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Spedizione modenese, Marocco 2022 - a puntate



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MessaggioInviato: 09/08/2022, 13:24 
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Nome: Riccardo Poloni
Eccomi qua, insieme ad altri amici del forum, a raccontare il viaggio entomologico di quest’anno. Mi ci è voluto un po' (siamo tornati il 12 giugno) e viene da chiedersi perchè: il tempo è stato poco e le foto da mettere insieme erano parecchie. In più, ho deciso di fare un reportage ben dettagliato, che potesse essere piacevole e utile e che, quindi, ha richiesto tempo. Credo che molti in periodi di lockdown o nelle serate invernali abbiano trovato estremamente piacevole leggere i reportage di viaggi in terre più o meno lontane scritti dagli amici del forum, consolandosi così dall'amara condizione di reclusi fantasticando su un futuro viaggio in tempi più propizi. Così almeno è successo a me e, in più, vi ho trovato molte informazioni utili che mi hanno aiutato a organizzare il viaggio di quest'anno. Per tutte queste ragioni mi faceva piacere dare un resoconto dettagliato di tutto e ho deciso di farlo in un modo che stimoli la curiosità, ovvero un reportage a puntate. Anzi, una serie come si direbbe in gergo televisivo :gh: .
Per quanto mi riguarda avevo il desiderio di andare in Marocco da ormai 4 anni, attirato dalla ricchezza di endemiti e dai biotopi pre-desertici. Anche gli altri erano contenti della meta perché dall’ultima volta che ci erano stati erano passati diversi anni, tanto che nel 2020 avevamo già acquistato i biglietti. In più, il fatto di dover recuperare una specie di Oedemeridae in alcol che mi servivano per delle analisi molecolari, ci ha definitivamente convinto.
Dopo un certo marasma con i biglietti aerei quindi, il 29 maggio parto insieme agli amici Lucio Saltini e Luciano Padovani per raggiungere a Casablanca Mauro Malmusi e Luigi Ferrari che erano già lì da qualche giorno per saggiare il terreno. Dopo un volo senza intoppi arriviamo all’albergo alle 10 di sera passate e tutto ciò che riusciamo a rimediare è la camera che avevamo prenotato e un’insalata in tre, che anziché placare la fame mi buca completamente lo stomaco. In ogni caso siamo stanchi e andiamo a letto quasi subito. Il mattino seguente, dopo un meritato riposo in hotel, partiamo verso Rabat per posizionare delle trappole dolci nella foresta della Maamora.
La strada per uscire da Casablanca è un campo minato, con incroci inesistenti e motorini che ti tagliano la strada ovunque. In più, le macchine moderne e spesso lussuose che si vedono atorno all'aeroporto contrasta nettamente con la povertà e i rottami delle periferie che distano solo poche centinaia di metri. Sembra quasi di essere in un film di star wars, in cui da un lato ci sono le navicelle spaziali e dall'altro gli indigeni con frecce e bizzare cavalcature. Nonostante questo, alcuni scorci sono magnifici.

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Arrivati alla foresta, delle imponenti querce da sughero fanno ben sperare. La voglia di raccogliere è tanta e quindi ci mettiamo subito a cercare freneticamente sui fiori e sulle grosse piante, per poi metterci a posizionare le trappole.

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In seguito, nel primo pomeriggio, ci dirigiamo verso il mare dove, grazie alle preziose immagini satellitari, avevo reperito un luogo con dune costiere ben conservate. Lì speravo di trovare degli esemplari di Stenostoma rostratum, un curioso Oedemeridae che vive lungo le coste del Mediterraneo e parte dell’Atlantico orientale. All’arrivo imbocco subito un sentiero che si dirige verso la spiaggia, lasciando gli altri ad esplorare la macchia vicina alla macchina, trovando dopo poco un cespuglio di Cakile maritima proprio di fianco al sentiero e che brulicava letteralmente di Stenostoma!

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Sono incredulo per la facilità con cui l’ho trovato e riesco a raccogliere diversi esemplari in alcol e anche a secco. Fatto ciò, esploro l’habitat per trovare altre piante ma noto subito che la duna è sfiorita e non riesco a trovare un solo altro punto dove ci siano gli Stenostoma. Poco male, ma faccio qualche foto per documentare.

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Sulla sabbia è facile imbattersi in Tenebrionidae del genere Tentyria ed Erodius.

