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Il bosco-pineta di Classe (Ravenna).



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 Oggetto del messaggio: Il bosco-pineta di Classe (Ravenna).
MessaggioInviato: 27/02/2017, 17:10 
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A sud di Ravenna si trova una delle più grandi formazioni boschive del litorale romagnolo: il bosco-pineta di Classe. Viene spesso chiamata "pineta", ma oggi dovrebbe essere definito "bosco-pineta" dal momento che il pino, pianta esotica introdotta in epoca romana, è in netta minoranza in confronto ad altre essenze autoctone come la quercia, il pioppo, il leccio, eccetera. Nelle zone più alte ci sono comunque molti pini, anche di grandi dimensioni, mentre nelle basse umide la vegetazione è composta principalmente da frassino ossifilo e pioppo.
Ci sono anche numerosi esemplari di farnia secolare, sui quali si sviluppano molti xilofagi e xilodetriticoli (Cerambyx cerdo, Cerambyx velutinus, Aegosoma sabricorne, Morimus asper, Protaetia affinis, Protaetia speciosissima solo per citare le specie più appariscenti).
Ieri ho deciso di fare un giro in questo bosco-pineta con un obbiettivo preciso: l'Oberea (Oberea) pedemontana. Non avete idea di quante volte l'abbia cercata invano in altri boschi umidi della zona, ma non ho mai avuto successo, nonostante la presenza della sua pianta nutrice.
Qualche foto di come si presenta l'ambiente.
Zona con vegetazione autoctona, soprattutto lecci.
pinetafebbraio 003.JPG



Vecchio leccio.
pinetafebbraio 002.JPG



Farnia secolare.
pinetafebbraio 014.JPG



Vedo molti rami caduti o comunque secchi, specie di leccio. Provo a spezzarne qualcuno ma non trovo tracce di gallerie, così rimando controlli più accurati alla prossima occasione: è tardi e le bassure dove spero di trovare l'Oberea sono ancora lontane!
Finalmente raggiungo il settore più orientale della pineta, dove ci sono diverse depressioni umide ricche di vegetazione igrofila.
pinetafebbraio 015.JPG



Qui un boschetto di frassino ossifilo e pioppo.
pinetafebbraio 001.JPG



Guardo con attenzione le pianticelle del sottobosco, ma non scorgo le piante di frangula, tranne qualche esemplare sanissimo (buon per lui! :to: ) o troppo grosso per ospitare la specie. Proseguendo all'interno della bassura delle foto, raggiungo un sentierino sperduto che attraversa delle basse umide.

continua... :)

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MessaggioInviato: 27/02/2017, 21:48 
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Ad un certo punto, in una insignificante piantina ai margini del sentiero, vedo gli inconfondibili segni del passaggio dell'Oberea!
pinetafebbraio 004.JPG


pinetafebbraio 005.JPG



Si tratta di ulcerazione provocate dalla larva durante lo scavo della galleria discendente, dalle quali esce la rosura.
In realtà nutrivo poche speranze che potesse ancora esserci una larva, ma, aprendolo a metà, ecco una bella sorpresa :hp: .
pinetafebbraio 006.JPG


pinetafebbraio 007.JPG



Una larva matura di Oberea lunga circa 2 centimetri, gialla come il legno di cui si nutre.
La richiudo nella sua galleria con del nastro di carta e metto il rametto nella valigetta.
Non faccio in tempo a tirarmi su che, a pochi metri di distanza, noto delle ferite simili su delle altre piante di frangula.
pinetafebbraio 010.JPG



Anche qui apro il fusterello e ci trovo una larva, in questo caso al primo anno (le larve impiegano due anni per svilupparsi).
pinetafebbraio 012.JPG



E poco dopo, eccone un altro!
pinetafebbraio 013.JPG



Questo lo tengo integro e rimando il controllo quando sarò a casa (si sta facendo tardi).
Raccolgo qualche pianta integra dove "innestare" le larve dal momento che le porzioni dove le ho trovate erano compromesse, inclusa una di riserva, nel caso una delle altre dovesse morire (e con esse la larva di Oberea).
A casa seziono anche l'ultimo fusterello e ci trovo un'altra larva al primo anno.
pinetafebbraio 019.JPG



Particolare di una larva al primo anno.
pinetafebbraio 017.JPG



Ho messo le piantine, con tanto di apparato radicale completo, con le larve al loro interno in dei vasi da fiori con del terriccio misto a sabbia, il tutto molto umido. Spero che nei prossimi mesi le piantine diano segni di vita (ad esempio germogli). Quando lo sfarfallamento sarà vicino, coprirò il vaso con della reticella da zanzariera. In ogni caso quest'anno otterrò solo la larva più grossa mentre, se ho fortuna, le altre due usciranno nel 2018.
Mi dispiaccio solo di aver avuto poco tempo, altrimenti ne avrei certamente raccolte altre. Conto di tornare sul posto da qui a maggio.

