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Apoderus coryli (Linnaeus, 1758) (Sigarai italiani) - Curculionidea, Attelabidae



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MessaggioInviato: 10/04/2010, 18:04 
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Ho segnalato qui la prima comparsa nella mia zona, alcuni giorni fa, degli adulti di Apoderus coryli (Linnaeus, 1758). Si tratta di una delle specie di Attelabidae più frequenti e, come spero di riuscire a mostrarvi, più interessanti della nostra fauna. Nel seguito vi proporrò mie immagine riprese in diverse situazioni e località, disposte in sequenza per illustrare soprattutto le peculiari modalità di confezionamento del "barilotto", "sigaro" o come lo vogliamo chiamare. Gli anglosassoni lo definiscono leaf-roll o solo roll. Grandi ha parlato (un po' pomposamente) di "nido pedotrofico".
La specie in questione ha un areale vastissimo, dall'Europa occidentale al Giappone. In Italia è piuttosto frequente al nord, poi sempre meno scendendo verso il sud. In Molise non è mai stato segnalato (ma ovviamente basterebbe cercarlo nei posti e tempi opportuni), raro in altre regioni, assente (pare) in Sicilia e Sardegna.

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Silvano


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MessaggioInviato: 10/04/2010, 18:07 
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Nome: Silvano Biondi
Dopo la comparsa, l'adulto si nutre delle foglie della pianta ospite, (si veda l'immagine del post citato), poi avviene l'accoppiamento
01.jpg


Subito dopo la femmina comincia a cercare una foglia adatta per l'ovideposizione.

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Silvano


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MessaggioInviato: 10/04/2010, 18:13 
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A questo punto viene messo in atto uno dei comportamenti più notevoli: la femmina è stata spesso notata mentre atterra su una foglia e, letteralmente, la "misura" per decidere se è adatta al suo scopo
01b.jpg


Il coleottero percorre completamente il margine della foglia, più volte, sia in senso orario che antiorario; alla fine può dare inizio ai lavori o andarsene in volo alla ricerca di una foglia più "giusta".

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Silvano


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MessaggioInviato: 10/04/2010, 18:17 
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Se decide che è il caso, pratica con le affilate mandibole un'incisione vicina all'inserzione del picciolo, partendo indifferentemente da destra o da sinistra. L'incisione di solito interessa la nervatura principale e la supera di poco
02.JPG


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Silvano


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MessaggioInviato: 10/04/2010, 18:22 
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Si porta poi presso la nervatura principale e comincia un lavoro enorme, che consiste nel sovrapporre gradualmente le due metà del lembo fogliare
03.JPG

04.JPG


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MessaggioInviato: 10/04/2010, 18:25 
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Per facilitarsi il compito, si porta spesso sulla nervatura principale per modicchiarla ripetutamente: in questo modo si interrompe il flusso di linfa ai tessuti, che perdono in parte la loro consistenza, si afflosciano e diventano più lavorabili
05.JPG


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Silvano


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MessaggioInviato: 10/04/2010, 18:34 
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Inizia la parte più onerosa del lavoro: si tratta di arrotolare il lembo fogliare, partendo dall'apice. L'insetto usa tutti gli strumenti a sua disposizione, impegnando le sei zampe ed aiutandosi con le mandibole. Questa fase è la più lunga in termini di tempo e può durare quasi un'ora.
06.JPG

07.jpg

07b.jpg


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Silvano


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MessaggioInviato: 10/04/2010, 18:43 
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Un po' alla volta, con fatica, la foglia è ridotta ad un cilindro. In questa fase, anche se non l'ho mai fotografata con precisione, avviene la deposizione dell'uovo (talvolta sono due). La femmina si porta in una parte del lembo interna al rotolo che sta costruendo ed inserisce le uova. Poi riprende ad arrotolare.
08.jpg


Il cilindro ha assunto la sua forma quasi definitiva
09.JPG


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MessaggioInviato: 10/04/2010, 18:46 
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Alla fine del lavoro (che complessivamente dura più di un'ora) spesso arriva il maschio, che stazionava nelle vicinanze, ed ha luogo un nuovo accoppiamento.
10.JPG


Osservate, in secondo piano, le tipiche tracce di alimentazione, che rispettano le nervature.

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MessaggioInviato: 10/04/2010, 18:54 
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Questo è l'aspetto dei barilotti completati. La pianta ospite più frequente, come si evince dal nome specifico dell'attelabide, è il nocciolo. Nelle zone più frequentate si possono trovare forti concentrazioni di foglie arrotolate
10b.JPG


Le zone preferite sono quelle soleggiate ma non troppo, soprattutto i cespugli al margine delle radure o sui bordi di sentieri. Anche per quanto riguarda le quote esiste una forte variabilità, dal livello del mare fino a oltre i mille metri.

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La specie si può trovare anche su altre essenze, tra cui il carpino e l'ontano
10c.JPG


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MessaggioInviato: 10/04/2010, 19:00 
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Nome: Maurizio Bollino
Mamma mia!! Affascinante come processo e interessantissimo il tuo "reportage".
Una domanda: esistono specie che utilizzano Quercus?

PS: vedo ora nell'altro topic su questa specie che esistono Attelabus che attaccano il Leccio. Mi chiedo, però, se attaccano anche altre specie. Oggi sono capitato in un boschetto di quercia vallonea (Quercus macrolepis): le foglie sono ancora molto piccole e tenere, e mi chiedevo se qualche specie potrebbe attaccarla.

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Maurizio Bollino


Ultima modifica di Maurizio Bollino il 10/04/2010, 19:05, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 10/04/2010, 19:02 
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Nome: Silvano Biondi
In questa specie generalmente il rotolo non cade a terra, ma rimane attaccato al ramo, visto che il lembo di foglia non tagliato è consistente. Tale lembo permette anche, in parte, il passaggio della linfa, quindi i tessuti restano verdi e non seccano. All'interno l'uovo schiude dopo poco e la larva si nutre dei tessuti vegetali. Sempre all'interno del rotolo si trasforma in pupa
11.JPG


(nella foto rotolo aperto appositamente per mostrare la pupa)

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Silvano


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Nome: Silvano Biondi
Maurizio Bollino ha scritto:
Mamma mia!! Affascinante come processo e interessantissimo il tuo "reportage".
Una domanda: esistono specie che utilizzano Quercus?

Scusa Maurizio, nella foga dell'inserimento non avevo visto il tuo intervento. Che io sappia, Apoderus coryli non utilizza foglie di quercia, a differenza di Attelabus nitens, del quale mi occuperò in seguito. Questo da noi, visto che in altri climi gli attelabidi sigarai sono decine di specie ed utilizzano svariate essenze.
:hi:

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Silvano


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MessaggioInviato: 10/04/2010, 19:14 
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Nome: Maurizio Bollino
Apoderus ha scritto:
Scusa Maurizio, nella foga dell'inserimento non avevo visto il tuo intervento. Che io sappia, Apoderus coryli non utilizza foglie di quercia, a differenza di Attelabus nitens, del quale mi occuperò in seguito. Questo da noi, visto che in altri climi gli attelabidi sigarai sono decine di specie ed utilizzano svariate essenze.
:hi:


Nessun problema, Silvano. In realtà chiedevo se altre specie potrebbero attaccare Quercus, e in parte ho trovato risposta nell'altro tuo topic. Ad ogni modo, in tanti anni che giro per campagne qui da noi, non ricordo di aver mai visto un "sigaro" su piante diverse dalla vite.

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Maurizio Bollino


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