Forum Entomologi Italiani

È ormai ora di cena: i padroni di casa ci hanno preparato una harirà, una tajine di capra e per finire melone in abbondanza:




Con la pancia piena si raccoglie meglio alla lampada. Prepariamo tutto, ci mettiamo in una collinetta non lontano dall'hotel. Una bacinella all'apice della collinetta e telo e un'altra bacinella su uno dei versanti:



Appena scende il buio arrivano immediatamente i Cebrio, anche in numero. È sorprendente notare come lavorino diversamente le trappole sulla base della posizione: quella all'apice della collinetta cattura pochissimo perché esposta a una lieve brezza. Quelle nel versante, al riparo dal vento, attirano molto più. Oltre ai Cebrio arrivano Anoxia, alcuni rizotrogini, tanti piccoli acquatici e carabidi, alcune Amorphocephala coronata, dei Prionichus, anticidi, sfingidi e altri lepidotteri interessanti:





Verso l'una siamo soddisfatti . Dato che alle lampade sta arrivando molto meno rispetto alle ore precedenti ce ne andiamo a dormire.
SEGUE...

Ultimo e penultimo giorno. Dopo il lago Ouiouane la mattina seguente decidiamo di spostarci e approfondire i campionamenti presso il Col du Zad. Dopo alcune tappe intermedie (dove catturiamo alcuni Purpuricenus su fiori di rovo) arriviamo nella località dove, complice alcuni temporali a breve distanza e alcune porzioni di cielo sgombre da nubi con il sole che ci illumina alle nostre spalle, si creano dei contrasti di luce a cui ormai il Marocco ci ha abituato:






Anche per merito delle piogge di fine maggio ci sono ancora tantissime fioriture:

Prendiamo un po' di crisidi e imenotteri vari, cerambicidi, qualche melolontide annegato in un abbeveratoio, gli onnipresenti meloidi e tenebrionidi, coprofagi:

Di sera tentiamo un'ultima sortita presso la piana di Taanzoult, non lontano dal lago Aguelmane Sidi Ali. Il cielo e la terra continuano a stupirci con i contrasti cromatici:

Prima di montate la consueta attrezzatura per la caccia alla lampada vaghiamo per la sterminata piana di Taanzoult tra crisoline sotto pietra e Hoplia in alcuni punti particolarmente umidi e erbosi:




La notte al lume non è un granché: arrivano soprattutto acquatici, bostrichidi, anobidi, carabidi e pochi afodidi. E' più fruttuosa la raccolta con la lampada frontale effettuata nei punti dove l'erba è bassa, soprattutto per curculionidi e tenebrionidi. Rientriamo in hotel verso le 2.
La mattina dopo, sistemata la valigia per bene perché di sera ripartiamo, facciamo solo qualche breve sopralluogo nei dintorni di Ifrane, soprattutto per controllare alcune trappole per necro/coprofagi che Giulio aveva sistemato il primo giorno.
Una bella lavata alla macchina, un pranzo con un'oscena tajine "all'americana" (con le patate fritte, che blasfemia )



...e poi, verso l'aeroporto di Fes.
Alla prossima

Bellissimo racconto! E belle foto. Ti sei portato la reflex?

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Daniele

Davvero un bel reportage!
Magari ci riesce di organizzarne uno su "Marocco 2023 - cronaca di una spedizione sardo-siculo-vicentina"

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Silvano

Grazie Daniele! Sì, mi sono portato la reflex. Un po' ingombrante ma almeno per alcuni paesaggi la resa è stata ovviamente superiore al cell.


Sono già pronto per il prossimo fine giugno con le spedizioni sardo-sicule-vicentine-ecc. 2024

Hai carta bianca!
Qualche foto l'abbiamo fatta anche se non belle come quelle di Roberto.

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Daniele

Intervengo solo ora dopo un periodo di latitanza, causa una frotta di impegni e una temporanea repulsione per l'online

Ringrazio di nuovo Roberto per la compagnia in quello che è stato in mio primo viaggio entomologico out-of-Europe. Sicuramente farò tesoro di tutti i consigli e gli spunti che mi sono appuntato mentalmente seguendo Roberto sul campo

Ribadisco anch'io la bellezza dei posti che abbiamo visto, con tutte le loro sfumature di gialli, verdi e azzurri, l'essere spesso sperduti in vaste lande erbose in compagnia dei nostri pensieri (e delle onnipresenti Morica), gli asinelli, i fiori, la gentilezza delle persone... E' stato un viaggio davvero bello in un Paese meraviglioso. Direi che è nei piani tornarci!