Il prossimo obbiettivo è l'Oberea (Amaurostoma) erythrocephala dalle piante di Euphorbia cyparissias. Lo scorso anno ne raccolsi una larva ma non riuscii a far sopravvivere la pianta e di conseguenza il suo parassita, che ora giace in una provetta d'alcol.
Poi, in primavera inoltrata, si parte con i trappolamenti 8-) .

Marco :hi:

P.S.: se qualcuno ha voglia di fare un giro in questo bel bosco ricco di ambienti unici lungo il litorale romagnolo, mi contatti e potrò essere una buona "guida indigena", visto che visito con una certa assiduità il posto da quasi 3 anni. Ho già accompagnato Daniele che ha trovato alcuni micorbi e mi pare sia rimasto abbastanza soddisfatto.

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MessaggioInviato: 27/02/2017, 22:25 
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marco villa ha scritto:
potrò essere una buona "guida indigena"

marco villa ha scritto:
Ho già accompagnato Daniele che ha trovato alcuni micorbi e mi pare sia rimasto abbastanza soddisfatto.

Posso confermare tutto! :D :birra:

Ovviamente spero di riuscire a tornare presto, ma come sai non è un buon periodo (maledetti ultimi esami :sick: ); verso fine marzo dovrei liberarmi un po' però!
Gli ambienti naturali che avete nel ravennate mi fanno sempre sbavare :p Qua me li sogno...

Complimenti per l'Oberea! Io ne ho ancora un solo esemplare, raccolto ormai una decina di anni fa sbattendogli contro in scooter e portandomelo involontariamente a casa in una piega della maglia :lol: Non sono ancora riuscito ad individuare piante di frangola, e quindi nemmeno altre Oberee... Eppure ci devono essere! :devil:


:hi:


PS: quegli articoli di Contarini non riesco proprio a scannerizzarli, ho lo scanner fuori uso (ormai lo avrai intuito da solo :oops: ); alla prima occasione ti porto i cartacei così te li puoi fotocopiare tu :ok:

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MessaggioInviato: 28/02/2017, 8:54 
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Sei sempre il benvenuto :ok:

Le piante di frangula ci sono sicuramente anche lì, ma bisogna saperle riconoscerle. Poi, quando ne vedi una da vicino, non puoi più sbagliare (o al massimo ti confondi con un giovane prugnolo). Si trovano nelle depressioni umide, allagate perennemente o meno, in consociazione con il Fraxinetum-oxycarpae e con l'Alneto-Populetalia, a volte in zone nascoste. Tra un po' iniziano a fare le foglie e dovrebbero essere più visibili.
Certo che trovarsela addosso dopo un giro in scooter è una chiara manifestazione, da parte tua, di Costanza, Umiltà, Lungimiranza e Ostinazione :to: , ma da molta più soddisfazione trovarla nei suoi rametti dopo tante uscite andate a vuoto.

Nessun problema per quei lavori :birra:

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MessaggioInviato: 28/02/2017, 14:17 
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Bravo Marco :ok:
datti da fare con le Oberea, che qualcuno interessato :bln: ti sta mettendo da parte cosine carine. :hi: :hi:

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MessaggioInviato: 28/02/2017, 14:41 
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Nome: Marco Villani
hypotyphlus ha scritto:
Bravo Marco :ok:
datti da fare con le Oberea, che qualcuno interessato :bln: ti sta mettendo da parte cosine carine. :hi: :hi:


:ok: Se ho successo e riesco a trovarne altre, un paio di coppie sono per voi :birra: .

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MessaggioInviato: 02/03/2017, 22:38 
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Ho ritrovato alcune foto scattate nel bosco-pineta di Classe nell'estate 2015.
Vista di uno di un canale.
nbndsfhhfhfhf 040.JPG



Iphiclides podalirius.
nbndsfhhfhfhf 050.JPG



Grossa farnia.
nbndsfhhfhfhf 052.JPG



Caria basale di una farnia.
nbndsfhhfhfhf 061.JPG



Femmina di Dorcus.
nbndsfhhfhfhf 060.JPG



A proposito di Lucanidi, questa è l'unica stazione di pianura del Lucanus cervus cervus in Romagna. I maschi locali sono tra i più grossi d'Europa.

