La Arctia villica (Linnaeus 1758) è un lepidottero appartenente alla famiglia delle Erebidae Arctiinae diffuso dall’Inghilterra ai Pirenei. In Europa è presente e comune, soprattutto in Francia (compresa la Corsica). Nel territorio Italiano è presente dal Piemonte alla Sicilia e Sardegna, con una presenza confermata quasi in tutte le provincie, ma anche nell’arcipelago toscano e campano. Questa falena compie una generazione annua in giugno-luglio. È diffusa in luoghi boschivi e radure, ma anche nei giardini e dune litoranee, fino ai 2500 metri in montagna. La larva di questa falena nasce intorno la prima decade di giugno, si nutre per alcune settimane e poi sverna quando è ancora piccola. Può riprendere a nutrirsi a marzo per poi svernare matura nella tarda primavera. Il bruco di questo lepidottero si nutre di Achillea, Rubus, Lycium, Minuartia, Lamium, Taraxacum officinale e molte altre piante spontanee. Può attaccare raramente piante da orto (soprattutto insalata, cavoli e spinaci), ma anche qualche albero da frutto. Le ali, con una apertura alare, sia per gli esemplari maschi che per le femmine, si aggira tra i 45 mm ai 60 mm. Le anteriori sono nere o grigiastre con macchie biancastre, mentre le posteriori sono arancioni o giallastre e rosse con piccole macchie nere. Il torace è nero, con molti peli, anche questi di colore nero e l'addome è rosso-arancio. Le antenne sono filiformi per le femmine e pettinate per i maschi. Le crisalidi, a differenza degli esemplari adulti, sono scarlatti, per poi opacizzarsi fino a raggiungere un colorito più arancione con l'età. I bruchi sono neri con ciuffi di pelo marrone chiaro, mentre la testa e le zampe sono rossastre, la loro lunghezza si aggira intorno ai 12 mm. Viene comunemente chiamata “Villereccia“ ed è molto simile alla Arctia caja (Linnaeus 1758), anche se questa sverna in estate inoltrata e presenta una colorazione più arancione in entrambe le paia di ali.
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