Ieri sono stato una mezza giornata su una delle vette più alte dell'Appennino settentrionale: il Corno alle Scale. Da tempo desideravo visitare i prati cacuminali, che purtroppo mancano quasi totalmente nella mia Romagna (giusto sulla vetta del Monte Falco), ma che in Emilia non sono così rari. Infatti un sistema prativo si estende per circa 15 chilometri dal Monte Cimone (vetta più alta dell'Appennino settentrionale) al Monte Gennaio (sporgenza che si sviluppa dalle propaggini orientali del Corno alle Scale).
Questi ambienti, del tutto somiglianti a quelli che si osservano sulle Alpi a circa 2000 metri ma che qui compaiono dai 1500 metri circa, sono estremamente ricchi di elementi boreo-orofili e boreo-alpini, talvolta endemici. In un recente lavoro di Pedroni et Buzzetti (2013) viene addirittura segnalata
Bohemanella frigida frigida, che ha qui l'unica sua stazione appenninica
.
I miei obbiettivi per la giornata erano
Podisma emiliae,
Metrioptera caprai galvagnii (due endemismi dell'Appennino tosco-emiliano),
Pholidoptera aptera goidanichi (endemismo dell'Appennino settentrionale e centrale), oltre a varie specie più comuni e diffuse (come
Decticus verrucivorus verrucivorus) che tuttavia mancavano nella mia collezione per mancanza di indagini negli ambienti adatti.
Verso le 11:30 arriviamo al Rifugio Cavone, dove facciamo un giro attorno al lago e beviamo la fresca e pulita acqua di montagna da una fontana
Ci mettiamo in cammino. Saliamo sul Corno alle Scale da nord intenti a raggiungere la dorsale ed il Lago Scaffaiolo. Lungo il sentiero faccio i primi incontri degni di nota: diversi
Decticus verrucivorus verrucivorus saltano tra l'erba alta e qualche
Podisma emiliae mi attraversa il sentiero
Salendo di quota, ecco il vero e proprio ambiente cacuminale, con i suoi immensi prati e le rocce affioranti.
Ora inizia la caccia alla rara
Metrioptera caprai galvagnii. Dalle letterature avevo appreso che la
Metrioptera caprai sembra nutrirsi di Poacee. In particolare
M. caprai galvagnii è legata a
Brachypodium pinnatum, una specie orofila e poco comune. A contrario
M. caprai caprai si nutre di
Festuca.
Così mi metto alla ricerca della pianta nutrice, che in realtà appariva piuttosto abbondante in mezzo ai mirtilli. Dopo qualche minuto vedo qualcosa saltare. Che sia la
Metrioptera? Non faccio in tempo a mettere a fuoco che schizza via sotto il tappeto di mirtilli
Finalmente riesco a vederla in mezzo alla vegetazione. E' proprio lei!
Raggiungiamo il rifugio Le Malghe dove, dopo un gustoso panino, ricomincio la caccia inerpicandomi lungo una altura vicina. Ad un certo punto sento il canto di alcuni maschi di
Metrioptera, che seguo fino ad una piccola valle di un ruscelletto. Finalmente riesco a catturarne una bella serietta
Femmina.
Maschio.
Interessante grotta sotterranea formata dal ruscelletto.
In mezzo ai cespugli di mirtillo e di ginepro vedo e sento qualche grosso Ensifero. Finalmente riesco a catturarne uno e, con grande sorpresa, si tratta di
Pholidoptera aptera goidanichi femmina! Acchiappo anche un maschio, che schizza via appena tento di inserirlo nel contenitore
Continuo a girare per la ripida parete rocciosa, a tratti franosa.
Ad un certo punto sento un canto inconfondibile, ma che sul momento non riesco ad associare a nessuna specie presente in zona. Mi avvicino sempre di più, e nel frattempo dico tra me e me: sarà davvero un
Polysarcus? Sì!
Ecco lì che zampetta, ed al contempo canticchia nonostante sia a pochi centimetri da lui. E' il più grande Phaneropteridae italiano e l'unico Ortottero italiano a cantare mentre si sposta. La cosa più interessante è che non compare nella lista di Pedroni & Buzzetti (2013).
Una volta imparato il canto, ne raccolgo ben 6 esemplari. Poi, nonostante ce ne fossero ancora, ho smesso perché il sali e scendi, sempre in bilico su quei ciottoli, stava diventando stancante.
Ecco qualche foto agli esemplari avvistati.
Da notare le tegmine ancora in posizione di canto in questo esemplare.
Ogni tanto si vedevano altre
Podisma emiliae.
Eccone due in copula.
Ormai ho sviscerato la fauna ortotterologica della zona, ma per ritenermi soddisfatto devo saldare un conto in sospeso con il maschio di
Pholidoptera aptera goidanichi. Così, finalmente, riesco a captare i canti dei maschi, tutti concentrati in mezzo ai cespugli di ginepro. Dopo vari tentativi andati a vuoto, ne acchiappo uno. Eccolo in tutta la sua bellezza
Poi si torna a casa, soddisfatti per i regali del Corno alle Scale
Ecco le specie raccolte.
Podisma emiliae.
Chorthippus (Chorthippus) parallelus (preso giusto per la località).
Alcuni
Decticus verrucivorus verrucivorus e una
Tettigonia cantans (presa per la località).
Pholidoptera aptera goidanichi .
Una bella serietta di
Metrioptera caprai galvagnii Polysarcus denticauda.
Vi saluto con la speranza che qualcuno si sia interessato agli Ortotteri anche per pochi minuti leggendo queste righe.