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Sui fiori lungo la strada principale troviamo anche altre specie come Oedemera barbara, Hoplia sp. e numerose specie di Anthaxia e Acmaeodera.
Verso il tardo pomeriggio, ci rimettiamo in viaggio per salire verso la zona di Azrou, dove staremo per alcuni giorni.
Arrivati in paese, cerchiamo un hotel possibilmente fuori dal paese perchè uno di noi voleva provare ad attaccare la lampada al terrazzo. A Ifrane troviamo due hotel che però scartiamo. In compenso uno dei due ha un bel giardino dove ci sono alcune piante di rose nei cui fiori raccogliamo una bella serie di Hoplia (africana?).

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Alla fine, scegliamo una pensione tra Ifrane ed Azrou, in un'ottima posizione, in cui ci rinfranchiamo con un buon tajin. A domani!

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Riccardo Poloni
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MessaggioInviato: 11/08/2022, 7:34 
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Nome: Maurizio Bollino
Plagionotus ha scritto:
A domani!


Riccardo, siamo già a dopodomani!! :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

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Maurizio Bollino


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MessaggioInviato: 11/08/2022, 11:30 
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Nome: Giovanni Altadonna
Grazie Riccardo per questo reportage, attendo le prossime puntate :birra:

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Sir Robert Baden Powell

Giovanni Altadonna


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MessaggioInviato: 11/08/2022, 13:34 
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Nome: Riccardo Poloni
30 maggio

Come argutamente constatava Maurizio, ieri non sono riuscito a postare niente perchè sono stato tutto il giorno sul campo ma oggi si riprende!
Il secondo giorno lo vogliamo dedicare a posizionare nelle foreste intorno a Ifrane alcune trappole dolci. Scegliamo quindi una radura in un bosco di querce con alcuni alberi cariati o mezi morti inserita in una bella querceta. Finito questo sporco lavoro ci dedichiamo a un po’ di caccia a vista nelle zone lungo la strada che connette Ifrane a El Hajeb. Ci rendiamo subito conto che il problema principale sono le greggi che dominano il paesaggio e trasformano i prati in un pavimento di cemento con delle stoppie secche se spuntano di tanto in tanto. Nelle zone che ho denominato “deovinizzate” però, come le bordure delle strade o i prati poco accessibili, ci sono una moltitudine di fiori e di essenze diverse. Già nel primo sito dove andiamo troviamo 6 o 7 speice di Meloidae, almeno due specie di Sphenoptera, varie Agapanthia irrorata e A. cardui o A. suturalis, e molte altre specie.

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Le ammucchiate di cetonie sui fiori è una regola. Raccolgo una bella serie di Aethiessa perchè, almeno a vederle, sembrano molto diverse tra loro come proporzioni del pronoto, dimensioni e estensione delle macchie bianche.

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Una strana cavalletta

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Nel secondo sito troviamo anche una Julodis (onopordi, probabilmente) e alcuni interessanti Certallum, che si rivelano dei Certallum martini, un interessante endemita marocchino. Il sito si presenta così

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Saliamo quindi dall’albergo verso Ras Elma e lungo la strada troviamo una gradita sorpresa: un piccolo gruppo di macachi dell'Atlante (Macaca sylvanus) si trova proprio lungo la strada, dove, credo, spera di ricavare qualche boccone dai turisti. Noi non gli diano nulla, naturalmente, e le osserviamo semplicemente estasiati mentre scuotono le fronde per far cadere dei grossi bruchi grigi che poi raccolgono comodamente sul terreno, per mangiarli. Se solo avessero un ombrello entomologico!

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Dopo qualche foto ed esserci goduti i macachi, che io non avevo mai visto, procediamo verso Ras Elma, dove posizioniamo il telo per la caccia notturna in mezzo a una radura che è, letteralmente, ricoperta da cocci di bottiglia, che sicuramente non contenevano succhi di frutta... Prepariamo tutto l’occorrente e fissiamo i teli ma il vento incessante ci costringe a tornare all’albergo dopo neanche mezz’ora. Camminando qua e là riesco comunque a fotografare qualche creatura interessante, come questo Berberomeloe majalis, poco prima del tramonto, e alcuni scorpioni.

