Il Monte Fumaiolo (1407 metri) è un massiccio montuoso posto tra Romagna e Toscana, noto soprattutto poiché sul suo versante toscano nasce il fiume Tevere. Nel corso degli anni l'ho visitato molteplici volte ed in varie sue stazioni, rimanendo sempre colpito dalla varietà di ambienti e di faune di questo rilievo, tanto che, non appena ho avuto la possibilità di visitarlo, ne ho fatto la mia prima tappa entomologica post-quarantena.
Ma prima di cominciare con il resoconto della mia uscita, vi lascio qualche considerazione biogeografica. Il Monte Fumaiolo, per via della sua collocazione geografica e la sua altitudinae, rappresenta un importante luogo di incontro tra tre differenti tipi di popolamenti animali e vegetali: uno caratteristico dell'Appennino settentrionale, uno che si insinua dalla adiacente Toscana e uno che risale dal vicino Appennino umbro-marchigiano. Questo diviene evidente guardando ai carabidi del genere
Percus, che localmente sono presenti con le specie
passerinii,
paykullii e
dejeanii, ognuna gravitante in una delle tre zone sopraelencate. Alcune peculiarità geologiche, quali la presenza di isolati promontori calcarei (rarissimi nel restante appennino tosco-romagnolo), rendono il Monte Fumaiolo piuttosto simile alle montagne che si incontrano più a sud, a partire dal Monte Carpegna fino alle Marche. La congiunzione di queste flore e faune, conviventi o relegate in uno specifico ambiente o piano altitudinale, è a mio parere uno degli aspetti più interessanti del suddetto massiccio.
Ma veniamo al resoconto.
Domenica 17 maggio parto in direzione della vetta del Monte Fumaiolo. Parcheggio poco prima di arrivare alle faggete e abetine che coronano la sommità del monte, in una località denominata "I Sassoni" per via della diffusa presenza di isolate formazioni calcare che talvolta vanno a formare robuste torri spianate in cima. Questa zona aspra e rocciosa rappresenta un'oasi relativamente calda e arida immersa in un contesto boschivo ombroso e ricco d'acqua.
Mi inoltro per un sentiero in direzione sud, che inizialmente attraversa una zona boscosa per poi giungere ad estesi pascoli.
In questa foto satellitare presa da Google Earth ho evidenziato il sentiero percorso.
Il bosco circostante si presenta ricco di essenze arboree. Sul lato più scosceso prevalgono i faggi.
Sull'altro, oltre ai faggi, sono presenti abeti, pini, ciliegi e aceri.
E' presente una certa quantità di necromassa al suolo.
Lungo il sentiero vi era una piccola radura dove, tramite il retino da sfalcio, ho potuto raccogliere la mia prima
Phytoecia cylindrica, alcune
Anthaxia (
Melanthaxia) e altri coleotterini.
Proseguendo si raggiunge un grandissimo prato adibito a pascolo (anche se in quella zona di bestiame non ne ho visto).
Qui raccolgo una grandissima quantità di coleotteri di ogni sorta. Trovo un'altra
Phytoecia cylindrica, una bella
Musaria affinis, delle
Agapanthia villosoviridescens e anche delle
Agapanthia violacea, mai viste prima.
I pascoli della zona presentano spesso alcune depressioni umide circondate di vegetazione palustre. In questi ambienti, mediante l'uso di trappole, ho raccolto
Carabus italicus in quantità.
Tra prato e bosco abbondano le orchidee.
Orchis purpurea.
Orchis mascula.
Dactylorhiza sambucina.
Ai confini tra il bosco e il pascolo si osserva una colata da argilla priva di vegetazione dove si vedono volare flotte di imenotteri di varie specie intenti a nidificare.
In una zona di prato mesofilo, battendo la vegetazione, raccolgo anche
Anaglyptus mysticus e
Tetrops praeustus. Il mio principale obbiettivo erano le blattine ma evidentemente era troppo presto dal momento che ho trovato solo esemplari giovani.
Su un giovane pero si erano assembrati questi Rhynchitidae.
Alle 18.00 decido di tornare a casa. Lungo il sentiero del ritorno mi concedo qualche minuto per sollevare alcune pietre della faggeta e trovo qualche carabide e un bellissimo tisanuro depigmentato (che riesco a raccogliere senza romperlo ma che, chissà per quale motivo, a casa mi ritrovo senza cerci).
Purtroppo è stata una giornata abbastanza nuvolosa. Sicuramente con più sole sarebbe saltata fuori più roba. Inoltre ho l'impressione che la stagione fosse piuttosto indietro.
In ogni caso non posso lamentarmi del risultato.
Come vedete ho raccolto praticamente di tutto. Mi ha colpito l'abbondanza di imenotteri sinfiti, con moltissimi esemplari di specie differenti (compreso uno xyleide).
Spero di poterci tornare presto e magari di esplorare altre zone vicine. Credo sia un luogo molto promettente.
Marco