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Isola di Salina (Arcipelago delle Eolie), 17.VIII.2016



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MessaggioInviato: 20/08/2016, 11:09 
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Ciao a tutti! :)

Quest'anno la mia tradizionale spedizione estiva alle Eolie mi ha portato sull'Isola di Salina, la seconda per vastità (26,4 kmq) dell'arcipelago.
Premetto che, dato il periodo, non ho raccolto assolutamente nulla, ma l'escursione è stata ugualmente molto piacevole perchè svolta con la compagnia e la guida del più esperto conoscitore della storia naturale (e non solo) dell'arcipelago eoliano, l'amico naturalista Pietro Lo Cascio, che alcuni di voi conoscono, e di un gruppo di escursionisti, con cui ho avuto modo di passare una dilettevole giornata, in una cornice naturale favolosa.

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Salina forma, insieme alle isole di Lipari e Vulcano, un unico complesso strutturale orientato NW-SE, parallelo alla struttura tettonica Eolie-Tindari-Letojanni e perpendicolare al resto dell'arcipelago.

La caratteristica morfologia dell'isola è data dalla presenza di due stratoconi gemelli: il Monte dei Porri (860 m s.l.m.) a Ovest e il Monte Fossa delle Felci (962 m s.l.m.) a Est, separati dalla sella di Valdichiesa (300 m s.l.m.). Per tale motivo, essendo i due apparati vulcanici simili per forma e dimensioni, l'isola era in antichità conosciuta come Διδύμη (Didyme), dal greco δίδυμος (dìdymos), "gemello", quindi "[isola] gemella". Il nome attuale deriva invece dal laghetto costiero salmastro di Lingua, nel settore sud-orientale dell'isola, donde dall'età romana e fino a tempi recenti si estraeva il sale.

Altre emergenze geologiche sono rappresentate dal duomo di Punta dele Tre Pietre, dal sistema di creste e guglie dell'apparato Monte Rivi-Pizzo Capo, dal tuff ring di Pollara.

Salina (a sinistra) e Lipari viste da Vulcano (foto G. Altadonna, VIII.2015)

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Mappa dell'isola di Salina

mappa_salina.jpg


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"L' uomo che è cieco alle bellezze della natura ha perduto metà del piacere di vivere"
Sir Robert Baden Powell

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Nome: Giovanni Altadonna
Dal punto di vista naturalistico, l'aspetto che più colpisce di Salina è il rigoglio della macchia-foresta di Monte Fossa delle Felci, il rilievo maggiore dell'isola e dell'intero arcipelago eoliano. La nostra escursione è volta appunto a esplorare questa zona.

L'imponenza di questo stratocono è ben evidente se lo si guarda dal molo di Santa Marina Salina, uno dei tre Comuni in cui è suddivisa l'isola (gli altri sono Leni e Malfa).

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Il punto di partenza della nostra escursione è Valdichiesa, frazione di Leni, le cui campagne sono estesamente coltivate a vigneti che producono la celebre "Malvasia delle Lipari", conosciuta ed esportata in tutto il mondo. Più precisamente partiamo dal Santuario della Madonna del Terzito (su cui tornerò più avanti) per arrivare alla vetta di Monte Fossa delle Felci, percorrendo uno dei ben 13 sentieri escursionistici che percorrono l'isola.

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Prima però è opportuna una breve introduzione sugli aspetti naturalistici dei due stratoconi dell'isola... qui Pietro spiega al gruppo la storia geologica di Salina, accennando alle fitocenosi del Monte dei Porri, che si staglia imponente di fronte al Santuario.

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Dopodichè, si parte, alla volta della vetta!

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MessaggioInviato: 20/08/2016, 12:13 
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Nome: Giovanni Altadonna
Le essenze principali che compongono la macchia dell'isola di Salina sono l'erica (Erica arborea) e il corbezzolo (Arbutus unedo), che sono accompagnate a basse quote da lentisco (Pistacia lentiscus), cisti (Cistus spp.), acanto (Acanthus sp.), scilla marittima (Drimia maritima), senecio (Senecio sp.), assenzio mediterraneo (Artemisia arborescens), e varie ginestre (Calycotome villosa, Spartium junceum). Nella parte alta del monte Fossa, l'erica e il corbezzolo sono consociate con essenze forestali impiantate in passato per stabilizzare i versanti dopo un disastroso incendio, in seguito al quale fu istituita, nel 1984, la prima R.N.O. delle Eolie, "Le Montagne delle Felci e dei Porri", la cui gestione è affidata alla Provincia di Messina (che formalmente non esiste più :? ).

