Ciao a tutti,
già che ho un poco di tempo

vi dirò come prepararo i genitali dei lepidotteri. Sino ad ora mi sono limitato a geometridi e nottuidi e zigene, in quanto vi sono specie che senza la dissezione …..
Ho preso un poco a destra e un poco a manca, giungendo, per quanto mi riguarda ad un buon compromesso.
In primis metto acqua distillata in una provetta, aggiungo un confettino di KOH e vado a nanna (fin qui tutto facile).
Quando l’addome è affondato (circa 24h) lo estraggo e lo metto su una piastrina petri, se è ancora duro e poco translucido lo rimetto a mollo, meglio eccedere che lavorare su addomi non ancora pronti.
FEMMINA: con il bisturi faccio un taglio di lato sotto l’ultimo segmento e con attenzione estraggo l’apparato di lato facendo attenzione a non rompere l’VIII urite, importante per la determinazione. Prendo una goccia di colorante (io uso il nerofumo) e bagno per un paio di secondi l’apparato (dipende dalla dimensione dello stesso), poi vi verso sopra acqua distillata per diluire il tutto. Questa procedura, oltre a mettere in evidenza le parti sclerotizzate e dare una certa tridimensionalità, colora anche il grasso e le parti in eccedenza che toglierò. Una volta pulito il pezzo è pronto per lo studio.
MASCHIO: se l’addome è sufficientemente ammorbidito e soprattutto di piccole dimensioni, spesso con un poco di pressione da dietro, l’apparato esce da solo, altrimenti tagli di lato. Separo l’eadago dal resto e lo metto da parte stando attento a non romperlo (altrimenti l’estroflessione sarà difficile se non impossibile). Pulisco le valve da peluria varia con uno stuzzicadenti ammorbidito in punta, il tutto cambiando più volte l’acqua. Appoggio sopra il pezzo pulito una piastrina petri di minor diametro che lo tiene fermo e aperto (i genitali dei geometridi che tendono a chiudersi, richiedono un po’ di pazienza in più). Prendo l’eadago e tenendolo fermo alla base (uso uno spillo n. 2 appiattito e inserito su un piccolo manici di legno) con lo stuzzicadenti delicatamente lo schiaccio, anche più volte, così la pressione estroflette parzialmente il contenuto e lasca spazio per l’ago. Inserisco l’ago nell’eadago (si vede un’apertura un po’ diù chiara appena sopra la base di lato) e inietto delicatamente l’acqua distillata (dopo avere tolto le bolle d’aria). Per non fare schizzare via il tutto fermo la membrana tra ago e stuzzicadenti. A questo modo avviene l’estroflessione. Uso una siringa il più possibile piccola dopo avegli smussato un poco la punta . Per alcuni eadagi (tipo Euxoa) essendo privi di spine e molto simili tra loro, faccio una seconda iniezione con acqua e colorante per evidenziarne i caratteri.
Conservo i pezzi in provettine con glicerina, che mi permette di guardarli quando voglio e soprattutto come voglio.
In attesa di critiche e consigli auguro a tutti un buon lavoro!!!!
