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Breve ricognizione presso il litorale di Sicilia occidentale e rinvenimento di bozzoli di Teia dubia arcerii



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MessaggioInviato: 01/08/2013, 2:32 
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Nome: Leotta Roberto
Sono passati circa 20 anni da quando trovai per la prima volta dei bruchi di Teia dubia presso lo Stagnone (TP) che causa il ben noto indice di parassitosi mi fruttarono solo un paio di femmine.
Con la disponibilità di qualche giorno di ferie di fine luglio mi sono riproposto di tornare in quei luoghi visitati a suo tempo nello stesso periodo, purtroppo distanti dalle mie zone abitualmente battute.
Dopo una ricognizione nell'agro di Mazzara del Vallo con visita nella Riserva dei Gorghi Tondi e bonifiche dei Margi di Capo Feto, condita da qualche battuta notturna poco soddisfacente in zona.
Come ultima meta di rientro optai per le saline dello Stagnone presso Marsala, dove dopo qualche ora di ricerca sotto il sole cocente, di bruchi di Teia solo qualche accenno di muta, probabilmente la stagione non coincideva con la visita a suo tempo fatta considerato l'avvistamento accidentale di qualche maschio dal volo frenetico.
Sfortunato da questo aspetto della raccolta, tuttavia ho recuperato qualche bozzolo che arricchisce le conoscenze sul ciclo vitale della specie per molti aspetti ancora poco documentato riferendomi all'accoppiamento che sembrerebbe effettuarsi all'interno del bozzolo della femmina totalmente attera e poco mobile, a cura del maschio dopo una sorta di perforazione della seta, almeno da quello che ufficiosamente viene citato dai pochi fortunati che hanno potuto allevarla con successo.


Gorghi Tondi piccola riserva con laghetti di origine carsica (secondo guida), interessante la vegetazione ricca di specie considerando che l'agro di Mazzara e dominato da vitigni, uliveti e rare zone a palma nanna.
Gorghi tondi 27-07-13 (2).JPG

Mazzara del Vallo, Margi di Capo Feto, ambiente favorevole per eventuale e ulteriore presenza della Teia..
Ma come in altri posti tipo Vendicari (SR) o Longarini (RG) le ricerche hanno avuto esito negativo (Ma non mi arrendo).

C.Feto 27-07-2013 (1).JPG

Saline presso lo Stagnone (TP)
Stagnone saline 30-07-13 (2).JPG

In alcuni dei pochi bozzoli raccolti ancora la ninfosi non è avvenuta.
DSC03451.JPG

Apertura del bozzolo si intravede le ali del maschio adulto morto in prossimità della parte terminale di ovo-deposizione della femmina.
DSC03368.JPG

Adulto femmina estratto dal bozzolo si nota la parte terminale di ovo-deposizione sulla destra dell'immagine
DSC03389.JPG

Adulto maschio morto all'interno del bozzolo, sono visibili delle uova di recente deposizione in considerazione che quelle già deposte sono state ricoperte da una lanugine visibile sul fondo del bozzolo.
Visibile parte della muta fatta dal bruco femmina prima ninfosi.

DSC03406.JPG

Probabile zona di penetrazione dell' adulto maschio.
DSC03431.JPG

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MessaggioInviato: 01/08/2013, 7:35 
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Che cosa strana! Quindi il maschio entra proprio all'interno del bozzolo della femmina, senza limitarsi magari a fecondarla restando aggrappato all'esterno del bozzolo? E la femmina depone dentro il suo stesso bozzolo? Da cui magari in seguito escono i bruchi al primo stadio, appena usciti dalle uova? Non sono un esperto di Lepidotteri, ma mi sembra un adattamento veramente estremo. Per portarlo al limite ci mancherebbe solo che i bruchi mangiassero i resti della madre (e forse anche del padre) prima di uscire dal bozzolo.

Gli ambienti sono molto interessanti. Le saline dello Stagnone le ho visitate in passato, perchè quando andavo a trovare la famiglia di mia cognata, che ha una casa vicino Marausa, le raggiungevo a piedi. Purtroppo sempre in periodi entomologicamente strani (di solito, verso Natale).
Nel tuo girare per farfalle, in posti come quello nei dintorni di Capo Feto, di cui hai messo la foto, ti è mai capitato di vedere qualche Cicindela? Sembrerebbero posti adattissimi.

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 01/08/2013, 8:24 
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Nome: Roberto Rattu
Leotta Roberto ha scritto:
accoppiamento che sembrerebbe effettuarsi all'interno del bozzolo della femmina totalmente attera e poco mobile, a cura del maschio dopo una sorta di perforazione della seta, almeno da quello che ufficiosamente viene citato dai pochi fortunati che hanno potuto allevarla con successo.

Molto interessante. A titolo di confronto Teia rupestris, una specie che ho allevato più volte, si comporta proprio così: femmine totalmente attere che non escono mai dal bozzolo e che vengono fecondate dai maschi che rimangono all'esterno, forando la sottile membrana di seta del bozzolo.

