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Estrazione genitali degli Staphilinidae: cosa conta?



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Autore Messaggio
MessaggioInviato: 09/05/2020, 19:21 
 

Iscritto il: 12/03/2020, 14:28
Messaggi: 226
Nome: Antonio Simonis
Ciao a tutti.
Oggi mi sono messo ad aprire qualche Staphilinidae, tanto per vedere come sono fatti ed imparare un poco.
Vi racconto cosa ho fatto. Per prima ho affrontato una femmina (un Paederus, credo).
Mi dispiaceva l'idea di mutilarla, quindi con un microbisturi ho tagliato la membrana che collega il VI° sternite ad uno dei pleuriti e quella tra V° e VI° tergite. Così dal lato ho avuto accesso al contenuto del ultimo segmento e ho estratto "da dietro", con una minuzia piegata ad uncino, stili e tutto il contenuto. Passaggio in potassa, pulizia e preparazione separata di stili e parti sclerificate (quasi niente). Però in questo modo gli ultimi sterniti, una volta incollata sul cartellino, non si vedono.
Poi ho provato un maschio (sempre un Paederus, credo), e poichè volevo lasciarlo più integro possibile, ma avere in evidenza il VI° sternite ho cercato di lasciare tergite e pleuriti e separare il solo sternite. Non ha funzionato, e alla fine si è staccato l'intero segmento; oltretutto ho anche aperto accidentalmente di lato il segmento genitale; solita pulizia, i segmenti VI° e genitale li ho incollati a secco su un cartellino e l'edeago l'ho preparato in visione ventrale (é giusto?) su un cartellino di acetato.
Un altro maschio più piccino (tutto nero con due macchie gialle sulle elitre: chissà cos'è...) invece ho provato ad estrarlo direttamente dall'apertura genitale, sempre usando la minuzia ad uncino montata su un portaghi, e tagliando le membrane ai lati per avere accesso più facile e non rischiare danneggiamenti. Questa estrazione è stata molto semplice, ma si riproponeva il problema di non vedere il VI° sternite una volta messo l'esemplare sul cartellino, quindi l'ho preparato con l'addome piegato all'insù, come spesso li si vede fare dal vivo. (Edeago sempre in preparazione su acetato e visione ventrale)
Non sto a mettere foto per non creare un post gigante e spero di essere stato chiaro.
A questo punto le domande:
(Della prima - quante boiate ho fatto? - so già la risposta: almeno tre!!! Ma mi piace sperimentare.)

L'edeago è meglio in visione ventrale, come i disegni della Fauna d'Italia di Bordoni, o laterale come si fa normalmente per altre famiglie? (peraltro anche i Leptophilinae li ho visti spesso disegnati di lato)
Dei genitali femminili, a parte stili e receptaculum, ci sono altre cose che vanno evidenziate, separate o comunque considerate?
Come fate voi Staphinologi per danneggiare il meno possibile gli esemplari?

Grazie delle consulenze, abbiate pazienza, sto cercando di farmi un poco di esperienza con le diverse famiglie.
(Recentemente ad un Curculionide, di cui non conoscevo il dimorfismo sessuale, ho estratto l'ovopositore e non capivo cosa fosse!! D'altra parte anni fa lavoravo solo sui coprofagi...)
Buona serata a tutti.
Antonio


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MessaggioInviato: 14/05/2020, 14:41 
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Iscritto il: 23/06/2010, 19:05
Messaggi: 2566
Località: Pescara
Nome: Alessio Morelli
Ciao Antonio,
dato che mi sento in qualche modo chiamato in causa, provo a risponderti io (...d'altronde, visto l'argomento, non so se lo farà qualcun'altro :mrgreen: ).
Tieni presente però che non mi occupo di stafilini, quindi basati maggiormente su quello che leggi o vedi sui testi scritti dagli specialisti :) .

Prima di tutto voglio farti notare una cosa. Non tutti gli Staphylinidae vanno preparati nella stessa maniera! O meglio, ogni sottofamiglia segue delle "regole" a parte, che sono dettate sia dalla morfologia degli ultimi segmenti addominali che da quella dei genitali (ti puoi fare un'idea già solo sfogliando la prima parte del Fauna d'Italia di Bordoni).
Di conseguenza ti potranno capitare varie situazioni. Ad esempio edeagi con parameri/lobi laterali fusi fra loro (tipico in Quedius, Philontus, ecc.), che alcune volte vanno sganciati dal lobo mediano per rendere più agevole l'osservazione di eventuali denticolazioni (vedi ad es. qui), oppure edeagi con parameri liberi (così come accade nella maggior parte degli Staphylinidae) che di norma andrebbero lasciati attaccati al lobo mediano, ma che negli Aleocharinae vanno separati, e posizionati lateralmente (vedi qui).
Insomma per quanto concerne i genitali, dovrai scegliere tu, di volta in volta, leggendo e osservando le pubblicazioni dei vari specialisti.

Per quanto riguarda le regole generali di preparazione invece, che io sappia, è molto importante distendere bene tutte le appendici del corpo, fra cui i palpi mascellari che sono molto importanti ai fini dell'identificazione.

