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Riflessioni metodologiche sull'illuminazione in fotografa scientifica http://www.entomologiitaliani.net/public/forum/phpBB3/viewtopic.php?f=344&t=66783 |
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Autore: | Plagionotus [ 27/02/2016, 13:41 ] |
Oggetto del messaggio: | Riflessioni metodologiche sull'illuminazione in fotografa scientifica |
Era un po' che volevo aprire questa discussione, ma poi non ne ho avuto il tempo. Volevo condividere con voi queste riflessioni perchè sul forum si è parlato molto di tecniche di illuminazione e vari metodi per ottenerli, ma forse in maniera sparsa, e non "sistematicamente". Comunque ecco qua: è un po' di tempo che penso a come debba essere l'illuminazione "corretta" quando fotografiamo i nostri insetti da determinare o da inserire in qualche articolo. Ovviamente ho fatto molte prove. Prima di partire a fare le foto, ho considerato due fattori principali: 1) L'illuminazione che diamo ai nostri soggetti deve essere il più possibile efficace per far risaltare i particolari degli insetti e per renderne le proporzioni e i colori in maniera fedele. Di conseguenza non deve essere cruda, ma non deve essere troppo riflessa e diffusa, pena una foto piatta e poco realistica. 2) Non deve produrre un effetto troppo diverso da quello che si potrebbe avere guardando l'insetti in luce ambiente, altrimenti una bestia fotografata e una bestia guardata sotto la lente sembrerebbero quasi due cose diverse! Ma partiamo con qualche prova. il soggetto l'ho scelto nè metallico nè eccessivamente opaco per rientrare in caratteristiche "medie". Gli stacking sono di poche foto, ed è probabile che ci sia qualche banda di de-focus, ma ciò su cui dobbiamo concentrarci è l'illuminazione. Sono partito da un'illuminazione semplicissima: flash anulare montato sull'obiettivo e foto fatta "brutalmente" senza interporre nessun diffusore nè superificie riflettente. A mio avviso il risultato che se ne ha non è da buttar via, tuttavia ci sono un po' troppi riflessi sul dorso dell'animale, che parzialmente vengono tolti dalla base bianca su cui è lo spillo. Il passo successivo è stato mettere un semplicissimo cilindro di cartoncino attorno al flash, per diffondere la luce, ma ho lasciato il flash anulare sull'obiettivo per consentire a un po' di luce di raggiungere direttamente il soggetto senza diffusione e quindi di creare un po' di ombre e riflessi, che danno profondità. Il risultato è buono, ma forse la luce è troppo diffusa, e per ovviare a questo si può semplicemente praticare un piccolo foro su entrambi i lati del diffusore. Passo successivo: per provare a schermare la luce ancora di più, ho messo il flash anulare sul fondo di plastozote, rivolto verso l'altro, l'ho circondato con il diffusore di prima, e poi sopra ho inserito una "ciambella" di cartoncino bianco schermata con plastica nera dalla parte del fotografo. In questo modo la luce proviene dal basso, viene riflessa dal diffusore e dalla ciambella e nuovamente dal diffusore. Il rosultato come vedete è estremamente piatto e privo di profondità, oltre ad avere uno sfondo rosino che fa veramente pietà ![]() Poi ho lasciato il flash anulare per usare il lampeggiatore elettronico, come è chiamato tradizionalmente, ovvero il flash esterno. Prima l'ho usato da solo di fianco al soggetto, e chiaramente i risultati... ![]() Ultimo passo: al flash ho montato un diffusore portatile di 20x15cm circa, messo il flash in alto a 45 gradi dal terreno e 45 gradi dall'asse del cavalletto e un foglio di cartoncino leggermente sagomato dalla parte opposta rispetto al flash per filettere la luce che viene dal flash. Poi ho posizionato un foglio di cartoncino per metà in piano e per metà formante una curva dolce fino ad arrivare perpendicolare alla base d'appoggio con il pezzo di plastozote con l'insetto sulla parte piana, in modo da simulare un set da still life. Attorno all'insetto un bicchierino di plastica con due fori ai lati. Ecco il risultato, a mio parere molto soddisfacente. Più tardi metterò anche la variante in cui la luce flash arriva non di lato al soggetto ma di fronte, un po' meglio perchè non c'è il riflesso asimmetrico sull'elitra. |
Autore: | aguaplano [ 27/02/2016, 15:09 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Riflessioni metodologiche sull'illuminazione in fotografa scientifica |
Sono interessanti le tue prove Riccardo, soprattutto per i grandi inesperti come me. Prima o poi mi dovrò cimentare anche io con le foto degli esemplari preparati. Senza entrare nei tecnicismi, non sarei in grado di farlo, il risultato migliore mi sembra l'ultimo. Bravo ![]() |
Autore: | Julodis [ 27/02/2016, 16:31 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Riflessioni metodologiche sull'illuminazione in fotografa scientifica |