Altra farnia annosa.
dicembre-gennaio 004.JPG



Una rarità: Clathrus ruber varietà albus. Non lontano da lì c'era anche la forma più usuale di colore rosso.
dicembre-gennaio 003.JPG



Carpino da cui rami deperenti mi è sfarfallato un Ropalopus clavipes.
dicembre-gennaio 012.JPG



Marco :hi:

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MessaggioInviato: 02/03/2017, 23:13 
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Grazie Marco, bel resoconto.

marco villa ha scritto:


Femmina di Dorcus.

A proposito di Lucanidi, questa è l'unica stazione di pianura del Lucanus cervus cervus in Romagna. I maschi locali sono tra i più grossi d'Europa.


Moooooolto interessante... :D

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MessaggioInviato: 02/03/2017, 23:47 
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marco villa ha scritto:
A proposito di Lucanidi, questa è l'unica stazione di pianura del Lucanus cervus cervus in Romagna. I maschi locali sono tra i più grossi d'Europa.


Marco, questo mi interessa... Nei hai visti di persona, o hai notizie certe di qualcuno che ne ha visti di recente?
Come saprai, era segnalato da Contarini al Boscone della Mesola, sempre la forma telodonte come quella delle pinete ravennati; ma qui alla Mesola non sembra più essere presente :(

:hi:

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MessaggioInviato: 03/03/2017, 16:10 
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Daniele Maccapani ha scritto:
marco villa ha scritto:
A proposito di Lucanidi, questa è l'unica stazione di pianura del Lucanus cervus cervus in Romagna. I maschi locali sono tra i più grossi d'Europa.


Marco, questo mi interessa... Nei hai visti di persona, o hai notizie certe di qualcuno che ne ha visti di recente?
Come saprai, era segnalato da Contarini al Boscone della Mesola, sempre la forma telodonte come quella delle pinete ravennati; ma qui alla Mesola non sembra più essere presente :(

:hi:


In realtà non so di esemplari raccolti di recente, ma la materia prima c'è, quindi, in teoria, non ci sono motivi per cui potrebbero essersi estinti localmente. Hai provato a mettere delle trappole aeree ad una certa altezza, specie su farnia (e secondariamente leccio)?

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MessaggioInviato: 03/03/2017, 16:58 
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No, personalmente non l'ho mai cercato con trappole aeree (è area protetta, quindi ho cercato insetti solo a vista o con trappole usate per ricerche autorizzate, quindi le pitfall per i carabidi e delle malaise per i sirfidi). Negli ultimi anni ci sono stati però dei ricercatori del life MIPP a cercare il cerdo, il cervus e l'asper, e non hanno trovato nessuno di questi (tutti segnalati in passato); quindi... O erano ricercatori troppo "improvvisati" :twisted: o sta succedendo qualcosa di poco bello nel bosco... :? La verità non so qual'è (ho un'idea personale ma naturalmente non si può dire); ma per quanto riguarda il cervus, è attratto dalle luci, quindi nelle sere nel periodo di attività degli adulti dovrebbe arrivarne qualche esemplare attorno alla casetta coi loro uffici, e invece non ricordano di averne mai visti.
Personalmente non sono pessimista al 100%, ma il discorso si farebbe lungo e fuori tema in questa discussione ;)
Magari ne parleremo dal vivo, uno scambio di idee è sempre positivo.
Ho chiesto perché speravo avessi notizie recenti almeno del ravennate; a questo punto mi piacerebbe pensare a qualche ricerca mirata nel prossimo futuro... ;)

:hi:

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marco villa ha scritto:
marco villa ha scritto:
A proposito di Lucanidi, questa è l'unica stazione di pianura del Lucanus cervus cervus in Romagna. I maschi locali sono tra i più grossi d'Europa.

In realtà non so di esemplari raccolti di recente, ma la materia prima c'è, quindi, in teoria, non ci sono motivi per cui potrebbero essersi estinti localmente. Hai provato a mettere delle trappole aeree ad una certa altezza, specie su farnia (e secondariamente leccio)?