Nota sulle catture. Non ero abituato ad una tale abbondanza di insetti, soprattutto di Tenebrionidi, che erano ovunque guardassi. Nonostante gli avveduti avvertimenti di Roberto ho quindi iniziato a raccogliere qualunque cosa a mani basse; ora prego gli Dèi della Preparazione affinché mi assistano. Riguardo ai coprofagi, che erano il mio obiettivo principale, non posso lamentarmi, anche considerando che la stagione era un po' avanti per loro. Abbondantissimi gli Euonthophagus crocatus, comuni gli Onthophagus maki e O. opacicollis; ahimè solo un esemplare di O. atricapillus, endemita marocchino, e due esemplari di Stereopyge douei, specie non rara ma per me molto bella e che desideravo trovare. Per altri Scarabeoidei, i lampioni di Ifrane erano come una bancarella di dolciumi. Aggiungo anche che l'abbeveratoio al Col du Zad in cui Roberto ha trovato il Melolontino nella foto era letteralmente invaso da centinaia di api che vi bevevano, facendo la guardia a Vespidi, Crabronidi e Coleotteri annegati che ho recuperato muovendomi a passo di camaleonte.

Riporto un simpatico aneddoto - per chi è più navigato potrà sembrare una banalità, ma che ha divertito un novellino come me. Premessa: abbiamo incontrato spesso cani randagi, che almeno in un paio di occasioni sono venuti a curiosare mentre lampadavamo. Io, non abituato alla loro presenza e reduce da un incontro non proprio piacevole avuto con loro in passato, ero all'inizio un po' preoccupato. La prima volta eravamo a margine del bosco nella strada per El Hajeb, e sentirli latrare mentre ci venivano incontro nel cuore della notte non è stata esattamente l'esperienza più rassicurante. Se non che Roberto, con esperta nonchalance, li ha liquidati come fifoni ed è rimasto tranquillo. Ed infatti quelli, una volta capito che eravamo innocui, si sono accucciati a guardare cosa facevamo e a mendicare un pezzetto di alcune repellenti ma nutrienti barrette che avevo portato. La seconda volta è stata più divertente. Eravamo al Cèdre Gouraud, tra i cedri a cercare a lume di torcia Carabus e quant'altro. Buio pesto. Dopo un po' che ci aggiriamo tra gli alberi sentiamo diversi randagi che iniziano ad abbaiare e a farsi più vicini. Iniziamo a tornare verso la macchina: Roberto si ricorda il sentiero da prendere, io non ne ho idea. I versi rabbiosi dei cani si avvicinano sempre più finché d'un tratto, puntando la torcia alla mia destra nella direzione da cui vengono i latrati, tra i cedri immersi nell'oscurità ad una ventina di metri da me vedo brillare una dozzina di occhi verdi ed obliqui. La scena è stata, diciamo, d'effetto e non so se lì per lì fossi più preoccupato all'idea che quelli ci sbranassero o più eccitato per la percezione di trovarmi in una scena di un film horror into the wild. Scorgo, a pochi metri da me, un paio di randagi a cui avevo dato dei crackers nel pomeriggio, tranquilli, e penso che magari ricambieranno il favore evitando di azzannarmi ad un polpaccio. Roberto, da navigato esploratore, continua nel frattempo a camminare impassibile e arriviamo sani e salvi alla macchina. Ancora una volta can che abbaia non morde. Ora direi che ho molte meno riserve nei confronti di quegli ispidi cuccioloni.

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Giulio

Ciao Giulio e Roberto, ancora complimenti!
In realtà il mio precedente intervento, sicuramente criptico per i non coinvolti, faceva riferimento alla spedizione in Marocco, dal 20 al 27 maggio, che ha visto impegnati Daniele Sechi, Marcello Romano e il sottoscritto. Purtroppo non sono in grado da solo, non avendo la conoscenza del paese di Daniele e la millimetrica precisione di Marcello nel registrare tappe, spostamenti e quant'altro, di realizzare un reportage almeno presentabile. Però qualche foto l'ho fatta (col telefono) e qualche impressione della mia prima esperienza in questo affascinante paese l'ho registrata. Gli esemplari raccolti, non tantissimi ma interessanti, li ho preparati (non ancora cartellinati) e ne proporrò alcuni. Forse in tre riusciamo a imbastire qualcosa di accettabile.
(Chiedo scusa per l'intervento fuori tema).

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Silvano

Bellissimo resoconto e bellissime immagini! Grazie di averlo condiviso

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Francesco Ghinelli