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Riccardo Poloni
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MessaggioInviato: 11/08/2022, 17:39 
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Nome: Giovanni Altadonna
L'ortottero è un Pamphagidae, forse (e ripeto forse) Amigus nigroadspersus (Bolívar, 1907)

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Nome: Andrea Liberto
Chi ha inventato il primo "Buthus" ?

E poi, perché ? Mah.


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Nome: Andrea Liberto
Forse un calzaturificio, come discutibile espediente pubblicitario.


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MessaggioInviato: 12/08/2022, 7:53 
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Nome: Daniele Sechi
Ciao Riccardo, il genere Berberomeloe di recente è stato revisionato anche alla luce di indagini genetiche, ti segnalo questa pubblicazione, nel Medio Atlante dovrebbe esserci il Berberomeloe maculifrons (Lucas, 1847), i miei corrispondono, provate a verificare anche i vostri esemplari se ne avete raccolto.

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:hi:
Daniele


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MessaggioInviato: 12/08/2022, 13:00 
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Località: Casinalbo (MO)
Nome: Riccardo Poloni
Ciao Daniele, mi ero perso questa pubblicazione, non occupandomi nello specifico di Meloidae, ti ringrazio per la segnalazione! Ci guardo, ma dovrebbero corrispondere con i tuoi.

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Riccardo Poloni
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MessaggioInviato: 12/08/2022, 13:24 
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Località: Casinalbo (MO)
Nome: Riccardo Poloni
Il terzo e il quarto giorno esploriamo i dintorni: Ras Elma, le foreste di cedri e le praterie sopra Azrou. Per prima cosa ci fermiamo a raccogliere un po’ di legna nella foresta di cedri sopra Ifrane, dove ogni tanto fa capolino un branco di scimmie. In quest’ambiente, a parte la legna, troviamo davvero poco.
Ci spostiamo quindi nelle praterie di Ras Elma, dove le praterie di montagna si alternano alle foreste di cedri, che sembrano un luogo fatato per la calma che vi regna e la luce che filtra tra gli aghi.

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Qui troviamo diversi floricoli, Carabidae e Perotis unicolor su alcune piante erbacee basse, molto diverse dalla radica arborea su cui si trovano qui in Francia.

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Troviamo anche un Carabidae molto particolare, che sembra un’Anthia in miniatura: un Graphipterus sp., di cui ho solo questa brutta foto (correvano come matti!).

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Sconcertante è la mancanza di farfalle: solo poche banalità sulle poche oasi fiorite che sono scampate all’ovinica devastazione.

Ci spostiamo quindi verso Azrou, per esplorare le praterie di alta quota, dove però non troviamo quasi niente, nemmeno la nostra preda “target”, l’Iberodorcadion atlantis.
All’inizio della strada che porta verso le montagne però, troviamo un’oasi felice deovinizzata, dove facciamo delle ottime raccolte, sui fiori e sfalciando, trovando almeno 10 specie di Meloidae, due specie di Agapanthia (irrorata e annularis), Blepisanis melanocephala, Oedemera barbara e Oedemera simplex, Glaphyrus opulentus mesatlanticus, Eulasia bobylius, Aethiessa floralis, tre specie di Trichodes e molte altre. Inserisco alcune foto, per dare un’idea della diversità. In più, sui cespugli di astragalo, trovo una bella serie di Julodis pilosa

Una Mylabris
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Questo mi ricorda un Lydus
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Un altro Meloidae
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Maschio e femmina di Cerocoma sp.
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Un Clytrino non meglio identificato
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Eulasia bombylius
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Glaphyrus opulentus mesatlanticus
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Larinus onopordi, se non sbaglio di grosso
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Trichodes flavocinctus, mi pare
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Oedemera simplex
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La Julodis pilosa
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MessaggioInviato: 12/08/2022, 14:00 
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Nome: Roberto Rattu
Ciao Ric, il Graphipterus dovrebbe essere G. exclamationis (Fabricius, 1792), l'ho preso anche io quest'anno. Le piantine dove stanno posate le Perotis penso siano una qualche Thymelaea. Non ho ancora capito se siano le piante ospiti :? . Se così fosse posso solo ipotizzare che le larve vivano nell'apparato radicale.

:hi:


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MessaggioInviato: 12/08/2022, 15:54 
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Località: Casinalbo (MO)
Nome: Riccardo Poloni
Infatti, ho pensato la stessa cosa, non ce le vedo proprio delle Perotis a svilupparsi su quei fusti erbacei.
Aspetto anche il tuo di reportage!