Nel corso degli anni ho messo spesso trappole a fermentazione sugli alberi in zone popolate da Lucanus cervus o Lucanus tetraodon, e mai una volta mi è capitato di trovarci dei Lucanus. Qualcuno l'ho invece trovato in trappole dello stesso tipo messe alla base dei tronchi o nelle cavità, o a pochi cm di distanza.
A voi è andata diversamente?

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MessaggioInviato: 03/03/2017, 17:47 
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Nome: Marco Villani
Daniele Maccapani ha scritto:
No, personalmente non l'ho mai cercato con trappole aeree (è area protetta, quindi ho cercato insetti solo a vista o con trappole usate per ricerche autorizzate, quindi le pitfall per i carabidi e delle malaise per i sirfidi). Negli ultimi anni ci sono stati però dei ricercatori del life MIPP a cercare il cerdo, il cervus e l'asper, e non hanno trovato nessuno di questi (tutti segnalati in passato); quindi... O erano ricercatori troppo "improvvisati" :twisted: o sta succedendo qualcosa di poco bello nel bosco... :? La verità non so qual'è (ho un'idea personale ma naturalmente non si può dire); ma per quanto riguarda il cervus, è attratto dalle luci, quindi nelle sere nel periodo di attività degli adulti dovrebbe arrivarne qualche esemplare attorno alla casetta coi loro uffici, e invece non ricordano di averne mai visti.
Personalmente non sono pessimista al 100%, ma il discorso si farebbe lungo e fuori tema in questa discussione ;)
Magari ne parleremo dal vivo, uno scambio di idee è sempre positivo.
Ho chiesto perché speravo avessi notizie recenti almeno del ravennate; a questo punto mi piacerebbe pensare a qualche ricerca mirata nel prossimo futuro... ;)

:hi:


Non conoscendoli di persona non vorrei dare giudizi affrettati ma direi che si tratta di ricercatori abbastanza "improvvisati", soprattutto per il fatto di non aver trovato il Morimus asper :no1: :? . E' tra i Cerambicidi più comuni in assoluto e si trova in qualunque ambiente boscato e non solo. Pensa che ad Alfonsine, sull'argine del Senio, si sviluppa nei tronchetti delle Robinia pseudacacia e degli Ailanthus di circa 20 centimetri di spessore. Poi altrove l'ho trovato dall'alto Appennino (su cataste di faggio e abete) fino in riva al mare (vagante sui tronchi di quercia). E poi alla larva va bene un po' tutto: oltre alle essenze tipiche quali Quercus, Salix, Populus, eccetera, le ho trovate nella già citata Robinia ed Ailanthus, ma anche nel legno di Abies alba e di varie specie di Pinus. Dunque, a mio parere, è impossibile che manchi in zona.
Passando al Cerambyx cerdo, anche lui non vedo perché non debba esserci. Si trova un po' ovunque ci siano grandi querce (sia sempreverdi che caduche). In posti caldi e soleggiati spesso convive con il welensii (=velutinus) e in collina e montagna con il miles. Non penso che al Boscone manchino esemplari annosi di Quercus.
Il Lucanus cervus se manca, è per motivi che mi sono oscuri, ovvero: mangia ceppi di latifoglie variatissime, non necessariamente di grandi dimensioni. A Classe, dunque, c'è quasi sicuramente dal momento che le querce morenti (anche di grandi dimensioni) abbondano, e penso che il Boscone non sia da meno. Poi però entrano in gioco quei fattori ambientali difficilmente identificabili che per anni fanno scomparire (apparentemente?) una specie in un determinato ambiente o anche in gran parte del suo areale.
Del Ravennate conosco quest'ultima specie anche della Vena del Gesso, in dei boschi di quercia e carpino quasi maturi.
Se vuoi provare a raccoglierli senza utilizzare trappole potresti provare a disporre delle esche nella parte medio-alta dei tronchi, spalmando sulla corteccia della frutta frullata o altre sostanze attiranti.