:hi:


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MessaggioInviato: 01/08/2013, 9:50 
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Località: Aci S. Antonio (CT)
Nome: Leotta Roberto
Il cannibalismo delle larve per i resti degli adulti nel bozzolo credo possa essere una ipotesi plausibile che avrò occasione di accertare nei prossimi giorni, tale evento fra i lepidotteri e capitato in via eccezionale su un esemplare femmina di geometride che dopo stesura a emesso uova con successive larve che hanno divorato il corpo della femmina, ma forse era dovuto a troppa fame.......
Cicindella.....? Non posso mettere la mano sul fuoco come ben sai l'occhio cerca quel che vuole trovare, ma sicuramente qualcosa di simile l' ho visto presso Longarini ma non proprio a ridosso della costa, nelle rocce semi arenarie fra Marzamemi, e Portopalo se non ricordo male sotto le pietre sui calcareniti di Floresta.
L'unica certezza che si trattava di coleotteri semi-brillanti non tozzi e veloci e comunque rilevati in terre sciolte non proprio troppo aride anche frammiste a rocce di varia origine ....


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MessaggioInviato: 01/08/2013, 16:04 
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Vuoi dire che dalle uova di un esemplare steso a seccare ti sono usciti i bruchi che si sono mangiati il corpo della madre, non avendo altro con cui sfamarsi? :shock:
Queste bestie non finiranno mai di stupirmi!

Quelle che dici non so se veramente erano cicindele o altri Carabidi. Del resto, non sono un esperto di questa famiglia. Nel primo caso, con rocce semi arenarie, potrebbe essere, perchè le arenarie, sgretolandosi, producono sabbia che certamente da qualche parte si accumulerà abbastanza per costituire un habitat adatto alle larve. Non gliene serve poi molta. La stessa, comune, Cicindela campestris si può trovare in ambienti diversissimi, dalla fascia costiera fino a oltre 2000 m di quota, in genere in ambienti prativi con erbe basse. Gli basta un sentierino o il bordo di una stradina sterrata per trovare l'ambiente adatto alle larve.
Sotto le pietre, invece, in Italia non ne ho mai trovate. Potrebbe essere stato qualche Chlaenius o simili.

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MessaggioInviato: 02/08/2013, 10:05 
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Si esatto Maurizio..... un geometride verde comune sulle conifere che sembra in Sicilia costituisca taxon diverso da quello peninsulare, ma non sono un esperto del gruppo e al momento non ricordo neanche il nome ma sicuramente trattasi di un evento atipico.
Cicindella.....proprio ieri in battuta notturna con un collega più "panoramicamente" entomologo del sottoscritto mi ha confermato che quelli visti da me sono Cicindella citandomi anche altre località vicine alle mie dove l'ha raccolti a titolo naturalistico, Capo Eloro (SR), L.Trearie (ME-CT) tanto per diversità di ambiente.


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MessaggioInviato: 02/08/2013, 10:36 
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Julodis ha scritto:
Vuoi dire che dalle uova di un esemplare steso a seccare ti sono usciti i bruchi che si sono mangiati il corpo della madre, non avendo altro con cui sfamarsi?


A me è successa la stessa cosa con un'Automeris ecuadoriana: la femmina era stata lasciata viva in bustina per farla deporre, e poi me la sono dimenticata fino al rientro in Italia. A Lecce ho scoperto che le larve nate si erano mangiato l'addome della femmina, per poi morire di fame.

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Qui varie immagini delle popolazioni di Crimea

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MessaggioInviato: 03/08/2013, 8:28 
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Leotta Roberto ha scritto:
Capo Eloro (SR), L.Trearie (ME-CT) tanto per diversità di ambiente.

Posti che non conosco proprio, salvo averli visti ora sul web. Sembrerebbero interessanti. Mi spiace di aver potuto visitare solo poche zone della Sicilia.

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 03/08/2013, 11:44 
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Maurizio per la diversità di ambienti che offre la Sicilia neanche io che sono del luogo posso dire di conoscerla....
E' vergognoso ma non ho mai visitato Rocca Busambra e ho solo uno scorcio dei monti Sicani mentre solo recentemente ho potuto approfondire i monti del palermitano....
La Valle di Mazzara come antica suddivisione delle aree biologiche dell'isola sono un programma ancora sconosciuto per il sottoscritto carenza dovuta alla viabilità spesso scarsa con iter da girone Dantesco e all'estensione della regione.
Onestamente da quel poco che ho visto della Sicilia occidentale preferisco quella orientale molto più montuosa selvaggia e più umida che offre sicuramente più possibilità per la tipologia da me cercata, basta considerare che escludendo Busambra e i Sicani di boschi di semplice roverella nell'area occidentale con mio stupore non ne ho trovato uno.
Qualche leccio e fustaie di corso fluviale indigene sui monti di Palermo poi solo aree a rimboschimento forestale coltivazioni varie che ancora nella parte nord-occidentale comprendono resti di mandorlo e carrubo ma che si estremizzano in vitigni e uliveti con resti di palmeto nano nella parte più occidentale ambiente troppo antropizzato e arido...poi soliti eucalipti ailanti
scarsi agrumeti rimane solo alcune zone umide litorali ma li di bosco non c'e molto...
Sicuramente la mia visione e di parte se consideriamo il mondo degli insetti ma di farfalle anche le più comuni nei periodi estivi.... li neanche l'ombra ad eccezione di isolate kikke....No decisamente preferisco le mie zone almeno posso variare dai paesaggi alpini dei Nebrodi e Madonie ai deserti dune e saline di Portopalo l'Etna e un discorso a parte.


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