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MessaggioInviato: 12/08/2022, 22:24 
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Nome: maurizio pavesi
Fumea crassiorella ha scritto:
Ciao Ric, il Graphipterus dovrebbe essere G. exclamationis (Fabricius, 1792), l'ho preso anche io quest'anno...

:ok:

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Immagine maurizio


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MessaggioInviato: 14/08/2022, 14:36 
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Località: Casinalbo (MO)
Nome: Riccardo Poloni
2 giugno

Il giorno seguente decidiamo di visitare una zona che è abbastanza famosa: Ain Leuh. La giornata non è delle migliori: è coperto e non fa caldissimo ma, visto che non piove, decidiamo di andare lo stesso, nel pomeriggio.
Arriviamo a una vallecola arida, con un fondovalle scosceso e una strada bianca dissestata che segue una sorta di piccolo canyon, profondo al massimo due o tre metri, scavato dall’acqua nella terra compatta. Non troviamo quasi nulla, ma l’habitat è decisamente magnifico. Ginepri secolari arroccati nelle zone più sassose, cespugli non meglio identificati e piccole piante di Euphorbia giallissime.

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Ci sono poi dei cuscinetti di una specie di pianta che vorrei far identificare, dove ogni tanto spuntava un fiore giallo su cui si posavano delle Mylabris e anche (in un fiore solo) delle Anthaxia. Sulle Euphorbia invece banchettavano a decine i bruchi della sfinge (Hyles euphorbiae) e qualche esemplare di Oberea erythrocephala.

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Una bellissima lucertola sguscia da sotto una pietra, disturbata dalla mia decisione di sollevare proprio la pietra dove aveva deciso di riposare.

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Dopo un paio d’ore, vista la scarsità di reperti, decidiamo di tornare indietro e ci fermiamo lungo la strada che attraversa le zone coltivate, dove ci sono alcune grosse ombrellifere, cardi e finocchi selvatici. Sulle prime troviamo diversi cleridi e qualche Anthypna, sui cardi invece le solite Agapanthia irrorata e A. annularis. Su questo fiore, che dovrebbe essere delle asteracee, erano numerosissimi i Glaphyrus, oltre che su alcuni cardi bassi. Raccogliamo anche alcuni Meloidi non ancora visti, che verranno presto determinati.

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Alla sera, riproviamo a fare la lampada, in una zona diversa. Scegliamo la radura dove abbiamo piazzato le trappole, dove c'è un bel bosco di querce e quindi, forse, anche qualche bel coleottero xilofago.
Arriviamo abbastanza presto e riceviamo la visita del guardiaparco, incuriosito e preoccupato che potessimo far scoppiare un incendio con le nostre lampade. Rassicurato sul fatto che non c'erano rischi ci ha augurato buon lavoro e ha ripreso la macchina.
Montato il tutto, comincio, come faccio sempre, a perlustrare i dintorni con la torcia frontale. Sopra i fili d'erba volano piccoli Sericini e, passando sotto un grosso leccio, sento il caratteristico "zz-zz" di un coleottero che si alza in volo. Puntando la torcia in direzione del suono riesco a prendere uno e poi due Rhizotrogini che svolazzano goffamente in mezzo all'erba per poi scoprire che la quercia è letteralmente invasa dagli scarabeidi e che, tra sericini e Rhizotrogus, è tutto un svolazzare. Con il retino raccolgo una bella serie di entrambi.

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Prendo una piccola stradina che si inoltra nella prateria, dove alcuni grilli cantano con un fortissimo "crrr-crr" che spacca letteralmente i timpani. Lungo il sentiero camminavano alcune bestiole come Carabidi e Tenebrionidae, oltre a un succiacapre che mi ha fatto prendere un colpo, involandosi a solo un metro da me.

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Durante la serata arrivano anche alcuni Oryctes, Phyllognathus e una Polyphilla. Nessun Cerambycidae o Oedemeridae però. Peccato, ma comunque una bella lampada!

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MessaggioInviato: 14/08/2022, 17:41 
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Iscritto il: 14/03/2009, 12:59
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Località: Milano
Nome: Gabriele Franzini
Temo non abbiate trovato Malachiinae :cry: , purtroppo ai primi di Giugno è tardi per la maggior parte delle specie.

:hi: :hi: G.


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