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Riguardo il Morimus, mi fa strano proprio perché se c'è lo troverebbe chiunque; in posti dove c'era e io ci sono stato magari solo due giorni, ne ho incontrati diversi. Al Boscone invece non l'ho mai incrociato nemmeno io :?
Il cerdo c'è di sicuro, l'ho visto due volte in un bosco vicino, ma fuori dall'area protetta; pare però abbiano trovato solo il wlensii nelle loro ricerche. Magari le due specie hanno qualche lieve differenza ecologica tale per cui nel Boscone è più frequente il welensii, mentre il cerdo è concentrato solo in qualche zona e magari è più frequente fuori dall'area interessata dalle ricerche del MIPP.
Per il cervus so che le larve appena schiuse vivono nel terreno rodendo radichette di querce vive, per poi spostarsi nel legno morto in una fase successiva (confermate? Ce lo ha detto un prof di entomologia, io non ho mai approfondito la cosa di persona); è accertato che il Boscone sta subendo fortemente l'ingressione del cuneo salino, dando problemi anche agli anfibi per l'aumento di salinità delle pozze; magari la salinizzazione del terreno incide negativamente sulle larvette appena schiuse :? Comunque stando a quanto scritto da Contarini la specie era molto rara già quarant'anni fa e si trovava soprattutto al Taglio della Falce, la parte del bosco più vicina al mare. Quindi da un lato la rarità spiega perché possa passare inosservata, dall'altro aumenta il possibile effetto negativo della salinizzazione. Ci sono elementi sia per essere pessimisti sia per essere ottimisti.
Comunque come dicevo sono specie che di persona non ho mai cercato, quindi sto parlando di aria fritta ;)

:hi:

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Daniele Maccapani ha scritto:
Riguardo il Morimus, mi fa strano proprio perché se c'è lo troverebbe chiunque; in posti dove c'era e io ci sono stato magari solo due giorni, ne ho incontrati diversi. Al Boscone invece non l'ho mai incrociato nemmeno io :?
Il cerdo c'è di sicuro, l'ho visto due volte in un bosco vicino, ma fuori dall'area protetta; pare però abbiano trovato solo il wlensii nelle loro ricerche. Magari le due specie hanno qualche lieve differenza ecologica tale per cui nel Boscone è più frequente il welensii, mentre il cerdo è concentrato solo in qualche zona e magari è più frequente fuori dall'area interessata dalle ricerche del MIPP.
Per il cervus so che le larve appena schiuse vivono nel terreno rodendo radichette di querce vive, per poi spostarsi nel legno morto in una fase successiva (confermate? Ce lo ha detto un prof di entomologia, io non ho mai approfondito la cosa di persona); è accertato che il Boscone sta subendo fortemente l'ingressione del cuneo salino, dando problemi anche agli anfibi per l'aumento di salinità delle pozze; magari la salinizzazione del terreno incide negativamente sulle larvette appena schiuse :? Comunque stando a quanto scritto da Contarini la specie era molto rara già quarant'anni fa e si trovava soprattutto al Taglio della Falce, la parte del bosco più vicina al mare. Quindi da un lato la rarità spiega perché possa passare inosservata, dall'altro aumenta il possibile effetto negativo della salinizzazione. Ci sono elementi sia per essere pessimisti sia per essere ottimisti.
Comunque come dicevo sono specie che di persona non ho mai cercato, quindi sto parlando di aria fritta ;)

:hi:


In generale il welensii si trova più abbondante sul leccio rispetto al cerdo. E' possibile che per questo motivo sia la specie dominante in tale peculiare formazione boschiva.
La cosa della doppia dieta larvale dei Lucanus non la sapevo. Nel libro di Trenblay trovo scritto solo che le larve vivono nel colletto di piante morte da almeno un anno.
L'innalzamento del cuneo salino è certamente un problema per le faune strettamente legate ad acque dolci ma non dovrebbe colpire le faune del terreno/del legno soprattutto se si tratta di esofiti secondari. Il problema ce l'hanno le querce che soffrono in presenza di acqua salata, ma ai Lucanus dovrebbe andare bene dato che mangiano proprio piante morte/morenti. Il problema sarebbe avere una falda tanto superficiale da annegare le larve, ma credo che al Boscone ci siano staggi abbastanza alti, almeno fino a quando la subsidenza non farà il suo lavoro. Nell'ultimo secolo l'area di Mesola si è abbassata di circa 45 centimetri (quella di Classe di circa 30) ed è anche possibile che l'interramento non riporti all'equilibrio e che la zona finisca per diventare una valle salmastra (vedi le valli di Comacchio, che un tempo coincidevano all'antico delta del ramo principale del Po ma che dopo alcune centinaia di anni si sono abbassate e riempite d'acqua) :cry: .
Si sanno le dinamiche dei campionamenti del MIPP? Magari sono andati lì un po' tardi per trovare le varie specie che cercavano, mentre il welensii era ancora in giro (si trova fino ad agosto inoltrato).

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