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Artefatti in macro dopo focus stacking



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Autore Messaggio
MessaggioInviato: 07/05/2018, 8:38 
 

Iscritto il: 01/01/2011, 0:08
Messaggi: 144
Nome: Paolo Missori
Grazie ancora per i commenti positivi, ne ho sicuramente bisogno. Ho una conoscenza generale della macrofotografia e sicuramente non una lunghissima esperienza. In generale in macro è necessario un equilibrio tra le variabili per ottenere il migliore risultato possibile. Se allungo il tempo ovviamente posso subire l'influenza del micromovimento (che devo assolutamente evitare e per il quale ho già seguito tutti i suggerimenti possibili). Infatti non utilizzo mai 1/50. La chiusura del diaframma mi ha ovviamente ridotto la nitidezza dell'immagine, in particolare della micropeluria, mentre un ISO 1600 (che non utilizzo mai, in genere ISO 200) è stata solo un tentativo per farvi valutare l'effetto finale.
L'immagine finale infatti non è il meglio possibile, ma è quasi priva delle aberrazioni cromatiche delle quali non avevo cognizione.
Ho già provato un f/5.6 e l'aberrazione (lievemente minore), persiste. L'obiettivo è nuovo.
Il problema di questo cerambycidae credo che sia il colore scuro, che mi complica il rapporto tra diaframma e tempo, la luce e la necessità di foto macro.
Leggo sempre molto e per molto tempo prima di iniziare.
Per la pazienza caro Claudio non ti preoccupare, per fortuna è una virtù che ognuno può acquisire lentamente in modo illimitato.
Se riesco ad avere un risultato migliore, continuerei a postarlo e vi chiederei i vostri ulteriori pareri. :D


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MessaggioInviato: 08/05/2018, 11:01 
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Iscritto il: 20/01/2018, 22:26
Messaggi: 41
Nome: Matteo
missorp ha scritto:
La chiusura del diaframma mi ha ovviamente ridotto la nitidezza dell'immagine, in particolare della micropeluria, mentre un ISO 1600 (che non utilizzo mai, in genere ISO 200) è stata solo un tentativo per farvi valutare l'effetto finale.
L'immagine finale infatti non è il meglio possibile, ma è quasi priva delle aberrazioni cromatiche delle quali non avevo cognizione.
Ho già provato un f/5.6 e l'aberrazione (lievemente minore), persiste. L'obiettivo è nuovo.
Il problema di questo cerambycidae credo che sia il colore scuro, che mi complica il rapporto tra diaframma e tempo, la luce e la necessità di foto macro.


Puoi provare a cambiare il tipo di illuminazione per rendere meno netto il contrasto tra insetto e sfondo anche questo motivo come ti hanno già detto, di ulteriori difficoltà che aumentano l'aberrazione. Tipo di illuminazione ed eventualmente tipo di luce (da led a luce continua a flash ad esempio). Potrai così aumentare potenza e ridurre tempo di esposizione e contenere gli iso (certo iso alti aumentano artefatti). Iso tieni 100 il più possibile
Non ho capito cosa intendi con chiusura del diaframma che dovrebbe averti ridotto la nitidezza.....se non vai al di sotto di un certo numero (chiusura molto piccola, quindi numero molto alto tipo F22) non dovresti avere alcuna riduzione di nitidezza.


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MessaggioInviato: 08/05/2018, 13:53 
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Iscritto il: 18/06/2010, 0:03
Messaggi: 1214
Località: Predore ( BG)
Nome: Claudio Deiaco
Richard Shelton ha scritto:
non dovresti avere alcuna riduzione di nitidezza...
Condivido tutto, tranne che, con l'eccessiva chiusura del diaframma non hai perdita di nitidezza.
La diffrazione e un evento ottico che si manifesta a prescindere. Quindi e buona regola non scendere oltre f11.
Il diaframma con resa migliore è diverso da lente a lente ma il 100L Canon lavora meglio dal 5.6 a 8.