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Arbutus unedo e Erica arborea
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Pistacia lentiscus
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Cistus sp.
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Artemisia arborescens e Spartium junceum
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Acanthus sp.
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Le essenze della macchia presenti alle pendici di Fossa delle Felci ricoprono anche il dirimpettaio Monte dei Porri, rilievo mai soggetto a eventi di riforestazione e che quindi presenta una vegetazione più naturale.

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Salendo di quota la macchia si fa più strutturata e più fitta.

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Lentisco ed erica
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Corbezzolo
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Finalmente arriviamo ad un belvedere, a circa 700 m di quota, che ci permette di ammirare con un solo sguardo Rinella e Leni, il Monte dei Porri e il Semaforo di Pollara.

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Qui i cespugli di erica e corbezzolo sono davvero imponenti, in particolare i corbezzoli permettono a Salina l'esistenza di una stabile popolazione di Charaxes jasius (ne abbiamo anche visto un esemplare volare sul sentiero, bellissimo!)

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Come anticipato in precedenza, alle quote sommitali di Fossa delle Felci le essenze della macchia mediterranea sono accompagnate da varie essenze arboree, formando così una sorta di "macchia-foresta" unica nel panorama eoliano. Fra le essenze forestali presenti, il castagno (Castanea sativa) fu introdotto a Salina in epoca romana, come in molte altre zone d'Italia, e insieme all'ontano napoletano (Alnus cordata) e al pino marittimo (Pinus pinaster) si integra bene con la vegetazione autoctona. Ben più inappropriate sono specie come Robinia pseudoacacia, Acacia cyanophilla, Eucalyptus spp., Cupressus arizonica, Cedrus sp.; frutto della "fantasia botanica" dei forestali (cit. Pietro :D ).

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Foglie di Alnus cordata... una splendida tettoia verde
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Questi ambienti forestali costituiscono l'habitat dell'unica popolazione eoliana di ghiro (Glis glis), anch'esso probabilmente introdotto dai Romani, nonchè il locus typicus di alcuni coleotteri endemici delle Eolie: Anthaxia (Haplanthaxia) flaviae Lo Cascio & Sparacio, 2010 e Firminus massai Arnone, Lo Cascio et Grita, 2014.
Qui è presente anche un Limacidae endemico di Salina e Filicudi, il Limax eolianus, e, nella striscia tagliafuoco fra Monte Fossa delle Felci e Monte Rivi in primavera volano e cacciano le cicindele (Cicindela campestris siculorum), delle cui larve avviamo avvistato i fori lungo il sentiero.

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Fra gli alberi introdotti in passato, è presente anche Acer pseudoplatanus.

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Più in alto e giù lungo i versanti interni del cratere spento i pini marittimi si alternano ai castagni, formando un bosco fittissimo, insolito per una piccola isola mediterranea.

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------TO BE CONTINUED------

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Finalmente arriviamo sulla cima (962 m s.l.m.) di Monte Fossa delle Felci.

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Qui è abbondantissima la felce aquilina, da cui deriva il nome del maggiore rilievo di Salina.

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Da qui si aprono vasti panorami sulla Sicilia e l'arcipelago eoliano

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Non può mancare una foto ricordo con Pietro! :lov2: :birra: :ok:
(Dietro di noi, Filicudi e Alicudi)

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Dopo la pausa pranzo inizia la discesa... che terminerà a Valdichiesa, il nostro punto di partenza.

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I rigogliosi vigneti di Malvasia a Valdichiesa.
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Il Santuario della Madonna del Terzito è il più importante luogo di culto mariano delle Eolie e risale al 1630. Esso fu ricostruito per ben tre volte (donde il termine "Terzito").

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Finisce così la mia prima esperienza a Salina. Un'isola che custodisce ambienti curiosi e sorprendenti, visitata in ottima compagnia. Ringrazio ancora tutto il gruppo escursionisti e soprattutto Pietro per la piacevole giornata trascorsa insieme. :lov2: :lov2: :birra:

Alla prossima! :hi: :hi:

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MessaggioInviato: 20/08/2016, 21:08 
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Località: Castel Mella (Brescia)
Nome: Livio Mola
Accidenti quanta (sana) invidia!
In quell'arcipelago ci sono Ectobius endemici che, purtroppo, non ho ancora visto da vicino ... :cry:
Prima o poi ... ;)

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L'oca è ritenuto l'animale simbolo della stupidità, a causa delle sciocchezze che gli uomini hanno scritto con le sue penne.


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MessaggioInviato: 21/08/2016, 0:28 
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Nome: Giovanni Altadonna
Incrociamo le dita, Livio... e qualcuno potrà saltare fuori. ;)

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