ozio" (Bisanzio, F. Guccini) :gh: )

Eh eh eh…. Il mio subdolo e sinistro (?) piano per diffondere citazioni canzonettistico-subletterarie sta dando i suoi frutti,
se c'è caduto pure Franco….

Vi ho attirato nella tela con la scusa del retino, ed ora siete in mio potere: fissate attentamente l'oscillazione del pendolo… rilassatevi...

Nemmeno lo scienziato pazzo Spennacchiotto aveva mai nutrito piani così ambiziosi…. Il mondo sarà mio…

Ah ah ah ah (sinistra risata che si perde in lontananza ed agghiaccia il sangue ai pochi savi rimasti….)


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