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Claudio Deiaco
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MessaggioInviato: 08/05/2018, 14:23 
 

Iscritto il: 01/01/2011, 0:08
Messaggi: 144
Nome: Paolo Missori
Vi ringrazio per i consigli, che cercherò di seguire e se l'immagine migliora mi permetto di ripostare la nuova immagine. :)


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MessaggioInviato: 15/05/2018, 8:01 
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20
Messaggi: 31564
Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
Mi pare si siano mescolati due discorsi su problemi diversi:

A - artefatti dello stacking

Se il programma non ha difetti, si verifica comunque a volte un problema a causa di diverse parti del soggetto sovrapposte, su piani diversi. Ad esempio, una antenna che passa sopra a una zampa. In questo caso, il programma trova, nei vari scatti, parti a fuoco dell'oggetto in secondo piano che dovrebbero essere nascoste sotto quello in primo piano, ma cambiando la messa a fuoco diventano parzialmente visibili. La soluzione che trova è farle apparire entrambe. Come? Nell'unico modo possibile. Rendendo parzialmente trasparente la struttura in primo piano. Per ovviare a questo ci sono 4 modi:
- 1 - posizionare le appendici dell'insetto per evitare sovrapposizioni
- 2 - ricreare le parti trasparenti con la funzione clone di un programma di fotoritocco (ma bisogna conoscere molto bene la morfologia dell'animale)
- 3 - usare le funzioni del programma di stacking che consentono di lavorare indipendentemente su alcune parti, e poi unire il tutto
- 4 - aumentare la profondità di campo chiudendo il diaframma

La soluzione 1, quando possibile, è la migliore. La 4 è molto veloce, a differenza di 2 e 3, ma bisona trovare il giusto compromesso tra profondità di campo e nitidezza. Se poi si usa un obiettivo da microscopio senza diaframma, non si può usare. In generale, per ingrandimenti fino a 2x-3x, chiudendo il diaframma intorno a 8 si ottiene un risultato decente, rinunciando a un po' di dettaglio nelle immagini.

B - Aberrazione cromatica o purple fringe

Se non si ha un obiettivo apocromatico, capita spesso.
Oltre alla qualità della lente (attenzione, che anche certe lenti di costo notevole ne soffrono) ho notato che dipende molto dal contrasto tra soggetto e sfondo. Io ho un vecchio Canon 100/2.8 macro, antenato di quello di cui si parlava, che malgrado lo abbia dovuto smontare completamente e rimontare perché mi era arrivato col diaframma e la messa a fuoco bloccati causa caduta (non dichiarata dal venditore poi dileguatosi), sul campo fa foto decenti. Su stativo, ad esemplari preparati, dà risultati anche peggiori dei tuoi.
Il problema, poco visibile su sfondi variabili, diventa evidente su sfondi bianchi, o comunque chiari e uniformi. Inoltre ho notato che alcune luci led sembrano evidenziare il purple fringe rispetto a quelle fluorescenti (ancor più rispetto alla luce naturale). Forse dipende dalla diversa ampiezza di emissione delle varie frequenze luminose.


In generale ho comunque notato che gli obiettivi macro di lunghezza focale 100-150, ottimi sul campo, non sono il massimo per le foto su stativo ad esemplari preparati. Meglio focali più corte, anche se non nate per la macro.

Ultima cosa. Se il sistema che si usa (stativo, verticale, supporto orizzontale, ecc.) è ben fermo, non c'è problema ad usare tempi lunghi. Io scatto in media a 1/8, ma a volte arrivo anche a uno o due secondi. Questo consente di usare sempre l'ISO più bassa possibile, anche ad ingrandimenti elevati. Diaframma, salvo il caso di prima, generalmente poco meno aperto del massimo dell'obiettivo (es.: apertura massima 2.8 -> scatto a 4.0). Aprire il diaframma diventa sempre più importante con l'aumentare dell'ingrandimento. Per cui se fotografo un Lucanus cervus di 8 cm non ho problemi neanche se lo imposto su apertura 11 o 16. Per una bestiolina di 2 mm, devo aprire al massimo.

_________________
Maurizio Gigli
http://utenti.romascuola.net/bups
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