Venendo alle tue domande nel dettaglio (fra l'altro pienamente legittime):

37formichine ha scritto:
Della prima - quante boiate ho fatto?...

credo nessuna, ti è servito per fare esperienza (in realtà con i Paederinae non ho molta dimestichezza, quindi non so dirti :oops: ), dovresti aggiungere qualche foto, magari in "Nuove richieste di determinazione di conferma", così Jan (Honza) ce li determina :D ; forse per lo Stenus (="maschio tutto nero con macchie gialle sulle elitre" :roll: ) potevi risparmiarti l'addome puntato all'insù :gh: .
Se ti serve osservare l'addome in visione ventrale ti conviene usare dei cartellini trasparenti, ma io ti consiglio di non farti troppi problemi e di staccare tutto senza pietà, sempre che gli sterniti abbiano dei caratteri distintivi tanto rilevanti (in caso contrario non ha senso rimuoverli), avrai sempre modo di trovare altri esemplari della stessa specie da lasciare integri.
In un certo senso è meglio avere degli esemplari "smontati", ma determinabili, che esemplari integri, ma indeterminabili.

37formichine ha scritto:
L'edeago è meglio in visione ventrale?...

Come ho detto prima, qualsiasi posizione "definitiva" può essere sia giusta che sbagliata. Andrebbero analizzati a 360°. Vedi per es. i Leptophilinae e gli Scydmaeninae che hanno edeagi fortemente asimmetrici.
Forse la conservazione in glicerolo potrebbe essere una valida alternativa :roll: ...

37formichine ha scritto:
Dei genitali femminili, a parte stili e receptaculum, ci sono altre cose che vanno evidenziate, separate o comunque considerate?

Che io sappia no. La spermateca è forse quella più differenziata.

37formichine ha scritto:
Come fate voi Staphinologi per danneggiare il meno possibile gli esemplari?

Io utilizzo il metodo classico che si usa per altri coleotteri (in pratica quello di Augusto Degiovanni illustrato in questo bel PDF).
Con l'unica differenza che io utilizzo un normale spillo dritto anziché curvo (000 per le specie piccole e medie), inserendolo nell'apertura genitale, o tra un urite e l'altro, a seconda dei casi, dapprima parallelamente al corpo, poi inclinandolo a mo' di leva per estrarre il contenuto. Va da se che con bestie molto piccole, per tenerle ferme, si utilizza un secondo spillo, anziché il dito.
Ovviamente ci vuole un po' di pratica.
Io paradossalmente mi trovo meglio con le specie di piccole dimensioni, forse sarà l'abitudine, o forse semplicemente perché i genitali sono più facili da pulire manualmente :to: .

Spero di esserti stato utile :hi:


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MessaggioInviato: 14/05/2020, 18:42 
 

Iscritto il: 12/03/2020, 14:28
Messaggi: 226
Nome: Antonio Simonis
Assolutamente si. Sei stato molto utile e ti ringrazio di cuore.
Mi sembra molto saggio il tuo suggerimento di non adottare uno standard per la preparazione ma controllare come i diversi gruppi sono rappresentati nei lavori pubblicati.
In tutti i casi tutte le strutture genitali io le monto su piccoli cartellini di acetato in DMHF, che essendo idrosolubile mi sembra molto più pratico e trasparente (!) del balsamo del Canada che usavo a suo tempo, e facilissimo eventualmente da smontare e rimontare.
Concordo con te: un esemplare perfetto e indeterminato (o indeterminabile) è una stupidaggine. Ciò non toglie che mi piaccia cercare di salvaguardarli il più possible. Per questo faccio molto uso di microbisturi di produzione mia (fino a lame di 0,1 mm di larghezza!) anche con i maschi, tagliando le membrane che collegano gli sterniti e tergiti, a seconda delle situazioni prima di estrarne gli apparati con lo spillo (io preferisco usare una minuzia piegata ad uncino, che non gli 000). Così facendo l'uso dello spillo è enormemente facilitato e si riducono i rischi di danneggiamento, soprattutto per le femmine di certe famiglie.
Tieni conto che quando ho cominciato ad estrarre maschi e femmine negli anni '80 lavoravo sui Drepanocerini (bestie piccoline!!), sovente su serie tipiche di collezioni storiche: la salvaguardia degli esemplari era ancora più importante.

Ultimamente tutto quello che raccolgo lo estraggo contemporaneamente alla preparazione. Solo se si tratta di lunghe serie mi limito a 2/3 esemplari per sesso, giusto per controllare che non si nascondano più specie sotto un'unica facies.
E, dato che mi sono convertito da studioso di materiali museali come ero all'epoca a raccoglitore despecializzato (almeno per ora), finisco per confrontarmi con famiglie che non conosco, ma per le quali, piano piano mi piacerebbe crearmi una collezione di riferimento territoriale (e ce n'è già fin troppo!). Certamente poi chiederò supporti (già lo faccio!) nella sezione apposta, solo che sto aspettando della strumentazione che mi consenta foto un po' più qualitative.
Nel frattempo raccolgo documentazione coleotterologica, soprattutto sull'Italia e il Piemonte, studio e ... approfitto degli amici come te che hanno voglia di condividere suggerimenti e raccomandazioni!
Ciao e ancora grazie.
Antonio


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