Premesso che una illuminazione ideale valida per ogni soggetto non c'è, perchè il risultato cambia secondo la colorazione, il fatto che l'insetto sia opaco o lucido, la sua convessità e la sua dimensione, tra le foto delle tue prove io preferisco la seconda, malgrado il riflesso, in realtà limitato, sulle elitre (più che altro sulla destra). Teniamo anche conto che l'esemplare era un po' inclinato da un lato (da cui il riflesso asimmetrico). Fosse stato dritto, il risultato sarebbe stato migliore. Se hai intenzione di fare molte foto in futuro, io ti consiglierei, per motivi pratici, di usare illuminatori a luce continua, invece del/dei flash. Devi fare più attenzione alle vibrazioni, ma riesci a regolare meglio l'illuminazione, e puoi scattare più rapidamente (che se devi fare 100 scatti per lo stacking è importante). Plagionotus ha scritto: Il rosultato come vedete è estremamente piatto e privo di profondità, oltre ad avere uno sfondo rosino che fa veramente pietà Non fa pietà. Pochi anni fa sarebbe stata una foto buona da inserire in una pubblicazione senza problemi. Certamente appiattisce troppo l'immagine, e sono perfettamente d'accordo con te nel dire che rende l'insetto poco corrispondente alla realtà (la differenza si nota di più nelle specie lucide, a colorazione metallica). Lo sfondo "rosino" è solo una questione di bilanciamento del bianco, che con la luce riflessa e diffusa dai vari materiali che hai usato, è un po' sballato. Si può correggere prima dello scatto, o dopo, in fase di fotoritocco. Tieni comunque conto che i flash anulari appiattiscono sempre l'immagine, pure nelle foto in natura, perché praticamente prive di ombre. Hai provato ad usare due fonti di luce, o comunque più di una? Le possibilità di variare l'illuminazione aumentano. |
Autore: | Plagionotus [ 27/02/2016, 22:19 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Riflessioni metodologiche sull'illuminazione in fotografa scientifica |
Caro Maurizio, d'accordissimo: le prove però ho voluto standardizzarle per motivi ovvi, ma ho fatto prove anche con insetti metallici e di altro genere. L'insetto sì, è inclinato leggermente, ma il riflesso alla fine non è solo su un lato. Il problema dell'illuminazione continua secondo me è che non puoi regolarne l'intensità. Con due sorgenti non ho ancora provato, ma è la prossima prova che farò (con i due faretti ikea), ad ogni modo con il flash schermato dall'altra parte l'effetto può essere simile. Comunque come vedi anche secondo me la seconda è la miglirore, insieme all'ultima che devo ancora ritoccare un po'. |
Autore: | Julodis [ 28/02/2016, 2:32 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Riflessioni metodologiche sull'illuminazione in fotografa scientifica |
Plagionotus ha scritto: Il problema dell'illuminazione continua secondo me è che non puoi regolarne l'intensità. ![]() Come non puoi regolarne l'intensità? Premesso che più luce hai, meglio è, per cui non vedo la necessità di ridurla, perché non puoi farlo? Ad esempio, usando i faretti Ikea, che hanno il braccio flessibile, per cambiare l'intensità della luce, da una parte o da entrambe (può essere utile se si mette una lampada sulla fronte e dalla parte posteriore dell'insetto, mentre se le metti ai lati, ovviamente, devono avere la stessa intensità), basta allontanare o avvicinare il faretto. ALcune lampade possono avere intensità regolabile, ed entro certi limiti, si può cambiare la luminosità anche a quelle a led, con una piccola modifica. Comunque, ripeto, a che serve regolare l'intensità? Basta agire sul tempo di scatto. |
Autore: | Plagionotus [ 28/02/2016, 15:12 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Riflessioni metodologiche sull'illuminazione in fotografa scientifica |
Beh, certo, puoi sempre agire sul tempo di scatto, è sempre un'arma in meno che hai, però. |
Autore: | Mimmo011 [ 28/02/2016, 18:24 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Riflessioni metodologiche sull'illuminazione in fotografa scientifica |
Anche io ho iniziato con il flash ma poi sono passato subito ai faretti ikea, sono molto più comodi e facilmente regolabili! Io l'intensità la regolo con dei cilindri di carta oleata, se ne voglio diminuire l'intensità ne metto più di uno! Il lato positivo del flash è che congela l'immagine dando una sensazione di nitidezza maggiore. |
Autore: | Julodis [ 28/02/2016, 19:26 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Riflessioni metodologiche sull'illuminazione in fotografa scientifica |
Mimmo011 ha scritto: Anche io ho iniziato con il flash ma poi sono passato subito ai faretti ikea, sono molto più comodi e facilmente regolabili! Io l'intensità la regolo con dei cilindri di carta oleata, se ne voglio diminuire l'intensità ne metto più di uno! Il lato positivo del flash è che congela l'immagine dando una sensazione di nitidezza maggiore. Attenzione che aumentando la schermatura l'illuminazione diventa più diffusa ed uniforme, non solo più debole. Comunque, Riccardo, soprattutto con le digitali, che hanno una vasta scelta di tempi, non vedo dove sia il problema ad usare una fonte di luce non regolabile come intensità. L'unico vantaggio del flash è che la durata del lampo è molto più breve del tempo di scatto necessario con luce fissa, e questo diminuisce il problema del mosso. Ma se il sistema che si usa è solido, le foto non vengono mosse nemmeno scattando ad 1 secondo. Per il resto, la luce fissa è molto più comoda. Comunque, ognuno la pensa come vuole e preferisce metodi diversi. Quello che conta è essere poi soddisfatti del risultato. |
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